Hokuto ga Gotoku – La nostra prova

Hokuto ga Gotoku

La demo rilasciata sul PlayStation Store giapponese ci permette di avere un assaggio di uno dei progetti più attesi di questo 2018: Yakuza incontra Kenshiro nell’entusiasmante Hokuto ga Gotoku

Siamo alla fine del ventesimo secolo. Il mondo intero è sconvolto dalle esplosioni atomiche. Sono circa le diciannove, ho pressappoco dieci anni e mi ritrovo nel millenovecentonovanta-X. Quanti pre-serata ho passato davanti al televisore in compagnia di Ken, strappandomi (finte) magliette e tatuandomi, con mezzi di fortuna, la costellazione di Hokuto sul mio glabro e giovane petto? Nonostante le teste esplose, le centinaia di mazzate giornaliere e la violenza sui poveri civili a opera dei più eccentrici dei balordi, son venuto su che è una bellezza. Eeeh, cari miei, non ne fanno più di cartoni così al giorno d’oggi, mi vien da dire come fossi un pensionato ultracentenario. Ho da poco superato la trentina e sono immensamente grato a SEGA e Ryū ga Gotoku Studio per avermi concesso di sentirmi ancora una volta negli apocalittici anni ’90 di Tetsuo Hara e Buronson, all’interno di una delle opere che ha formato il mio carattere e i miei ideali.

Sin dal giorno del suo annuncio ho bramato tutti i giorni di provare con mano questo attesissimo connubio fra Hokuto no Ken e il mio amatissimo Yakuza e finalmente, grazie alla versione di prova rilasciata sul PlayStation Store nipponico, ho potuto constatare con le mie orecchie quanto Takaya Kuroda svolgesse dannatamente bene il suo lavoro prestando la voce ad un personaggio iconico per le masse come Kenshiro.

Like a North Star

Pur sfruttando un motore grafico ormai datato, quello costruito per Ryū ga Gotoku Ishin! e ammirato in occidente su Yakuza 0 e Yakuza Kiwami — quindi con ben quattro anni di sporco lavoro sulle spalle — Hokuto ga Gotoku appare più vivo che mai, pur non raggiungendo i livelli di fotorealismo del Dragon Engine di Yakuza 6: The Song of Life.

Nonostante a volte appaia azzardata e poco al passo coi tempi (specie paragonando questo gioco all’appena citato Yakuza 6) la scelta di adottare lo stile cel-shaded è più che mai azzeccata per richiamare il tratto del manga originale. Il passaggio tra china e modelli poligonali, oltre che dalle pagine del fumetto allo schermo del nostro HDTV, avverrà ogni qual volta verranno introdotti nuovi personaggi, sequenze davvero piacevoli visivamente specialmente per chi, come me, apprezza i fumetti anni ’80.

La versione di prova di Hokuto ga Gotoku è divisa in due parti: la prima, e secondo me più evocativa per chi ama l’opera originale, ci mette di fronte a una sequenza di stanze stracolme di nemici che ci porteranno ad affrontare il boss di fine livello. Parliamo dell’uomo che ha ficcato cinque dita in corpo al successore della Divina Scuola riuscendo a fare sette buchi, il biondissimo Fabio Lanzoni Shin, altresì colpevole di aver sottratto a Kenshiro l’amata Yuria. All’interno di questa parte della demo, oltre a godere come porcospini, impareremo le basi del combattimento, idealmente simile a quello di Yakuza, ma all’atto pratico piuttosto diversificato e adattato perfettamente al contesto.

Omae wa mou…

Col tasto quadrato potremo assestare velocissimi pugni che potranno culminare nell’iconico uata-ta-ta-ta-tà, mentre col triangolo potremo sferrare calci più secchi e potenti, utili a chiudere le combo e allontanare i nemici più fastidiosi. Il tasto X, come in Yakuza, sarà affidato alla schivata, mentre al cerchio saranno assegnate le tecniche speciali della divina scuola di Hokuto. Su questo ultimo punto c’è da soffermarsi in maniera particolare, dato che rappresenta uno dei divertimenti maggiori all’interno di questa demo (e speriamo ancor di più nel gioco completo): una volta stordito il nemico e ottenuto il “via libera” dall’apposita icona a schermo, potremo avviare una breve sequenza quick time event che culminerà in una delle spettacolari tecniche che all’interno di questo spin-off sostituiscono le Heat Action di Ryū ga Gotoku. A seconda del nemico preso di mira, o dalla situazione creatasi intorno a Ken, assisteremo a una delle tante esplosive “finisher” realizzate proprio come se ci trovassimo davanti alla serie animata, con tanto di nome della tecnica e commento finale dell’esecutore. Infine, quando l’apposita barra si riempirà in seguito a mazzate e uccisioni, potremo scatenare l’incredibile potenza di un Ken senza maglietta premendo R2 ed entrando in una sorta di modalità enrage, che potenzierà le nostre statistiche per un breve periodo di tempo e ci farà sentire incredibilmente boriosi. Infine, come accade in Yakuza 0 e Kiwami, tramite la croce direzionale potremo scegliere uno stile di combattimento alternativo a quello di default (rappresentato dalla piccola Lynn): nella demo possiamo sfruttare l’icona di Toki per liberarci dei nemici circostanti con un solo tocco, nonché quella del punk per sfoderare un lanciafiamme e torturare i poveri malcapitati (come se già l’arte di Hokuto non bastasse). Sono davvero curioso di sapere cosa ci attende nella versione completa sotto questo punto di vista.

Come già menzionato, questo corridoio costellato di punk terminerà con un’enfatizzante cutscene e con lo scontro finale con Shin, doppiato in esclusiva da Nazuhiro Nakaya, voce di Akira Nishikiyama nella serie di Yakuza, che al suo interno richiamerà alcune delle sequenze più iconiche dell’opera originale, in grado di far palpitare il cuore di ogni appassionato che si rispetti.

…Shindeiru

La seconda parte della demo, invece, servirà a darci un (blando) assaggio dell’Eden, l’ambientazione principale che, come nel caso di Kamurocho e gli altri quartieri di Yakuza, fungerà da centro nevralgico per tutte le attività principali e collaterali messe a disposizione dal titolo. Nella versione completa di Hokuto ga Gotoku infatti, oltre a picchiare i soliti manigoldi tra i vicoli di questi sobborghi di fortuna, potremo perdere tempo con uno degli innumerevoli mini-giochi, nonché con decine e decine di sub-mission, più o meno serie. Purtroppo nella demo non potremo avere un saggio delle abilità di Ken nelle vesti di bartender, in quelle di gestore del cabaret club o di insolito medico che fa utilizzo delle arti curative della Divina Scuola. In questa versione di prova, purtroppo, non potremo far altro che girare per i vicoli e portare a termine un’unica missione che vedrà coinvolti il fastidiosissimo Burt e un’automobile da riparare. Per questo motivo non mi sento ancora in grado di giudicare le sezioni cittadine di Hokuto ga Gotoku in un lato o nell’altro: le attività collaterali sono un fulcro di questa serie di giochi e questo spin-off che coinvolge il setting del manga non fa eccezione. Al momento l’Eden in sé mi sembra piuttosto piccolo e poco interessante, e ritrovarci a girovagare senza uno scopo ben preciso, con l’unica distrazione di poter pestare cattivoni più o meno grossi, annoia presto. La mia unica unica preghiera, giunti a questo punto, è che la versione completa del gioco risulti parecchio più coinvolgente.

Fortunatamente all’interno della demo potremo saggiare un altro aspetto del gameplay: una volta riparata l’automobile oggetto dell’unica missione presente al momento, potremo parlare con Burt e decidere di affrontare una sfida su un circuito contro veicoli nemici, oppure uscire liberamente nel deserto ed esplorare la vastità del mondo esterno, anche qui affrontando orde di nemici (a mani nude, ovviamente), scegliendo una traccia dalla nostra radio di bordo (fra cui musiche provenienti da giochi targati SEGA come Super Monkey Ball e Binary Domain) e prestando attenzione al livello di carburante e di salute della vettura.

Chi da quest’incubo nero ci risveglierà?

Manca poco più di una settimana al lancio giapponese di Hokuto ga Gotoku. Sebbene SEGA non abbia ancora assicurato noi occidentali circa l’arrivo del gioco dalle nostre parti, l’ultima fatica dello Yakuza Studio è uno dei titoli più attesi di questa prima metà del 2018 e molti di noi, me compreso, provvederanno a importarlo senza ritegno. L’unico ostacolo per la maggior parte dei fan di Kenshiro sarà l’ostico idioma con cui avremo a che fare: purtroppo il giapponese sarà l’unica lingua in cui sarà possibile giocare allo Yakuza a tema Ken il Guerriero, almeno per quest’anno, a meno che l’azienda del porcospino blu non decida di rilasciarne una versione in lingua inglese per il territorio asiatico nei mesi immediatamente successivi al lancio, come sempre più spesso accade per i titoli in uscita in Giappone. Mi auguro di divertirmi come accade tuttora con ogni capitolo della serie diretta da Nagoshi, con un pizzico di nostalgico amore in più, in quanto fan di una delle serie animate giapponesi che hanno fatto la storia. Auguriamoci solo di non rimanere delusi.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.