Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues – Recensione

Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues porta sulle nostre console la trasposizione videoludica del sequel di The Karate Kid, sfruttando uno dei generi più in voga negli anni ’80. Ecco la nostra recensione!

Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues - Recensione

Sono pochissimi i giochi occidentali di cui decidiamo di occuparci sulle pagine di Akiba Gamers per un motivo o per un altro. Fra questi rientra il nuovo Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues, il picchiaduro a scorrimento orizzontale tratto dalla serie TV omonima, disponibile su Netflix anche in Italia. Perché ho scelto di occuparmi di questo titolo dal sapore apparentemente rétro? Perché, innanzitutto, sono un fan di questo genere di opere, che mi ricordano parecchio gli anni della mia infanzia passati in sala giochi. In secondo luogo perché ho letteralmente divorato le prime due stagioni di Cobra Kai in pochissimo tempo, finendo per innamorarmene perdutamente.

Per chi non lo sapesse, Cobra Kai è una serie TV nata come prodotto di YouTube Premium nel 2018, poi approdato su Netflix nel corso di questo 2020. È il seguito ufficiale della serie di film The Karate Kid, che chiunque nato negli anni Ottanta ha visto almeno una volta nella propria vita. Questi film, il primo in particolare, hanno formato la mia generazione e hanno spinto molti a cominciare la pratica delle arti marziali. La disciplina del mastro Miyagi è rimasta impressa a generazioni di spettatori e chiunque saprebbe dirvi da dove proviene la celeberrima citazione “Dai la cera, togli la cera”.

La maledizione dei giochi su licenza sembrava ormai superata grazie a produzioni di ottimo livello tratte da libri, fumetti e serie TV, tuttavia la minaccia è sempre dietro l’angolo. Analizziamo insieme il gioco ufficiale tratto da questa serie, ovvero Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues.

Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues - Recensione

  • Titolo: Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues
  • Piattaforma: PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch
  • Versione analizzata: Xbox One (EU)
  • Genere: Beat ‘em up
  • Giocatori: 1-2
  • Publisher: GameMill Entertainment
  • Sviluppatore: Flux Games
  • Lingua: Italiano (testi), Inglese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 27 ottobre 2020
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: tratto dalla serie TV disponibile su Netflix, sequel di The Karate Kid

Abbiamo recensito Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues con un codice Xbox One fornitoci gratuitamente da GameMill tramite Dead Good Media.

Strike First

Ambientato ben 34 anni dopo le vicende del primo film, quando Daniel LaRusso ha sconfitto Johnny Lawrence nella finale dell’All Valley Karate Tournament, la serie di Cobra Kai vede per protagonista quest’ultimo che, stanco dei continui calci in faccia della vita, decide di rialzarsi e contrattaccare, aprendo un proprio dojo per allenare Miguel, vicino di casa vittima dei bulli a scuola. Sarà così che Johnny donerà nuova vita al Cobra Kai che lo ha formato da ragazzino, una scuola di karate che ammette la violenza e la supremazia negli scontri come unica forma di disciplina in una sua distorta visione del karate.

Tutto il contrario di ciò che invece insegna il Miyagi-do, la scuola fondata dall’ormai trapassato maestro di Okinawa lasciata in eredità al suo unico (…) allievo Daniel LaRusso. Daniel-san ormai è un uomo di successo con una ricca azienda, una bella famiglia e un atteggiamento piuttosto saccente quando si parla di arti marziali. Sarà per questo motivo che deciderà di riaprire anche lui il dojo del suo vecchio maestro per accogliere i suoi primi allievi che possano imparare un karate diverso da quello del “malvagio” Cobra Kai. Tuttavia, Daniel non sa che le intenzioni di Johnny non sono quelle di percorrere lo stesso cammino intrapreso dal vecchio Kreese.

Strike Hard

Il team di sviluppo di Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues ha deciso di non percorrere pedissequamente le vicende delle due stagioni della serie già disponibili ( e delle altre due già confermate), bensì di porsi idealmente nel mezzo della seconda stagione, presentando tutti i personaggi e il loro status in quegli episodi. Ad esempio il violento Hawk sfoggerà la sua rinnovata cresta rossa e il suo rivale Demetri militerà tra le fila di LaRusso. La prima scelta di fronte alla quale ci metterà il gioco è quella relativa alla fazione con cui cominciare. Scegliendo “Cobra Kai” avremo dalla nostra parte una maggiore potenza d’attacco, combo più potenti, l’elemento fuoco e la filosofia “senza pietà”. D’altro canto, “Miyagi-do” ci offre un maggior numero di punti vita, contrattacchi potenti, l’elemento ghiaccio e la filosofia “per difesa!”.

Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues - Recensione

Come già anticipato, il gioco di Cobra Kai riprende lo schema dei cari vecchi beat ’em up arcade, che ci mettono al controllo di un personaggio in un corridoio orizzontale nel quale muoverci tridimensionalmente. Sul nostro cammino troveremo numerosi nemici da abbattere utilizzando combinazioni di pugni, calci e attacchi speciali. Concatenando combo fatte di colpi sempre diversi potremo incrementare il nostro punteggio e sfruttare infine l’attacco speciale di ciascun personaggio che farà piazza pulita dei nemici sullo schermo. Peccato che spesso gli attacchi speciali abbiano poco o nulla a che fare col karate: vogliamo parlare del Double Lariat di Zangief riproposto dal sensei Johnny Lawrence? I quattro personaggi per fazione potranno essere utilizzati tutti insieme dal giocatore, che potrà cambiarli al volo mediante la croce direzionale del controller. Il gioco inizierà mettendoci nei panni di Miguel e così via, ci darà la possibilità di utilizzare il sensei Johnny, Hawk e la bella e pericolosa Tory. Il flusso di gioco andrà avanti senza stravolgimenti per 28 lunghi (troppo lunghi) livelli, nel corso dei quali affronteremo nemici più o meno potenti, boss e mini-boss, e potremo interagire con determinati punti degli scenari, ad esempio gettando nemici contro automobili o cabinati per atterrarli sul colpo.

Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues - Recensione

No Mercy

Sulla carta le possibilità vincenti ci sono tutte, se c’è riuscita DotEmu a trionfare col suo Streets of Rage 4, perché non Flux col suo Cobra Kai? Purtroppo il risultato non è dei migliori, specialmente dal punto di vista estetico. Primi fra tutti a saltare agli occhi sono i discutibili disegni animati con i quali viene narrata la storia, brutti quasi quanto quelli di WWE 2K Battlegrounds e il beat’em up di Mighty Morphin Power Rangers: Mega Battle di cui vi abbiamo parlato anni fa. Avrei certamente preferito un gioco che seguisse le vicende della serie presentando immagini e filmati tratti direttamente da essa piuttosto che un “filler” con una narrazione assai discutibile. Ma tralasciando questo aspetto, il gioco vero e proprio appare come una produzione destinata al mercato degli smartphone piuttosto che a quello dei giochi per console, nonostante i modelli poligonali dei personaggi ben realizzati che richiamano al meglio la caratterizzazione di ciascuno di loro.

Purtroppo i difetti più grandi di Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues sono lentezza e macchinosità. Un esponente di questo genere ha bisogno di risultare frenetico e non darci un attimo di tregua fra un combattimento e l’altro, ma il gameplay risulta fin troppo lento e poco aggressivo. Ci ritroveremo ad attraversare stage semi-vuoti passeggiando nell’attesa che uno o due nemici ci si parino davanti. A dirla tutta, a volte dovremo proprio piazzarci all’interno di un segnalino circolare affinché un evento si inneschi e faccia comparire gli avversari. Il divertimento arriva solo quando i nemici sullo schermo iniziano ad essere tanti, ma allo stesso tempo viene spazzato via quando ci troveremo ad affrontare i boss. Spesso utilizzeranno attacchi che li renderanno invulnerabili e dovremo attendere che lascino il fianco scoperto per poter concatenare una combo. Ciò rende gli scontri coi boss più lunghi e tediosi del necessario, senza contare che le collisioni spesso non ci lasciano intuire che i nostri colpi siano andati effettivamente a segno oppure no.

Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues - Recensione

A chi consigliamo Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues?

Che siate appassionati della saga di The Karate Kid o che di recente vi siate invaghiti, come il sottoscritto, della serie TV, Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues è un gioco che dovreste acquistare solo con la consapevolezza che vi ritroverete davanti a un prodotto mediocre che sembra progettato per un pubblico piuttosto giovane, nonostante il target di Cobra Kai sia palesemente quello dei bambini degli anni Ottanta, ormai a cavallo fra i trenta e i quarant’anni. Nemmeno la presenza dei testi in lingua italiana giustifica i quaranta euro che potreste spendere, allo stesso modo, per un titolo come Devil May Cry 5 Special Edition. Acquistatelo solo se siete fan sfegatati della serie e lo trovate ad un prezzo inferiore rispetto a quello di lancio.

  • Ottima scelta quella di realizzare un beat’em up
  • Testi tutti in italiano
  • Buoni i modelli poligonali dei protagonisti
  • È possibile giocare in due fazioni opposte
  • Le buone intenzioni c’erano tutte

  • Stile delle cutscene discutibile
  • Gameplay lento e macchinoso
  • Collisioni a scoppio ritardato
  • Livelli troppo lunghi
  • Certe mosse non hanno nulla a che vedere col karate
Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues
2.4

Cobra Kai non muore mai. Tranne che nei videogiochi

In soldoni, questa esperienza videoludica ambientata nel mondo di Karate Kid si è rivelata piuttosto deludente. Ma in fondo, cosa potevo aspettarmi? Già dal primo trailer si capiva che fosse una produzione non certo di alto livello, ma speravo almeno di potermi divertire menando le mani e rivivendo le gesta di una serie televisiva che mi ha appassionato in maniera davvero inaspettata. I combattimenti sono poco frenetici, la colonna sonora è anonima e, soprattutto, i livelli sono tanto, troppo lunghi per un titolo di stampo arcade come quelli a cui l’opera di Flux si ispira. Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues è un prodotto senza infamia e senza lode, che difficilmente riuscirei a consigliare senza le dovute avvertenze.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.

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