Castlevania: pareri sulla Season 2 di Netflix

La seconda stagione della serie animata di Castlevania è finalmente disponibile su Netflix: ecco le opinioni di un fan di vecchia data della saga

Castlevania Season 2

Aspettavo davvero con tanto ardore questo 26 ottobre. Non come l’anno scorso, a causa del lavoro, quando aggiornavo compulsivamente la schermata di home di Netflix per poter vedere quanto prima la trasposizione animata per me più attesa di sempre. La mattina del 26, con un input lag spaventoso a causa delle poche ore di sonno (e di una festa aziendale non proprio da astemi) ho dato inizio alla seconda stagione di una saga che, ripeto, forse amo più delle donne. La seconda stagione di Castlevania.

*** SPOILER ALERT ***
La recensione che segue potrebbe contenere spoiler sugli avvenimenti della seconda stagione di Castlevania.
Siete avvisati!

La prima serie animata di Castlevania, uscita l’estate scorsa e prodotta da Adì Shankar, POWERHOUSE ANIMATION, Shankar Animation, Project 51 Productions LTD e Frederator Studios, ha riscosso un abominevole successo, nonostante fossero presenti solamente quattro episodi della durata di 25 minuti ciascuno. Questo antipasto causò ancora più hype all’annuncio di una seconda stagione, di cui sto per snocciolarvi le mie ponderate impressioni. Vorrei avvisarvi che in questa recensione ci sono molti pareri personali da fan sfegatato: se non siete altrettanto fanboy, potreste trovarla una seconda stagione bellissima, mentre con gli appassionati potrò tranquillamente dibattere per mesi sulle mancanze e sulle discrepanze col gioco.

La nuova stagione si divide in otto episodi dalla durata di 25 minuti circa ciascuno, più o meno come la passata stagione. Più che sull’azione, questa nuova ondata di episodi si concentra sul presentare personaggi nuovi provenienti da giochi come IsaacHector di Castlevania: Curse of Darkness e Carmilla di Castlevania II: Simon’s Quest, nonché il loro rapporto con il signore del male Dracula. Il vampiro per antonomasia e la sua crociata volta alla purificazione del mondo, che prevede lo sterminio degli esseri umani che hanno barbaramente ucciso sua moglie Lisa, sono coadiuvati infatti da due generali umani, Isaac e Hector, che hanno il potere di “forgiare” a nuova vita i morti, un’abilità che li renderà i più importanti aiutanti nell’organizzazione dell’esercito del male. Dracula ha la fama di essere il vampiro più potente della sua specie, ma ciò non provoca altro che invidia e sete di potere nel clan della sua specie, che sogna di rovesciare il suo regno e non intende affidarsi agli ordini di due esseri umani. In tutto ciò, mentre Carmilla si garantisce le simpatie dell’ingenuo Hector, Isaac mantiene vivida la sua fedeltà in Vlad Tepes, i tre personaggi principali di Dracula’s Curse (ai quali manca un certo Grant Danasty, ma ne parlerò successivamente) si preparano all’attacco al Castlevania, dopo una visita al maniero dei Belmont in cerca di qualcosa che possa avvantaggiarli nella lotta contro il signore del male.

Castlevania Season 2

La prima cosa che voglio lodare di questa produzione è il doppiaggio originale, davvero eccezionale. I personaggi del cast vengono rappresentati alla perfezione soprattutto attraverso il tratto vocale, che ci permette di notare ogni sfumatura del carattere di ciascuno di loro. Il secondo elemento che ho amato alla follia (ed è una cosa grave perché, avendolo malmenato per decine di giochi, ho sempre odiato o mai amato il suo personaggio e le sue apparizioni) è Dracula, come nella precedente stagione il personaggio migliore e più amato della serie. Non ho apprezzato particolarmente invece il tratto insolente e a volte maleducato di Alucard, mai manifestato in nessun gioco o opera della serie, fatta eccezione per Kid Dracula (spin-off della serie dove si capisce che Kid Dracula è in realtà Alucard): vederlo dire “fottiti” e alzare il dito medio contro Trevor mi ha davvero fatto “rivoltare dalla tomba” per rimanere in tema. Il doppiaggio italiano purtroppo, seppur di buon livello, non raggiunge l’apoteosi di quello originale. Restando in tema di difetti, ho già anticipato il comportamento non proprio canonico di Alucard, ma la mancanza più grave di questa stagione è l’assenza di un certo personaggio: dove ca**o è Grant?

Perdonate gli spoiler, ma Grant non è presente neanche in questa stagione e non mi spiego il perché. Canonicamente, ad affiancare Trevor, troviamo Alucard, Sypha e Grant ma l’ultimo viene a mancare, causando anche meno pathos durante la storia amorosa tra Trevor e Sypha (magari il director odiava i ladri o è stato friendzonato in passato come l’allegro ladruncolo). Inoltre del massiccio castello di Dracula si è visto davvero poco, lasciando in mostra poche stanze (se non qualcuna in particolare durante la battaglia tra Alucard e Dracula). Il finale della battaglia fra i due non mi è piaciuto particolarmente, l’avrei decisamente amato se non conoscessi così bene la saga e purtroppo, come la precedente stagione, il bestiario è molto limitato. E soprattutto avrei preferito, più della comparsa di Carmilla, quella di Death, storico antagonista della serie.

Castlevania Season 2

In fase di enfasi invece l’episodio 7 è l’apoteosi di tutto, o quasi, quello che un fan di Castlevania avrebbe voluto vedere in una serie animata. Sopratutto vedere la guerra civile tra le forze di Dracula che impazza nel castello e le creature della notte che fermano la loro battaglia per concentrarsi sull’ingresso del castello, dove i nostri tre eroi appaiono. E poi parte una delle cose insperate che più volevo dalla scorsa stagione, ovvero un arrangiamento di Bloody Tears (storica canzone della serie KONAMI che anche se non ci azzecca nulla con Castlevania III ma che va bene ugualmente) ad opera di Trevor Morris, compositore della serie, e via di mazzate combinate, sangue e gore. I fan della serie godranno anche del potenziamento della Vampire Killer e di altre piccole chicche che sporadicamente chi conosce bene la saga potrà trovare in mezzo agli episodi.

What is a man?

Per una terza season già annunciata sappiamo cosa aspettarci, ovvero il preludio a Curse of Darkness, ambientato dopo Castlevania III. Sono felice? Forse. Sono deluso? Non so. Mi aspettavo un qualcosa di superiore, ad essere onesto, ma siamo indubbiamente di fronte a una delle migliori opere tratte da un videogame. Insomma non so descrivere al meglio le mie sensazioni; l’unico esempio che mi viene in mente per cercare di farvi capire il mio stato d’animo è che mi preparavo ad una scalata infinita nel castello, tra mille combattimenti e creature demoniache, e alla fine al posto di Vlad Tepes mi son trovato davanti al Conte Dracula di Aldo, Giovanni e Giacomo. Insomma, mi aspettavo di meglio ma non ci sputo sopra, visto che per vedere qualcosa di decente su Castlevania i fan sanno che dovranno aspettare quasi quanto i periodici risvegli di Dracula che, da tempo, tardano parecchio ad arrivare.

Da vedere

Ha reagito all'annuncio di Bloodstained: Ritual of the Night come Paolo Brosio con il Papa. Termina Golden Axe almeno una volta al mese. Da dieci anni.

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