ONE PIECE: Burning Blood – Recensione

ONE PIECE: Burning Blood

ONE PIECE: Burning Blood - RecensioneDa sempre il sogno di Rufy è quello di diventare Re dei Pirati, massima aspirazione per chiunque decida di avventurarsi per i mari. Separato dalla sua ciurma e alleatosi con Barbabianca e vecchi nemici come Crocodile e Bagy, il pirata dal cappello di paglia tenterà in tutti i modi di fermare l’esecuzione di suo fratello Ace nel corso della guerra più importante che abbia mai avuto luogo sulle pagine di Shonen Jump, a Marineford. Siete pronti a rivivere questo emozionante conflitto fra titani? Pronti a sentire il vostro sangue bruciare?

One Piece è senza ombra di dubbio, nel 2016, l’opera a fumetti più importante al mondo, per quanto concerne il panorama nipponico. Prima di lanciarci tutti nei flame del “non è vero, quest’altro è meglio”, basti pensare al successo che l’opera di Eichiiro Oda ha avuto in tutto il mondo, con una serie anime e manga che tuttora in corso da oltre quindici anni. Tanti sono stati i videogame dedicati a quest’opera e alle vicende di Monkey D. Rufy, alla sua ciurma e al suo sogno di diventare il Re dei Pirati e oggi siamo pronti a dedicarci alla recensione e all’analisi di ONE PIECE: Burning Blood, l’ultima fatica di Spike Chunsoft e BANDAI NAMCO Entertainment, un fighting game che si è fatto attendere fin troppo anche in Giappone e che possiamo finalmente apprezzare anche nel nostro paese.

  • Titolo: ONE PIECE: Burning Blood
  • Piattaforma: PlayStation 4, PlayStation Vita, Xbox One, PC
  • Genere: Fighting Game
  • Giocatori: 1-2
  • Software house: BANDAI NAMCO Entertainment
  • Sviluppatore: Spike Chunsoft
  • Lingua: Italiano (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 3 giugno 2016 (console)
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: acuni costumi disponibili attraverso DLC
  • Note: disponibile la Limited Marineford Edition con annessa statua di Barbabianca e della sua lapide, limitata a 5000 copie

La storia ricorda dei re, non dei soldati

I personaggi messi a disposizione di Burning Blood sono oltre 40 e ognuno di essi è dotato di abilità che lo rendono unico nel suo genere. Raramente nei picchiaduro capita di avere un roster così variegato e ad essere sinceri, per un’opera mastodontica come One Piece, sarebbero anche pochini, ma la varietà di poteri e la disparità di attacchi e agilità, nonché possibilità di far salire di livello i nostri personaggi, potrà portarci via davvero molte ore di gioco. Inoltre, non è assolutamente vero che alcuni personaggi sono più forti di altri perché, con la giusta abilità, potremo far vedere i sorci verdi anche a Rufy in Gear Fourth (probabilmente il personaggio più potente dell’intero roster). Le meccaniche dettate dalla Rogia Guard, con la quale i possessori dei frutti Rogia (quelli che garantiscono poteri naturali come il fuoco) sono in grado di scampare agli attacchi fisici o il fatto di poter utilizzare l’haki (uno dei poteri più forti della serie, che può ferire i possessori di frutti del diavolo) sono piccoli colpi di genio che funzionano davvero bene all’interno del titolo, nonostante talvolta la telecamera faccia qualche capriccio e il caos faccia da padrone negli scontri con personaggi uguali. Oltre ai guerrieri primari potremo anche reclutare alcuni dei tanti personaggi secondari disponibili, che ci garantiranno vari bonus ed effetti in battaglia; tuttavia, per comporre il nostro team avremo un costo da non superare che verrà ripartito fra combattenti veri e propri e personaggi di supporto: il limite massimo di quelli che potremo cambiare durante il match (scatenando anche bellissimi attacchi combinati) è costituito da un totale di tre primari e tre di supporto. Insomma, anche se One Piece è un’opera mastodontica, i personaggi selezionabili all’interno di questo titolo non sono di certo pochi, ma sarebbe bello che BANDAI NAMCO Entertainment potesse provvedere ad aggiungerne altri attraverso DLC; tuttavia, sembra che questo desiderio non verrà purtroppo esaudito dai developer, rimandando tutto a un secondo, sempre più probabile, capitolo.

C’è qualcosa dietro al trono, più grande del Re stesso

Le modalità presenti nel gioco sono abbastanza soddisfacenti in termini di quantità e in particolare (non metto nell’elenco i vari free mode presenti ormai in quasi tutti i picchiaduro ― tranne Street Fighter V, ovviamente) ho potuto apprezzare la modalità Guerra Totale, dove viene narrata la storia della saga di Marineford attraverso gli occhi dei personaggi protagonisti della vicenda, con una narrazione a metà fra immagini tratte dalla serie animata e filmati che utilizzano l’impressionante motore grafico del gioco, che la rende enfatizzante sia da vedere che da giocare. In questa modalità, inoltre, potremo sbloccare una serie di percorsi alternativi sfruttando delle condizioni da soddisfare durante uno scontro: una volta portato a termine il combattimento alternativo potremo ricevere un personaggio aggiuntivo senza spendere neanche un berry (la valuta del gioco ottenibile vincendo le battaglie).

ONE PIECE: Burning Blood

Un’altra modalità particolarmente divertente e votata per l’online è la Bandiera Pirata. All’inizio di essa dovremo scegliere uno schieramento (io, ovviamente, ho scelto i pirati Heart) e cercare di conquistare più postazioni della mappa attaccando vari avamposti, che però potranno avere un boss da sconfiggere particolarmente forte da tirare giù: sarà necessario far salire di livello i nostri guerrieri per colmare il gap fra essi e il nemico da sconfiggere, infatti, tramite gli incontri, i nostri pirati saliranno di livello consentendoci di sfidare ad armi quasi pari avversari che prima ci sembravano impossibili da battere. Nella modalità Bandiera Pirata avremo dei punti logpose che utilizzeremo per spostarci ed effettuare gli attacchi contro avversari umani oppure controllati dalla CPU; per ricaricare i punti, una volta esauriti, dovremo aspettare del tempo come succede quasi per tutti i giochi free-to-play che ultimamente invadono l’universo dei giochi mobile. Questa situazione potrebbe far storcere il naso a molti ma, secondo me, insieme alla possibilità di livellare i personaggi, aggiunge varietà e longevità al genere dei picchiaduro, problema che da sempre affligge questo genere di giochi. Alla fine della “stagione” la fazione pirata che avrà conquistato più avamposti nella mappa riceverà titoli e ricompense. La recensione è arrivata tardi (potrebbe anche essere una scusa, e forse lo è) per consentirmi di testare il comparto online dove tutto, secondo la mia prova, è filato liscio come l’olio; solo una volta ho avuto problemi contro un avversario, ma devo confessare di non avere una connessione decente e probabilmente il mio nemico proveniva dall’altra parte del mondo. Per finire le modalità esclusive abbiamo poi la cosiddetta VS Ricercato dove dovremo affrontare delle missioni per ottenere berry: una volta portate a compimento abbastanza incarichi, come nei migliori hunting game, ce ne verrà prposto uno per salire di grado e completandolo riceveremo come personaggio giocabile il richiedente dei nostri servigi. Avremo anche delle missioni speciali e limitate da completare, caratterizzate da un’elevata difficoltà, che richiederanno più e più tentativi per essere portate a termine.

Per fare ciò che si vuole bisogna nascere Re o stupidi

ONE PIECE: Burning Blood, nella versione PlayStation 4 che ho avuto l’onore e il piacere di recensire, sfrutta appieno il potenziale dell’ammiraglia Sony con effetti grafici veramente da urlo. I danni del combattimento saranno visibili sui vestiti dei nostri personaggi più amati e ricevere un attacco elementale, per esempio di fuoco, ci farà bruciacchiare durante il combattimento. Una cosa che ho molto apprezzato è anche il fatto di sparare via i nostri avversari con un attacco speciale, un momento di puro godimento sia visivo che interiore. Nulla è poi lasciato al caso: mettete per esempio Sanji contro un personaggio di sesso femminile e potrete vedere la sua espressione cambiare rispetto al combattimento contro un personaggio di sesso maschile, oppure mettete Bartolomeo contro un membro dei Mugiwara per sentirlo godere anche se riceve le peggiori mazzate. Anche le trasformazioni, in particolare dei frutti Zoo Zoo, sono spettacolari e divertenti da usare. Gli attacchi finali poi, ottenibili una volta caricata la barra a sinistra eseguendo attacchi o subendoli, sono i migliori mai visti su un videogame di One Piece, così come le tecniche combinate, ottenibili cambiando personaggio mentre si viene attaccati. Anche alcune altre piccolezze, come per esempio la possibilità di personalizzare l’HUD del gioco attraverso vari stili, è un piccolo tocco di classe. Burning Blood non è ovviamente un titolo da competizioni internazionali come l’EVO ma, per un ipotetico secondo capitolo, che sicuramente ci sarà, con alcune miglioramenti ad arene, telecamere e collisioni potrebbe diventarlo senza ombra di dubbio, visto l’ottimo lavoro svolto da Spike Chunsoft e BANDAI NAMCO Entertainment.

È proprio dei Re agire bene e sentirsi dire male

Passiamo al paragrafo atto a esplicarvi quali sono gli aspetti negativi del gioco: come sempre, per un gioco tratto da una serie animata, il cerchio di interesse si restringe solo ai fan della determinata serie e, anche se One Piece ha milioni di fan in tutto il globo, non tutti potrebbero amarlo alla follia. Ai difetti si aggiunge anche il fattore della longevità perché, come in tutti i picchiaduro, una volta scoperte tutte le interazioni e terminata la storia, rimane solo la poca varietà delle modalità secondarie e dell’online ma, ovviamente, acquistando un gioco di lotta a incontri, si suppone che questo sia già tenuto in conto. Il sonoro, per quanto riguarda le musiche, mi è sembrato abbastanza mediocre. Tolto l’ottimo lavoro dei seiyuu della serie animata, ONE PIECE: Burning Blood propone brani realizzati col medesimo stile della serie animata, ma nessuno di questi è riuscito ad emozionarmi come è successo ad esempio con altri giochi della serie che ho avuto il piacere di giocare. Tra i difetti elenco anche la linearità delle arene e alcuni problemi con la telecamera, nulla di particolarmente grave o frustrante ma comunque, se possibile, da migliorare per un’eventuale seconda iterazione.

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A chi consigliamo ONE PIECE: Burning Blood?

Consiglio ONE PIECE: Burning Blood a tutti i fan della saga di Eiichiro Oda perché è, senza ombra di dubbio, il gioco più bello mai realizzato per One Piece. Gli amanti dei picchiaduro potrebbero trovare nelle varie modalità e nel multiplayer online parecchie ore di svago e apprezzare gli effetti visivi, nonché grande lavoro svolto per la realizzazione di questo gioco. Se avete anche amici interessati potrete tranquillamente far vacillare i vostri rapporti con questo gioco, perché da soli è divertente, ma in compagnia lo è ancora di più. Se proprio non vi piace One Piece, siete davvero arrivati a leggere fino a questo punto?

  • Grafica impressionante
  • Divertente e immediato
  • Tantissimi personaggi, uno diverso dall’altro…

  • …ma potreste non trovare il vostro preferito
  • Colonna sonora trascurabile
  • Alcuni problemi con telecamera e collisioni
ONE PIECE: Burning Blood
4

Il miglior picchiaduro di One Piece in circolazione

Da amante dell’epopea piratesca di Shonen Jump ho provato davvero tanti giochi e vengo scelto dalla redazione ogni qual volta viene tirato fuori un nuovo titolo nuovo tratto dall’opera di Oda. I ragazzi di Spike Chunsoft e BANDAI NAMCO Entertainment hanno svolto proprio un ottimo lavoro, cercando anche di aumentare la longevità del titolo attraverso alcune intriganti modalità e un comparto online piuttosto stabile. I personaggi sono tanti e, anche se non trovaste il vostro preferito tra quelli utilizzabili, potrete comunque ammirare la varietà e le differenze per ciascuno di essi, scegliendo quello che si adatta di più al vostro stile di gioco anche grazie all’aiuto dei numerosi guerrieri di supporto e dei loro effetti in battaglia. Se siete fan di One Piece, Burning Blood rappresenta un’acquisto obbligato, e vale sicuramente fino all’ultimo centesimo del suo prezzo di lancio; se non lo siete, mi chiedo ancora una volta perché siate arrivati fino a questo punto della recensione e chiamo la mia ciurma a tirarvi in pasto agli squali. O agli uomini pesce.

Ha reagito all'annuncio di Bloodstained: Ritual of the Night come Paolo Brosio con il Papa. Termina Golden Axe almeno una volta al mese. Da dieci anni.