Monster Hunter Stories – Recensione

CAPCOM e Marvelous! trasportano l’universo di Monster Hunter nel mondo dei JRPG, facendoci conoscere il ruolo dei Rider. Questo è Monster Hunter Stories!

Monster Hunter Stories - Recensione

Monster Hunter Stories - RecensioneEssere Rider è diverso da essere cacciatore. Per prima cosa i mostri non si cacciano, ma vengono cresciuti, cavalcati e accuditi in modo da ottenere un legame speciale con il proprio Rider, per difendere e servire il proprio villaggio. È così che inizia la storia di Lute, ancor prima del rituale per diventare Rider. Lo ritroveremo insieme a Lilia e Cheval, i suoi amici, in una foresta, alla ricerca di uno strano uovo di mostro. Una volta trovato, appena schiuso scopriremo che il mostro che si celava all’interno non è altri che un Rathalos (Rioreusu), il terribile “re dei cieli” che, fortunatamente, ci considera come il proprio genitore. Una volta tornati al villaggio verremo subito attaccati da un Nargacuga corrotto dal “flagello nero” che abbiamo avuto modo di conoscere su Monster Hunter 4 Ultimate, che causerà moltissimi danni al villaggio, sfregiando e facendo cadere da un dirupo il nostro cucciolo di Rathalos e rendendo orfano il nostro amico Cheval. Di lì a un anno, sarà il tempo di affrontare il suo, ma anche il nostro esame da Rider.

Monster Hunter Stories è uno spin-off per Nintendo 3DS dell’Hunting Game più famoso del mondo, ovvero Monster Hunter, che porta la famosa saga CAPCOM nel mondo dei JRPG. Durante il mio soggiorno a Tokyo con gli Akiba Gamers non ho esitato nemmeno un secondo a far mia una copia giapponese del gioco in questione, dato che amo la saga da cui è tratto: potrei raccontarvi delle serata di “caccia ignorante”, che consisteva nell’andare in missione completamente nudi con solamente il martello come arma e la testa di Bullfango come indumento, oppure potrei raccontarvi di quando ho passato quasi dieci minuti in groppa ad un Jhen Mohran senza mai cadere. Bei tempi cavolo, anche se il mio problema principale era sempre lo stesso: il tempo. Non faceva di certo piacere cominciare un nuovo gioco con gli amici, andare al lavoro e trovare gli stessi con l’equipaggiamento già all’avanguardia, che mi costringeva a dover recuperare le ore di farming da solo per non essere d’intralcio, facendolo diventare noioso proprio perché Monster Hunter raggiunge l’apice del divertimento solo se giocato con altri tre compagni. Con Stories il problema in questione è risolto, e queste sono le mie considerazioni sul titolo, sperando di essere il più chiaro possibile nonostante i prevedibili problemi riscontrati con la lingua originale del gioco.

Recensione aggiornata il 7 settembre in seguito alla prova della versione finale del gioco in lingua italiana.

  • Titolo: Monster Hunter Stories
  • Piattaforma: Nintendo 3DS
  • Genere: JRPG
  • Giocatori: 1-2 (multiplayer online e locale)
  • Software house: CAPCOM
  • Sviluppatore: Marvelous!
  • Lingua: Giapponese (testi), Italiano (testi)
  • Data di uscita: 8 ottobre 2016 per la versione giapponese, 8 settembre 2017 per quella europea
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: aggiornamenti gratuiti con nuovi mostri, nuovi costumi e nuove missioni
  • Note: amiibo del gioco disponibili e serie animata ancora in corso in Giappone

Monster Rancher, vieni con noi!

Il fulcro del nostro gioco saranno le uova. Già, proprio quelle che nel gioco principale dovevamo recuperare in noiosissime missioni, in questo spin-off ci permetteranno di avere dei nuovi compagni. A partire dal rituale di nascita, dovremo utilizzare il touchscreen del nostro Nintendo 3DS per provare ad azzeccare alcuni punti che, se cliccati, garantiranno dei bonus alle statistiche al nascituro. Per gli esperti della saga basterà guardare il tema e il colore delle uova per identificare il Wyvern che uscirà. Dove prenderemo le uova? In giro per la mappa ovviamente, attraverso delle aree casuali generate nella pianta principale, e spesso capiterà che, nel rubare le uova, incapperemo nei genitori incazzati a pattugliare il nido e sapete benissimo che un genitore alto svariati metri e magari con la possibilità di sputare fuoco non è un dettaglio trascurabile. A volte ci capiterà di trovare delle tane di mostro dorate, che ci garantiranno una creatura di rarità maggiore; tuttavia, bisognerà sempre stare attenti che esse non siano pattugliate.

Tutte le creature verranno poi smistate nelle stalle dove sarà possibile selezionare i partner che ci accompagneranno durante le esplorazioni o le missioni: sarà importante cercare di ottenere più compagni possibili per poter esplorare le aree, visto che alcune creature possono farci raggiungere dei punti a differenza di altre, portandoci alla scoperta di oggetti o tesori nascosti da sgraffignare avidamente, oltre che fare attenzione a certe abilità che la nostra creatura potrà ricevere alla nascita (per esempio alcune resistenze elementali o bonus per determinati tipi di attacchi). Inoltre, durante le esplorazioni potremo fare tutto quello che facevamo nella serie principale: pescare, estrarre minerali, catturare insetti o prendere materiali come bacche, erbe, funghi o altro, da utilizzare, rivendere o combinare (a patto di conoscere la ricetta). Durante le esplorazioni inoltre potremo imbatterci in dei Poogie smarriti: trovare i simpatici maialini all’interno del mondo di gioco ci garantirà numerose ricompense oltre a qualche risata per i loro scemissimi costumini.

Proof of a Hero

Il villaggio dei Rider ha delle differenze sostanziali rispetto a quelli visto nella serie principale. Potremo infatti far schiudere le uova, amministrare le stalle, ottenere le missioni principali per proseguire nella storia o affrontare quelle secondarie, che potremo ripetere per ottenere esperienza, oggetti e oro extra, insieme alle missioni scaricabili online. Sono presenti i mercanti, che ogni tanto varieranno le loro offerte e i loro oggetti, nonché il fabbro. Da quest’ultimo, come nella serie principale, potremo acquistare nuove armi e armature, oppure migliorarle attraverso oggetti ottenuti durante le esplorazioni: l’equipaggiamento che andremo a modificare potrà evolversi in qualcosa di decisamente più letale e potente a patto di avere i giusti materiali e l’oro. Tra le novità presenti posso elencare il santuario, dove vari tipi di donazioni in denaro o l’utilizzo di talismani ci permetteranno di avere dei bonus alle statistiche o all’esperienza che torneranno utili durante le fasi esplorative e i combattimenti. Completano le strutture del villaggio il Felyne incaricato di scambiare le tessere Rider via StreetPass (e non ne ho ottenuta neanche una, perché chiunque abbia attualmente il gioco si trova in un altro continente) e le battaglie online, dove sono stato polverizzato più e più volte dagli avversari asiatici. C’è da notare come anche gli oggetti classici della serie siano stati “cambiati” per dare un approccio da JRPG al posto di un hunting game: potremo infatti organizzare la borsa da battaglia per riempirla di oggetti che ci serviranno durante i combattimenti, offensivi o curativi con la costante del numero massimo di oggetti da portare con sé, come nella serie principale. Inoltre, oltre a Navirou, il Felyne con il quale passeremo la nostra avventura, potremo contare anche sui gatti antropomorfi per i vari teletrasporti all’interno del vasto mondo di gioco, che ci farà versare più di un sorriso quando torneremo in certe zone alquanto familiari agli appassionati della serie. Passiamo ora al vero piatto forte del gioco, ovvero i combattimenti.

Those who fight… MONSTERS

Cercare di creare un combattimento stile RPG per un hunting game come Monster Hunter era una bella sfida, fortunatamente vinta senza problemi. Gli attacchi normali saranno divisi in tre tipi: l’attacco rosso della potenza, l’attacco verde della tecnica e l’attacco blu della velocità. Come nella morra cinese dovremo affidarci ai colori: blu batte rosso, rosso batte verde e verde batte blu. Il nostro compagno userà anch’esso, oltre le sue abilità, anche gli attacchi delle varie tipologie che, se eseguiti con successo, faranno caricare la nostra pietra Kizuna permettendoci, al livello 1, di salire in groppa al nostro mostro per amplificare il nostro potenziale offensivo. Se indovineremo ancora gli attacchi giusti contro il nemico la nostra pietra Kizuna si caricherà ulteriormente permettendoci di eseguire un attacco finale devastante che però ci farà scendere dal mostro: starà a noi valutare se caricare il potenziale offensivo o dare un bel attacco e poi caricare di nuovo la pietra come all’inizio dello scontro. Inoltre, gli oggetti storici della serie di MH avranno nuovi usi e nuove applicazioni, come le famosissime Cote ad esempio, usate nella serie originale per affilare le nostre armi, in Monster Hunter Stories garantiranno il critico nell’attacco successivo. Gli oggetti sono davvero tantissimi e gli scontri ben realizzati e animati oltre che dannatamente divertenti, con momenti dove i nostri mostri potranno ingaggiare una battaglia aerea o terrestre contro il nemico e dovremo premere dei tasti a ripetizione per vincere lo scontro. Dovremo poi anche tener conto dei vantaggi elementali delle armi proprio come i capitoli principali della serie. Le battaglie contro altri Rider sono più o meno le stesse ma con un pizzico di fattore Pokémon: potremo infatti cambiare i nostri mostri in battaglia, e lottare fino a che non sconfiggeremo il nostro avversario per tre volte, come le vite di una normale missione della saga principale. Inoltre quello delle tre vite non è il solo richiamo alla saga principale e gli attimi di gioia e di bei ricordi per gli amanti della serie saranno numerosi e faranno emozionare anche i più affezionati che schifavano questo spin-off già dal suo annuncio per via del look atipico e della diversa tipologia di gioco.

Neverending Story with a Rathalos

Un altro punto forte di questo JRPG è la storia. Timidamente introdotta in Monster Hunter 4 Ultimate e decisamente amata dalla critica, si evolve esponenzialmente in questo gioco, facendoci scoprire il background dei mostri, amplificando la storia del flagello nero e facendoci conoscere due nuove professioni nel mondo di Monster Hunter, conosciuto fino ad ora solo per i cacciatori. Il rapporto tra Lute, Lilia e Cheval è narrato splendidamente, con tutti gli eventi  e i personaggi che ne susseguiranno, come Reverto, decisamente il mio personaggio preferito. Durante le sessioni dedicate a Stories posso garantire di aver passato ore e ore di divertimento e non vedo l’ora di poter provare la versione nostrana, anche se la storia risulta già piuttosto comprensibile anche con l’idioma giapponese. La resa grafica è molto ben riuscita, ricca di colori e dettagliata rispetto ai capitoli regolari della saga e il design delle creature in stile anime è molto curato e dettagliato: posso dire tranquillamente che il gioco sfrutta l’hardware grafico della console quasi al massimo ottenendo ottimi risultati. La controparte sonora è caratterizzata da musiche e suoni che da sempre contraddistinguono la serie e in particolare le musiche, composte da Marika Suzuki, Hiromitsu Maeba e Masato Kouda, sono ottime come sempre, con alcuni remix che finiranno senza dubbio sul mio iPod.

Letame Wyvern

È stato davvero difficile trovare dei difetti per questo gioco, forse perché amo anche troppo la serie originale. Posso dire semplicemente che Monster Hunter Stories può risultare troppo facile per i giocatori più navigati, come anche per tutti quelli che amano dedicarsi al farming estremo prima di gettarsi a capofitto sulla trama principale; magari questa scelta è anche voluta per far sentire appagate le giovani leve, magari da sempre scoraggiate dalla difficoltà dei titoli della serie CAPCOM. Purtroppo ho notato anche numerosi cali di frame rate e la mappa, davvero molto più grande di quelle che siamo abituati a vedere nella saga principale, carica i personaggi in lontananza con qualche secondo di ritardo di troppo. Nulla di ovviamente troppo grave, ma che mi ha arrecato qualche fastidio per un titolo parecchio allettante per gli occhi. Il sistema di combattimento a turni, infine, potrebbe portare qualche problema a chi è ormai abituato a sistemi di combattimento più moderni e in tempo reale, ma non mancherà di deliziare chi invece apprezza gli RPG di stampo classico.

La versione italiana

Dopo aver provato la versione occidentale del gioco posso aggiungere questi pochi ma significativi appunti. La traduzione è egregia e ci permette di scoprire al meglio la storia, già comprensibile nella versione giapponese, con un tono di certo non così adulto come la saga principale ma comunque godibile da tutte le fasce d’età. Potremo inoltre trovare alcuni extra se il gioco noterà che è presente un salvataggio di Monster Hunter Generations o della demo, che inoltre ci permetterà di importare la partita salvata, per evitare il lunghissimo tutorial e per non perdere l’esperienza accumulata durante la versione di prova. Sarà utilissimo poi scambiarsi, come sempre attraverso StreetPass, le tessere Rider ed effettuare scontri con i giocatori di tutto il globo, ora che il gioco sarà disponibile per tutti.

Posso aggiungere anche che ora, con tutte le descrizioni degli oggetti disponibili in lingua italiana, gli scontri più difficili potranno essere affrontati con le giuste tattiche senza dover “perdere tempo” per capire il funzionamento di certi oggetti con un idioma sconosciuto a molti. Purtroppo ho notato che anche nella nostra versione gli NPC impiegano un pochino di tempo a comparire sullo schermo, problema già notato nella versione giapponese ma ulteriormente ampliato in questa, in quanto ho potuto giocare a Monster Hunter Stories in italiano sul mio Nintendo 3DS XL, a differenza della versione giapponese giocata con un hardware più potente, ovvero con un New Nintendo 3DS LL. Tutti i pareri dati in precedenza per la versione giapponese sono comunque più che confermati anche in questa versione, quindi non mi resta che augurarvi il meglio nel giocare questo gioco.

L’unica nota di disappunto, purtroppo, ha a che fare con la decisione di non distribuire in occidente gli splendidi amiibo realizzati appositamente per questo titolo: sebbene quelli giapponesi siano del tutto compatibili con la versione nostrana del titolo e sblocchino esattamente gli stessi elementi della versione giapponese (delle uova speciali), dobbiamo a malincuore accettare il fatto che essi non verranno messi in vendita nel nostro paese.

A chi consigliamo Monster Hunter Stories?

Consiglio caldamente Monster Hunter Stories agli estimatori della saga, agli amanti dei suoi wyvern e a chi adora i JPRG. Il design super deformed dai toni infantili sarebbe solo una pessima scusa per non dargli una possibilità: una volta immersi nel mondo di gioco potremo accorgerci di essere veramente, e di nuovo, all’interno del meraviglioso universo di Monster Hunter. Gli amanti dell’hunting game multigiocatore invece potranno non ritenersi soddisfatti dal comparto multiplayer del titolo, che però offre davvero tante alternative e missioni aggiuntive in maniera totalmente gratuita rispetto ad altri esponenti del suo genere.

  • Graficamente superbo
  • Diverte e capace di creare dipendenza
  • Il mondo di Monster Hunter è affascinante anche come JPRG

  • Frame rate altalenante
  • Difficoltà irrisoria
  • Gli amiibo non vengono distribuiti in Europa
Monster Hunter Stories (versione giapponese)
4.4

Un JRPG decisamente ottimo

Sono rimasto davvero soddisfatto da Monster Hunter Stories sotto ogni punto di vista. Avevo paura che CAPCOM e Marvelous! commettessero un errore colossale tramutando la sua saga di punta in qualcosa di troppo infantile, ma invece è riuscita a soddisfare il palato fine di un fan di Monster Hunter come il sottoscritto creando un ottimo RPG ambientato nel mondo dell’hunting game più famoso del mondo. Se, come per me, il vostro sogno erotico più grande è quello di cavalcare un Gran Jaggi, potete gioire: le noiosissime missioni di “raccolta uova di Wyvern” sono finalmente diventate divertentissime. Un altro grande JRPG si aggiunge ai tanti presenti sulla console portatile Nintendo, piazzandosi nelle vicinanze del podio. Assolutamente da provare!

Ha reagito all'annuncio di Bloodstained: Ritual of the Night come Paolo Brosio con il Papa. Termina Golden Axe almeno una volta al mese. Da dieci anni.