Naoki Yoshida: i giapponesi non amano il termine “JRPG”

Il producer di FINAL FANTASY XVI fa chiarezza su una questione che affonda le radici in qualche decennio fa

Naoki Yoshida: i giapponesi non amano il termine “JRPG”

Naoki Yoshida, producer di FINAL FANTASY XIV Online e FINAL FANTASY XVI meglio conosciuto come Yoshi-P, ha rilasciato numerose interviste nell’ambito della prova alle testate di settore dell’ultimo e attesissimo titolo di SQUARE ENIX.

Secondo quanto dichiarato da Yoshida in una di queste, il termine “JRPG” ampiamente utilizzato in Occidente è sempre stato avvertito come discriminatorio da parte dei giapponesi. “Non era certo un complimento per gran parte degli sviluppatori in Giappone” secondo Yoshi-P.

Con l’ingresso del termine JRPG nel vocabolario di uso comune dei giocatori, alcuni developer del Sol Levante si sono sentiti in un certo senso come presi in giro per creare questo genere di giochi. È come se i gamer occidentali stessero “compartimentalizzando ciò che stavamo creando in una scatola chiamata JRPG”.

Tutto ciò che viene classificato come JRPG sarebbe in realtà semplicemente “RPG” per i media giapponesi ed è così che dovrebbe essere anche nel resto del mondo. Yoshida è al corrente del fatto che oggi il termine “JRPG” venga utilizzato non come dispregiativo, ma con connotazioni positive, tuttavia gli sviluppatori giapponesi ricordano ancora i tempi in cui veniva usato con accezione negativa, per sminuire, in un certo senso, il loro lavoro. Yoshida stesso ha dato l’impressione di non amare particolarmente questa classificazione.

È per questa ragione che abbiamo deciso che, da questo giorno in avanti, su Akiba Gamers eviteremo di utilizzare il termine “JRPG” in favore di un più corretto RPG.

Fonte: Naoki Yoshida via PC Gamer

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.

3 commenti

  1. Non lo so, la notizia mi lascia con sentimenti contrastanti.

    Capisco il discorso generale, ma non so se effettivamente la faccenda debba essere affrontata in questi termini.
    Mi spiego: che il *modo* di fare RPG in occidente e in oriente sia differente, è un dato di fatto: gli ingredienti sono simili, ma il sapore è profondamente diverso (ed è pure la ragione per la quale gli RPG giapponesi ci piacciono così tanto).

    A me pare una questione un po’ di lana caprina: restando nell’ambito culinario, è come se uno si offendesse perché la cucina che facciamo qui viene chiamata, all’estero, “italiana”. Ma anche questo è un dato di fatto! E’ ovvio che potrebbe essere chiamata semplicemente “cucina”, ma se mi dici “cucina italiana” io personalmente non mi sento compartimentalizzato.

    E poi, per finire: ok, niente JRPG? Ma che facciamo allora col JPOP?

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    • Capisco il tuo punto di vista. Tuttavia, la cucina giapponese non viene chiamata J-Kitchen o J-Cuisine, è questo che trovano offensivo. Loro la chiamano semplicemente “Nihon no ryōri” ovvero “cucina giapponese”. Penso che il sentimento che provano abbia radici molto profonde: https://en.wikipedia.org/wiki/Jap

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      • Capisco, posta in questi termini è proprio tutta un’altra questione, e il tutto acquisisce MOLTO più senso.

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