FINAL FANTASY IX – Genesi di un capolavoro

Ripercorriamo la storia di questo capitolo che, nonostante l’innovazione, guarda al passato: dal suo arrivo nei negozi al tramonto dell’era PSX, fino al porting sulle piattaforme attuali

FINAL FANTASY IX – Genesi di un capolavoro

Nel mondo dell’intrattenimento, ci sono opere che non risentono del passare del tempo. Mi vengono in mente le opere cinematografiche o i classici della letteratura. La tecnologia e gli strumenti mutano nel tempo, grazie al progresso, ma l’impatto emotivo di un’opera supera le barriere temporali, diventando quasi immortale.

Anche il videogioco, ormai caposaldo dell’intrattenimento digitale, è affetto da questa incredibile peculiarità, di essere “quasi” esente dalle pieghe del tempo. “Quasi” perché viviamo in un mondo di continua innovazione tecnologica, basta una manciata di anni per rendere un videogioco “datato” oppure superato a livello stilistico o di gameplay. Eppure, anche in questo ambito, ci sono i grandi classici, i videogiochi cult che diventano mezzi per “unire” varie generazioni, senza mai invecchiare.

Una delle saghe cult nel mondo dei videogiochi è sicuramente FINAL FANTASY. FINAL FANTASY è una serie che ha monopolizzato il marchio PlayStation, perché lungo tutto l’arco di vita della console ha fatto uscire ben tre dei suoi prodotti di punta (senza contare gli spin-off e le riedizioni). Al tramonto del successo di Playstation, almeno in Giappone, Squaresoft (software house creatrice della saga) ha rilasciato FINAL FANTASY IX.

FINAL FANTASY IX è quello che oggi consideriamo un classico senza tempo, un cult che non risente dei suoi anni, che ha avuto appeal non solo sui giocatori della “generazione PlayStation”, ma anche sui successivi.

Per questo SQUARE (legata poi ad ENIX, nel 2003) ha pensato, nel corso del tempo, di rendere i suoi classici accessibili anche sulle nuove console, e su più piattaforme (come Steam) con porting o con nuove versioni che presentano grafica migliorata e nuove, piccole, accortezze che vi illustrerò più avanti. FINAL FANTASY IX ha avuto, ovviamente, la stessa sorte.

L’innovazione e l’ancoraggio al passato

FINAL FANTASY IX è diventato un tassello importante per la saga perché è considerato il testamento finale del suo creatore, Hironobu Sakaguchi. Diciotto anni famregnava una grande incertezza riguardo questo capitolo, soprattutto da parte della stampa del settore e degli addetti ai lavori. La nona sinfonia di casa Squaresoft ribalta quelle che erano state le caratteristiche dei capitoli precedenti; lo scenario steampunk e le ambientazioni filo-europee erano state introdotte proprio per creare più interesse nel mercato occidentale, dopo le scarse vendite di FINAL FANTASY VI (nonostante presenti anch’esso, seppur in maniera differente, richiami steampunk) registrate sul suolo americano. Quindi, come avrebbe reagito il mercato a questo ritorno alle origini? Era opportuno rischiare? Sembra facile rispondere adesso, sapendo com’è andata. Ma all’epoca, non fu così semplice.
Eppure, fortunatamente, il mercato premiò Sakaguchi che, quando gli veniva chiesto di eventuali delusioni, dichiarava: “Non posso realizzare un FINAL FANTASY con alcuna limitazione mentale, affliggerebbe negativamente il mio lavoro”.

FINAL FANTASY IX

FINAL FANTASY IX è ambientato in un mondo fantasy-medievale, in cui è presente un fiabesco calderone che mette insieme diverse classi, tipiche del gioco di ruolo classico: il cavaliere, il mago nero, il ladro, l’invocatrice, la maga bianca e così via. Questo rende peculiare ogni personaggio per il party. Sta infatti al giocatore bilanciare la propria squadra, facendo di ognuno un punto di forza in grado di ribaltare lo scontro. Tuttavia, pur rimanendo fedele alle dinamiche dei primi capitoli della saga, presenta notevoli innovazioni grafiche e stilistiche per l’epoca, spremendo al massimo l’hardware PlayStation. I combattimenti sono sempre a turni, introducendo piccole novità, come l’acquisizione di nuove abilità grazie agli accessori e la possibilità di andare in “trance” dopo una serie di attacchi subiti dal nemico, cosa che ci permette di sfoggiare delle tecniche speciali e devastanti, simili alle Limit Break di FFVII.

Largo spazio si è dato alle subquest, tramite le quali è possibile trovare accessori e armi uniche, e ai chocobo, con i quali è possibile esplorare la world map in cerca di tesori nascosti. Ha avuto meno impotanza, e quindi fortuna, il gioco di carte Tetramaster, per via della sua natura casuale e poco intuitiva rispetto quella del predecessore.

La trama

Il mondo in cui si sviluppano le vicende di FINAL FANTASY IX si chiama Gaia, un pianeta in cui convivono essere umani ed antropomorfi di diversi ceti, creando così una grande diversità etnica e culturale. Gaia, nel periodo in cui si sviluppano le vicende dei nostri protagonisti, vive in uno stato di pace apparente. Le due città-stato avversarie, Lindblum e Alexandria hanno, da molti anni, votato un patto di alleanza reciproca; tuttavia, a seguito della morte del Re di Alexandria, la regina reggente, Brahne, presenta un atteggiamento abbastanza sospetto. Di questa comportamento si accorgerà la figlia, la Principessa Garnet Til Alexandros, senza però preoccuparsene più di tanto. Il desiderio più caro alla Principessa Garnet è infatti quello di viaggiare, la sua conoscenza del mondo esterno è dovuta solo ai libri dell’immensa libreria reale e agli insegnamenti del suo maestro privato, il Dottor Tot.

Il gruppo di teatro itinerante Tantalus entra in scena sin da subito, poiché impegnato in due compiti apparentemente diversi: essere protagonista di una pièce teatrale proprio d’innanzi alla Regina Brahne e rapire la Principessa. Entrambi gli obiettivi vengono portati a termine con successo, ma non sono esenti da sorprese. Ed è qui che si ribalta la trama tipica dei racconti medievali.

FINAL FANTASY IX

Nel momento in cui il gruppo Tantalus rapisce la Principessa, questa decide volontariamente di essere rapita. Insomma, non aspettava altro che fuggire. Ed è qui che entra in scena Gidan, il protagonista, ladro gentiluomo, e la sua banda, seguiti da due personaggi diventati poi indimenticabili: Adalberto Steiner, il capitano delle guardie Plutò di Alexandria e guardia del corpo della principessa, e un piccolo maghetto nero di nome Vivi. Nelle prime battute di gioco i ritmi sono frenetici ed incalzanti, dosando in maniera perfetta momenti drammatici a siparietti comici tra Gidan e Steiner.

All’inizio i protagonisti sono rigidi nei loro ruoli. Gidan segue la Principessa Garnet solo perché è veicolato dall’interesse per lei, mentre Steiner, a sua volta, continua a giurare fedeltà al suo Regno, senza giustificare le azioni ribelli della Principessa, comportandosi come un vero e proprio “soldatino” senza individualità. Proseguendo con la storia, il nostro party sarà arricchito di nuovi personaggi, come Freya, una guerriera appartenente alla classe del dragone, originaria di Burmecia, un paese popolato da esseri semi-umani simili a topi, Eiko, piccola e ultima appartenente alla tribù di invocatori di Madain Sari, Amarant, un fuorilegge il cui aspetto ricorda molto quello di una salamandra, nonché Quina, una creatura semi-umana originaria della tribù dei Qu, che popolano le paludi del mondo di Gaia.

Ognuno di loro, seppur con peculiarità diverse, porta avanti un percorso di crescita, di pari passo con la trama. Questo è fondamentale a livello contenutistico, perché il giocatore, soprattutto quello che si cimenta per la prima volta in FINAL FANTASY IX, nota una grande differenza tra le prime ore in-game e quelle successive.

L’idea che si ha dei personaggi viene ribaltata dalla costante crescita psicologica che non è mai banale. Tale crescita non va a snaturare gli eventi di gioco, ma risulta coerente con quello che succede intorno a loro. Il risultato è la perfetta somiglianza del gioco con il mondo reale, in cui tutto quello che succede porta a delle conseguenze. Ci saranno degli eventi emotivi molto forti che porteranno i nostri protagonisti a prendere delle decisioni che all’inizio sembravano impensabili, l’abbandono di alcuni schemi di pensiero automatici e l’acquisizione di altri più individuali e morali, sul perché è meglio preferire un’azione ad un’altra. Ancora, è centrale il tema dell’appartenenza ad un gruppo, ad una famiglia, sia biologica che adottiva, che dia affetto, calore, la sensazione di sentirsi legati a qualcosa, che definisce il nostro posto nel mondo. FFIX ci pone anche importanti interrogativi che interessano il senso della vita e, in contrasto con l’ambientazione fiabesca e spensierata del titolo, il senso della morte e come si possa accettare un processo così ineluttabile e doloroso. È giusto vendere la propria anima al Diavolo pur di posticipare, anche di poco, la fine della vita? Può il desiderio dell’immortalità, oppure dell’essere potente ed invincibile, essere più forte delle scelte che seguono la morale, andando oltre cosa è giusto e cosa è sbagliato?

FINAL FANTASY IX

Oltre i personaggi dall’aria fanciullesca e deformed, oltre i fondali dai colori pastello, FINAL FANTASY IX si fa carico di queste domande molto più oscure, alle quali rispondono non solo i protagonisti stessi, ma anche i videogiocatori, che da spettatori apparentemente passivi, vengono spinti a riflettere. Tuttavia, è proprio l’alternanza tra i dialoghi leggeri e quelli più impegnativi a renderlo uno dei capitoli più coinvolgenti e spensierati di sempre.

La “chiacchierata” localizzazione italiana: da dove nasce?

Una particolarità che salta agli occhi, nell’edizione italiana, è il massiccio uso di dialetti nostrani. Sin da subito ci troviamo personaggi che parlano il romanesco, siciliano, toscano, veneto. Dall’uscita del gioco, questo dibattito sui “dialetti italiani” ha diviso la community e la stampa in due parti: chi li adora e chi li detesta. Questo non è stato un colpo di testa dei traduttori italiani dell’opera, ma ha origini già dalle fasi di sviluppo del gioco. Come detto in precedenza, il mondo di Gaia è un “melting pot”, un tripudio di razze e tribù differenti. Questa differenziazione tra abitanti non è riportata solo a livello stilistico: gli sviluppatori hanno infatti pensato bene di caratterizzarli con slang ed espressioni linguistiche diverse. Per la localizzazione originale giapponese, gli addetti ai lavori hanno preso spunto dai tantissimi dialetti presenti nell’arcipelago del Sol Levante.

Ma non è solo una questione geografica: le localizzazioni occidentali falliscono nel rappresentare aspetti peculiari unici nei protagonisti principali, proprio perché il giapponese è una lingua straordinariamente flessibile in termini di suffissi e pronomi personali.

Gli otto personaggi principali hanno tutti modi diversi per riferirsi a “sé stessi”: Gidan per riferirsi a sé stesso usa il termine “Ore”, che in giapponese fa parte dello slang giovanile. Garnet, in quanto principessa, si riferisce a sé stessa utilizzando “Watakushi”, la forma onorifica del più comune “Watashi”, che utilizzerà poi in seguito, per camuffare la sua identità. Ancora più particolari sono i pronomi personali utilizzati da Steiner, che usa “Jibun”, termine autorevole e militare, tipico del suo ruolo di cavaliere, e da Freya, che invece utilizza un giapponese datato, in voga nel periodo Edo (1600-1860). Un linguaggio bambinesco è stato scelto per rappresentare Vivi ed Eiko, vista la loro giovanissima età. Vivi si riferisce a se stesso utilizzando il “Boku”, mentre Eiko si riferisce a se stessa parlando in terza persona, come le bambine in età prescolare.

I membri del Tantalus, in giapponese, non hanno uno slang dialettale preciso, ma terminano le loro frasi in “-zu” e “-zura” che corrisponde al vocabolario delle persone “di campagna”, e utilizzano un modo di esprimersi molto semplice. Discorso completamente diverso vale per Quina che, nell’edizione originale, sfoggia un giapponese tipicamente parlato dagli immigrati cinesi. Insomma, non è solo dialetto, si è voluto davvero rimarcare il ruolo e lo stato sociale di ognuno di loro, caratteristica interessante che in Occidente, purtroppo, si è persa. Tuttavia, è proprio l’edizione italiana che va vicina, a differenza di quella americana, a parte vari slang urbani o del sud degli Stati Uniti, a quella originale. Ad esempio, per sottolineare il carattere fragile e timido di Vivi, nell’edizione italiana i traduttori hanno pensato bene di farlo “balbettare”, particolarità che nella lingua inglese non esiste.

FINAL FANTASY IX

L’approdo sull’attuale generazione

FINAL FANTASY IX è disponibile oggi con una veste totalmente rimodernata. Il porting per PlayStation 4 e Nintendo Switch, effettuato dalla versione PC, ci permette di gustarlo nuovamente, arricchito da nuove caratteristiche. Le texture dei personaggi sono ben definite e particolareggiate a discapito dei fondali prerenderizzati che risultano sgranati; altro aspetto che può far storcere il naso ai nostalgici sono le fastidiose bande nere presenti ai lati dello schermo riempiendo il vuoto lasciato dal formato 4:3; il menu, i balloon e il font sono più chiari e definiti rispetto alla versione del 2001 ed i filmati in CGI sono rimodernati e puliti.

La nuova versione del gioco presenta l’auto-save, che ci permette di riprendere da dove avevamo lasciato il gioco, senza dover necessariamente ricorrere al salvataggio manuale, nonché dei cheat che ci consentono di velocizzare il gioco, di disattivare gli scontri casuali, di garantire la barra trance e di HP/MP sempre piena, di attivare il danno 9999 HP con qualsiasi arma. Queste “scorciatoie”, pensate per quei videogiocatori più impazienti che vogliono finire il gioco senza pensare al grinding o alle sfide, non disattivano i trofei presenti nel gioco. Se si sceglie, invece, di avere le statistiche dei personaggi e il GIL infiniti, alcuni trofei utili per il completamento al 100% verranno disattivati.

I collezionisti di trofei avranno pane per i loro denti, con 52 trofei all’attivo che sono tutt’altro che una passeggiata: far saltare Vivi con la corda per 1000 volte, livellare il proprio chocobo fino al livello 99 oppure finire il gioco in sole 13 ore per ottenere l’arma più potente di Steiner sono delle sfide da far impallidire anche il collezionista più meticoloso. Eppure, le statistiche ci sono e molti hanno portato a casa il trofeo di platino.

Proibitivo risulta il prezzo di 20 €, ma giustificato considerando uno dei videogiochi di ruolo giapponesi più belli di tutti i tempi. FINAL FANTASY IX festeggia oggi i suoi primi 18 anni dall’esordio in Europa sulla PlayStation originale. Quali sono i vostri ricordi legati a questo episodio?

Appassionata di videogiochi da quando, a cinque anni, ha messo le mani su un Amiga 500. Tra le cose che ama di più: il Giappone, le maratone di serie TV e FINAL FANTASY. Spera con tutta sé stessa in un remake di Xenogears.

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