Story of Seasons – Recensione

Story of Seasons – Recensione

story-of-seasons-recensione-boxartUn ragazzo, tanto giovane quanto inesperto della vita, era da diverso tempo oppresso dalla noia, dall’insoddisfazione e dalla mancanza di nuovi stimoli. Tutto rimase invariato fino a che, un giorno, una notizia non arrivò alle sue orecchie, facendogli brillare gli occhi per l’opportunità che la fortuna gli stava concedendo: Querciallegra, uno sperduto paese sulle montagne, stava cercando un nuovo contadino in grado di dare una scossa al commercio e alla vita dei suoi abitanti. Con ancora il sorriso stampato sulle labbra, il ragazzo partì verso quell’allegro paesino che, a breve, lo avrebbe accolto tra le sue braccia, facendogli realizzare il suo sogno di diventare un contadino ed avere un diretto contatto con la cosa che più amava: la natura.

Story of Seasons, titolo nato dall’ormai nota Marvelous Entertainment, è un gioco tanto affascinante quanto, a volte, davvero controverso. Prima di addentrarci nella discussione del gioco vero e proprio, vogliamo sottolineare il fatto che questo nuovissimo Story of Seasons è, a tutti gli effetti, un titolo facente parte della saga Harvest Moon che, sicuramente, molti di quelli che ora stanno leggendo questa recensione conosceranno. La nota collezione di titoli appartenenti a questo brand, sono stati sviluppati ed ideati da Marvelous! e distribuiti in occidente da Natsume Inc. a cui, tutt’ora, appartengono i diritti del nome della saga. Se vi foste chiesti il motivo per cui questo Story of Seasons abbia un titolo così tanto diverso rispetto a quello dello storico brand a cui appartiene, sappiate che la risposta riguarda la scelta delle due software house di separare le loro strade, intraprendendo scelte e stili diversi per un gioco che, fondamentalmente, è lo stesso. Infatti, Natsume, a giugno di quest’anno, ha pubblicato in Europa Harvest Moon: The Lost Valley, il primo titolo di questo brand su cui manca il tocco e la magia dei classici giochi Marvelous. E non parlo di seni o situazioni piccanti, sia chiaro, bensì del feeling, della fruibilità e dell’atmosfera che i giochi della software house nipponica riescono a trasmettere al giocatore. In seguito a questi eventi, Marvelous ha deciso di intraprendere la sua strada, producendo questo Story of Seasons che, sebbene abbia moltissimi difetti, riesce a far percepire il tocco della madre che ha dato vita a questa saga.

  • Titolo: Story of Seasons
  • Piattaforma: Nintendo 3DS
  • Genere: Simulazione
  • Giocatori: 1-4 (multiplayer online)
  • Software house: Nintendo, Marvelous!
  • Sviluppatore: Marvelous!
  • Lingua: Italiano (testi)
  • Data di uscita: 31 dicembre 2015
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: non annunciati
  • Note: noto in Giappone come Bokujō Monogatari: Tsunagaru Shin Tenchi, è il primo gioco della saga a non prendere il nome di Harvest Moon in occidente

In conclusione di questa lunga premessa, voglio precisare che non ho mai giocato alcun titolo della serie appena discussa, ma mi sono approcciato ad essa per la prima volta con questo nuovissimo gioco. Ma ora basta discutere del passato: cominciamo piuttosto a concentrarci sul presente e a vedere cosa questo Story of Seasons ha da offrire.

Il ragazzo col cappello di paglia

Quando metteremo piede sulle strade del tranquillo paesino di montagna Querciallegra, verremo accolti da una giovane donna, chiamata Veronica, che ci darà un caloroso benvenuto e ci introdurrà alle meccaniche di gioco. Dopo aver camminato insieme per diverso tempo, illustrandoci gran parte degli scenari che caratterizzano il gioco, Veronica ci accompagnerà a casa dell’anziana Eda, la quale si offrirà di ospitarci fino a che la nostra fattoria non sarà pronta ad accoglierci. Nel periodo in cui sosteremo a casa della saggia signora, verremo introdotti al tutorial del gioco che si occuperà di insegnarci quelle che sono le meccaniche base per proseguire nel titolo. Il periodo di addestramento durerà circa una settimana, durante la quale potremo imparare a coltivare, a gestire il raccolto, a mungere le mucche, a pescare e a svolgere tante altre attività che sicuramente quelli che hanno già giocato un Harvest Moon conosceranno. Ogni giorno, l’anziana Eda ricompenserà il nostro lavoro con ben 500 monete d’oro, tramite le quali, una volta concluso il tutorial, potremo fare i nostri primi acquisti. Oltre a ciò, la nostra tutrice si occuperà di fornirci gli oggetti primari da utilizzare per il nostro futuro impiego come contadino, donandoci quindi la nostra prima zappa, l’annaffiatoio, l’ascia, il martello e altri strumenti molto utili. Non appena la nostra fattoria sarà pronta, verremo chiamati dalla giovane Veronica per trasferirci nel nostro futuro luogo di lavoro che, fondamentalmente, si trova esattamente di fianco alla fattoria di Eda. All’inizio non avremo altro che una vecchia baracca, ma in seguito alle nostre attività e all’aiuto che daremo ai cittadini di Querciallegra, potremo espandere la nostra abitazione, costruire stalle, pollai ed incominciare a coltivare cose più complesse rispetto alle iniziali rape. Il titolo ruota intorno al fatto che, ultimamente, il mercato del paesino di montagna è parecchio povero di offerenti e richieste, motivo per cui la gilda del paese ha richiesto la presenza di un nuovo contadino sperando che questi avrebbe potuto portare una ventata di aria fresca al commercio, nonché a Querciallegra come cittadina. Da qui in poi ci dovremo occupare di varie faccende come la vendita dei prodotti, del nostro rapporto con gli altri abitanti del paese ma soprattutto coltivare quante più tipologie di piantagioni possibile.

Dal punto di vista della trama il gioco è abbastanza statico e se siete alla ricerca di un titolo che sia in grado di deliziarvi con la sua storia sicuramente Story of Seasons non è quello che vi consigliamo. Dal canto suo, però, il titolo offre decine di ore di gioco grazie al suo gameplay che, potenzialmente, è infinito e l’unica cosa che potrebbe inficiare su di esso, e far sì che vi stufiate, è la noia che a lungo andare potrebbe provocarvi. Tuttavia, se siete amanti dei farming simulator, sicuramente Story of Seasons potrà darvi qualche soddistazione, sia grazie alla sua meccanica di fondo che sta alla base di tutto il gioco, cioè la coltivazione, sia per la moltitudine di attività che sarà possibile svolgere all’interno del titolo. Sicuramente questo Bokujō Monogatari è un gioco molto vasto, e non mi riferisco al profilo legato al mondo di cui esploreremo le zone, bensì alla quantità di cose da fare che il titolo ci propone. Peccato però che ci siano diverse pecche sotto altri aspetti che, a breve, analizzaremo.

Pianta, raccogli, vendi e spendi

Dal punto di vista del gameplay tutti coloro che hanno già avuto la possibilità di giocare un Harvest Moon potranno benissimo prevedere di che cosa andremo a discutere nelle righe a seguire. Fondamentalmente, ci dovremo concentrare sulla coltivazione e sulla vendita dei nostri prodotti. Tuttavia queste attività non dovranno essere svolte senza ragionare, bensì con cognizione di causa poiché, a seconda delle scelte che faremo, potremo arricchirci più facilmente oppure ritrovarci senza nemmeno una moneta d’oro. Il gameplay è legato a quella che, a Querciallegra, è chiamata “La Piazza del Mercato” all’interno della quale potremo entrare in contatto con persone provenienti da altri paesi e tramite cui potremo vendere i nostri raccolti. A seconda del periodo, i mercanti potrebbero richiederci particolari oggetti che, se venduti, ci faranno fruttare non poche monete d’oro. Il tutto è legato alla stagione in cui ci troveremo; difatti il titolo è suddiviso in quattro stagioni da un mese l’una che, messe insieme, compongono l’anno all’interno del gioco. Di conseguenza ci saranno prodotti che verranno richiesti in un particolare periodo dell’anno e da un determinato paese, e altri che invece ci verranno domandati in altre occasioni. Tuttavia dovremo sempre scegliere la merce da vendere e il momento in cui farlo con cognizione di causa poiché non sempre i mercanti raggiungeranno Querciallegra e in queste occasioni rimarremo per diversi giorni senza avere la possibilità di vendere nulla e, di conseguenza, non potremo ottenere ulteriore denaro per spenderlo in altre risorse.

Le scelte sono fondamentali in questo titolo e ci ritroveremo ben più di una volta a ragionare se e quando vendere un prodotto. Tuttavia, però, il gioco non è totalmente incentrato sulla coltivazione e sulla produzioni di beni; potremo infatti divertirci anche con altre attività quali la pesca, la cucina, la raccolta degli insetti e la ricerca di risorse rare. Da questo punto di vista, non sono stati pochi i momenti in cui ho notato degli stretti punti di contatto tra Story of Seasons e Animal Crossing prodotto da Nintendo. Infatti, molte attività, dettagli grafici e caratteristiche di gameplay mi riportano alla mente il gioco del Sol Levante che, con i suoi ultimo capitoli “New Leaf” e “Happy Home Designer”, ha fatto molto parlare di sé. Forse alcuni richiami sono troppi e troppo accentuati, facendo pensare a coloro che si approcciano per la prima volta a questo brand che il titolo in realtà non sia che una mera copia di uno dei giochi di punta di Nintendo. Tuttavia, giocandoci abbastanza a lungo, si evince che in realtà il gioco ha una sua identità vera e propria, sebbene comunque i richiami ci siano, ma ciò non influisce negativamente sul gameplay o sul titolo in generale, bensì sui pensieri del giocatore che, a volte, potrebbero spingersi dove Marvelous! non vorrebbe. Oltre ai richiami appena citati, ho notato più volte contatti con un altro titolo prodotto da Marvelous! ossia Rune Factory 4. Fondamentalmente considero il titolo una fusione imperfetta di questi due grandi giochi, prendendo dal titolo Nintendo quanto detto in precedenza mentre, da questo Bokujō Monogatari: Tsunagaru Shin Tenchi che ho fra le mani, caratteristiche quali la vivacità degli abitanti del mondo di gioco, il modo in cui ci possiamo relazionarci con loro, ma soprattutto il feeling del gameplay, davvero immediato e intuitivo. Da questo punto di vista, e quindi sulla fruibilità del gioco, Marvelous! ha fatto davvero un gran lavoro; peccato che, invece, dal punto di vista tecnico il gioco faccia acqua da quasi tutte le parti.

Coltivare insieme? No grazie, vado da solo

Dal punto di vista grafico il gioco offre un’estetica discreta ma niente di più. Marvelous! ci ha abituato a ben altro sotto questo aspetto: pensiamo a SENRAN KAGURA Burst e Deep Crimson oppure al sopracitato Rune Factory 4. Invece, con questo Story of Seasons sembrano essere stati fatti diversi passi indietro poiché ci ritroveremo più volte a osservare paesaggi monocromatici, senza nemmeno una piccola sfumatura di colore, oppure a vedere texture poste male e di bassa qualità. Purtroppo i problemi non ci sono solo per quanto riguarda l’aspetto grafico ma anche per quanto concerne le animazioni, dalla realizzazione discutibile, e il frame rate: non saranno pochi i casi in cui i fotogrammi crolleranno a dismisura, facendoci notare a occhio nudo la differenza di fluidità e inficiando non poco sulla godibilità del gioco. Ci sono zone, infatti, in cui i fotogrammi sono molti stabili, permettendo al giocatore di spostarsi piacevolmente attraverso l’ambientazione; tuttavia, in molte altre, il calo di frame rate sarà continuo e molto significativo. Il problema non si presenta solo per quanto riguarda le singole zone di gioco ma anche per quanto concerne le attività che potremo svolgere, alcune delle quali faranno scendere di non poco i fotogrammi a schermo. Quindi, possiamo concludere che Marvelous!, dal punto di vista tecnico, non ha fatto un buon lavoro con questo titolo, specie se poi andiamo a considerare il multiplayer che il gioco ha da offrire, davvero molto limitato e poco cooperativo. Una menzione va fatta anche alla colonna sonora, probabilmente una delle peggiori mai create dalla software house nipponica. Fondamentalmente, il gioco si suddivide in giornate piovose e serene: quando pioverà il background sonoro mancherà totalmente, quando invece ci sarà il sole a illuminare i nostri raccolti, avremo un’unica soundtrack che si ripeterà all’infinito fino al termine della giornata. In conclusione, Story of Seasons porta con sé una gran quantità di attività da svolgere, che vengono disturbate e rese fastidiose dalla mancanza di ottimizzazione e di cura sotto il profilo tecnico, motivo per cui, concentrandoci su questo punto di vista, non possiamo che considerare il gioco bocciato.

A chi consigliamo Story of Seasons?

Mi sento di consigliare il titolo solo a coloro che hanno provato e sono riusciti a godere degli Harvest Moon o magari a quelli a cui piacciono i farming simulator. A lungo andare il gioco diventa noioso e ripetitivo, e sinceramente la mancanza di un solito lato tecnico mi porta ancor di più a sconsigliarlo a quei giocatori che si avvicinano a questo brand per la prima volta. Se cercate un gioco in cui ci siano tante cose da fare, Story of Seasons è quello che fa per voi a patto, però, che siate disposti a superare queste pecche tecniche davvero gravose. Se siete invece giocatori ormai abituati alla bellezza estetica, alla fluidità e al modus operandi che caratterizzano tutti i giochi targati Nintendo, vi sconsigliamo vivamente l’acquisto. Possiamo augurarci che Marvelous! rilasci qualche patch per risolvere i problemi che affliggono il titolo, che in realtà non sono molti ma sono parecchio gravosi sulla stabilità generale e sul feeling del giocatore. Consigliare o meno questo titolo diventa parecchio complicato poiché i problemi ci sono e sono anche importanti, bisogna quindi vedere se siete disposti a chiudere un occhio pur di giocarlo.

  • Molte attività da svolgere
  • Un buon simulatore di farming
  • Il mondo di gioco è vivo e pieno di dettagli incredibili

  • Storia davvero inconcludente
  • Il frame rate è davvero fastidioso
  • Animazioni improponibili
  • Multiplayer poco significativo
Story of Seasons
3.2

Un paradiso bucolico alla mercé di scelte poco azzeccate

Story of Seasons è un titolo su cui, probabilmente, le dinamiche commerciali hanno contribuito non poco alla poca ottimizzazione. Da lungo tempo ero in attesa di provare questo titolo e, per qualcuno che ha pazientato per diversi mesi in attesa di giocarlo, ritrovarsi ad avere fra le mani un prodotto di questo tipo non può che lasciare quell’amaro in bocca che ormai, in questo periodo, molti dei videogiochi sviluppati e lanciati sul mercato lasciano. Più che il titolo in sé, ciò che mi stupisce è come Marvelous! si è comportata nei suoi confronti. Si sa, la casa produttrice nipponica non è nota per la sua bravura nell’ottimizzazione dei giochi, vedasi il recente Corpse Party: Blood Drive, dove anche lì vi sono ripetuti cali di frame rate e piccoli problemi tecnici. Ma perché, quindi, considerare Story of Seasons bocciato mentre Corpse Party no? Per il semplice fatto che il primo, che sarà disponibile dal 31 dicembre, tende ad annoiare, e non c’è peggior cosa per un videogioco che annoiare la persona che lo ha tra le mani. Personalmente adoro Marvelous! come software house, sia per i suoi giochi, sia per come lavora, e dopo aver visto il profilo tecnico di questo Story of Seasons non posso che rimanere deluso dalle scelte della casa produttrice giapponese. Tuttavia sono pressoché sicuro che coloro che amano gli Harvest Moon non risentiranno troppo dei problemi discussi in questa recensione, e spero in cuor mio che venga presto rilasciata una patch in grado di risolvere almeno i difetti più importanti e che possono andare a infastidire non poco il giocatore nella sua esperienza.

Videogiocatore da molto, forse troppo tempo. Amante di tutto ciò che è giapponese, compresi i JRPG e il sushi... Soprattutto il sushi.