Touhou Kobuto V: Burst Battle – Recensione

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare: Reimu, Remilia e compagne picchiano duro su console Sony e Nintendo con Touhou Kobuto V: Burst Battle!

Touhou Kobuto V: Burst Battle - Recensione

Touhou Kobuto V: Burst Battle - RecensioneReimu Hakurei, sacerdotessa del Santuario Hakurei di Gensokyo, si ritrova, come suo solito, a sperare in una qualche donazione da parte dei credenti, ma ultimamente la cosa succede sempre più di rado e la nostra eroina non ne comprende la ragione. Insospettita da ciò, durante un suo casualissimo origliare, la protagonista scopre che qualcuno si sta spacciando per lei  e attacca indiscriminatamente gli umani per conto delle forze dell’oscurità della Scarlet Devil Mansion. Essendo ormai abituata agli scherzi di cattivo gusto della vampira a capo della magione, Remilia Scarlet, Reimu decide di dirigersi dalla sua vecchia amica e andare fino in fondo alla faccenda a colpi di danmaku per il bene delle sue donazioni, perché si sa: il denaro viene prima di tutto.

La serie di Touhou è vastissima, conta decine di giochi tra serie principale e spin-off, passando da sparatutto a RPG (e persino un giochi di calcio) e dal PC è giunta a sbarcare sulle console più disparate. Il titolo di cui vi parlerò è un picchiaduro tridimensionale, uscito per PlayStation 4, PS Vita, PlayStation VR e Nintendo Switch, ed è il remake del vecchio Touhou Kobuto per Windows, uscito solo in Giappone. Questa nuova versione sarà in grado di saziare la fame dei giocatori nostrani?

  • Titolo: Touhou Kobuto V: Burst Battle
  • Piattaforma: PlayStation 4, PlayStation Vita, Nintendo Switch
  • Genere: Fighting Game
  • Giocatori: 1-2
  • Software house: NIS America
  • Sviluppatore: CUBETYPE
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 13 ottobre 2017
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: storia, personaggi, livelli e soundtrack aggiuntive
  • Note: remake del titolo uscito originariamente su PC

Essendo appassionato di giochi di nicchia, prima o poi mi sarebbe toccato giocare un titolo della serie Touhou Project. Per poter recensire questo gioco mi sono preparato tra ricerche su personaggi, trama e vari elementi caratteristici, e posso tranquillamente affermare che si è trattato di amore a prima vista. Fortunatamente sono un grande appassionato di picchiaduro e ciò mi ha permesso di essere molto oggettivo a riguardo.

V per Vacillante

Kobuto V: Burst Battle si presenta con un menu iniziale molto caratteristico, leggete il tutto con sarcasmo, con testi ancora in giapponese che, spesso e volentieri sbucano al di fuori delle caselle di testo. Fortunatamente si salvano appena i nomi delle varie modalità, anche qui un pizzico di sarcasmo non guasta, perché oltre alle solite Story mode, Arcade, Score Attack, Options e VS Com è presente un’inquietantissima VS Human che rappresenterebbe la modalità per due giocatori, perché “VS Player” risultava troppo poco umano. Avventurandoci nello Story mode saremo costretti a usare i personaggi cardine della storia, ovvero Reimu, la triste sacerdotessa infamata, Marisa, la strega che non ha niente di meglio da fare che impicciarsi delle questioni altrui, e Remilia, la vampira che combina solo guai perché ha voglia di giocare. Dopo aver seguito le loro vicende saremo in grado di selezionare anche tutti gli altri personaggi giocabili e vivere la storia dal loro punto di vista, che nella maggior parte dei casi non arricchisce le precedenti avventure, anzi si distanziano totalmente.

Perché complicarsi la vita?

La schermata di battaglia è molto semplice: ci troveremo infatti una barra dell’energia, una per l’affaticamento chiamata Action e una per le mosse speciali chiamata Charge, oltre ad altre tre barre senza nome dedicate ai colpi danmaku (proiettili e raggi laser dalla forma particolare). Il picchiaduro in sé ha davvero solo l’essenziale e i comandi si limitano a tasti per attaccare, saltare, scattare o difendersi. In maniera analoga a quanto accade in POKKÉN TOURNAMENT, o nello stesso Touhou Genso Rondo: Bullet Ballet uscito lo scorso anno, lo stile di combattimento della nostra eroina cambierà in base alla vicinanza con l’avversario: quando ci si trova distanti dal nemico il personaggio attaccherà semplicemente con colpi danmaku, mentre una volta vicino ci si può avventare con attacchi fisici, ma purtroppo non esiste alcun genere di combo, consentendoci di sferrare unicamente un attacco diretto.

Utilizzando il tasto di guardia o di scatto sarà possibile variare gli attacchi così da poter soggiogare anche i nemici più potenti con un numero immane di proiettili. Infine, le mosse speciali sono semplici da utilizzare e molto devastanti: basterà premere tutti e tre i tasti danmaku quando le barre Action e Charge saranno al massimo per dare vita ad un attacco di proporzioni bibliche. Nel caso ve lo chiedeste, per caricare la barra Action basterà rimanere immobili o muoversi senza eseguire scatti di alcuni tipo, mentre per caricare la barra Charge bisognerà semplicemente utilizzare colpi a raffica, anche senza mirare al nemico, o raccogliendo dei punti ottenibili facendo scontrare due colpi danmaku.

Danmaku per tutti gusti… O quasi

Il roster dei personaggi è misero e conta semplicemente dieci ragazze (di cui una disponibile unicamente come DLC) che hanno, bene o male, lo stesso pattern di mosse e sono estremamente sbilanciate. Basti pensare che una semplice Marisa con un colpo potrebbe dimezzarti l’energia, mentre Sakuya potrebbe appena scalfirti usando la stessa tecnica. Questo sbilanciamento non gioca a favore né delle modalità Arcade e Score Attack che di quelle Versus, poiché rovinerebbe decisamente l’esperienza di gioco. Problema che si ripresenta ovviamente anche nella modalità online, la quale mi è stata quasi impossibile da giocare, perchè? Semplicemente per la mancanza di altri giocatori, difatti, spesso la la hub online di Kobuto V è quasi del tutto vuota e ci spesso ci si ritrova ad aspettare inutilmente un qualche segno di vita.

Per quanto riguarda il comparto grafico, non ci si può lamentare più di tanto. Il gioco presenta artwork e scene di intermezzo curate, certe volte un po’ sgranate, e texture di personaggi e arene molto pulite e fluide, anche se non utilizzate al meglio. Il doppiaggio è presente solamente in battaglia e la qualità lascia molto a desiderare; fortunatamente a questo sopperisce una colonna sonora indubbiamente superiore. Una nota molto positiva va al tema di chiusura che è davvero fantastico; strano a dirsi, ma peccato che i titoli di coda siano così brevi da farcela godere a stento per un minuto.

A chi consigliamo Touhou Kobuto V: Burst Battle?

Mi sento di consigliarlo ovviamente a i fan della serie Touhou, dato che hanno la possibilità di vedere le loro eroine in vesti un po’ più aggressive del solito, chiudendo un occhio alle pecche di cui vi ho parlato in precedena. Ciò non significa che anche i giocatori pro oppure occasionali di picchiaduro non possano divertirsi, basta solamente che abbiano qualcuno con cui giocare, perché nella sua brevità finisce per annoiare immediatamente i giocatori non legati fortemente ai personaggi presenti. Ma chi lo sa, alcuni di questi potrebbero appassionarsi come me nel ricercare gli altri titoli dedicati a Touhou Project.

  • Gameplay divertente e intuitivo
  • Esteticamente semplice ma efficace
  • Ottima colonna sonora…

  • …Ma deve sopperire a un doppiaggio davvero pessimo
  • Presenza di testi in giapponese non tradotti
  • Narrazione troppo forzata per alcuni personaggi
Touhou Kobuto V: Burst Battle
2.5

Mediocre e sbilanciato, solo per i veri fan della serie

Touhou Kobuto V: Burst Battle è un titolo che deve essere preso con le pinze. Si discosta in maniera originale dal classico picchiaduro inserendovi le meccaniche del danmaku che caratterizzano questo franchise, ma il tutto è stato fatto in fretta e senza troppa cura dei dettagli. Saremo in grado di terminarlo in pochissime ore non avendo più motivo di giocarci, perché per riuscire a platinarlo bisognerebbe solamente completare tutte le modalità con ogni eroina presente e lo sbilanciamento delle stesse rende il processo semplicemente una tortura.