Toukiden 2 – In prima linea a difesa di Mahoroba

Toukiden 2

È passato più di un anno da quando Toukiden: Kiwami, versione riveduta e ampliata del capitolo inaugurale della saga, ha fatto il suo esordio in Europa su PS Vita e, per la prima volta, su PlayStation 4. Circa un paio di settimane fa KOEI TECMO Games ha reso accessibile agli utenti giapponesi una versione di prova, sulla medesima console da salotto, del primo vero sequel dell’hunting game che porta la firma di Omega Force.

Così, armato della mio fido arco lungo da Mononofu e del mio Mitama di fiducia, ho imbracciato nuovamente le armi per difendere il villaggio, cimentandomi nell’impresa di affrontare questa versione preliminare di Toukiden 2. La demo ha inizio nel più classico dei modi, con una dettagliatissima schermata di creazione del nostro alter-ego che ci permetterà di personalizzarne volto e corporatura sin nei minimi dettagli, permettendoci di decidere persino la profondità delle rughe, l’angolazione delle sopracciglia, la posizione dell’iride e molto altro. Una volta soddisfatti del nostro aspetto, e dopo quei due-tre bicchieri di Vodka assunti con la consapevolezza che non riusciremo mai ad apparire belli come lui nella vita di tutti i giorni, ci ritroveremo nel villaggio che prenderà il posto di Utakata, chiamato Mahoroba. Già dall’interno della nostra piccola abitazione noteremo che l’inquadratura, stavolta, non sarà più fissa come nel gioco precedente, ma potrà essere variata a nostro piacimento per esplorare ogni pertugio della piccola cittadina in stile giapponese. Ad accompagnarci nel nostro tour troveremo Tokitsugu, un piccolo Mononofu armato di fucile che ricorda lontanamente Vivi di FINAL FANTASY IX. Saremo quindi chiamati a parlare con gli NPC utili a espletare le principali funzioni del villaggio, come il fabbro, il mercante, l’addetta alle missioni e, infine, la bella Kuon, che avrà il compito di potenziare i nostri Mitama.

Girovagando per Mahoroba ci accorgeremo, purtroppo, di quale sarà il principale difetto di questo nuovo capitolo: il frame rate. Teoricamente, Omega Force aveva come scopo quello di fissarlo ai trenta fotogrammi al secondo, tuttavia possiamo già notare come le già contenute promesse si infrangano irrimediabilmente contro spaventosi cali non appena proveremo anche solo a correre o ruotare l’inquadratura mentre saremo in movimento. Mi auguro solo che si tratti di un problema temporaneo, che venga risolto in fase di sviluppo per la versione finale, anche se le speranze sono davvero flebili.

Dopo aver scambiato quattro (incomprensibili) chiacchiere con i colleghi Slayer, è tempo di aprire le porte della cittadina e dirigerci nell’open world che caratterizza questo sequel. Ho notato subito la totale assenza di transizione dal passaggio fra villaggio e mondo aperto, caratterizzata unicamente dalla comparsa dell’indicatore di stamina ed energia vitale, nonché dei quattro tasti azione nell’angolo in basso a destra, utili a scatenare i boost del Mitama equipaggiato. Scordatevi della suddivisione in aree resa celebre da Monster Hunter e preparatevi mentalmente a dover esplorare in lungo e largo una mappa sconfinata alla ricerca di nemici da affrontare. Oltre alle solite tecniche, ai potenziamenti e al comando di purificazione, Toukiden 2 ci mette a disposizione una nuova funzione attivabile con il tasto L2 del controller, che farà comparire un gigantesco artiglio spirituale in grado di aggrapparsi ai nemici e lanciarci in loro direzione, tramite un’acrobazia che risulterebbe decisamente utile per avviare una devastante combo area. Risulterebbe, ovvio, perché come vi ho accennato poc’anzi, la mia arma principale è l’arco, ragion per cui avvicinarmi ai nemici e lanciarmi in aria non è decisamente una mossa intelligente. Tale artiglio ci consentirà anche di raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili, recuperare loot oppure catturare fiamme libere e lanciarle con violenza contro gli Oni.

Girovagando per la mappa ci potremo imbattere in alcuni appostamenti ed edifici alleati, nei presso dei quali troveremo ulteriori pietre votive che dovremo attivare per consentire alla sacerdotessa del villaggio di ergere la già nota barriera che lo proteggerà dagli Oni o, più semplicemente, per viaggiare da una parte all’altra del mondo di gioco. Questa nuova tipologia di gameplay, tuttavia, risulterà parecchio più dispersiva del titolo originale e verrà ulteriormente minata da un motore grafico che stenta a risultare anche lontanamente fluido. Ad arrecare ulteriore fastidio, rendendo l’esperienza di gioco ancora più snervante, la distribuzione non propriamente equilibrata dei nemici e l’assenza di un vero e proprio livello di sfida adeguato, dato che la barra stamina, stavolta, non si consumerà con la corsa e le schivate, bensì solo con gli attacchi speciali effettuati con la nostra arma.

In conclusione

Nonostante la splendida colonna sonora del primo Toukiden continui ad affascinarmi allo stesso modo anche in questo secondo episodio (perché, se non identica, è davvero molto simile) purtroppo questo ultimo lavoro del team di sviluppo di DYNASTY WARRIORS non riesce ancora a convincermi, nonostante rimasi stregato dall’originale. Sarà per le nuove meccaniche open world che, dopo averle provate con mano, reputo inadatte a un titolo di questo calibro, sarà per il frame rate semplicemente inconsistente, sarà forse per le eccessive similitudini in termini di moveset col predecessore, ma proprio non riesco a godermi piacevolmente nemmeno questa versione di prova, figurarsi il gioco completo. In tutta sincerità, la parte che più mi ha divertito è stato l’editor del protagonista, seguito a ruota dalla prima visita al villaggio. Sebbene alcuni scorci risultino davvero suggestivi, grazie soprattutto a un sistema di illuminazione sfruttato sapientemente, esplorare il mondo esterno risulta davvero troppo noioso e dispersivo, e fa assomigliare Toukiden a un qualsiasi gioco d’azione più che a un hunting game. Mi auguro solamente che fino al 30 giugno il team di sviluppo abbia modo di rifinire ulteriormente il titolo, almeno dal punto di vista del motore grafico. Da estimatore del Toukiden originale, sarò il primo a incrociare le dita.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.