BLUE LOCK – Recensione

La nostra recensione del primo volume di Blue Lock, il manga sportivo del momento pubblicato in Italia da Planet Manga a partire da luglio

BLUE LOCK - Recensione

Dopo Captain Tsubasa (Holly e Benji) un nuovo spokon calcistico sta incantando il Giappone: si tratta di BLUE LOCK. Questo titolo, approdato in Italia grazie a Planet Manga, nato dalla penna di Muneyuki Kaneshiro (già autore di “As the gods Will”), con la complicità di Yusuke Nomura per i disegni, si preannuncia essere una delle saghe sportive più attese anche nel nostro paese. Le parole chiave sono: azione, tensioni, sfide, valori e rivalità. Riuscirà questo originale manga, che spazia dallo sport al survival, a incantare anche i lettori italiani? Scopriamolo, come sempre, insieme. Ricordandovi che, in futuro, questo manga vedrà anche un adattamento animato.

BLUE LOCK - Recensione

  • Titolo originale: ブルーロック (Burū Rokku)
  • Titolo italiano: BLUE LOCK
  • Uscita giapponese: 1 agosto 2018 
  • Uscita italiana: 29 luglio 2021
  • Numero di volumi: 2 – in corso
  • Casa editrice: Planet Manga
  • Genere: spokon, shonen, azione, calcio, psicologico
  • Formato: 17,5 x 11,5 cm, brossurato con sovracopertina, b/n
  • Numero di pagine: 208

Abbiamo recensito BLUE LOCK tramite volume stampa fornitoci da Planet Manga.

Vincere è l’unica cosa che conta!

La semi-citazione è banale, ma si presta perfettamente allo spirito di questo manga. La trama è la seguente: il calcio giapponese è molto migliorato nel corso degli anni, raggiungendo il picco attorno ai primi anni 2000 (forse grazie alla complicità proprio di bambini cresciuti con Captain Tsubasa), qualificandosi più volte ai mondiali, per ultimo quello del 2018. Ma, come gli sportivi sanno, il livello non si è più alzato: se la squadra del Sol Levante vuole vincere il mondiale e non rimanere “di seconda categoria” occorre far nascere un fenomeno come Pelè o Maradona, in grado di trascinare tutta la squadra. Per far questo viene ingaggiato Jinpachi Ego, ideatore del rivoluzionario programma di allenamento del “Blue Lock”: 300 attaccanti vengono selezionati per far nascere una sola stella, un trascinatore, e tra questi c’è anche Youichi Isagi, l’attuale protagonista della storia. Solamente seguendo il manga scopriremo se anche per lui, come per Giampiero Boniperti, vincere è davvero l’unica cosa che conta.

La trama si sviluppa in modo decisivo già dal primo volume del manga di BLUE LOCK. Vengono introdotti obiettivi, schematiche, un buon numero di personaggi (che possiamo immaginare saranno decisivi), qualche sorpresa e quello che è il vero cardine della narrazione: il Giappone deve vincere il mondiale a ogni costo. Ed è così che i desideri dei fan vengono alimentati da Jinpachi e dalla sua sostenitrice Anri Teieri, quasi fossero una voce narrante assoluta e veritiera: se da un lato abbiamo l’esaltazione dello spirito di squadra giapponese e dei suoi miglioramenti, dall’altro vi è la critica verso coloro che si vogliono accontentare e non credono in questo sogno. Tra questi c’è proprio il presidente della Japan Football Union Hirotoshi Buratsuta, riferimento satirico a Joseph Blatter, ex presidente della FIFA, inserito anche sulla copertina interna del volume mentre insegue una ciambella.

Unicità in prova

Muneyuki Kaneshiro ci aveva già abituato in As the gods Will a lavori fuori dagli schemi sulla componente “gioco”, con sfide di abilità e di coraggio, e con questa idea tanto semplice quanto buona si può dire che abbia preso la palla al balzo! Non si limita quindi al classico ciclo narrativo degli spokon fatto di tornei/partite/allenamenti, ma costruisce un intero ragionamento attorno a una selezione per il miglior attaccante per il Giappone. La suspense di un saga sportiva, l’adrenalina di un survival game: con i fatti presentati in questo primo volume si tratta di una definizione più che azzeccata. Difatti, pur esistendo manga che in passato hanno accarezzato i valori di BLUE LOCK (da Mimì e la nazionale di pallavolo a SLAM DUNK), si può dire che non esistano altri titoli simili, con un così netto ed emozionante sviluppo della trama. Le premesse sono ottime, a partire dalle sfide ragionate, con spiegazioni più che convincenti, razionali, che danno un senso alla pazzia delle stesse. Ma il predominio lo ottengono i personaggi, con quella tensione derivata da una caratterizzazione poco chiara (trattandosi solo del numero uno), con personalità alla Vinland Saga, ancora grezze e trascinate dal proprio egoismo, che possono variare da un momento all’altro.

BLUE LOCK - Recensione

Se la trama sembra promettente, anche i disegni svolgono la loro parte: le vignette sono connotate sin dall’inizio da un tratto ottimo, alternato tra teatrini di pazzia, con volti e colori stravolti verso il nero, e attimi più chiari, improntati sui dettagli più realistici, come ambientazione e muscolatura. Lo stesso dualismo sportivo-survival sembra trasferirsi alle vignette: se da un lato si possono trovare riferimenti alle classiche fattezze di uno spokon moderno, come quelle di Haikyuu!, dall’altro il tratto di Yusuke Nomura ricorda molto quello di famosi shonen, con similitudini con Tokyo Ghoul, My Hero Academia e Soul Eater per quanto riguarda i personaggi, in base alla situazione.

Ne resterà soltanto uno! Chi sopravviverà all’inferno del Blue Lock? L’eliminazione ai Mondiali di calcio del 2018 ha confermato i limiti della Nazionale nipponica. Lo spirito di squadra non basta: per vincere bisogna far gol! Ha così inizio il folle progetto di selezione dell’attaccante più egoista, colui che realizzerà il sogno calcistico del Giappone…

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La pressione dei vincenti

Sono invece carenti (se non quasi assenti) gli sfondi, il che se da un lato incentra l’attenzione sui protagonisti e sulla pressione da loro sostenuta, dall’altro lascia un certo vuoto, rendendo la lettura fin troppo veloce. In ogni caso una buon inizio. Il formato è quello standard della Planet Manga, come per molti altri titoli (per esempio One-Punch Man). La sovracoperta è molto carina e accattivante, con due brevi introduzioni degli autori sull’aletta interna, e come detto prima è diversa dalla copertina vera e propria. Le 208 facciate scorrono senza interruzioni, con una sola eccezione per la facciata finale, indicante una piccola anteprima del prossimo volume. Nel complesso abbiamo una buona impaginazione, con dialoghi e disegni curati, e molte vignette che occupano metà di una pagina (che a mio parere sono sempre una bella aggiunta).

Consigliamo di leggere BLUE LOCK senza dubbio agli amanti del calcio: si notano già molte citazioni e riferimenti storici a questo sport, per quanto a volte cambiati di contesto o mischiati a personaggi di fantasia. Inoltre, nonostante le bizzarrie del genere, siamo certi che le partite non mancheranno di dare spettacolo. Vi dirò infine che, pur non essendo un fan degli spokon, questo primo volume mi ha regalato lo stesso feeling di Haikyuu!, che adoro. Potrebbe quindi essere una lettura interessante non solo per amanti del genere sportivo, ma anche per chi è abituato a leggere solamente i classici shonen.

BLUE LOCK - Recensione

Un primo volume che fa gol

Questo moderno Captain Tsubasa trasuda dei ricordi della nostra infanzia. Il desiderio di diventare un campione, di inseguire i propri sogni e di vedere una squadra sfavorita puntare alla vittoria. Ma ciò che non mancherà in questo titolo sarà la competitività: “realizzare il mio sogno significa che devo distruggere il sogno di qualcun altro”… è questa la situazione che viene enfatizzata al massimo. Tutti gli attaccanti devono rimanere in lotta tra loro, pur dovendo collaborare come elementi di una squadra. Questo manga sa quindi emozionare, coinvolgere, mantenere alta la tensione, stuzzicare l’interesse e, come sottolineato, riaccendere i ricordi. Attraverso una buona narrazione, originalità, uno stile piacevole e variabile, BLUE LOCK saprà catturare il vostro tifo fin dal primo volume!

Una delizia sportiva!

Scrittore per passione, dopo aver scoperto la pozione che preserva i capelli e l’anima, la usa su di sé per terminare il dottorato in ingegneria ambientale. Utilizzando la magia infusa nelle parole tenta da anni di convertire gli eretici alla cultura giapponese. Adora il metal, i videogiochi, manga e fumetti, l leggende celtiche, e tutto ciò che si può fare mangiando cioccolata all’ombra di una montagna.

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