ONINAKI – Recensione

I vivi che piangono i propri cari legano le anime dei defunti a questo mondo, non permettendogli di reincarnarsi. I Watcher recidono questi legami e permettono al ciclo vitale di compiersi nuovamente. Questo è ONINAKI, il terzo titolo di Tokyo RPG Factory

ONINAKI - Recensione

ONINAKI gioco del mese di agosto“La reincarnazione è uno dei fondamenti su cui si basa la nostra esistenza. Celebriamo la vita che ci è stata donata e offriamo le nostre preghiere affinché ce ne sia una prossima. Il dolore della morte attanaglia coloro che sono ancora vivi, ma affligge anche i morti, che si ritrovano costretti a vagare senza meta per l’eternità. Non esiste ostacolo più grande di questo alla reincarnazione e per questo motivo dobbiamo esprimere gioia nei confronti dei defunti che si allontanano da noi, e non dolore.”

Le anime di coloro che hanno trattenuto le lacrime in vita hanno ancora bisogno di essere salvate dopo la morte, ed è un compito che spetta ai Watcher, gli osservatori. Il loro scopo è quello di guidare le anime vaganti note come Lost e servire da custodi del mondo dei vivi e del Beyond. I Watcher spezzano i legami che uniscono le anime a questo mondo e le mandano verso la loro prossima vita. Navigano attraverso le emozioni dei vivi e dei morti e danno valore all’esistenza più che ad ogni altra cosa. Questa è la storia di uno di loro, chiamato Kagachi.

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando, nel 2016, Tokyo RPG Factory ha rilasciato il suo primo titolo, I am Setsuna. A questo primo esperimento di riportare alla luce gli RPG di stampo tradizionale è seguito LOST SPHEAR e oggi, nel 2019, accogliamo a braccia aperte ONINAKI, il terzo attesissimo titolo dello studio interno a SQUARE ENIX fondato da Atsushi Hashimoto. Abbandonando il collaudato Active Time Battle nei combattimenti, questo inedito prodotto del team sperimenta un gameplay d’azione e uno stile il cel shading per accompagnare una trama che mette al centro argomenti come vita, morte e reincarnazione. Analizziamolo insieme.

ONINAKI - Recensione

  • Titolo: ONINAKI
  • Piattaforma: PlayStation 4, Nintendo Switch, PC / Steam
  • Versione analizzata: PlayStation 4 (EU)
  • Genere: Action RPG
  • Giocatori: 1
  • Software house: SQUARE ENIX
  • Sviluppatore: Tokyo RPG Factory
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 22 agosto 2019
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: armi aggiuntive come pre-order bonus, ulteriori DLC da annunciare
  • Note: disponibile in edizione retail unicamente sul negozio online di SQUARE ENIX

Abbiamo recensito ONINAKI con un codice PlayStation 4 fornitoci gratuitamente da SQUARE ENIX tramite Koch Media.

Sia in termini stilistici che di gameplay, ONINAKI si differenzia molto dai due precedenti titoli dello studio. Entrambi richiamavano gli RPG del passato e sfruttavano il medesimo battle system reso celebre da esponenti come Chrono Trigger e FINAL FANTASY e una struttura narrativa prettamente classica, lontana dal taglio cinematografico di molti dei videogiochi moderni. Il titolo che ci troviamo oggi fra le mani, invece, punta in una direzione leggermente diversa, ricordando a tratti il gameplay della serie di Seiken Densetsu (Mana, in Occidente) con combattimenti in tempo reale e una visuale quasi a volo d’uccello che varierà automaticamente solo in caso di cutscene non interattive.

Lost Reason

Le vicende narrate all’inizio del gioco vedranno un giovanissimo Kagachi che ha appena perso i suoi genitori, costretto dalle circostanze a salutarli con un sorriso dolceamaro per permettere loro di attraversare il velo e reincarnarsi in una nuova vita. Al suo fianco troviamo Kushi, un Watcher veterano che ispirerà il ragazzo e guiderà per mano i suoi genitori, nonché Mayura, figlia di Kushi e più cara amica del nostro protagonista. Uscendo di casa Kagachi si imbatterà in una strana e misteriosa figura femminile, la stessa che incontrà più avanti, da adulto, una volta assunto a sua volta il ruolo di Watcher. Chi sarà mai? E perché ha proferito parole apparentemente senza senso?

ONINAKI - Recensione

Una volta cresciuti, nei panni di Watcher, Kagachi e Mayura vengono incaricati di portare a termine ciò per cui questo vero e proprio clan chiamato Veil Watch è stato fondato: parlare con le anime dei defunti pregne di rimpianti che non riescono ad abbandonare il nostro mondo, per permettere loro di effettuare il trapasso e trovare albergo in una nuova esistenza futura. Per farlo potremo, tramite la pressione di uno dei tasti dorsali (L2 su PlayStation 4, versione da noi testata per la recensione), passare letteralmente da un piano materiale all’altro, dal Living World al Beyond. Ciò sarà possibile all’interno delle città, nei campi esplorabili, nei dungeon e persino nella world map che ci consentirà spostamenti veloci fra i luoghi già visitati e in procinto di essere esplorati ai fini di storia.

Nephilim

Le abilità il battaglia del nostro alter-ego in ONINAKI saranno legate a doppio filo all’utilizzo dei Daemon. Si tratta di spiriti di guerrieri defunti che non possiedono alcun ricordo del proprio passato e non sono in grado di reincarnarsi. Si legano ai Watcher offrendo il loro potere e in cambio i guerrieri ancora in vita possono ripagarli recuperando le loro memorie. Ciò avverrà attraverso lo Skill Tree che ci permetterà di rafforzare le capacità del Daemon, farlo salire di livello e permettergli di apprendere nuove abilità; simile alla classica sfereografia a cui SQUARE ENIX ormai ci ha abituati, di tanto in tanto ci metterà di fronte alla possibilità di sbloccare le “Lore”, nuovi ricordi per ogni Daemon, che potremo poi rivivere, tramite apposite cutscene, nei punti di salvataggio. Questa meccanica mi ha ricordato un po’ le memorie del passato che si potevano raccogliere e vedere in Lost Odyssey di Sakaguchi: ricordi pregni di tristezza e rimpianto, che ci rimangono impressi e ci faranno affezionare maggiormente ai personaggi.

ONINAKI - Recensione

Potremo collezionare Daemon trovandoli all’interno dei dungeon o sbloccandoli avanzando nella storia e potremo portarne con noi fino a quattro, selezionando il party dal punto di salvataggio e scambiandone i membri attraverso l’analogico destro. Il Daemon equipaggiato determinerà anche l’arma utilizzata da Kagachi: Aisha ad esempio utilizzerà una grossa katana, Zaav una possente lancia, Dia delle balestre, Wil una pesantissima ascia, e così via. Ciascuno dei Daemon di ONINAKI potrà imparare innumerevoli skill tramite punti guadagnati individualmente con l’utilizzo in battaglia, e potremo assegnarne quattro a ciascuno di loro. Ciascuna abilità, innescabile tramite il Daemon attivo in battaglia, possiede un periodo di cooldown e consiste in attacchi speciali o combinati tra Kagachi e lo spirito che lo accompagna. I Daemon, inoltre, offrono la possibilità di eseguire un’azione bonus tramite la pressione di un apposito pulsante: ancora, tramite Aisha potremo effettuare uno scatto utile per schivare, con Zaav potremo saltare, con Dia potremo spiccare un breve volo.

Combattendo posseduti dal nostro Daemon, infine, potremo aumentare il nostro grado di affinità, espresso in percentuale sulla sagoma dello stesso in basso a sinistra. Con i normali attacchi la percentuale salirà assieme alla nostra potenza offensiva, mentre accrescerà un po’ meno quando utilizzeremo le skill. Una volta superato il 100% potremo “manifestare” il Daemon e godere di un aumento su tutte le statistiche, assieme alla possibilità di cancellare l’esecuzione di qualsiasi attacco; tuttavia, se continueremo a lottare senza manifestazione e supereremo il 150%, la nostra difesa calerà.

ONINAKI - Recensione

Lottare contro i nemici normali risulta divertente, ancor più impegnativo contro boss e mini-boss; il sistema di combattimento è semplice ma funzionale, anche se probabilmente poteva essere un tantino più veloce e dinamico. La presenza di numerosi Daemon consente ai giocatori di trovare il proprio stile di gioco preferito, tuttavia la progressione degli stessi risulta complessa in quanto avverrà singolarmente. Ad esempio, lo spirito iniziale Aisha risulta sempre il più bilanciato e il più facile da portare avanti, lottare per incrementare il potenziale dei Daemon appena trovati sarà ogni volta tedioso perché saremo costretti a utilizzarli a partire dal primo livello per accumulare i punti necessari a farli progredire nell’albero delle abilità. Personalmente, mi sono ritrovato a usare quasi sempre il medesimo spirito per la maggior parte del tempo.

Desert Rose

ONINAKI utilizza uno stile in cel shading per personaggi e ambientazioni che ben si sposa con le atmosfere del gioco, creando allo stesso tempo un contrasto fra lo stile anime con personaggi deformed e le tematiche trattate all’interno della storia. I menu sono invece accompagnati da splendide illustrazioni realizzate a mano che ci mostrano invece Kagachi e i suoi Daemon con uno stile più realistico, in maniera analoga a quanto accadeva con i precedenti lavori di Tokyo RPG Factory. Un ulteriore tocco di classe è dato dal cambiamento di tutte le finestre di dialogo a seconda della dimensione in cui ci ritroveremo: più precise e dalla formare regolare nel mondo dei vivi, più frastagliate e minacciose in quello dei morti. La colonna sonora svolge al meglio il suo ruolo e presenta brani dalla pregevole fattura, tuttavia gli stessi non sono abbastanza orecchiabili da riuscire a persistere in testa; le battaglie non sono accompagnate da brani che ne enfatizzino l’azione e l’intera soundtrack alimenta a creare la triste atmosfera di solitudine e malinconia della quale l’intera opera è permeata.

L’Action RPG del team interno SQUARE ENIX, purtroppo, presenta qualche difetto dal punto di vista tecnico: tutte le versioni per console del gioco possono contare su un frame rate bloccato sui 30 fps, variando unicamente in risoluzione, mentre la versione PC arriva fino ai 60. Passando da una dimensione all’altra, inoltre, persiste un breve momento di freeze, anche su PlayStation 4 Pro, durante il quale vengono caricati tutti i nemici del piano sul qualche stiamo per trasferirci, un problema anch’esso assente sulla versione distribuita su Steam. I caricamenti fra un segmento e l’altro, inoltre, a volte risultano troppo lunghi e spezzano leggermente il flusso di gioco.

ONINAKI - Recensione

A chi consigliamo ONINAKI?

La versione europea del titolo di Tokyo RPG Factory presenta unicamente testi in lingua giapponese, inglese, francese e tedesca, con un doppiaggio parziale presente unicamente in lingua giapponese (che, tra le altre cose, non verrà sottotitolato in alcuni frangenti, ad esempio durante i combattimenti o brevi cutscene). ONINAKI presenta tre livelli di difficoltà che lo rendono approcciabile anche a chi non è particolarmente avvezzo a questo genere di titoli, che potranno essere selezionati all’inizio del gioco e ad ogni punto di salvataggio. Lo consiglio a chi ama le storie pregne di tristezza e che affrontano tematiche pesanti come la morte e la perdita dei propri cari, tenersi alla larga tutti i giocatori che invece cercano un classico gioco di ruolo che alternano la trama principale a siparietti più leggeri e spensierati, praticamente del tutto assenti in quest’opera.

  • Un gameplay che invoglia a proseguire senza sosta
  • Tanti diversi stili di gioco possibili con i Daemon
  • Commovente e ricco di colpi di scena
  • Stilisticamente meraviglioso…

  • …Ma tecnicamente si poteva fare qualcosa in più
  • Manca l’italiano fra le lingue dei testi
  • Assenza di sottotitoli in alcuni frangenti
ONINAKI
4.4

Un RPG d’azione profondo e appassionante

Posso dire, senza ombra di dubbio, che ONINAKI è la vetta più alta toccata finora da Tokyo RPG Factory, uno studio recente in termini di fondazione ma che in realtà conta di esponenti veterani dei giochi di ruolo giapponesi del passato, che riprendono in mano ciò che rendeva speciali i titoli dell’era 16 bit e li portano fra le nuove generazioni mescolando sapientemente tradizione e innovazione. Un sistema di combattimento dinamico sapientemente bilanciato, l’esplorazione di due diverse dimensioni attraverso le quali ci trasferiremo di volta in volta per risolvere enigmi ambientali e trovare nuovi oggetti, nonché una storia carica di potenza emotiva sono solo alcuni dei pregi di un titolo che sarà capace di tenervi incollati allo schermo.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.

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