Yakuza: dopo un rifiuto iniziale, Nintendo e Microsoft lottano per averlo

Yakuza

Da poco approdata anche su PC con Yakuza 0, la popolare serie Yakuza di casa SEGA è da sempre stata principalmente rilegata alle piattaforme Sony toccandole quasi tutte… ad eccezione della prima PlayStation e di PS Vita. Prima della sua release Steam la serie ha provato a fare capolino anche sul compianto Wii U, dove ha debuttato con un porting in HD dei primi due titoli della serie che però hanno finito per essere un totale disastro (solo 1.878 unità vendute nella prima settimana del suo lancio, non rientrando neanche nella top 50).

Per quanto Toshihiro Nagoshi abbia cercato di proporre il progetto di questa serie anche a Microsoft e Nintendo, solo Sony ha mostrato interesse a riguardo. Le altre due infatti hanno spesso chiuso il discorso con un secco “no, non lo vogliamo“. Visto però il successo crescente dell’opera, le cose sembrano essere totalmente cambiate: adesso lo vogliono tutti! Probabilmente non hanno mai capito la ragione principale dietro la sua creazione.

Chi conosce la serie del buon Kazuma Kiryu sa che opera complicata sia, non tanto per il genere o la tematica, quanto per il target stesso del gioco. Creare un titolo che esca in tutto il mondo è una pratica sempre più diffusa, ma sviluppare qualcosa tenendo in considerazione anche la mentalità occidentale porta spesso e volentieri a realizzare titoli tutti uguali. Il suo target principale è quindi rimasto confinato nel solo Giappone, ma tagliando fuori il pubblico femminile e soprattutto i bambini. In poche parole, il maschio giapponese compone l’unica fetta di target per cui questa serie è pensata.

Ed è proprio per questo motivo che non è stato poi tanto facile avere l’OK anche da SEGA per l’inizio dello sviluppo. Il boss della compagnia di allora ha infatti rifiutato il progetto per ben due volte, cosa che ha spinto Nagoshi a scavalcarlo e tentare il tutto per tutto e chiedere al nuovo proprietario (nel momento in cui la casa del porcospino blu era vicino alla bancarotta, venendo poi acquisita da Sammy). Per quanto tutto questo fosse contro l’etica morale, si è finalmente ottenuta l’approvazione tanto desiderata, sebbene il loro CEO fosse molto furioso a riguardo perché (ovviamente) lo considerava un comportamento scorretto.

Tantissimi elementi ispirato la creazione del gioco, tra cui ovviamente svariate ricerche della cultura nipponica, ma principalmente quella più influente l’ha avuta la “ricerca” fatta in modo diretto da Nagoshi stesso. Adora bene, ama le donne, e per moltissimo tempo si è divertito come poteva. È inoltre venuto a conoscenza di alcune particolari quanto interessanti storie, alcune sorprendenti ma altre anche tristi. Tutti questi lati sono diventati elementi importanti della serie Yakuza.

Per quanto ormai le vicende di Kazuma Kiryu siano giunte a una conclusione, si è già pensato al suo seguito con Shin Yakuza, ovvero il “nuovo inizio” di cui ancora si sa poco e niente. Quello a cui attualmente stanno puntanto è riuscire a renderlo interessante per tutti i giocatori che ci si avvicineranno. Stessa cosa anche per le tecnologie usate, discorso su cui non vogliono esporsi più di tanto per evitare di rovinare il divertimento della sorpresa. Con l’introduzione di sistemi nuovi e sempre più attuali, l’idea dietro allo sviluppo è quello di incrementare il numero dei giocatori. Se riuscissero nel loro intento, potrebbero addirittura re-introdurre Kiryu-san a tutti i nuovi fan. Quantomeno, questo sarebbe l’ideale per loro.

Sfortunatamente siamo quindi costretti ad aspettare per sapere quello a cui andremo in contro in futuro. Ma non ci pensiamo più di tanto, con Yakuza Kiwami 2 ormai ai nastri di partenza e le remaster HD di Yakuza 3, 4 e 5 in arrivo.

Fonte: Toshihiro Nagoshi via DualShockers

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.

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