The Caligula Effect: Overdose – Recensione

A due anni di distanza dall’uscita dell’originale The Caligula Effect torniamo su Mobius, rifugio digitale per anime in pena, in questo remake per Nintendo Switch e PlayStation 4. Sarà riuscito a redimersi?

The Caligula Effect: Overdose - Recensione

È appena iniziato un nuovo anno scolastico alla scuola superiore Kishimai, situata nella cittadina di Miyabi. Durante la cerimonia di presentazione degli studenti e dei loro rappresentanti però, qualcosa non quadra. Tutto, dai discorsi alle movenze, sembra fin troppo meccanico, di facciata. Quando fra adulti e studenti alcuni volti incominciano a corrompersi e a diventare poco più che pixel strapazzati, la fuga sembra l’unica opzione. Di lì a poco, farà la sua comparsa una ragazza dai capelli bianchi, vestita in modo eccentrico ed elegante: questa si presenta come μ, l’idol virtuale creatrice di Mobius, un mondo idilliaco fra il reale e il digitale, dove vengono trasportate le persone che vogliono disperatamente fuggire, per un motivo o per l’altro, dalla realtà. In The Caligula Effect: Overdose la nostra missione sarà quindi cercare di fuggire da questa prigione mentale… oppure no?

The Caligula Effect: Overdose è il remake espanso e migliorato di The Caligula Effect, titolo originariamente uscito in esclusiva per PlayStation Vita nel 2017 e risultato ai tempi essere poco più che un JRPG mediocre e legnoso con delle buone idee di fondo mal realizzate, come ai tempi facemmo notare nella nostra recensione originale. Con, alla stesura della storia, una mente come Satomi Tadashi, sceneggiatore dei primi due Persona, Aquria non poteva di certo arrendersi al primo insuccesso, ed ecco arrivare a due anni di distanza questo remake. Sarà riuscito questo titolo a risorgere dalle ceneri?

  • Titolo: The Caligula Effect: Overdose
  • Piattaforma: PlayStation 4, Nintendo Switch
  • Versione analizzata: Nintendo Switch (PAL / EU)
  • Genere: JRPG
  • Giocatori: 1
  • Software house: FuRyu, NIS America
  • Sviluppatore: Aquria
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 12 marzo 2019
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: non disponibili
  • Note: versione espansa del titolo uscito su PlayStation Vita nel 2017

Big Idol is Watching You

Chi viene trasportato nel mondo di Mobius può vivere un’eterna giovinezza come liceale, indipendentemente dalla sua età o apparenza nel mondo reale: le persone, arrivate qui a causa di un qualche trauma psicologico che li ha convinti a voler abbandonare la realtà, sono tenute costantemente sotto controllo mentale e in stato di adorazione permanente di μ, vista come una divinità che può esaudire tutti i desideri. Ad assicurarsi che nessuno voglia o riesca a fuggire da questo mondo ci sono gli Ostinato Musicians, un gruppo di studenti d’elite che sono al corrente della falsità di Mobius e a cui, novità della versione Overdose, sarà possibile unirsi per ottenere una nuova route narrativa.

Questi ultimi, tramite le canzoni di μ fatte passare costantemente in radio, altoparlanti e TV, possono costringere gli studenti ignari a trasformarsi in Digiheads, degli esseri corrotti e pixelati completamente adoranti della nostra virtuadoll, fanatici al punto di uccidere pur di proteggere l’integrità di Mobius. Ogni studente del gioco, col passare del tempo, aumenterà il suo livello di corruzione in maniera passiva e diventerà un Digihead: per potervi reinteragire sarà necessario sconfiggerlo in combattimento.

Il nostro protagonista potrà difendersi grazie al potere di Aria, l’altra idol virtuale creatrice di questa realtà alternativa e che ha deciso di ribellarsi, visto il cambio di atteggiamento di μ, e che riuscirà a sbloccare e “accordare” i forti sentimenti negativi presenti nel nostro cuore, tramite quello che viene definito il Catharsis Effect.

The Caligula Effect: Overdose - Recensione

E proprio il combattimento è una delle grandi particolarità del titolo, che utilizza un sistema ibrido che ci permetterà di selezionare e concatenare azioni usufruendo della Imaginary Chain, una visualizzazione futura più o meno approssimata delle azioni del nemico che ci permetterà di ritardare un attacco o un movimento semplicemente facendolo scorrere su una timeline simile a quella dei programmi di editing video, permettendo di posizionarsi meglio o colpire quando il nemico è fermo oppure non potrà rispondere. Questo aspetto, criticato per la sua macchinosità nella versione originale, è stato semplificato e reso molto più fluido. È più complesso a dirsi che a giocarsi, e a parte i controlli un po’ diversi dal solito, permette di generare combo davvero lunghissime una volta che il nostro party si sarà ingrandito.

Bob l’aggiustatutto e Freud entrano in un bar…

Ogni abitante di Mobius ha un problema di natura psicologica che lo affligge; starà proprio a noi aiutarlo per ottenere la sua amicizia, la possibilità di reclutarlo nel nostro party, e completare un’enorme diagramma di flusso chiamato Causality Link, che mostra la divisione degli studenti per classe, chi è amico di chi, e qual è la problematica generale che li tormenta. Per fare ciò dovremo prima conoscerli meglio in maniera forse fin troppo artificiale, e cioè parlandogli più volte e mandandogli messaggi predefiniti su WIRE, l’applicazione di messaggistica esclusiva di The Caligula Effect: Overdose che sostituisce il Gossiper del titolo precedente.

The Caligula Effect: Overdose

Questi studenti, più di 500, saranno essenzialmente le nostre fonti di quest secondarie, e scoprire il segreto dietro ai loro traumi ci permetterà di ottenere dei buff passivi, sbloccare aree nel mondo di gioco, e acquisire nuove abilità in combattimento. Potremo tirare fuori anche gli scheletri nell’armadio dei nostri compagni del Go-Home Club, l’altra fazione con cui sarà possibile lavorare, formata da studenti che vogliono fuggire da questa gabbia dorata. In generale, ogni personaggio rappresenta un po’ uno stereotipo particolare, ma con un grande segreto che cerca di reprimere, la ragione per cui è stato trasportato in questa realtà.

Come ci si aspetterebbe da un ex sceneggiatore di Persona, i temi trattati “fra le righe” sono piuttosto pesanti e maturi, e principalmente riguardano la propria identità e il conflitto freudiano fra l’Io, l’Es e il Super-Io. I mezzi con i quali si arriva allo scoprire questo, però, potrebbero davvero essere solo appannaggio dei completisti, vista la natura abbastanza ripetitiva del processo che ci permetterà di farci amici queste anime tormentate.

Sento ma non voglio vedere

L’aspetto peggiore di The Caligula Effect: Overdose, almeno su Nintendo Switch, è sicuramente il comparto tecnico decisamente insufficiente: pur utilizzando il potente e versatile Unreal Engine 4, la risoluzione interna a cui viene renderizzato il gioco è bassissima, i personaggi sono veramente poco dettagliati con espressioni praticamente indecifrabili a causa della bassa qualità dei modelli 3D, e il frame rate in alcune aree di gioco raggiunge i livelli di una presentazione in PowerPoint. Problema legato soltanto all’hardware di Nintendo, perché su PlayStation 4 invece è tutt’altra storia, con un completo supporto al Full HD 1080p e un frame rate fisso a 60 FPS.

Mobius. Un mondo idilliaco utile a far dimenticare alla gente il dolore e i problemi della realtà. In questo mondo creato da un programma vocaloide senziente, μ (Mu), la realtà e la fantasia si sono offuscate, permettendo alle persone di rivivere i loro anni di liceo in beatitudine. Eppure in questo mondo apparentemente bello e perfetto, qualcosa non va. Fuggi da questo falso paradiso con i tuoi compagni studenti e torna alla realtà in The Caligula Effect: Overdose!

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Il comparto audio invece è molto buono: ogni area ha il proprio tema unico, legato al Musician che ne detiene il controllo, in versione strumentale normalmente e cantato da μ durante i combattimenti. Alla lunga queste tracce possono diventare ripetitive, e per chi non ama il J-Pop possono sembrare persino un po’ smielate o troppo allegre in generale, ma almeno per il mio gusto personale, alcune sono già finite in un po’ di playlist. I doppiatori dei personaggi principali sono rimasti quelli del cast originale di The Caligula Effect e del suo adattamento anime, Caligula; al Go-Home Club prestano la propria voce anche alcuni volti parecchio noti, seiyuu del calibro di Rie Takahashi, doppiatrice di Megumin in Konosuba, e Yuichiro Umehara, voce di Goro in Darling in the FranXX.

A chi consigliamo The Caligula Effect: Overdose?

The Caligula Effect: Overdose è diventato un titolo in grado di reggersi sulle proprie gambe, un JRPG godibile da chi sia però già fan del genere, visti i crismi tipici come la ripetitività per ottenere un completamento del 100%, il battle system non facilmente accessibile e la storia che prende decisamente in mano il volante a discapito di tutto il resto. Purtroppo la versione Switch è molto indietro rispetto a quella PlayStation 4, e mi trovo costretto a consigliarvi quella, potendo scegliere, vista l’esperienza visiva di molto superiore. Ovviamente, vista la mancanza di una localizzazione italiana e la grandissima mole di testo, è fortemente sconsigliato a chi non mastichi abbastanza l’inglese, che finirebbe per non capire gran parte della storia.

  • Sistema di combattimento complesso e originale
  • Trama migliorata e ramificata che tratta temi maturi
  • Tantissimi contenuti per i completisti
  • Un cast di doppiatori di prim’ordine
  • Colonna sonora orecchiabile e varia, ma…

  • …Con poco appeal per chi non ama il J-Pop
  • Mancanza della localizzazione italiana
  • Le quest secondarie sono fin troppo ripetitive
  • Difficoltà davvero bassa
  • Comparto grafico e frame rate su Switch orrendi, meglio su PS4
The Caligula Effect: Overdose
3.9

La terza volta è quella buona

Vedendo le reazioni a malapena tiepide della critica che ha bocciato quasi in toto oltre che il titolo originale anche l’anime dedicato a The Caligula Effect, temevo che questa sua versione riveduta ed espansa e potesse fare la stessa fine. Fortunatamente mi sbagliavo. The Caligula Effect: Overdose ha migliorato praticamente tutti gli aspetti negativi che erano risultati problematici su Vita, riuscendo a trasformarsi in un JRPG di tutto rispetto, una più che degna cornice per l’ottima sceneggiatura di Satomi Tadashi, che in classico stile Persona va ad indagare sulla psiche umana, sulle ossessioni e sulla nostra identità in relazione agli altri. Il combattimento risulta più fluido e libero, con una maggiore flessibilità nella personalizzazione del personaggio con skill sbloccabili e potenziamenti, e i completisti avranno pane per i loro denti cercando di scoprire quale trauma ha portato più di 500 persone ad abbandonare la realtà per Mobius. Peccato purtroppo per un comparto tecnico decisamente insufficiente, con modelli dei personaggi dai volti a tratti indistinguibili, una risoluzione bassissima e un frame rate veramente ballerino che impallidiscono a confronto con la versione PlayStation 4.

Ossessionato da Le Bizzarre Avventure di JoJo e METAL GEAR, pensa che TRIGGER abbia salvato gli anime. Darebbe tutto pur di vedere un nuovo Trauma Center e il finale di Berserk; generalmente ti vuole bene, finché non gli parli di microtransazioni.

2 commenti

  1. Buongiorno, vorrei tanto sostenere il sito acquistando da amazon attraverso il vostro link, ma non rimanda alla versione PS4 ma ad una fantomatica versione psvita con immagini della copertina PS4. Non vorrei poi mi inviassero quella vecchia.

    Rispondi
    • L’ho notato anche io, è sicuramente un errore perché la copertina ha la dicitura PS4. Bisognerebbe chiamarli e chiedere spiegazioni 🙂

      Rispondi

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