Cat Quest – Recensione

Chi lo ha detto che tutti i gatti sono irrimediabilmente pigri? Meglio di Link e dei Guerrieri della Luce c’è solo Sangue di drago, il protagonista di Cat Quest!

Cat Quest - Recensione

Cat Quest - Recensione“Sarai sempre al mio fianco?” —  “Sempre.”

Tanto tempo fa, i draghi devastavano le terre. Solo i gatti conosciuti come Sangue di drago riuscirono a sconfiggerli. Ma, improvvisamente, essi scomparvero… e non furono più visti.

Chi non ha mai desiderato essere un gatto? Essere agili, eleganti, mangiare e soprattutto dormire tutto il giorno. Tuttavia, nel mondo di Cat Quest i felini sono molto meno pigri che nella realtà. Specie il nostro eroe senza nome, un presunto “Sangue di drago” che avrà come scopo quello di salvare la propria sorellina, rapita dal malvagio Drakoth per chissà quale assurdo motivo (la sindrome di Bowser, se così vogliamo definirla). È con questa semplice, classica premessa che mi appresto a parlarvi del titolo sviluppato da The Gentlebros, un team indipendente di Singapore formato da ex dipendenti di KOEI TECMO GAMES — qui il collegamento con il gaming made in Japan.

Cat Quest è sostanzialmente un action RPG sviluppato tramite l’ormai arcinoto Unity, strumento che ha permesso di portare il titolo su una discreta varietà di piattaforme: Steam, PlayStation 4, iOS, Android e Nintendo Switch. Proprio quest’ultima è la piattaforma designata per la mia attenta prova: ho giocato Cat Quest per una manciata di ore, perdendomi tra le sue tondeggianti e gattose lande e lanciando di tanto in tanto qualche incomprensibile imprecazione. Vediamo un po’ se ne sarà valsa la pena.

  • Titolo: Cat Quest
  • Piattaforma: Nintendo Switch, PlayStation 4, PC, iOS, Android
  • Genere: Action RPG
  • Giocatori: 1
  • Software house: PQube
  • Sviluppatore: The Gentlebros
  • Lingua: Italiano (testi)
  • Data di uscita: 10 novembre 2017
  • Disponibilità: retail (solo PS4), digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: sviluppato da un team indipendente di Singapore, ex dipendenti di KOEI TECMO GAMES

Come ormai consuetudine, è tempo di confessioni: dalle immagini, dai trailer dalle aspettative personali, non avrei dato a Cat Quest un centesimo, davvero. Ma la scelta di recensirlo, in seguito alla ricezione di un inaspettato codice per Nintendo Switch da parte di PQube, mi ha fatto cambiare del tutto idea. Cat Quest mi ha conquistato: sebbene non sia di certo un gioco imprescindibile che non dovrebbe mancare nella libreria di nessun giocatore, è certamente un prodotto valido e in grado di divertire in maniera assai genuina, nonostante la monotonia a cui titoli del genere vanno irrimediabilmente incontro.

Roba da gatti

Concettualmente semplice, graficamente meraviglioso e inaspettatamente divertente, Cat Quest versa nella ciotola i classici ingredienti del genere RPG, nella fattispecie della branca degli action. Il prodotto dei gentilfratelli strizza l’occhio agli esponenti più classici del genere e non si risparmia a citazioni a titoli come The Legend of Zelda — a cominciare dalla presenza di Spirry, il loquace spettro che, come la fatina Navi di Link, ci accompagnerà per tutto il corso dell’avventura.

Il nostro prode Sangue di drago inizierà il suo cammino armato della più classica spada, facendosi strada tra i più disparati nemici a fendenti che potremo eseguire tramite la pressione di un semplice tasto. Come nel più classico dei soulslike impareremo invece a gestire la capriola in avanti come se fosse il naturale prolungamento del nostro pensiero: è fin troppo importante imparare a padroneggiarla, se non vorremo morire ogni qual volta ci imbatteremo in un nemico anche solo leggermente più forte di noi. Ad aiutarci nel nostro arduo percorso di crescita troviamo anche le immancabili magie, acquistabili e potenziabili presso gli appositi NPC e assegnabili ai tasti dorsali: ciascuna di esse colpisce con un pattern differente ed è efficace contro una determinata tipologia di nemico. Le magie consumano un indicatore apposito che andrà a ricaricarsi effettuando attacchi normali, ma spesso e volentieri ci ritroveremo a combattere premendo in rapida successione il tasto di attacco, la schivata e subito dopo la magia prescelta.

La progressione del gioco è data dallo spostamento sulla world map: immaginate quella del classico RPG, prendiamo ad esempio uno dei FINAL FANTASY per la prima PlayStation. La forma leggermente sferica richiama il mappamondo (con tanto di nomi per città, laghi e catene montuose), sul quale troveremo dungeon, strutture (fabbro, venditore di magie, e così via) e piccoli villaggi. Se nelle cavarne stracolme di nemici dovremo entrare per fare piazza pulita di mostri e tesori, nei villaggi troveremo unicamente NPC che ci affideranno le quest accettate nell’apposita bacheca e dei preziosissimi giacigli che ci serviranno a recuperare energia e salvare la partita. E credetemi, ne avrete estremo bisogno, con un tasso di mortalità davvero elevato. Avanzando all’interno della storia il nostro eroe acquisirà una serie di poteri speciali, come quello che ci consentirà di camminare sugli specchi d’acqua e l’utilissima stregoneria che ci permetterà letteralmente di volare e muoverci a una velocità davvero esilarante per il mondo di gioco: entrambi gli esempi citati ci consentiranno di accedere ad aree del mondo inizialmente bloccate per avanzare all’interno della storia principale.

Nintendo Switch mi fa le fusa

Avendolo provato per la prima volta in modalità portatile sul mio Nintendo Switch ho subito pensato che Cat Quest fosse un gioco nato per essere goduto in piena mobilità, per via della sua estetica pulita e per i suoi controlli semplici. Tuttavia, una volta tornato a casa e inserita la console nella dock ho constatato piacevolmente come rendesse addirittura meglio sul più grande televisore HD, che riesce a valorizzare al meglio il mondo di gioco e tutte le attrattive contenute al suo interno. Inutile dire che anche il comparto sonoro, tra miagolii, piacevolissimi suoni che accompagnano il raccoglimento di exp e denaro e musiche davvero tanto orecchiabili, fa la sua porca figura. Apprezzo davvero tanto anche l’ottima localizzazione italiana, capace di rendere al meglio anche la freddura più stupida balzata alla mente degli sviluppatori.

A chi consigliamo Cat Quest?

Amanti dei gatti, degli RPG d’azione, dei giochi semplici nel concept ma impegnativi nel gameplay si troveranno a proprio agio in quest’avventura formato felino. Non costa molto, non dura troppo: decine di subquest da alternare alla trama principale e una manciata di boss a metterci i bastoni tra le ruote, con dialoghi capaci di strappare più di qualche sorriso. Se cercate qualcosa di leggero, ma allo stesso tempo coinvolgente, fatevi avanti.

  • Maestosamente localizzato in italiano
  • Buon rapporto qualità/prezzo
  • In grado di creare assuefazione…

  • …Nonostante la sua natura ripetitiva
  • Spesso è volto unicamente al grinding
  • Si avverte un po’ tanto la sua natura di mobage
Cat Quest
3.7

Un action RPG semplice ma aggattivante

Che sia per lunghe partite attaccati alla console che per rapide sessioni che accompagnino la vostra seduta, Cat Quest è un titolo che dovreste pensare di recuperare se amate gli RPG d’azione di ispirazione giapponese, seppur con una gran contaminazione derivante dal recente trend dei giochi per cellulari. Il titolo di The Gentlebros è infatti approdato sulle piattaforme più disparate, partendo da iOS e Android e arrivando sino a PlayStation 4 e Nintendo Switch. È quest’ultima la versione che ho giocato e che vi consiglio per via della sua duplice natura di videogioco da salotto e portatile allo stesso tempo. Da Cat Quest dovrete aspettarvi un gioco di ruolo dinamico dai toni scherzosi e dalla trama non troppo impegnata; al contrario, preparatevi a moderate sessioni di grinding e di missioni secondarie: portarlo a termine sarà un’impresa tutt’altro che semplice.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.