Sono passati undici anni da quando il primo episodio di quella che sarebbe poi divenuta una serie, GUNDAM BREAKER, approdò su PlayStation 3 e PS Vita. Per la prima volta un gioco del franchise di Gundam si concentrava sui GUNPLA, creando un universo simile a quello della miniserie “GUNPLA Builders: Beginning G” (2010), piuttosto che offrire il consueto tie-in con gli anime canonici ambientato nello Universal Century o nelle altre epoche storiche della saga. Di lì a poco ispirò Gundam Build Fighters, una nuova serie TV, che proprio come Breaker narrava di un gruppo di ragazzi appassionati di model kit che partecipava a una simulazione virtuale che sfruttava proprio i GUNPLA, e fu subito riconosciuta come una delle migliori serie di Gundam di nuova generazione. Come Build Fighters ha dato vita a svariati sequel, anche GUNDAM BREAKER ha visto diverse iterazioni nel corso degli anni, quasi tutte rimaste confinate al territorio giapponese. Dimentichiamoci dello sfortunato e mal concepito New Gundam Breaker uscito nel 2018 e torniamo al presente: lo scorso febbraio BANDAI NAMCO Entertainment ha annunciato l’arrivo di GUNDAM BREAKER 4 in tutto il mondo e, dallo scorso 29 agosto, questo nuovo episodio numerato è finalmente tra le nostre mani.
Sarà riuscito, stavolta, a soddisfare le aspettative degli esigentissimi fan di questa serie? Scopritelo nella nostra recensione.
- Titolo: GUNDAM BREAKER 4
- Piattaforma: PlayStation 5, PlayStation 4, Nintendo Switch, PC (Steam)
- Versione analizzata: PlayStation 5 (EU)
- Genere: Hack and Slash, Hunting Game
- Giocatori: 1-3
- Publisher: BANDAI NAMCO Entertainment
- Sviluppatore: CRAFTS & MEISTER
- Lingua: Italiano (testi), Inglese o Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 29 agosto 2024
- Disponibilità: digital delivery
- DLC: missioni aggiuntive, Breaker Booster
- Note: disponibile una Collector’s Edition con steelbook, bonus digitali e il kit in edizione limitata EG Strike Gundam + Gunbarrel
Abbiamo recensito GUNDAM BREAKER 4 con un codice PlayStation 5 fornitoci gratuitamente da BANDAI NAMCO Entertainment Europe.
Ho voluto attendere un po’ prima di esprimere il mio giudizio su GUNDAM BREAKER 4, prima di tutto per portare a termina la campagna principale, poi per concentrarmi sul post-game, sui contenuti secondari e sulla gestione del multiplayer. Questa recensione sarà il più dettagliata possibile in modo che gli appassionati di Gundam e chi invece ama i videogiochi possa comprendere a fondo ciò che li aspetta una volta messe le mani sull’ultima fatica di CRAFTS & MEISTER.
Kick ‘em a*ses in the metaverse
Ci troviamo in un futuro molto prossimo e le battaglie fra GUNPLA si svolgono in una realtà virtuale accessibile da casa propria, non più da appositi luoghi nei quali connettersi tramite ingombranti dispositivi. La scansione dei model kit di Gundam permette ai giocatori di trasportare nel metaverso le proprie creazioni della vita reale e l’ultima versione del simulatore è pronta ad essere lanciata in tutto il mondo. Siamo tra i fortunati beta tester di GUNPLA Battle Blaze: Beyond Borders, abbreviato come GB4 e, opo aver scansionato il nostro GUNPLA faremo amicizia con Tao, amante degli SD Gundam: con lui muoveremo i primi passi in questo gioco.
Tao, tuttavia, non sarà l’unico nostro compagno di viaggio: di lì a breve faremo amicizia con Lin e mano a mano con tutti personaggi che formeranno il nostro clan, in maniera molto simile a ciò che accade nelle due serie di Gundam Build Divers. Una volta scelto il nome della nostra squadra nello story mode comincerà la nostra scalata fra i clan: partendo dagli ultimi classificati, ci guadagneremo la nomea di “team dei miracoli” in grado di rivaleggiare con i giocatori più famosi. Tuttavia, la competizione non andrà liscia come l’olio, perché in questo beta test che precede il lancio di GB4, sempre a livello di storyline, si nasconde più di qualche segreto che scopriremo solo nelle ultime battute della trama principale, che durerà 7 capitoli formati in totale da 36 missioni.
Blah blah blah blah we’re back
In termini strutturali, le missioni di GUNDAM BREAKER 4 sono state semplificate di parecchio rispetto ai precedenti episodi della saga. Eliminata del tutto la componente esplorativa delle mappe, che una volta ricordavano quelle interconnesse di Monster Hunter, il gioco ci catapulta in vere e proprie arene nelle quali non dovremo far altro che sconfiggere tutti i nemici per poi essere automaticamente teletrasportati nella schermata successiva, senza muovere un passo. Spesso, inoltre, ci basterà sconfiggere il mini-boss dell’ondata per far sì che tutti gli altri nemici si dissolvano nel nulla, quindi è sempre sempre concentrarsi prima sui pesci piccoli per accaparrarsi quanti più materiali possibili prima di chiudere l’ondata. Oltre alle mappe da esplorare vengono a mancare anche gli scrigni all’interno dei quali potevamo trovare pezzi e oggetti curativi e, salvo qualche arena in particolare, come quella con il LaLaPort di Fukuoka, abbiamo notato uno scarso impegno in termini di ambientazioni, che non presentano le più iconiche location provenienti dalle innumerevoli produzioni animate di Gundam, né arene “a misura di GUNPLA” come quelle viste nei Breaker del passato, come tavoli da modellismo o quello di un casinò.
Tutto sommato, nonostante le missioni si riducano unicamente a un massacro indiscriminato dei nemici o dei boss giganti, escluse pochissime varianti in cui dovremo difendere un HLV in partenza o distruggere i cosiddetti “Monolith”, il gameplay di GUNDAM BREAKER 4 risulta frenetico e divertente, soprattutto grazie all’implementazioni di armi differenti per ciascuna delle due braccia, nonché per la presenza delle abilità speciali che potremo ottenere grazie all’utilizzo di varie componenti, che è possibile assimilare e sfruttare con qualsiasi pezzo della stessa categoria.
E una volta completata la trama? GUNDAM BREAKER 4 mette a nostra disposizione non solo svariati livelli di difficoltà che andremo a sbloccare con la progressione (oltre a facile, standard e hardcore potremo attivare i livelli “Estrema” e “Newtype”), ma anche una seconda selezione di missioni chiamate “Incarichi” e due ulteriori modalità: Cacciatore di taglie, disponibile fin da subito, e Sopravvivenza, che verrà sbloccata automaticamente nelle fasi avanzate. Nella prima troveremo i GUNPLA creati dai giocatori di tutto il mondo: ognuno di loro avrà una taglia in valuta virtuale sulla propria testa e dovremo sceglierne tre per formare un team da affrontare. Ovviamente, sconfiggendoli potremo ricevere alcuni dei loro componenti, per questo motivo questa modalità si rivelerà utile per cercare di reperire qualche pezzo in particolare. Nella modalità Sopravvivenza, invece, dovremo affrontare ben cinquanta ondate di nemici, intervallate da boss battle sempre più complesse, in un’estenuante guerra che ci porterà a guadagnare — oltre che denaro, componenti e quant’altro — uno dei titoli di rango più alto per il nostro profilo. A questi si aggiunge una modalità Eventi che, al momento, non è ancora possibile testare e che verrà inaugurata in futuro.
Again and again
La meccanica di maggior rilievo di GUNDAM BREAKER 4 è certamente quella che ci permette di creare e personalizzare i nostri GUNPLA con i pezzi ottenuti nel corso delle missioni sconfiggendo orde e orde di nemici, che si presenteranno il più delle volte in gruppetti che richiamano ognuna le produzioni di Gundam coinvolte nel titolo, per un totale di circa 250 Mobile Suit e alcuni altri in arrivo con gli aggiornamenti gratuiti, come i Gundam Calibarn e Mighty Strike Freedom (e speriamo non solo questi, dato che mancano all’appello davvero troppi dei GUNPLA usciti negli ultimi due anni). Cominciando con un HG o un SD, per poi decidere di passare a un MG dopo aver finito lo story mode, come di consueto, all’interno della nostra “stanza” potremo assemblare le varie componenti, potenziarne rarità e livello, settare armi e abilità e personalizzare la nostra creazione con colorazioni, effetti di danni o invecchiamento, decal, effetti metallizzati e altro ancora. Per la prima volta nella saga, inoltre, potremo ingrandire o rimpicciolire le singole parti del corpo, ad esempio, per creare un SD Gundam personale con componenti di un HG, oppure integrare parti HG o SD all’interno di un MG. Unica pecca, che noteranno i collezionisti e i modellisti di GUNPLA più esperti, è che il gioco fa un po’ di confusione con gli effettivi modelli HG e MG, generalizzando un po’ in base alla scala — ad esempio, un MG del Gundam Aerial non esiste ancora, quello nel gioco è un Full Mechanics 1/100. Del tutto assenti, purtroppo, le controparti RG in scala 1/144, ma ci auguriamo che vengano implementate con aggiornamenti futuri in caso il supporto al gioco dovesse continuare per qualche tempo ancora.
Troviamo solo due piccoli difetti in questa modalità: non è possibile caricare dei modelli preimpostati in base ai kit completi già in nostro possesso o acquistati nello store, ma soprattutto risulta assai macchinoso per l’utente modificare il nome delle proprie creazioni: bisogna salvare in uno slot, dare un nome al GUNPLA e poi caricare nuovamente il salvataggio per visualizzare il nome della propria unità nella scheda giocatore ed eventualmente nelle Taglie dell’apposita modalità. Molti dei giocatori online, purtroppo, non hanno capito come fare e quasi tutti i loro modelli si chiamano col nome di default “Gundam Breaker” (in inglese, giapponese o cinese).
Di ritorno dai titoli precedenti troviamo la possibilità di mettere in posa le nostre creazioni e fotografarle in varie pose e scenari, ma la novità assoluta è rappresentata dalla modalità Diorama, che ci permette di creare dei veri e propri plastici virtuali, come quelli che i modellisti più esperti creano per partecipare alle gare in tutto il mondo, utilizzando i nostri modelli personalizzati oppure quelli acquistati nello store all’interno del gioco. Potremo selezionare scenari, pose, effetti speciali, dimensioni, oggetti di scena e persino creare le nostre box art personalizzate come quelle dei model kit veri e propri.
I’m still crawling in the game
Alla fine dei conti, tra personalizzazione delle proprie unità e possibilità di creare diorami, sembra proprio che gran parte dell’impegno del team di sviluppo sia stato profuso in questa modalità quasi più che nelle missioni vere e proprie, per le quali avremmo potuto desiderare qualcosa in più, come visto appunto negli anime delle serie Build: esplorazione di location originali viste nelle serie di Gundam, magari accompagnate dalle BGM più celebri di ciascuna serie (del tutto assenti in questo quarto capitolo), maggiore varietà negli obiettivi delle missioni, ma anche una maggiore interattività fra i membri dei clan online, che nello story mode sembrano poter interagire liberamente come in un MMO, ma che nella modalità multiplayer online possono unicamente chattare con frasi preimpostate, usare emote e utilizzare una stanza esclusiva che ha come unico scopo quella di contenere una cassa oggetti tramite i quali eseguire scambi fra i giocatori. Ma soprattutto, avrei gradito una maggiore presenza di Gundam all’interno di un gioco di Gundam. Cosa intendo? Ad esempio, come accade in un episodio dell’anime prequel “Gundam Breaker Battlogue”, i boss o i mini-boss avrebbero potuto sfruttare le IA basate sui personaggi delle serie animate, mostrando il loro ritratto animato in battaglia accompagnato dalla voce dei doppiatori originali.
Parlando in termini di componente online, in GUNDAM BREAKER 4 è possibile creare delle lobby che possono ospitare fino a 24 giocatori, ma è possibile formare solo team fino di tre membri per andare in missione, squadre che verranno sciolte subito dopo la fine della stessa e che andranno ricreate in maniera un po’ macchinosa. Diciamo, purtroppo, addio agli avatar dei piloti utilizzati nella lobby fino al terzo capitolo, sostituiti ora dai modelli veri e propri dei GUNPLA, accompagnati da una scheda nella quale è possibile personalizzare l’avatar e alcune informazioni personali, nonché raccogliere i “Good Build” dagli altri giocatori per scalare la classifica online dei migliori modellisti virtuali e dei futuri eventi programmati per il gioco.
Never underestimate the battle scars
Nonostante tradisca la sua natura cross-gen, su PlayStation 5 il titolo è più bello che mai, nonostante qualche piccola sbavatura per alcuni modelli poligonali e qualche calo di frame rate che si verifica in alcune ambientazioni con un certo numero di nemici a schermo. Abbiamo notato, inoltre, che uno dei problemi riscontati nel Network Test è ancora presente nella versione finale: giocando online, a causa del lag, i nemici non saranno sincronizzati con gli altri giocatori e spesso ci capiterà vedere i nostri compagni di squadra asfaltare avversari invisibli che, nella nostra schermata, si trovano in tutt’altra posizione, oppure i nostri nemici cadere per terra o esplodere da soli, senza apparente motivo.
Abbiamo avuto modo di testare anche la versione Nintendo Switch del gioco, che ci ha colpiti positivamente: anche sul piccolo schermo il gioco, sebbene non raggiunga i 60 FPS della versione PS5, risulta fluido ed estremamente godibile, nonostante i testi a schermo decisamente troppo piccoli. Il vero peccato è che BANDAI NAMCO non abbia voluto impegnarsi per creare dei server cross-platform, che avrebbero permesso di sincronizzare la propria partita attraverso le varie piattaforme (PlayStation, Switch e Steam) e giocare online con i possessori del gioco su una qualunque di esse.
Oltre alla già citata mancanza delle musiche originali provenienti dagli anime — nonché per l’utilizzo solo nei titoli di coda della splendida ReBreak cantata dai BACK-ON con Anna Suzuki — da fan del prodotto originale non possiamo che lamentarci un pelo della traduzione italiana, che risulta un passo indietro rispetto alla perfezione raggiunta da SD GUNDAM BATTLE ALLIANCE. Purtroppo si denota come sia stata effettuata basandosi su quella americana, e questo significa che dovremo ancora una volta avere a che fare con Burning e Dark Gundam al posto di God e Devil Gundam, nonché su termini inglesi come “Builder” che invece sono stati tradotti alla lettera come “Costruttore” (nel caso delle “Builders Parts” non ha molto senso, il prodotto sul mercato si chiama proprio così) e termini dal significato travisato, come “frame” tradotto come “cornice” invece che “fotogramma” e “credits” come “riconoscimenti” riferendosi alla valuta in-game. In altri casi invece sono stati traslitterati male i nomi di alcuni dei GUNPLA, come “Mobile JIN” al posto di “Mobile GINN” (nonostante la grafica della scatola nel negozio mostri il nome originale). Non possiamo che augurarci che, in seguito alle segnalazioni, tali errori possano essere corretti con una patch.
Dal 29 agosto GUNDAM BREAKER 4 è finalmente disponibile in tutto il mondo. Questa nuova iterazione della saga, basata sulla trilogia di successo in Giappone, permetterà ai fan della saga di creare il proprio GUNPLA personalizzato e di lanciarlo in battaglia contro orde di nemici, anche in multiplayer. La nuova modalità Diorama, inoltre, permetterà ai modellisti di ricreare le proprie scene preferite utilizzando i kit assemblati e colorati in-game proprio come farebbero con i GUNPLA reali.Tuttavia, in Europa GUNDAM BREAKER 4 sarà disponibile solo in formato digitale. L’edizione fisica, disponibile per Giappone e Stati Uniti, potete acquistarla presso il nostro partner di Bazaar Bazaar utilizzando i nostri codici sconto.
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A chi consigliamo GUNDAM BREAKER 4?
GUNDAM BREAKER 4 è consigliato quasi esclusivamente agli appassionati di Gundam, meglio ancora se collezionisti e modellisti del fenomeno di massa che ha preso piede in tutto il mondo noto come GUNPLA. Chi non ha mai avuto a che fare con questi due nomi potrebbe trovarsi di fronte a un ottimo looting/hunting game a tema mecha e potrebbe decidere di appassionarsi al franchise, ma non si tratta certamente del principale target di destinazione. Se invece amate Gundam e non avete mai giocato a nessuno dei titoli della serie Breaker, sappiate che la trama, palesemente ispirata a quella di Gundam Build Divers, segue in qualche modo le vicende del terzo capitolo e di Gundam Breaker Mobile riproponendo alcuni dei suoi personaggi (nonché quelli dell’anime Gundam Breaker Battlogue, al momento gratis su YouTube), ma può essere goduta al 100% senza conoscenze pregresse. Se siete rimasti scottati dall’orrendo New Gundam Breaker non preoccupatevi: tutto quello che di male c’era nella pecora nera della serie è stato lanciato in direzione del sole allo scopo di scomparire per sempre.
- Sistema di combattimento frenetico e appagante
- Personalizzazione incredibile
- Oltre 250 GUNPLA da collezionare
- Alcune imprecisioni nella traduzione italiana
- Si sente la mancanza delle musiche originali degli anime
- Uscito in Europa solo in formato digitale
GUNDAM BREAKER 4
Il miglior esponente della serie Breaker
È innegabile che GUNDAM BREAKER 4 sia un ottimo prodotto per gli appassionati di Mobile Suit Gundam e questo voto è certamente indirizzato al pubblico di fan della saga, non a quello generalista. Se escludiamo il fallimentare “New”, si tratta del primo capitolo numerato a giungere ufficialmente nel nostro paese e a conti fatti è il miglior esponente della serie di Breaker nonostante i difetti citati nella recensione — primo fra tutti l’assenza di una componente esplorativa, se così possiamo definirla. Tuttavia, non mi sento di definirlo il miglior gioco di Gundam sul mercato proprio perché manca dell’anima di Gundam: a parte i Mobile Suit scelti dagli sviluppatori e le citazioni pronunciate da Reco prima di ogni missione, ho trovato l’ambientazione un po’ asettica, come se l’MMO virtuale di cui si parla nella storia, basato sui modellini, abbia prevaricato l’essenza di Gundam in sé. In questo senso, SD GUNDAM BATTLE ALLIANCE omaggiava in maniera assai più esplicita personaggi, storie, musiche e ambientazioni provenienti dal prodotto originale. Nonostante non sia perfetto per questi motivi, in termini di gameplay GUNDAM BREAKER 4 crea assuefazione e stimola la creatività degli appassionati: il nostro consiglio, come abbiamo sempre fatto in redazione, è quello di viverlo in compagnia dei vostri amici armati di telefono o chat vocale esterna, dato che le interazioni fra giocatori in-game sono ridotte al minimo.
Vorrei spendere infine due parole per la Collector’s Edition resa disponibile per noi europei: già in partenza era acquistabile solo in formato Steam, ma una volta arrivata non si è certo presentata nel migliore dei modi. Diversamente da quella giapponese, che oltre alla copia fisica racchiude tutti i contenuti in un box di tutto rispetto, è giunta in una scatola di cartone anonima che al suo interno conteneva unicamente il voucher della Ultimate Edition, l’EG Gunbarrel Strike Gundam e la steelbook vuota. Un vero peccato.