AI: THE SOMNIUM FILES – Recensione

E se la soluzione ad ogni crimine si trovasse sotto la soglia di coscienza? Sarebbe una scoperta rivoluzionaria. Kotaro Uchikoshi ci rende detective dell’inconscio in questo nuovo titolo targato Spike Chunsoft, AI: THE SOMNIUM FILES!

AI: THE SOMNIUM FILES - Recensione

AI: THE SOMNIUM FILES - RecensioneDurante una notte piovosa di novembre il cadavere di una donna è stato trovato su un cavallo di un carosello in un parco giochi abbandonato. È stata ripetutamente pugnalata allo stomaco con un rompighiaccio e il suo occhio sinistro è stato strappato via.
Kaname Date, detective della polizia, divisione ABIS (Advanced Brain Investigation Squad) arriva sulla scena del crimine. Identifica la donna sul carosello, si tratta di una sua vecchia amica. Improvvisamente, sente un rumore proveniente dall’interno della giostra. Entra nella porta della colonna principale e trova una ragazzina in evidente stato confusionale. Nelle sue mani, il rompighiaccio insanguinato… In una Tokyo distopica e futuristica, il detective Kaname Date sta seguendo il caso che riguarda gli omicidi efferati di un misterioso serial killer. Il compito di Date, tuttavia, non è circoscritto solo all’investigazione della scena del crimine, ma comprende anche battere il mondo dei sogni alla ricerca di indizi. Questo mondo inaccessibile a livello conscio, prende il nome di Somnium, ovvero “sonno” in lingua latina, e l’abilità del detective Date sarà quello di interpretare i messaggi nascosti, i segreti, le emozioni soppresse presenti sotto la soglia di coscienza, ovvero nei sogni delle persone, e per farlo dovrà risolvere i misteri che lo porteranno alla soluzione del caso.

AI: THE SOMNIUM FILES è il nuovo gioco prodotto dalla mente di Kotaro Uchikoshi, storico produttore della serie puzzle-game ZERO ESCAPE, con la quale condivide meccaniche simili, ma rivedute e ampliate, con la partecipazione, come character designer, di Yusuke Kozaki (No More Heroes, Fire Emblem). Il gioco, prodotto e distribuito da Spike Chunsoft, è disponibile nei nostri negozi dal 20 settembre 2019.

  • Titolo: AI: THE SOMNIUM FILES
  • Piattaforma: PlayStation 4, Nintendo Switch, PC / Steam
  • Versione analizzata: PlayStation 4 (EU)
  • Genere: Puzzle, Visual Novel
  • Giocatori: 1
  • Software house: Spike Chunsoft
  • Sviluppatore: Spike Chunsoft
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 20 settembre 2019
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: disponibili la Day One Edition che contiene due stickers e la Special Agent Edition con un box esclusivo arricchito dall’artwork di Yusuke Kozaki, un artbook, tre adesivi, CD della colonna sonora e uno stand raffigurante A-Set

Abbiamo recensito AI: THE SOMNIUM FILES con un codice PlayStation 4 fornitoci gratuitamente da Spike Chunsoft.

AI: THE SOMNIUM FILES è un gioco davvero particolare ed è difficile etichettarlo sotto un unico genere: potremmo permetterci di dire che è un gioco investigativo ambientato in un mondo futuristico e noir con intermezzi interattivi, scelte multiple, diramazioni e una buona dose di mistero. La chiave del successo tuttavia sta proprio nell’abilità del videogiocatore di destreggiarsi tra le fasi investigative e sulle scelte di risposte multiple che eventualmente porteranno a conseguenze diverse a livello di trama. Ma andiamo con ordine.

Dream a little dream of me…

Il gameplay è diviso in due sezioni: una è ambientata nel mondo reale, che chiameremo “fase investigativa”, l’altra nel misterioso mondo onirico, che chiameremo “fase Somnium”. Kaname Date ha un vantaggio rispetto ai suoi colleghi poliziotti: possiede un occhio sinistro artificiale chiamato Aiba, in riferimento al termine inglese “eye-ball” e “AI”, intelligenza artificiale. Questo piccolo marchingegno di avanzata tecnologia può prendere le sembianze di un occhio umano che Date usa a suo vantaggio durante le investigazioni. Infatti è possibile usarlo per zoomare su oggetti che non si possono osservare da vicino (scatole, colonne di una giostra) e guardare al loro interno grazie alla funzione a raggi-X. Ma il suo utilizzo non finisce qui, Aiba prenderà sembianze umane (di una giovane donna) quando entrerà nel mondo del Somnium oppure quelle di un piccolo animaletto nel mondo reale quando deciderà di staccarsi da Date.

AI: THE SOMNIUM FILES

I progressi tecnologici di Aiba è già possibile sperimentarli nelle prime fasi di gameplay, quando accorriamo sulla scena del crimine di cui parlavo all’inizio. Il corpo di una donna, che in seguito verrà identificato come quello di Shoko Nadami, vecchia amica di Date, sarà posto a minuziosa perizia e, tramite Aiba, riusciremo ad esaminare le varie ferite e, a seguire, determinare la presenza di un’altra persona sulla scena del crimine. Tramite i raggi-X riusciremo a intravedere la sua silhouette: è Mizuki Okiura, figlia della vittima e di Renju Okiura che, a seguito del divorzio dei genitori, vivrà a casa di Date stesso che assumerà il ruolo di tutore. Sotto le direttive di Boss, direttore di Date e sua vecchia amica, Date comincerà a muoversi nella grande scacchiera di personaggi coinvolti, cercando i testimoni e collegando i vari aspetti del puzzle che diventerà via via più contorto. La visuale in prima persona caratterizzerà una profonda immersione nel mondo di gioco e sarà possibile spostarsi tramite la mappa in ambienti prestabiliti. Poca libertà di movimento e interazione quindi, se non nelle fasi investigative pure dove sarà possibile parlare con i personaggi intervistati ed esaminare minuziosamente l’ambiente.

Mizuki Okiura, come unica persona in vita presente sulla scena del crimine, potrebbe sicuramente aiutarci con le indagini, ma è affetta da una grave forma di afonia. Per riuscire a risolvere il suo blocco, probabilmente dovuto a Disturbo Post-Traumatico da Stress, dovremo servirci di Psync, una grande macchina artificiale, creata da Pewter, scienziato e detective a servizio di ABIS, che ci permetterà di entrare nel mondo di Somnium di una persona e di provare ad interpretare i loro sogni per “sbloccare” quelle barriere mentali che li attanagliano e hanno degli effetti collaterali anche nella loro vita reale. Infatti, i vari ostacoli sono presenti in Somnium sotto forma di lucchetti e catene, e avremo sei minuti in totale per spezzarli. Ogni enigma, soprattutto se è molto elaborato, ci porterà via secondi preziosi per il nostro periodo complessivo.

AI: THE SOMNIUM FILES

La scelta dev’essere, quindi, ragionata in base al tempo a disposizione. È possibile tornare indietro o ricominciare da zero nel caso in cui dovessimo fallire. È possibile, inoltre, utilizzare dei punti bonus (chiamati Timie) che andranno a dimezzare il tempo per compiere un’azione destinata alla risoluzione di un enigma, un bonus questo che si rivelerà fondamentale man mano che arriveremo alla conclusione della storia di Date e Aiba. Questa possibilità di poter ritornare indietro a provare tutti gli enigmi del sogno resta sicuramente utile ma va a snaturare lo scopo vero e proprio del gioco e riduce il videogiocatore ad utilizzare la tecnica del trial-and-error senza ragionare troppo sulla soluzione per gli enigmi da affrontare.

AI: THE SOMNIUM FILES

Fase REM e distintivo

AI: THE SOMNIUM FILES gode di un’ottima rigiocabilità proprio per la natura in cui è stato prodotto: la possibilità di scegliere varie diramazioni in base a quali enigmi si risolvono nel Somnium permette al giocatore di rigiocare il titolo esaminando scenari diversi e guardare la storia da un differente punto di vista. L’aspetto tecnico del titolo risulta ben curato, con ambienti molto grandi da esplorare, seppur circoscritti, e l’estrema fedeltà dei luoghi del gioco con la Tokyo reale, nonostante il gioco si sviluppi in un futuro prossimo. Lo stile di gioco e gli asset dei personaggi ricordano molto quelli trovati in Persona 5, seppur si discostino da quelli di quest’ultimo in quanto AI: THE SOMNIUM FILES si presenta come un puzzle game investigativo che risente molto delle opere precedenti di Uchikoshi che, come egli stesso afferma, sono da considerare come le “basi” sulle quali è stato poi creato questo gioco e, se è il prodotto finale è quello che abbiamo provato, significa che è stato fatto un bel lavoro. Ad arricchire il tutto c’è la colonna sonora azzeccata curata da Keisuke Ito, compositore di altri titoli sviluppati da Spike Chunsoft come Pokémon Mystery Dungeon e Yakuza 3 di SEGA, assieme alla possibilità di scegliere il doppiaggio anche in lingua giapponese per un’immersione totale con il mondo di gioco.

Una notte piovosa di novembre, il cadavere di una donna viene rinvenuto in un luna park abbandonato, in sella a un cavallo della giostra. La vittima presenta numerose ferite da arma da taglio e l’occhio sinistro le è stato cavato. Kaname Date, del Metropolitan Police Department, accorre sulla scena del crimine. Riconosce la donna. All’improvviso, sente un rumore provenire dall’interno della giostra. Subito s’introduce nella colonna centrale della giostra e lì trova una ragazza, che stringe tra le mani un rompighiaccio insanguinato… Affina le tue abilità investigative in questo emozionante giallo fantascientifico con più finali diversi, che ti terrà col fiato sospeso per oltre 30 ore. Entra nei sogni per risolvere rompicapi e raccogliere indizi. Con molteplici risultati possibili e un tempo limite di 6 minuti, ogni secondo è prezioso. Scopri la verità interrogando i sospetti e sfruttando 3 modalità di visualizzazione per esplorare le scene del crimine.

Acquista AI: THE SOMNIUM FILES per PlayStation 4 o Nintendo Switch seguendo questo link al prezzo di 55,70 €. Uscita prevista per il 20 settembre 2019. Sostieni Akiba Gamers acquistando il gioco su Amazon attraverso questo link!

AI: THE SOMNIUM FILES

A chi consigliamo AI: THE SOMNIUM FILES?

Consigliamo AI: THE SOMNIUM FILES in modo quasi appassionato, perché si presenta come un ottimo prodotto, una “gemma nascosta” da fare propria. Su PlayStation 4, versione testata per questa recensione, il gioco fa il suo dovere nonostante qualche piccolo crash una volta entrati nel menu di gioco, che ci riporta nella hub centrale di PS4. Per il resto AI: THE SOMNIUM FILES è un’opera ben riuscita e, chi ha già apprezzato i lavori di Uchikoshi come Zero Time Dilemma, si troverà a suo agio nel destreggiarsi in una trama fitta di mistero e suspense. Purtroppo la mancanza della localizzazione nella nostra lingua può lasciare lontani quei videogiocatori che non masticano bene la lingua anglosassone, e anche il gameplay incentrato sulla soluzione di puzzle ed enigmi man mano che si prosegue nel gioco va a discapito dell’utenza che cerca un titolo frenetico e d’azione.

  • Storia avvincente e ricca di mistero
  • Possibilità di modellare la trama in base alle proprie scelte
  • Enigmi mai banali o scontati…

  • …Ma troppo soggetti alla formula del “trial and error”, a discapito di una vera e propria strategia
  • Non è presente localizzazione in lingua italiana
AI: THE SOMNIUM FILES
4.2

Un sogno lucido che non vorrei abbandonare

AI: THE SOMNIUM FILES è un prodotto che mi è piaciuto tantissimo, perché riesce a combinare con una formula davvero ben riuscita diverse tematiche e stili di gameplay che, se messi insieme, combaciano perfettamente: possiamo trovare molta psicologia “freudiana”, riferimenti al filone cyberpunk (l’intelligenza artificiale, la cibernetica), il tutto condito in tinte noir e distopiche, mentre possiamo muoverci, seppur non liberamente, in una Tokyo futuristica parzialmente disabitata a causa dell’esplosione di gas tossici che hanno reso molte zone della città invivibili, in cui un serial killer può tranquillamente entrare e ampliare il suo raggio d’azione. E poi, il mondo dei sogni non ci fa assolutamente rimpiangere la mancanza di territori reali da esplorare. Puzzle ed enigmi di difficoltà crescente ci aspetteranno oltre le soglie dello Psync. Un titolo che verrà apprezzato dai possessori di PlayStation 4 e, maggiormente, da quelli di Nintendo Switch che potranno gustarsi il titolo anche in modalità portatile, ed è sicuramente un must-have per gli amanti dei giochi “ibridi” e con diversi plot intrecciati tra loro che il genio Uchikoshi ci ha fatto amare. Insomma, alla fine della fiera il risultato è solo uno: un gioco che mi ha tenuto incollata allo schermo per ore e giocarci è stato per me un piacevole “sogno lucido” che rifarei volentieri.

Appassionata di videogiochi da quando, a cinque anni, ha messo le mani su un Amiga 500. Tra le cose che ama di più: il Giappone, le maratone di serie TV e FINAL FANTASY. Spera con tutta sé stessa in un remake di Xenogears.

1 commento

  1. Sprite?

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