My Hero Academia: Battle for All – Anteprima

My Hero Academia: Battle for All – Anteprima

My Hero Academia: Battle for All è l’ultima trovata made in BANDAI NAMCO Entertainment tratta da una delle serie fumettistiche e animate nipponiche offerte dalla rivista Shonen Jump che tanto sta coinvolgendo il pubblico in questo ultimo periodo. Atteso sui Nintendo 3DS giapponesi il prossimo 19 maggio, il titolo ha da poco ricevuto una piccola demo per mostrare agli utenti quello che sarà in grado di offrire ed è proprio grazie a quest’ultima che oggi sono in grado di proporvi questa anteprima.

Così come spesso accade nelle versioni di prova, anche nella demo di My Hero Academia: Battle for All ci verrà offerto lo stretto necessario per giocare una partita, massimo due, in modo da testare con mano le potenzialità della versione completa che, tra meno di un mese, si appresterà a sbarcare sugli scaffali giapponesi. Dal momento che anche nella sua release finale non potrà contare su un grandissimo numero di personaggi giocabili (solo 14 di cui due segreti), ne verranno offerti come prova solo due: il protagonista Izuku Midoriya (Deku) e la tizia rospo Tsuyu Asui, più due personaggi di supporto, Eraserhead e la vecchia infermiera Chiyo Shuuzenji.

Grazie agli slot personaggi non selezionabili ma comunque visibili, ci è possibile capire che tutti quelli che verranno offerti nel roster finale del gioco saranno esattamente tutti personaggi più noti e utili appartenenti alla stessa classe del protagonista, fatta eccezione per i due slot ancora misteriosi di cui uno potrebbe proprio appartenere ad All Might, facendo così calare a picco le speranze dei lettori/spettatori che hanno trovato il loro preferito in uno degli altri studenti dell’accademia… insomma, come me, che adoro Tetsutetsu Tetsutetsu. Selezionando uno dei personaggi, ci verrà anche richiesto se desideriamo cambiare costume tra i due disponibili in questa demo, vale a dire il costume da eroe vero e proprio e la tenuta di educazione fisica dell’accademia, lasciandoci però intendere, visto lo spazio della finestrella in questione, che nella versione finale le divise selezionabili saranno di più.

Ma veniamo al gameplay vero e proprio: sebbene la grafica sia veramente di buona fattura e pertinente alla serie da cui è tratto e sebbene le musiche si presentino come enfatizzanti e piene di grinta (degne di un gioco che ha come fulcro principale le botte ignoranti), c’è da dire che come giocabilità crolla abbastanza sotto le aspettative. Oltre alla lentezza nei movimenti dei personaggi e nell’esecuzione degli attacchi, il parco mosse è scarno e poco degno di nota; con Y eseguiremo gran parte del carnet di combinazioni di cui i personaggi sono dotati, che consisteranno in giusto tre attacchi e tanti saluti, mentre con X eseguiremo attacchi più forti, che si basano principalmente sul Quirk individuale di ciascun personaggio. Oltre ai tasti di salto e schivata affidati a B e A, i dorsali saranno adibiti uno alla guardia e l’altro, combinato con Y, X o A, darà vita alle mosse speciali di cui ogni combattente è munito. Anche questi saranno in ordine di potenza, vale a dire che con L+A eseguiremo un attacco speciale abbastanza semplice, con L+X uno più potente ed eseguibile solo quando la barra di energia avrà almeno uno dei tre livelli pieni, nonché l’immancabile finisher, eseguibile premendo L+A solamente quando la barra di energia avrà riempito tutti e tre i livelli e si troverà al massimo.

Per quanto riguarda i personaggi di supporto riportati in precedenza, sarà possibile attivarli premendo destra o sinistra sulla croce direzionale della console, e quello che saranno in grado di fare sarà una semplice azione a seconda delle abilità di colui o colei che abbiamo scelto. Ovviamente, una volta utilizzati, sarà necessario attendere un breve lasso di tempo affinché questi tornino nuovamente disponibili per esser richiamati.

Un altro dei fattori discutibili del gioco viene proprio da una delle feature della console, vale a dire quello che saremo in grado di fare grazie al touchscreen inferiore. Adornato con svariate grafiche che cambieranno a seconda del personaggio usato, lo schermo inferiore richiederà ai giocatori una continua interazione: in parole povere, toccandolo ripetutamente fin quando avremo energia in corpo e quando l’apposita “icona” lascerà intendere ai giocatori che sarà piena, potremo approfittare di un boost momentaneo per il nostro personaggio… ma veramente momentaneo. Il problema principale però sarà sostanzialmente uno: se io con una mano muovo il personaggio sul campo di battaglia e con l’altra attacco, salto, scatto e mi difendo, come stracazzo lo premo ripetutamente lo schermo inferiore? Sinceramente ho provato a testate, ma sfortunatamente si presenta sempre il classico problema della tecnologia moderna, vale a dire che lo schermo non le riconosce come “tocco” e quindi niente di fatto.

In conclusione

My Hero Academia: Battle for All è il classico titolo destinato esclusivamente ai fan della serie da cui è tratto, che non osa più di tanto e non si vuole ergere al si sopra di niente e nessuno, ma mira semplicemente a intrattenere eventuali giocatori occasionali che, magari, apprezzano qualcosa di tremendamente semplice a tempo perso giusto perché riprende temi e personaggi della serie che adorano. Sebbene conosca la saga in questione e la apprezzi (anche se non eccessivamente), difficilmente mi viene voglia di recuperare un titolo dalla semplicità eccessiva e dalla velocità discutibile, visto e considerato che, per l’appunto, non è neanche la mia serie preferita. Peccato, perché visto i combattimenti frenetici e i poteri unici dei personaggi, si sarebbe potuto creare un titolo dal gameplay più approfondito e apprezzabile anche senza renderlo estremamente complesso e accessibile solo ai giocatori più avanzati. Insomma, tra i titoli troppo facili e quelli schifosamente difficili, è sempre bene ricordare agli sviluppatori che esistono anche le vie di mezzo.

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.