Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey – Recensione

KOEI TECMO GAMES porta in Europa anche il secondo capitolo del filone “Mysterious” della saga di Gust. Atelier Firis è disponibile su PS4, PS Vita e PC.

Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey - Recensione

Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey - RecensioneHo un sogno: voglio andar via da questo villaggio piccolo e buio. Voglio visitare il mondo vero e osservarne i meravigliosi cieli azzurri. Voglio correre sui prati e respirare l’aria di foreste, deserti, città. Non importa come, non importa quando ma voglio farlo e per realizzare questo sogno ci metterò tutta me stessa.

Gestire una serie videoludica con vent’anni sulle spalle senza mai sbagliare un colpo non è un’impresa semplice, specie quando si sceglie di imboccare la pericolosa strada delle iterazioni a cadenza annuale. Gust Corporation sembra averlo compreso e con Atelier Firis: The Alchemist of the Mysterious Journey la nota collana di JRPG pubblicata da KOEI TECMO GAMES giunge al diciottesimo capitolo del suo filone principale ricevendo delle modifiche indirizzate allo svecchiamento della formula e alla conquista di una maggiore autonomia rispetto ai tanto numerosi quanto amati predecessori, in primis l’ottimo Ayesha.

  • Titolo: Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey
  • Piattaforma: PlayStation 4, PlayStation Vita, PC / Steam
  • Genere: JRPG
  • Giocatori: 1
  • Software house: KOEI TECMO GAMES
  • Sviluppatore: Gust
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 7 aprile 2017
  • Disponibilità: retail (solo PS4), digital delivery
  • DLC: personaggi, oggetti, brani e costumi aggiuntivi
  • Note: secondo capitolo della saga Mysterious di Atelier

Se però da un lato la spinta all’evoluzione strutturale favorisce un adattamento alle tendenze del mercato odierno, dall’altro porta con sé un certo numero di incertezze di notevole entità che non possono ignorate né dai novizi né dai fan di lunga data.

Tra cameo e tsundere

Parte della ventata d’aria fresca portata da Atelier Firis risiede nel tono e nelle tematiche trattate al suo interno, che si distanziano ampiamente dalla concorrenza e in modo ragionevole dagli stessi canoni della serie. Questo non è un titolo che si prende sul serio, anzi fa della leggerezza e dell’allegria il suo cavallo di battaglia. Anziché focalizzarsi sulle situazioni drammatiche, di serio pericolo e tensione, Gust ha deciso di imperniare il tutto sull’approfondimento di temi didattici quali amicizia, impegno e piacere della scoperta. In questo titolo interpretiamo Firis Mistlud, una ragazzina incredibilmente curiosa di scoprire le meraviglie del mondo esterno poiché nativa di un villaggio situato all’interno di una montagna. A fare da mentore alla giovane è proprio la protagonista del titolo precedente, Sophie, la cui presenza nella narrazione favorisce una piacevole sensazione di continuità – se vogliamo “arakiana”– sicuramente apprezzata dai fan. L’obiettivo appare chiaro fin da subito: per inseguire il proprio sogno, Firis dovrà superare un duro test nella capitale Reisenberg recuperando inoltre delle lettere di raccomandazione da tre famosi maestri alchimisti.

Di per sé la trama, nonostante sia davvero lineare e priva di risvolti intriganti, riesce a intrattenere allietando con uno storytelling a cuor leggero, vivace e di semplice comprensione. Il cast, tuttavia, l’ho trovato decisamente sottosviluppato e monodimensionale per gli standard della serie, in particolare la protagonista Firis, infantile e ingenua a livelli disarmanti, e la rivale Ilmeria, tsundere della situazione. Poca anche la cura nel pacing della narrativa che risulta troppo frammentata a causa di frequenti cutscene ed eventi non rilevanti ai fini della storia, in ogni caso penalizzata da dialoghi spesso mediocri a cui la localizzazione inglese non ha saputo apportare alcun miglioramento. C’era di sicuro del buon potenziale nell’intreccio di Atelier Firis ma purtroppo non è stato valorizzato a sufficienza.

A caccia di pietre filosofali

In termini di gameplay è possibile individuare varie similitudini con Sophie, chiaramente con i dovuti distinguo dal momento che qui ci troviamo di fronte a una struttura open world dalle dimensioni peraltro considerevoli. I punti in comune sono senz’altro il sistema di alchimia, di combattimento e le relazioni con gli NPC. Il primo consiste in pratica nel crafting di oggetti di vario genere, tra cui ordigni, cibo e oggetti curativi, a partire da svariate ricette apprendibili da Firis nel corso dell’avventura. Attraverso il comodo menù e lo schema in stile Tetris sarà possibile creare prodotti alchemici di qualità e dimensioni variabili a seconda del materiale utilizzato; si tratta di una feature intuitiva e alquanto influente nell’esperienza di gioco poiché tali oggetti rivestono non di rado un ruolo importante in molte missioni secondarie e negli scontri.

Parlando proprio dei combattimenti, nel classico stile a turni fissi, posso annotare alcune novità gradite. Tra queste la più rilevante è indubbiamente la possibilità di eseguire devastanti attacchi combinati a seguito del riempimento di un’apposita barra situata in alto a sinistra dello schermo che si riempie gradualmente ad ogni colpo inferto ai nemici. Altro elemento da segnalare è che adesso tutti i membri del party (fino a quattro) possono usare oggetti durante il proprio turno, un’aggiunta rilevante in grado di donare maggiore profondità tattica al sistema. Infine concludiamo con le relazioni, serie di subquest dedicate a certi personaggi secondari che permettono di sbloccare una decina di finali bonus una volta raggiunto il livello massimo di affinità con i suddetti. Non essenziali, a dire il vero, ma comunque in linea di massima gradevoli.

Novità strutturali che zoppicano

Per quanto riguarda invece le differenze rispetto ad Atelier Sophie, appare limpido come a Firis sia toccato il ruolo di apripista in un rodaggio meccanico ancora qualitativamente lontano dagli ambiziosi obiettivi di Gust. Per farla breve, la struttura open world non funziona come sperato, anzi lascia davvero a desiderare. In quanto a mera estensione il mondo di gioco spazza via qualsiasi altro capitolo della serie; tuttavia, come ben sappiamo, nel mondo videoludico le dimensioni contano poco se non adeguatamente supportate. Città e paesaggi, pur essendo enormi, risultano spogli e privi di vita. Quasi tutte le missioni secondarie sono tipiche fetch quest da MMO nelle loro peggiori espressioni. Seguirle, e in generale districarsi all’interno delle mappe, provoca non pochi grattacapi a causa di un’interfaccia carente e della volontà del gioco di non fornire indicatori visivi dinamici né un viaggio rapido realmente funzionale per facilitare i compiti al giocatore e fargli risparmiare tempo.

Una sessione tipo in Atelier Firis consiste nella raccolta frenetica di piante, minerali e altri componenti naturali sparsi per le diverse ambientazioni, intervallata da occasionali combattimenti e dalla ricerca del punto adatto per posizionare l’Atelier portatile (più grande all’interno, come il TARDIS) e sintetizzare prodotti alchemici nel calderone. Parliamo di frenesia perché tale routine viene attanagliata dal pressante timer di 365 giorni, al termine del quale dovremo essere pronti ad affrontare il famoso test pena l’ottenimento di una bad ending. Questo non sarebbe neanche un problema se gli sviluppatori non avessero implementato i Life Point, punti consumati svolgendo qualsiasi azione interattiva che costringono Firis a riposarsi ad intervalli regolari per non perdere le forze. È un sistema che sinceramente non ho compreso né apprezzato e di certo ne avrei fatto volentieri a meno.

Concludiamo con il comparto tecnico, valutando la versione PS4 del titolo. In quanto ad art style e soundtrack la situazione è decisamente positiva, complice l’ottima palette di colori, l’ispirato character design tipico degli Atelier e alcuni motivetti piuttosto orecchiabili. Per il resto, invece, ci troviamo davanti a un livello di dettaglio da old gen che mostra il fianco nella povertà poligonale delle ambientazioni, degli effetti di post processing e delle animazioni esageratamente basilari dei personaggi. Senz’altro un passo avanti rispetto agli ultimi capitoli ma i risultati non possono ancora essere definiti soddisfacenti.

A chi consigliamo Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey?

Lo consiglierei naturalmente a tutti i fan della serie Atelier e agli amanti dei JRPG a struttura MMO che puntano sulla grandezza del mondo di gioco e sulla quantità dei contenuti. Calcolate di spendere almeno una quarantina di ore per completare la storia, le missioni secondarie, imparare ogni ricetta e sviluppare al massimo i rapporti con gli NPC sbloccando i dodici finali. Prima dell’eventuale acquisto tenete però in considerazione la presenza di due sole lingue: giapponese e inglese, la cui localizzazione è tutto sommato di buona fattura sebbene spesso troppo letterale.

  • Non si prende sul serio
  • Le meccaniche di base sono rimaste solide
  • Longevo e contenutisticamente ricchissimo
  • Comparto artistico gradevole

  • Cast e dialoghi non all’altezza
  • Pacing della storia irregolare
  • La formula open world non è applicata correttamente
  • Comparto tecnico limitato, da old gen
Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey
2.5

Grande open world, grandi problemi

Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey mi ha lasciato abbastanza perplesso riguardo al futuro della serie. Gust sembra aver dimenticato i risultati incoraggianti ottenuti con Sophie e ha imboccato una via pericolante che segue il trend, a mio avviso, ottuso di voler rendere qualsiasi titolo un open world andandone a snaturare i principi cardine. Intendiamoci: Firis non è un brutto gioco, anzi siamo sicuri che molti utenti ne apprezzeranno il carattere spensierato e sapranno godersi appieno la mole di contenuti offerta dagli sviluppatori. Tuttavia, secondo me gli mancano le rifiniture necessarie a renderlo un buon open world, oltre che un buon JRPG degno della saga di cui fa parte. Detto ciò, teniamo le dita incrociate per il prossimo capitolo.