GOD EATER 3 – Recensione

I cacciatori di Aragami di casa BANDAI NAMCO tornano su PlayStation 4 e PC per affrontare una nuova e pericolosissima minaccia in GOD EATER 3

GOD EATER 3 - Recensione

GOD EATER 3 - RecensioneNel mondo di God Eater sembra non esserci mai pace. Dopo il cataclisma che segnò la fine della razza umana nel 21° secolo e l’avvento degli Aragami, la Terra deve affrontare una nuova minaccia: le Terre Cineree. Questo “nemico invisibile” è in grado di trasformare qualsiasi cosa, vivente e non, in pura cenere. I pochi sopravvissuti sono costretti a vivere negli Approdi, gli ultimi avamposti della razza umana, e gli spostamenti sono possibili solamente tramite delle fortezze mobili chiamate Solcaceneri, in grado di creare nuove rotte e vie di comunicazione.

La vita sulla Terra che conosciamo è diventata quindi impossibile, e questo nuovo setting ha fatto sì che i temibili Aragami mutassero in una nuova specie per adattarsi alle Terre Cineree. Lo spirito degli umani però è difficile da schiacciare, e dopo mille difficoltà sono pronti ad alzare la testa per debellare anche questa calamità, grazie ad una nuova generazione di God Eater, gli unici in grado di poter combattere e sconfiggere gli Aragami.

Conosciuti come GEA, ovvero God Eater Adattabili, questo nuovo tipo di guerrieri è in grado di sopravvivere ed adattarsi alla cenere, oltre a vantare un potere combattivo maggiore rispetto a quello dei God Eater. Tutto questo però ha portato ad un nuovo assetto geopolitico, facendo sì che arrivassero al comando le fazioni più potenti, così da governare quello che resta del mondo con un rigidissimo sistema di regole.

  • Titolo: GOD EATER 3
  • Piattaforma: PlayStation 4, PC / Steam
  • Versione analizzata: PlayStation 4 (PAL / EU)
  • Genere: Action RPG
  • Giocatori: 1-8 (online)
  • Software house: BANDAI NAMCO Entertainment
  • Sviluppatore: Marvelous First Studio
  • Lingua: Italiano (testi), Giapponese, Inglese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 8 febbraio 2019 (digitale), 15 febbraio 2019 (retail)
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: la software house ha annunciato che rilascerà tantissime missioni aggiuntive, nuove modalità di gioco e oggetti per la personalizzazione del personaggio gratuitamente tramite aggiornamenti

In questa complessa equazione, il nostro protagonista sarà la variabile che andrà a scombussolare i fragili equilibri che tengono insieme le varie forze politiche, pronte a darsi battaglia l’un l’altra per il controllo totale della popolazione sopravvissuta. Ed ecco che nel corso della storia entreremo in scena noi, dei novelli GEA. Superato un preambolo iniziale che farà da introduzione al nostro nuovo status di God Eater, dopo i primi contatti presso il nostro avamposto finiremo per fare la conoscenza della procace Hilda, che chiederà il nostro supporto per effettuare una spedizione con la sua Solcacieli e consegnare un prezioso carico di proprietà di una delle fazioni citate in precedenza. Durante l’attacco di un Aragami Cinereo, una nuova razza evoluta grazie alla cinerizzazione, il container nel quale era riposto il carico viene distrutto, svelando al suo interno una bambina, Fim.

In realtà, nonostante le fattezze e il suo modo di parlare, Fim è un Aragami umanoide, ulteriore evoluzione dello stadio Aragami, e come scopriremo di lì a poco, uno strumento creato per debellare una volta per tutte la razza degli Aragami. Va da sé che, capita la situazione e il tragico destino di Fim, i nostri protagonisti tenteranno in tutti i modi di preservare la vita della ragazza, inimicandosi chiunque voglia entrarne in possesso. Come nei precedenti capitoli di God Eater, la storia si sviluppa come il più classico degli shonen, puntato soprattutto sul fattore umano dei propri protagonisti e sullo sfondo drammatico della lotta contro gli Aragami.

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In questo terzo episodio il tema portante è quello della famiglia, naturale o acquisita che sia, e tutto l’intreccio narrativo viaggerà su questo leitmotiv. Avremo quindi varie sotto-trame che si snoderanno nel corso della storia. Da una parte noi, GEA, stanchi dell’oppressione dei nostri “aguzzini”, desiderosi di creare il nostro avamposto, un’oasi felice dove vivere in libertà e lontani dalle regole. Dall’altra la volontà di salvare Fim da un destino senza ritorno, proteggendola e facendola sentire parte del gruppo. C’è poi l’onta del conflitto con gli Aragami, e la lotta di potere fra le varie fazioni, nonché uno scontro generazionale tra padre e figlio. Il primo, generale di un impero che vuole sfruttare Fim per cancellare gli Aragami dalla Terra, il secondo a capo di un fronte di resistenza per l’ottenimento della libertà e dei diritti dei GEA, che agisce però solo tramite spregevoli attacchi terroristici.

La trama principale di GOD EATER 3 si articola in sei capitoli, per un totale di 70 missioni completabili nel giro di 30/35 ore, senza affrettarsi troppo. Rispetto ai precedenti capitoli della saga, ci troviamo di fronte ad una mole di contenuti nettamente inferiore. C’è da dire però che, contrariamente ai suddetti capitoli, che per noi giocatori europei sono arrivati diversi anni dopo il lancio originale, GOD EATER 3 esce a ridosso della release giapponese, avvenuta lo scorso dicembre. Quindi tutti gli extra previsti, da capitoli inediti di trama a missioni secondarie aggiuntive e nuove modalità di gioco arriveranno anche per noi nel corso del tempo tramite aggiornamenti futuri che la software house ha già annunciato. Un supporto che fa ben sperare riguardo il ciclo vitale del gioco e la sua longevità. Nonostante la continuity della storia, ambientata nello stesso mondo dei precedenti episodi a distanza di qualche anno, la trama non si prende la briga di fare troppi riferimenti al passato. Ci saranno diversi easter egg, un personaggio ricorrente che ritroveremo durante il corso dell’avventura, ma mai collegamenti diretti agli altri giochi. Questo fa sì che i precedenti capitoli, pur essendo disponibili sia su PlayStation 4 che su PC, non siano fondamentali per godersi a pieno questo terzo episodio, che diventa di diritto il miglior capitolo con il quale iniziare questa serie, non solo per l’aspetto narrativo ma anche per quello del gameplay, come vedremo tra poco.

Ashes to Ashes

Dal punto di vista del gameplay GOD EATER 3 rappresenta l’evoluzione della specie. Non si tratta di un taglio netto rispetto al passato come si potrebbe dire di Monster Hunter dopo l’uscita di MONSTER HUNTER: WORLD, ma di un cambio di rotta, più soft ma decisamente efficace. Il feeling è quello classico della serie, con il nostro personaggio in grado di brandire il God Arc, un’arma multifunzione capace di trasformarsi istantaneamente da arma da mischia a fucile o scudo a seconda della situazione. Ogni God Arc possiede caratteristiche e qualità diverse, come tipologia di attacco o elemento, ma ognuna condivide un move set facilmente assimilabile dal giocatore. Si tratta principalmente di concatenazioni di attacchi leggeri e pesanti, alle quali potremo aggiungere un attacco speciale che andrà a consumare parte della nostra stamina. Fattore imprescindibile di GOD EATER è l’uso della “divorazione”. Questa pratica consiste nel “mordere” l’Aragami con la nostra arma, attraverso la forma del predatore, così da incamerare l’Oracle Cell (l’essenza di cui sono fatti gli Aragami e i God Arc) ed entrare in Burst, uno stato che va a potenziare il nostro personaggio aumentandone le caratteristiche e il ventaglio delle azioni. Partendo da questa base di comandi si sviluppa tutto il gameplay di gioco, in una danza continua che vede i vari GOD EATER passare da una forma all’altra dell’arma per attaccare e divorare gli Aragami per potenziarsi.

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Questo nuovo capitolo però va a migliorare diversi aspetti del gameplay introducendo tutta una nuova serie di cambiamenti che rendono il tutto molto più profondo e strategico rispetto ad un passato spesso fin troppo “caciarone”. Fra le novità troviamo la Picchiata, una mossa che permette di scagliarsi istantaneamente sul nemico e colpirlo con lo scudo, una manovra ottima per iniziare una combo. Anche fuori dallo scontro la Picchiata è una novità che snellisce di molto gli spostamenti, permettendo infatti di muoversi nelle mappe più rapidamente, seppur non risolvendo la piattezza e la linearità sul piano del level design.

Altra novità è rappresentata dai Grilletti Burst, un nuovo sistema di combattimento attivabile rispettando delle condizioni di battaglia, che innescherà per qualche secondo l’abilità equipaggiata. Ad esempio potremo settare il Grilletto Guerriero che, eseguendo determinate combinazioni, attiverà per 15 secondi un aumento di potenza dei danni da mischia. I grilletti sono molti e man mano che li utilizzeremo, questi aumenteranno di grado, e a loro volta di potenza, sbloccandone sempre di nuovi con i quali sperimentare nuove tattiche. In GOD EATER 3 debutta anche un nuovo tipo di attacco combinato che vede due personaggi connettersi tra loro. Tramite questa nuova funzionalità, i due potranno condividere gli effetti dei propri Grilletti, così come il livello del Burst, in una risonanza che amplificherà ulteriormente, seppur per breve tempo, la potenza di attacco del proprio personaggio.

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Impara l’arte e… spacca tutto

In GOD EATER 3 fanno ritorno le Arti Burst, ma anche qui in una nuova versione. Si tratta infatti di tecniche dalla potenza variabile a seconda del livello, che si attivano entrando nello stato Burst. Questo si verifica assolvendo due condizioni, divorando un Aragami, o facendoci potenziare dai compagni attraverso i Proiettili Link Burst, delle speciali pallottole che potremo sparare ai nostri compagni di squadra per alzare il livello del loro Burst. Una volta in questa fase potremo utilizzare nuove mosse, una per tipo di colpo, che sia esso classico, in volo o durante lo scatto. La parte delle arti è stata rivisitata e, potendo personalizzare ognuna delle tipologie, sarà possibile costruire le più svariate combinazioni. Come per i Grilletti, più ne faremo uso in battaglia, più queste saliranno di livello, intensificando la potenza degli attacchi. Inoltre, altra novità che spinge ulteriormente l’acceleratore sulla personalizzazione del personaggio, alle varie arti potremo assegnare altrettanti effetti che modificheranno la resa finale una volta che il colpo andrà a segno.

Fra le modifiche invece abbiamo una revisione sulle armi da fuoco, più in particolare con i Proiettili Personalizzati. Mentre quelli standard potranno essere equipaggiati come sempre utilizzando i Punti Oracle (una terza barra che si affianca a Punti salute e Vigore che si ricarica combattendo), quelli personalizzati saranno disponibili in quantità limitate. Il limite nasce però dal bisogno di equilibrare l’estrema potenza di questi colpi che, come suggerisce il nome, possono essere settati in base alla tipologia, alla dimensione o all’elemento. Questi si ricaricheranno automaticamente una volta terminata la missione e, per equipaggiarli, dovremo rispettare un costo di utilizzo che ne determinerà il numero che potremo portare con noi in battaglia.

Nuove generazioni di God Eater

Un nuovo capitolo impone anche l’arrivo di nuovi equipaggiamenti e su questo punto GOD EATER 3 non delude le aspettative e propone due nuove armi da mischia: le Lame Affilate e la Luna Pesante. La particolarità di entrambe sta nella loro versatilità in battaglia dato che, sfruttandone l’attacco speciale, è possibile trasformarle. Le Lame Affilate sono un paio di spade equipaggiabili una per mano, garantendo al nostro personaggio grande velocità di movimento e capacità di danno. Un’arma adatta agli amanti del “DPS”, caratteristica che obbliga il giocatore a scontri ravvicinati. Attivando l’attacco speciale invece sarà possibile unirle per ottenere la forma Falcione, guadagnandone ulteriormente in attacco. Ancora più particolare la Luna Pesante, un’insolita ascia che si potenzia in base ai P.O. accumulati. In cambio di statistiche altissime di attacco e difesa, equipaggiando quest’arma andremo a sacrificare (come è giusto che sia) la mobilità del personaggio. Anche la seconda forma ne modifica l’estetica e l’impugnatura, cambiandone il verso degli attacchi. Perfetta per frantumare le difese degli Aragami, magari sfruttando la Luna Furente, una mossa caricata che attiva una lama seghettata.

Per le armi da fuoco non abbiamo grandi stravolgimenti. Ad arricchire l’arsenale abbiamo l’inedita Arma a Raggi, un cannone in grado di sparare fasci di energia che aumentano la propria potenza man mano che colpiscono i nemici. Proprio per questo sarà possibile accumulare P.O. nelle riserve, così da massimizzare il danno. Il gameplay appena descritto potrebbe essere abbastanza confusionario, specie per i nuovi giocatori, a causa dei mille termini usati, delle piccole e grandi modifiche operabili e della complessità degli stili di lotta. E solo giocando si potrà avere una visuale completa del potenziale di tutte queste meccaniche.

GOD EATER 3 - Recensione

Va detto che il passaggio dalla “vecchia” generazione di GOD EATER alla nuova ha permesso agli sviluppatori di migliorare gran parte degli aspetti del gioco, offrendo nella sua forma finale il gameplay non solo più ricco ma anche più divertente da giocare dell’intera saga. Le ottimizzazioni da apportare agli equipaggiamenti sono tante, ma questo permette di personalizzare in toto ogni singolo aspetto delle armi e dei personaggi e di creare le soluzioni di gioco che più rispecchiano i nostri gusti. Proprio sugli equipaggiamenti è giusto spendere le ultime parole. Fra Spade Lunghe, Falcioni, Martelli e Lance bisognerà spendere ore e ore “farmando” i pezzi necessari per ottenere le armi più performanti e di grado più alto. Da questo punto di vista, la brevità della storia viene compensata dal dover ripetere in maniera maniacale missioni su missioni, semplicemente per ottenere un singolo componente mancante. C’è una revisione anche nella gestione dei materiali e nell’ottenimento dei nuovi God Arc, con un albero per ogni categoria che facilita la tracciabilità di miglioramenti e progetti.

Evoluzione della specie

Per alleggerire questa caratteristica intrinseca degli hunting game è possibile affrontare l’intera avventura, sia le missioni storia che tutte le secondarie, post game compreso, in compagnia dei propri amici. Basterà aprire una stanza, settare eventuali esigenze (ad esempio se volete uccidere un determinato mostro o avanzare nella storia da una missione particolare) e ci troveremo in una lobby con un massimo di altri tre giocatori. Se non si raggiunge il numero necessario, potremo riempire gli slot vuoti con gli Alleati, ovvero gli altri protagonisti della storia. L’IA è migliorata molto rispetto al passato, e una volta sul campo di battaglia sarà possibile settare semplici strategie, lasciando a loro il resto.

Portando con noi i bot, questi guadagneranno punti esperienza che potranno essere spesi per migliorare le loro abilità. Così facendo potremo influenzare il loro comportamento durante gli scontri, magari dando priorità alla cura piuttosto che al semplice attacco nudo e crudo.

Abbinato invece ad un matchmaking tutto suo, e slegato dalle meccaniche multiplayer con gli amici, troviamo le nuovissime Missioni d’Assalto. Queste ultime sono una novità nel mondo di GOD EATER ed introducono per la prima volta il concetto di Raid ad 8 giocatori, attività tipica degli MMO. Sarà possibile prendere parte a scontri a tempo contro alcuni Aragami disponibili solamente in questa modalità. Nonostante la confusione di trovarsi a combattere con altri sette giocatori sia inizialmente destabilizzante, le Missioni d’Assalto sono un passatempo decisamente interessante, oltre ad offrire nuovi modi per ottenere materiali ed equipaggiamenti esclusivi. Anche sul fronte del net code conferma la stessa, ottima, stabilità del gioco a quattro, con partite che garantiscono grande fluidità e nessuna incertezza.

New fashion Aragami

Il cambio di piattaforma di riferimento è un altro passo avanti fatto con GOD EATER 3. Purtroppo non siamo di fronte ad uno stravolgimento, come avvenuto per l’ultimo titolo di Monster Hunter, ma i progressi fatti sono molti e tutti a vantaggio del giocatore. È stata infatti migliorata nettamente la qualità grafica generale mantenendo inalterate le prestazioni di gioco. Le arene sono ad un primo colpo d’occhio più ampie e dettagliate, sebbene permanga la stessa linearità delle vecchie. Pure la qualità dei personaggi, così come le animazioni, gode della maggior potenza di PlayStation 4 Pro (la versione presa in esame), e sono stati aggiunti numerosi effetti visivi che rendono gli scontri belli da vedere, fra esplosioni, DOF e giochi di luce. Anche le numerose scene animate che intervallano le missioni storia sembrano ricevere un trattamento migliore, non solo per l’aspetto in sé, quanto per il taglio registico, rendendo interessanti anche i passaggi più prolissi.

GOD EATER 3 - Recensione

Stranamente il titolo risulta meno convincente sul lato della personalizzazione estetica, da sempre un punto forte della serie. Sia in fase di editing del personaggio, sia successivamente sbloccando i nuovi completi, sembra mancare qualcosa, soprattutto in varietà, rispetto alla ricchezza di vestiti ed accessori dei precedenti capitoli. Decisamente su un altro livello il lavoro fatto sugli Aragami. Non solo quelli riproposti provenienti dai precedenti giochi, come l’iconico Vajira, ma anche i nuovi, che godono adesso di un maggior studio dei move set. Ad esempio proprio gli Aragami Cinerei, la nuova razza “più grande e cattiva”, è in grado di sfruttare nuove abilità di lotta, attivando a loro volta un Burst, potenziandosi fuori misura e lasciando il malcapitato impossibilitato a lottare per diversi istanti.

Anche la colonna sonora convince a metà, ma non perché sia brutta o anonima. Tutt’altro. I brani proposti sono diversi e ben inquadrati come temi da “scontro all’ultimo sangue”, dando la giusta carica per affrontare la battaglia. Anche la opening, “Stereo Future” delle BiSH, è un pezzo da novanta che con un colpo di spugna ci fa piacevolmente dimenticare le sonorità dubstep del secondo GOD EATER. Esce sconfitta però dal confronto con quelle dei precedenti capitoli, che proponevano molte più tracce cantate durante i combattimenti, che alzavano decisamente il livello, con lotte molto più ispirate dal mero lato artistico. Chiudiamo invece complimentandoci con BANDAI NAMCO Entertainment, che seguendo la strada intrapresa con la serie “Tales of” e altri titoli nipponici, decide di proporre finalmente il dual audio inglese/giapponese, dando modo ai giocatori di vivere un’esperienza più vicina a quella originale. L’adattamento dei testi presenti invece è in italiano, con alcune scelte a volte fin troppo letterali o, al contrario, diverse rispetto ai dialoghi dei personaggi a video.

In un mondo devastato dagli Aragami, orrende creature che vivono solamente per distruggere e divorare, gli Adaptive God Eater sono obbligati a combattere per difendere le speranze dell’umanità. A questi soldati potenziati è stata data l’abilità di impugnare le God Arc, armi biologiche create dagli uomini e in grado di distruggere i mostri.

Unendo le armi, fino a otto giocatori potranno fronteggiare le più grandi sfide e addirittura avere la meglio, una volta per tutte, sui più forti Aragami.

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A chi consigliamo GOD EATER 3?

Grazie al suo divertentissimo gameplay e alle tante ore di gioco che BANDAI NAMCO Entertainment ha confezionato per i suoi affezionati giocatori, GOD EATER 3 è uno di quei titoli must buy per ogni amante dei videogiochi giapponesi. Inoltre è consigliabile sia ai veterani della serie, che troveranno tantissime sfide a loro disposizione, che ai neofiti, grazie anche al fatto che la storia non è direttamente collegata ai precedenti capitoli.

  • Ottime aggiunte al gameplay
  • Ampia personalizzazione dell’arsenale
  • Le Missioni d’Assalto sono un piacevole diversivo
  • Tecnicamente migliorato…

  • …Ma si poteva fare ancora di più
  • Colonna sonora inferiore ai prequel
  • Poca varietà negli elementi estetici dei personaggi
GOD EATER 3
4.2

A caccia di Aragami con il miglior God Eater di sempre

Sarà che avevamo bisogno di un nuovo episodio di God Eater, sarà l’aria di rinnovamento o il salto generazionale, ma GOD EATER 3 alza davvero l’asticella della qualità. BANDAI NAMCO Entertainment è riuscita a proporci uno dei capitoli migliori della serie, almeno dal punto di vista del gameplay. Profondo, personalizzabile e tremendamente divertente da giocare, specie se lo si fa in gruppo. Anche la storia è piacevole e scorre bene per le trenta ore necessarie per arrivare al finale, il tutto in pieno stile anime. Qualche piccolo scivolone sulla colonna sonora e sul lato della personalizzazione estetica, dato che negli anni la serie ci aveva abituato male. Ma il risultato finale è quello di un titolo da tenere d’occhio. Sia che siate amanti della serie, scelta quindi doverosa, sia nel caso vogliate entrare per la prima volta nel mondo dei God Eater, scoprendo il capitolo perfetto imbarcarvi in questa nuova avventura.

Dopo anni passati fra videogiochi, anime e serie TV sente ancora il bisogno di dire a tutti la sua su qualsiasi cosa. Anche se in realtà nessuno gli ha mai chiesto di farlo.

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