DRAGON BALL: THE BREAKERS – Recensione

Avete mai sognato un gioco di Dragon Ball dove non si combatte e basta? Da oggi c'è DRAGON BALL: THE BREAKERS! Ecco la nostra recensione!

DRAGON BALL: THE BREAKERS – Recensione

Un gioco di Dragon Ball dove le lotte non sono il fulcro principale? Se anche la sola idea era impensabile fino a qualche tempo fa, tutto ora è diventato realtà grazie al multiplayer online asimmetrico DRAGON BALL: THE BREAKERS!

Era una giornata come un’altra quando, all’improvviso, un enorme buco nero è comparso dal nulla, risucchiandomi al suo interno. Da lì, il buio più totale. È stato solo grazie a una voce gentile se sono riuscito a riprendere i sensi. Al mio risveglio ho trovato Trunks, un pattugliatore temporale intento a svolgere una missione fino al momento in cui si è imbattuto su di me, mentre giacevo a terra privo di sensi. Spiegato l’accaduto, mi ha detto senza esitazione che quanto ho visto porta il nome di fenditura temporale, un fenomeno capace di risucchiare le persone al suo interno e scaraventarle in zone di caos, in cui luighi ed epoche si mischiano e, come se non bastasse, sono razziate da forse i più terribili esseri che la storia abbia mai visto.

Trunks, in quanto Time Patroller, ha il compito di sorvegliare questo genere di problemi per porvi rimedio come può, e dal momento che ormai siamo in ballo, perché non provare ad aiutarlo? Certo, riuscire a risolvere questo tipo di situazioni e fronteggiare dei cattivi così potenti non sembra un compito per niente facile per un civile. Ma magari delle persone con scarso livello combattivo come me possono riuscire in qualche modo a passare più inosservate…

DRAGON BALL: THE BREAKERS – Recensione

  • Titolo: DRAGON BALL: THE BREAKERS
  • Piattaforma: PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, PC/Steam
  • Versione analizzata: PlayStation 4 (EU)
  • Genere: action, multiplayer online asimmetrico
  • Giocatori: fino a 8 giocatori (online)
  • Publisher: BANDAI NAMCO Entertainment
  • Sviluppatore: Dimps
  • Lingua: Italiano (testi), giapponese e inglese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 14 ottobre 2022
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: nessuno al momento

Abbiamo recensito DRAGON BALL: THE BREAKERS con un codice PlayStation 4 fornitoci gratuitamente da BANDAI NAMCO Entertainment.

DRAGON BALL: THE BREAKERS – Recensione

Finalmente un gioco di Dragon Ball dove non si picchia e basta! Questo è stato un po’ il motto di tantissimi giocatori nel momento esatto dell’annuncio di DRAGON BALL: THE BREAKERS. È indubbiamente figo, parlando in modo diretto, veder nascere un’idea che provi a mischiare le carte in tavola per proporre un prodotto dal sapore diverso dal solito, ma la realizzazione è fondamentale!

We got (not so much) power!

Sin dal primissimo avvio, il gioco ci propone una serie di cutscene 3D tutorial per introdurci non solo ai controlli principali, ma anche per offrire un minimo di trama iniziale e dare una parvenza di senso logico a quanto ci ritroveremo ad affrontare partita dopo partita. Sapete, giusto per non buttare tutto in mezzo senza neanche capire cosa stiamo facendo, che altrimenti sarebbe sembrato forse un po’ troppo brutto. In questa particolare avventura ambientata nell’universo di Dragon Ball ci ritroveremo principalmente a impersonare nient’altro che un civile, una persona comune, risucchiata improvvisamente all’interno di una frattura temporale, stessa sorte che a quanto pare continuano a subire anche altre persone come noi. Questo è l’unico incipit di trama che il gioco propone, in quanto nelle sue tre uniche modalità iniziali non è prevista alcuno Story Mode o simile.

La modalità principale proposta è infatti quella del gioco online, una porzione di avventura in cui effettuare partite su partite con giocatori casuali o amici, uscirne vittoriosi o sconfitti, tornare alla hub di gioco e ripetere il procedimento da capo. Niente narrazione. Niente intermezzi. Si gioca e basta! Le altre due modalità sono invece del tutto secondarie: in una di queste potremo effettuare nuovamente il prologo tutorial del gioco, giusto in caso ci fosse la necessità di un piccolo ripasso dei controlli, mentre la seconda è una sorta di training mode, sempre online e multiplayer, in cui poter provare l’esperienza offerta senza preoccuparsi dei punteggi, del risultato della partita, delle morti e così via. Si tratta quindi di modalità che prenderemo in considerazione principalmente al primissimo avvio di gioco o in caso di ritorno dopo un lungo periodo di stop, così da riprenderci velocemente confidenza.

We can be heroes, just for one day…

Vestendo i panni del nostro avatar civile, ritrovato ad affrontare queste pericolosissime missioni all’interno delle fenditure temporali, dovremo esplorare una mappa abbastanza vasta suddivisa in cinque aree a cui è stata assegnata una lettera da A a E, e dove in ciascuna di queste si nasconde una chiave del potere che servirà per attivare la super macchina del tempo, un mezzo dall’enorme potenza che non solo è capace di ristabilire il normale flusso del tempo eliminando il caos presente e chi lo sta causando, ma che ci permetterà di tornare anche al luogo di partenza, al sicuro. Gran parte del caos che impervia per queste mappe di gioco però è causato da un razziatore, una pericolosa entità nemica che si aggira in lungo e in largo causando distruzione, e che non sarà molto contento della nostra interferenza. Il razziatore potrà distruggere intere aree come se niente fosse, fare piazza pulita degli NPC impauriti che si stanno nascondendo, sarà in grado di spazzare via la super macchina del tempo nel giro di un batter d’occhio, ma soprattutto… eliminarci per lui è un gioco da ragazzi!

DRAGON BALL: THE BREAKERS – Recensione

DRAGON BALL: THE BREAKERS è un action multiplayer online asimmetrico, una sorta di “guardie e ladri” in cui gli otto giocatori riuniti per la partita tramite matchmaking saranno suddivisi due gruppi distinti: sette di questi controlleranno il proprio avatar personalizzato e vestiranno i panni del superstite, dovendo quindi riuscire a salvare la situazione temporale avvolta dal caos, mentre uno verrà scelto per il ruolo di razziatore, il pericoloso nemico che dovrà riuscire a sterminare tutto e tutti prima che la super macchina del tempo venga messa in funzione e venga distrutto da questa.

Buoni o cattivi

La scelta del ruolo che ricopriremo nelle varie partite è del tutto casuale, e anche se avremo impostato la nostra preferenza durante il matchmaking, questa non rappresenterà mai un garanzia. Gli eroi di turno, ovvero i sette giocatori che dovranno ricoprire il ruolo di superstiti, controlleranno il proprio avatar creato ad avvio gioco, che può essere messo a punto sempre più nell’apposita schermata di personalizzazione all’interno della hub generale. Sarà possibile acquistare vari capi d’abbigliamento con cui vestirli, ottenere e impostare skill passive o attivabili con la croce direzionale come trappole, attacchi veloci, consumabili, o assegnare gli spiriti dei combattenti, dei particolari oggetti ottenuti nella meccanica gacha proposta dal gioco, che ci farà ottenere in modo casuale “l’essenza” di uno dei personaggi della serie.

Questi item possono essere attivati in battaglia per riuscire a tener testa, seppure per un periodo limitato, al potente razziatore. Insomma, l’asso nella manica da usare nel momento più critico. Una volta attivate è come se il gioco cambiasse improvvisamente genere trasformandosi per un breve frangente in un fighting game, sebbene venga proposto un sistema di combattimento abbastanza legnoso e poco interessante. Parlando di un prodotto che fin dal principio si è presentato come “ambientato nello stesso universo di DRAGON BALL XENOVERSE 2“, si sarebbe potuto riciclare qualche meccanica utile e decisamente più rifinita per questi particolari frangenti.

DRAGON BALL: THE BREAKERS – Recensione

Una volta scesi in campo, i superstiti dovranno dividersi per esplorare le varie aree della mappa e aprire le tantissime casse che troveranno nascoste nei posti più disparati, dove al loro interno potranno trovare non solo oggetti consumabili, armi, sfere del drago, radar vari, e altro ancora, ma dove saranno nascoste anche le tanto ricercate chiavi del potere che ci consentiranno, una volta ottenute e tutte, l’attivazione della super macchina del tempo. Sia l’inserimento delle chiavi che l’attivazione della macchina richiederanno del tempo, lasciando quindi i superstiti in alcuni momenti morti in cui dovranno cercare di impedire al razziatore di distruggere tutto.

Il ruolo del razziatore è invece più immediato, che non ha bisogno di una personalizzazione massiccia, fatta eccezione per delle semplici frasi che sbloccheremo con i livelli giocatore e che potremo assegnare solo per fare i fighi durante il gioco prima di sterminare giocatori. Questi, almeno al momento del lancio, sono solo tre da poter selezionare prima dell’avvio della missione (selezionabili SOLO in caso si venga scelti per questo ruolo), ovvero Freezer, Cell e Majin Bu. Ciascuno di questi partirà nella sua forma base, e si potenzierà nel corso del gioco grazie rispettive abilità uniche.

  • Freezer partirà dalla sua prima forma. Attacco dopo attacco, sterminando a sangue freddo vari NPC e giocatori finendoli con l’apposita abilità, potrà eseguire i vari step di trasformazione.
  • Cell partirà invece nella sua forma simil-insetto, per poi passare alle altre evoluzioni fino alla forma perfetta semplicemente assorbendo NPC o giocatori grazie all’apposita abilità.
  • Majin Bu non sarà presente dal principio, ma inizialmente il razziatore controllerà Spopovich in cerca di energia per risvegliare Fat Bu, il quale poi sarà in grado di evolversi e diventare Super Bu o Kid Bu grazie alle proprie abilità uniche.

Sebbene quindi i razziatori non abbiano grande personalizzazione, la diversità di stili che propongono aiutano quantomeno a rendere quantomeno variegato il gameplay in questo ruolo.

DRAGON BALL: THE BREAKERS – Recensione

Gachami tutto

Il problema principale di DRAGON BALL: THE BREAKERS è che fatica molto sotto tanti, troppi lati. Per quanto l’idea di base sia interessante, la realizzazione purtroppo lascia abbastanza a desiderare. Se dal punto di vista grafico, primo aspetto che salta all’occhio sin dai trailer iniziali, dà l’impressione di un prodotto forse più attinente a qualche generazione fa, da quello tecnico non migliora, non riuscendo a splendere come vorrebbe. Questo titolo è divertente se giocato con parsimonia, a piccole dosi, perché la mancanza di elementi secondari, di storia o narrazioni varie, finisce per farlo diventare troppo presto ripetitivo per via della sola modalità da affrontare a ripetizione come se non ci fosse un domani e i contenuti non troppo numerosi.

È però la presenza della meccanica gacha per ottenere gli spiriti dei guerrieri, dove potremo effettuare delle pescate usando i punti TP acquistabili, come dice il gioco stesso, anche nello shop di gioco oltre che ottenerli come ricompensa dopo le partite, a farmi capire che questo prodotto poteva tranquillamente nascere come free-to-play.

Ammetto che nella prima giornata di vita di questo titolo ho durato davvero molta fatica a trovare utenti, talvolta aspettando anche venti minuti nonostante impostassi la neutralità sulla preferenza del ruolo che volevo ricoprire (così da velocizzare il matchmaking). Un po’ meglio la seconda giornata, ancora lontano dal “tempo di attesa stimato: 1 minuto” ma quantomeno più immediato. Continuo a pensare che se si fose scelto di farlo essere un free-to-play, sicuramente il gioco sarebbe stato decisamente più popolato. Sebbene sia un gioco venduto non a prezzo pieno, c’è sempre da mettere in conto che (quantomeno chi non lo ha) deve sottoscrivere anche qualche mese di abbonamento al servizio PlayStation Plus per poter giocare, in quanto si tratta di un prodotto ESCLUSIVAMENTE online e che, in caso non si possieda, ti impedisce anche di raggiungere la schermata del titolo o fare quantomeno il tutorial iniziale. Inutile dire che, per natura, i f2p non necessitano di alcun abbonamento per essere giocati online, lasciando quindi ai giocatori tutta la libertà di avvicinarsi a un determinato gioco e spendere eventualmente i propri soldi nella meccanica gacha o nel negozio. E secondo me questo poteva benissimo fare al caso di THE BREAKERS.

Colti di sorpresa da un incidente temporale inaspettato, 7 ordinari cittadini si trovano intrappolati in una Frattura Temporale. Condividono la loro prigionia con un Razziatore, un forte nemico da una diversa linea temporale con un potere soverchiante. La loro unica speranza per la sopravvivenza è fuggire dalla Faglia Temporale grazie la Super Macchina del Tempo, ma il Razziatore è sulle loro tracce e diventa sempre più forte. In una lotta contro il tempo, l’astuzia dei Sopravvissuti si scontra con la potenza del Razziatore, per scappare o essere annientati…

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Aiuto, Goku!

La veste grafica in 3D del gioco lascia, ahimé, molto a desiderare. La bassa qualità degli scenari che compongono la mappa di gioco, mista ai modelli 3D di personaggi vari dal retrogusto molto “giocattoloso” , danno quella sensazione di trovarsi davanti a un prodotto ormai superato da tempo, qualcosa molto simile a un titolo PlayStation 3… neanche poi dei migliori. Anche le parti “morte” di gioco, ovvero quelle dove ci ritroveremo nella hub principale in attesa di affrontare varie partite, è abbastanza minimale. La nostra base sarà una sorta di piattaforma rotonda con due negozi, un centro di allenamento delle skill e il luogo adibito alle evocazioni per la meccanica gacha, più quattro o cinque npc con cui scambiare una parola. Trattandosi di un gioco esclusivamente online, il tutto poteva essere ambientato in uno spazio un pelino più vasto in cui poter incontrare anche gli altri giocatori connessi al server in quel momento, ovvero sopravvissuti come noi risucchiati dalla frattura temporale. Dopotutto, ripeto, si tratta di un prodotto basato sullo stesso universo di XENOVERSE 2, e come hub i due sono imparagonabili. Talvolta anche una hub ben realizzata, vasta, con cose da esplorare e altri giocatori, può regalare un minimo di diversità utile per far riprendere fiato tra una partita e l’altra.

Molto basilare è anche l’interfaccia utente, che già su schermo nel nostro “quartier generale” propone a caratteri cubitali un’icona del tasto quadrato, una sorta di invito ai giocatori a premerlo per effettuare una partita. Insomma, un po’ la realizzazione generale sembra spingere ad addentrarsi in partite a ripetizione e nulla più.

DRAGON BALL: THE BREAKERS – Recensione

E il sonoro? Quello in un certo senso riesce a salvarsi. Le musiche non sono tantissime, è vero,ma sono comunque vagamente accattivanti a seconda dell’occasione. Inoltre, è interessante vedere che i vari villain della serie hanno molte linee di dialogo doppiate che possiamo impostare a nostro piacimento per personalizzare anche l’esperienza in veste di razziatori. È molto carino infatti avvicinarsi a un giocatore ormai inerme o a un npc paralizzato dalla paura e mettersi a tergiversare  con una frase cazzuta prima di farlo fuori.

A chi consigliamo DRAGON BALL: THE BREAKERS?

Se siete già un possesso di un abbonamento al PlayStation Plus perché già lo usate per altri giochi, e non vi spaventa spendere la metà di un gioco full price per un prodotto diverso dal solito per quanto riguarda Dragon Ball, potete provare a dare un’occasione a THE BREAKERS, tenendo però bene a mente che vi troverete però davanti a un titolo poco profondo e alla lunga anche abbastanza ripetitivo.

  • Interessante l’idea di un gioco a tema Dragon Ball diverso dal solito
  • LA SKIN DEL CONTADINO!!

  • Realizzazione generale da dimenticare
  • Diventa ripetitivo forse un po’ troppo presto
  • La skin del contadino però è bloccata dietro a un grind assurdo…
DRAGON BALL: THE BREAKERS
2.5

Vorrei tu fossi un free-to-play

Facendo un quadro generale, sia per qualità grafica, tipologia, modalità presenti, contenuti, e persino la meccanica gacha, credo fermamente che DRAGON BALL: THE BREAKERS sarebbe potuto tranquillamente essere un free-to-play anche abbastanza accattivante. Un prodotto non pretenzioso che però può riuscire a offrire qualche sprazzo di divertimento sia con amici che con altri giocatori, e che qualche acquisto in-game avrebbe sicuramente ricavato. Per ogni pregio, ahimé, salta fuori un difetto, quasi come a suggerire dopo appena pochissimi minuti di gioco che ci troviamo davanti a un prodotto realizzato in fretta e furia, forse per mancanza di tempo o forse perché consapevoli che anche Dragon Ball è uno di quei franchise che, indipendentemente da quello che metti in vendita, viene comunque acquistato. È un gioco senza ombra di dubbio interessante se preso a piccole dosi, un paio di partite ogni giorno, magari una da superstite e una da razziatore sarebbe davvero perfetta. Oppure ancora meglio se giocato con amici in esilaranti partite, allo stesso modo però in cui le partite con gli amici riescono a divertire praticamente con qualsiasi gioco. È un vero peccato, specialmente se si tiene in considerazione la qualità degli ultimi prodotti per console dedicati a Dragon Ball come lo spettacolare FighterZ, l’enorme Kakarot, o l’immortale XenoVerse 2 che ad anni e anni dalla sua uscita è ancora in attività e si presenta generalmente in modo migliore.

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.

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