Mario + Rabbids Kingdom Battle – Recensione

Gli universi dell’icona di Nintendo e dei conigli di Ubisoft si amalgamano in Mario + Rabbids Kingdom Battle, l’italico e folle cross-over per Nintendo Switch

Mario + Rabbids Kingdom Battle - Recensione

Mario + Rabbids Kingdom Battle - RecensioneIl mio nome è BEEP-0. Posso sembrare uno di quegli aspirapolveri automatici particolarmente apprezzati dai gatti come mezzi di trasporto, ma vi assicuro che sono un robot davvero intelligente. Tanto, ma non quanto la mia padrona, un vero e proprio genio in grado di creare cose al limite dell’immaginazione. Non sono di certo io la sua più grande creatura, bensì il Combinatutto, invenzione in grado di mescolare due oggetti diversi per crearne un terzo che abbia le proprietà di entrambi. E sai cosa le piace tanto oltre alla tecnologia? Tu, Mario. La sua stanza è tappezzata di poster e gadget tuoi, di Peach e di tutti i vostri amici e nemici. Tuttavia, non sono qui per chiederti un autografo, bensì il tuo aiuto per risolvere un piccolo problema che si è presentato mentre lei si è allontanata per schiarirsi le idee… una sorta di lavatrice è comparsa dal nulla e dal suo interno sono fuoriusciti dei conigli fuori di testa che hanno messo la stanza a soqquadro e si sono appropriati del Combinatutto, non senza aver combinato il disastro più grande che potessi immaginare: hanno unito il vostro mondo con il loro, invadendo il Regno dei Funghi e gettandolo nel caos. Mi aiuterai a rimettere tutto a posto?

Ubisoft riapre la stagione di caccia ai conigli: il 29 agosto segna una data importante per l’azienda francese, ma ancor più per la sua sede italica a Milano. Mario + Rabbids Kingdom Battle è il primo, grande progetto che mette sotto i riflettori gli sviluppatori nostrani, fieri di aver collaborato con Nintendo per un cross-over che vede l’atipico cocktail fra l’intramontabile mascotte di Miyamoto e i controversi Rabbids, creature nate in seno al meno fortunato Rayman amate, ma allo stesso tempo snobbate da milioni di fan in tutto il mondo. Dopo una sorpresa (rovinata dai leak) sganciata in occasione dello scorso E3, uno dei titoli più attesi dai possessori di Nintendo Switch è finalmente tra noi: sarà riuscito a convincermi o l’opinabile follia dei Rabbids mi avrà spinto a spaccare in due la console? Proseguite nella lettura per scoprire quanto è profonda la tana del bianconiglio.

  • Titolo: Mario + Rabbids Kingdom Battle
  • Piattaforma: Nintendo Switch
  • Genere: RPG Strategico
  • Giocatori: 1-2
  • Software house: Ubisoft
  • Sviluppatore: Ubisoft Milan, Ubisoft Paris
  • Lingua: Italiano (testi), Inglese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 29 agosto 2017
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: armi, mappe e una nuova porzione di storia
  • Note: disponibile in edizione limitata con una statuetta di Rabbid Mario, colonna sonora e carte

Lo ammetto. Non sono un grandissimo fan dei Rabbids. Oddio, non sono certo ai livelli di BaSS, che va in escandescenza anche solo sentendoli nominare, ma devo ammettere le mie perplessità, la mia iniziale indifferenza all’annuncio di un titolo che vedeva l’universo di Mario scontrarsi con quello dei tontissimi e fastidiosi conigli alieni. Avrei certamente preferito il cross-over con altre IP, anche con Rayman stesso, ma dopo averlo visto in azione all’E3 ho dovuto, fortunatamente cambiare il mio punto di vista. Chi si aspettava uno strategico al posto del solito platform o party game? E come resistere allo stupidissimo Rabbid in cosplay da Principessa Peach?

Così, carico di speranza, ho deciso di regalarmi una copia di Mario + Rabbids Kingdom Battle, per passare un weekend spensierato dopo le (piacevolissime) botte e coltellate in quel di Kamurocho. Il primo approccio non è stato proprio dei migliori: l’impatto iniziale col titolo di Ubisoft non mi ha lasciato positivamente il segno per via di alcuni inestetismi tecnici che solo un grafico come il sottoscritto potrebbe sottolineare (e di cui vi parlerò più avanti), ma le belle animazioni e un gameplay semplice ma accattivante hanno svolto al meglio il proprio lavoro, traghettandomi poi verso una giostra fatta di colpi, salti in testa, nascondigli e strategie.

Hai un coniglio in tasca o sei contento di vedermi?

Descriverei Kingdom Battle come l’esca ideale per tutti coloro che di strategici non hanno mai sentito parlare: i primi scontri saranno piuttosto elementari e il titolo ci arricchirà il piatto poco a poco fino a raggiungere la sua forma definitiva. In sostanza, le arene sono disseminate dai classici blocchi di mattoni onnipresenti nei titoli di Mario, che fungeranno da riparo per noi e per i dannati conigli nemici che dovremo affrontare. Le battaglie, ovviamente a turni, ci chiederanno di sconfiggere tutti i nemici, di arrivare sani e salvi o di scortare un ospite (Toad, ad esempio) verso l’area di destinazione, oppure ancora di sconfiggere divertentissimi boss e mid-boss. Durante il nostro turno potremo spostare liberamente i nostri personaggi entro un certo limite di caselle, come ogni buon RPG tattico insegna, per poi passare alla fase di attacco: inizialmente potremo sparare solo con la nostra arma (a distanza) principale, diversa per ciascuno dei personaggi a disposizione, ma poco più avanti sbloccheremo un’arma secondaria (anche in questo caso, specifica per ogni componente del gruppo) e abilità speciali. Durante la fase di movimento, inoltre, potremo eseguire azioni che andranno a danneggiare i nemici, come la scivolata, oppure altre che ci consentiranno di spostarci ancora più lontano come il Salto Team o l’attraversamento dei tubi.

Ciascuno degli otto personaggi a nostra disposizione, ovvero Mario, Luigi, Peach, Yoshi e le loro controparti Rabbid, possiedono inoltre un albero di potenziamenti e skill che potremo progressivamente utilizzare per migliorarne le statistiche e le funzionalità in battaglia. Per esempio, la scivolata diverrà ancora più efficace, il Salto Team potrà ripristinare una piccola quantità di punti salute ai nostri alleati, oppure potremo apprendere skill univoche come l’attacco automatico di Mario e Luigi durante il turno avversario, o la cura e lo scudo di Rabbid Peach. Insomma, se inizialmente gli scontri potrebbero sembrarci semplici e piuttosto ripetitivi, andando avanti scopriremo come le battaglie siano in realtà profonde, spingendoci di volta in volta ad elaborare la giusta strategia per arrivare sino in fondo.

“Non mi somiglia penniente.”

Tali strategie potranno essere messe a punto prima e durante la battaglia: inizialmente, scegliendo il team che secondo noi potrà risultare più efficace contro una data tipologia di nemici, poi riuscendo a trovare il riparo migliore per ciascuno di essi, allo stesso tempo tenendo a mente come e da che lato attaccare il team avversario senza rimanere scoperti alla mercé dei loro colpi. I nemici, per l’appunto, saranno altrettanto variegati, e disporranno pressappoco delle medesime abilità dei nostri eroi, potendo saltare uno sulla testa dell’altro per raggiungerci più facilmente, curarsi o attivare dei potenziamenti; degna di nota la presenza di bestioni che saranno lenti a raggiungerci, ma incredibilmente devastanti nei confronti di coloro che li attaccheranno durante il proprio turno, o altri vulnerabili unicamente se attaccati ai fianchi o alle spalle.

Perché indossi quello stupido costume da idraulico?

In Mario + Rabbids non esistono scontri casuali: affronteremo le battaglie messe a disposizione dal team di sviluppo avanzando nella fase esplorativa, ed esse si dividono in schermaglie contro gruppi di nemici semplici e scontri contro boss più o meno potenti che dividono a metà o chiudono il mondo di gioco. Le battaglie con i boss, in particolare, risultano più che mai divertenti e richiederanno di adottare la giusta di strategia per essere portate a termine senza problemi.

Il colorato tattico di Ubisoft, però, non è composto solo da scontri a fuoco. Già dalle prime battute faremo la conoscenza di una hub, ovvero il castello della Principessa Peach, tramite la quale accedere ai mondi di gioco e a varie altre strutture che sbloccheremo con il proseguimento dell’avventura. Tra queste, la macchina del tempo a forma di lavatrice che ci consentirà di rigiocare le battaglie affrontate in precedenza per ottenere punteggi migliori ed esperienza aggiuntiva, ma anche l’interessante modalità Amicolosseo, che ci consentirà di giocare in cooperativa con un secondo giocatore le missioni già affrontate grazie all’utilizzo dei due Joy-Con di cui è dotata la console Nintendo.

L’area del castello potrà essere girata in lungo e in largo come il resto dei mondi che compongono il gioco: il nostro party verrà guidato nell’esplorazione da BEEP-0, il robottino-aspirapolvere che fungerà da guida per eroi e conigli, che mano a mano guadagnerà abilità che consentiranno di sbloccare passaggi segreti e risolvere enigmi ambientali, per esempio consentendoci di spostare i classici cubi da incastrare nelle rispettive rientranze. In questo frangente ho riscontrato un fastidioso problema proprio legato al fatto che controlleremo il minuscolo disco al posto del ben più visibile Mario in testa al trenino: mi è capitato fin troppe volte di dover fare più di un tentativo per accedere ad un certo percorso o per risolvere il più semplice degli enigmi, proprio a causa del fatto che il povero BEEP-0 risulta quasi invisibile per via di inquadrature non sempre ottimali e di una percezione che, in qualche modo, mi spinge a seguire il movimento del primo personaggio umanoide piuttosto che quello del “puntatore”. Le ambientazioni del contaminato Regno dei Funghi sono probabilmente l’aspetto più curato della produzione: se, all’inizio, potrebbero sembrarci scarne per via della necessaria introduzione alle regole basi degli scontri, più avanti ci ritroveremo davanti ad aree maestose e ricche di dettagli, con percorsi segreti che ci garantiranno monete, sfere abilità e armi aggiuntive, nonché alcuni divertenti easter egg che strizzeranno l’occhio alla sottocultura nostrana. Cosa intendo? Spesso ci ritroveremo davanti a battute, meme e modi di dire propri del web italiano, che potrebbero risultare divertenti per noi ma che, purtroppo, passeranno del tutto inosservati ai giocatori del resto del mondo.

I see what you did there.

“Seriamente, cosa ci trovi in quel coniglio?”

Il comparto sonoro, tra brani ed effetti, risulta essere uno dei punti di forza di Mario + Rabbids Kingdom Battle. Il titolo risulta appagante anche visivamente, sebbene presenti degli evidenti problemi di natura tecnica: rallentamenti, cali di frame rate e addirittura brevi freeze nelle situazioni più concitate, che noterete più di frequente giocando con la console collegata al televisore. Tuttavia, secondo il mio modesto parere, ciò che urta maggiormente i sensi è l’estetica dell’interfaccia grafica: le finestre di dialogo sono davvero scarne e utilizzano un font che non è proprio dei migliori, che vanno a cozzare col look degli altri menu e, anche rispetto a questi ultimi, appaiono in qualche modo abbozzate alla bell’e meglio. A colpirmi piacevolmente, invece, sono state le animazioni di ciascuno dei personaggi e dei nemici: naturali, ben realizzate e spesso dannatamente divertenti, in grado di strappare un sorriso a chiunque.

A chi consigliamo Mario + Rabbids Kingdom Battle?

Ecco. Questo è il punto cruciale della mia analisi, una questione spinosa che vaga tra le mie sinapsi sin da quando ho messo le mani sul titolo per la prima volta. A chi intende rivolgersi Ubisoft con la creazione di questo gioco? Mario e i Rabbids sono entrambi due IP amate dai più giovani; forse i Rabbids ultimamente hanno perso un po’ di terreno in favore dei cugini gialli che spopolano al cinema, e per questo motivo l’azienda francese ha spinto affinché fossero loro ad affiancare l’idraulico di Nintendo al posto di un più cool, ma meno popolare Rayman. Quest’ultimo, così come Mario, è amato più dai fan di vecchia data e dai giocatori più navigati, probabilmente il vero target di destinazione del titolo. In fin dei conti, Kingdom Battle è un RPG tattico dalle meccaniche semplici ma originali, in grado di divertire sia i giocatori più in là con gli anni (e che non apprezzano particolarmente i Rabbids) che i bambini che invece non godrebbero appieno di una tipologia di gioco come questa, poco adatta alla loro età. Il mio consiglio è di dare una chance al titolo, anche se credete di non riuscire a gradire la presenza dei conigli di Ubi, perché merita di essere giocato, a prescindere da chi siano i suoi protagonisti.

Threesome?

  • Battaglie divertenti e appaganti
  • Colonna sonora di qualità notevole
  • Buona direzione artistica che amalgama al meglio due universi

  • Presenta alcuni problemi di natura tecnica
  • Interfacce e finestre di dialogo sottotono
  • Fasi esplorative a tratti noiose
  • I Rabbids potrebbero non piacere a tutti
Mario + Rabbids Kingdom Battle
4

Mai visti dei conigli così audaci

Mario + Rabbids Kingdom Battle non è il solito titolo giapponese che recensiamo su queste pagine, ma è certamente una svolta importante per il gaming made in Italy. Il team guidato dalla visione di Soliani è stato in grado di partorire una creatura divertente e originale, che unisce una tipologia di gioco solitamente più seria e matura a due universi e personaggi spesso più indirizzati ad un pubblico di giovanissimi. Se il sempreverde Mario è sinonimo di qualità per vecchi e nuovi appassionati di questo media, lo stesso non possiamo dire dei Rabbids di Ubisoft: dopo un folle esordio che li ha visti spopolare nell’era Wii, sono caduti un po’ nel dimenticatoio soprattutto a causa di titoli non troppo esaltanti e di una tipologia di comicità non adatta a tutti. Kingdom Battle è un po’ il riscatto dei pazzoidi a bordo della lavatrice che, grazie a un gioco apprezzabile trasversalmente da diverse generazioni di giocatori, si piazza ai primi posti fra i titoli più divertenti attualmente disponibili su Nintendo Switch.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.