MONOLITHSOFT: la storia e i motivi dietro la sua fondazione

Xenogears

Apprendiamo oggi tramite un’interessantissima intervista di Famitsu a Hirohide Sugiura di MONOLITHSOFT la storia e la motivazione dietro la fondazione della compagnia. In realtà, la software house venne fondata con l’esplicito desiderio di realizzare un secondo capitolo di Xenogears, rilasciato originariamente nel 1998. Sugiura rimase così tanto colpito dal titolo, nonostante ai tempi non vi avesse lavorato direttamente, da volerne realizzare un seguito proprio nel periodo in cui Squaresoft (non ancora SQUARE ENIX) stava lavorando a FINAL FANTASY: The Spirits Within, che sarebbe invece uscito nel 2001.

Vista quindi la scelta di Square di concentrarsi su FINAL FANTASY invece di realizzare Xenogears II, Sugiura decise di fondare MONOLITHSOFT insieme a Tetsuya Takahashi e a Yasuyuki Honne nel 1999, con l’aiuto del fondatore di NAMCO, Masaya Nakamura. Diversi sviluppatori di quella che allora era SQUARE hanno deciso di salire a bordo di questo nuovo progetto. Tutti i nuovi membri, impossibilitati a realizzare un vero e proprio sequel, si trovarono invece a realizzare come prima cosa Xenosaga Episode I, nel 2002, per PlayStation 2.

Nel 2007 Nintendo acquistò quasi interamente MONOLITHSOFT, acquisendo l’80% delle azioni della compagnia direttamente da NAMCO. Sebbene la compagnia non sia mai riuscita a realizzare l’esplicito desiderio per il quale è stata fondata, i membri originari sono ancora a capo delle operazioni, e la software house è cresciuta in qualcosa di molto diverso, collaborando con Nintendo per diversi titoli di punta oltre che realizzando diversi giochi accomunati dal prefisso Xeno. L’ultimo di questi, Xenoblade Chronicles: Definitive Edition è uscito proprio oggi, e qui potete leggerne la nostra recensione.

Fonte: Famitsu via Siliconera

Ossessionato da Le Bizzarre Avventure di JoJo e METAL GEAR, pensa che TRIGGER abbia salvato gli anime. Darebbe tutto pur di vedere un nuovo Trauma Center e il finale di Berserk; generalmente ti vuole bene, finché non gli parli di microtransazioni.

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