GOD EATER RESURRECTION – Recensione

Il GOD EATER originale rinasce sulle piattaforme di attuale generazione

GOD EATER RESURRECTION - Recensione

GOD EATER 2 RAGE BURST - RecensioneAnno 2050. Sulla Terra appaiono all’improvviso delle nuove forme di vita che diverranno in seguito note come Cellule Oracle. Nel corso degli anni a venire, continuando a divorare gli esseri viventi del pianeta, le cellule riuscirono a evolversi fino a portare alla formazione di misteriosi quanto potenti esseri noti come Aragami. Per far fronte a questa temibile minaccia, un’organizzazione nota come Fenrir ha avviato il progetto God Eater, che consente, attraverso l’uso di armi note come God Arc, di unire le cellule Oracle a degli esseri umani compatibili, col solo scopo di combattere e respingere i temibili mostri. Riuscirà la razza umana a riprendersi il controllo del pianeta e a respingere i sempre più violenti attacchi degli Aragami?

GOD EATER RESURRECTION è la terza versione del primo capitolo della serie di BANDAI NAMCO Entertainment, uscito originariamente nel febbraio 2010 per PlayStation Portable nel solo mercato giapponese. A questa seguì nell’ottobre dello stesso anno una versione migliorata, GOD EATER BURST, che apportò alcune modifiche all’interno del gioco, aggiungendo tra le altre cose anche una nuova porzione di storia ambientata subito dopo gli avvenimenti del suo predecessore e che giunse in Europa quasi un anno più tardi, e cioè nel marzo 2011. Nel settembre 2015 invece uscì sempre nella terra del Sol Levante una serie anime ispirata agli avvenimenti di questo gioco, motivo per cui nell’ottobre dello stesso anno si decise di rilasciare una nuova versione del gioco su PlayStation Vita e PlayStation 4, che fosse aggiornata per tenere quanto più possibile il passo con GOD EATER 2 RAGE BURST, arrivata il 30 agosto 2016 anche in Europa, in maniera totalmente gratuita nella sua versione digitale per chiunque acquistasse il secondo episodio della serie. Vediamo quindi insieme se GOD EATER RESURRECTION, riesce nella sua impresa e se riesce in qualche modo a differenziarsi da altri titoli famosi da cui prende in parte ispirazione quale l’ormai famosissima serie Monster Hunter di CAPCOM.

  • Titolo: GOD EATER RESURRECTION
  • Piattaforma: PlayStation 4, PlayStation Vita, PC
  • Genere: Hunting Game, Action RPG
  • Giocatori: 1-4 (multiplayer online)
  • Software house: BANDAI NAMCO Entertainment
  • Sviluppatore: BANDAI NAMCO Studio, Shift
  • Lingua: Italiano (testi), Inglese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 30 agosto 2016
  • Disponibilità: digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: in regalo con le copie fisiche e digitali di GOD EATER 2 RAGE BURST

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New Type, ma senza Gundam

Una delle cose che risalterà subito all’occhio di chiunque inizi a giocare a questo capitolo è quanto la trama sia parte importante e vitale di questa esperienza di gioco. A differenza di altri titoli dello stesso genere qui avremo a che fare con un storia ben delineata e personaggi caratterizzati non solo dal punto di vista estetico, ma anche psicologico; certo, niente di particolarmente profondo, ma comunque qualcosa che mi fece parecchio piacere quando giocai alla versione per PlayStation Portable e che a distanza di anni è riuscita comunque nel suo intento di intrattenermi. In questo gioco saremo chiamati a vestire i panni di un soldato God Eater di seconda generazione, noto più comunemente come New Type. Il personaggio, il cui aspetto potrà essere totalmente personalizzato a seconda delle nostre preferenze scegliendo genere, i caratteri somatici, capigliature e vestiario, è il possessore di una di queste speciali God Arc in grado di cambiare forma nel corso del combattimento, passando da una spada a un’arma a lungo raggio a piacimento.

Per questo, dopo aver superato un rapido test attitudinale che ci farà da tutorial per imparare al meglio i comandi di gioco, verremo assegnati alla Divisione Estremo Oriente della Fenrir. Qui faremo la conoscenza di molti altri nostri colleghi, quali Lindow Amamiya, Sakuya Tachibana, Kota Fujiki, la bella Alisa Ilinichina Amiella e il misterioso Soma Shicksal che, nel corso della storia, diventeranno i nostri più fidati alleati e amici. Nel corso del gioco non mancheranno numerosi colpi di scena e saremo volti non solo a scoprire il mistero degli Aragami, ma anche le verità nascoste che si celano all’interno della stessa organizzazione Fenrir.

La storia seguirà una struttura abbastanza semplice, si sceglieranno delle missioni e al termine di queste prenderanno il via i vari filmati a cui spetterà buona parte della narrazione. All’interno del gioco ho potuto notare, anche tramite un confronto con la versione per le console della scorsa generazione, che alcune scene sono state completamente rinnovate e ne sono state aggiunte di nuove, facilmente riconoscibili da quelle originali per la qualità delle animazioni dei personaggi.

Attack on Vajra

Parliamo adesso del gameplay vero e proprio. Come ogni Hunting Game che si rispetti, ci ritroveremo a dover accettare e portare a compimento numerose missioni che saranno divise in categorie a seconda della loro difficoltà. In GOD EATER le missioni sono unicamente volte alla caccia di mostri di grande o piccola taglia e andranno portate a termine entro il tempo limite, con l’aggiunta delle Missioni di Sopravvivenza introdotte nel secondo capitolo della serie, nelle quali saremo chiamati ad affrontare una serie di incarichi di fila. Vi accorgerete ben presto però che qui la difficoltà di gioco non è elevata quanto nel titolo portato alla ribalta da CAPCOM, risultando decisamente più permissiva con chi si avvicina per la prima volta a questa tipologia di giochi.

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Nel corso delle nostre missioni potremo essere accompagnati da un massimo di altri tre personaggi che ci saranno decisamente d’aiuto nel corso dei combattimenti. Per affrontare gli Aragami avremo a nostra disposizione la nostra God Arc che, come già accennato, potrà cambiare liberamente forma semplicemente con la pressione del dorsale destro. I tasti d’attacco saranno invece divisi in due differenti categorie, quelli leggeri e quelli pesanti, che potranno essere combinati tra loro per scatenare le diverse combo. Le armi a lunga distanza invece funzioneranno tramite l’uso di proiettili, che potremo assegnare a due tasti differenti cambiandoli in ogni momento a seconda della situazione, ma il numero di proiettili che potremo sparare in successione sarà limitato dalla barra dei Punti Oracle, che si ricaricheranno semplicemente colpendo il nemico con le armi a corta distanza. Fortunatamente è presente, inoltre, un sistema di puntamento che ci consentirà di colpire i nostri nemici nel loro punto debole. Gli Aragami, infatti, saranno più suscettibili ai colpi in determinati punti del loro corpo e avranno delle resistenze e debolezze elementali che ci verrà utile sfruttare nel corso dei combattimenti. Colpire ripetutamente lo stesso arto farà si che le Cellule Oracle che lo compongono si destabilizzino portando a un effetto che graficamente è reso come una serie di fessure sul corpo del mostro, che ci garantiranno materiali bonus al termine della missione.

La barra del Vigore, limiterà invece le nostre azioni evasive, i salti e la corsa, mentre i Punti Forza sono l’ammontare di vita in nostro possesso che dovremo tenere continuamente d’occhio per evitare di finire fuori gioco. Per fare questo, nel corso delle missioni potremo portare con noi anche degli oggetti con cui potremo aumentare temporaneamente questi parametri o ripristinarli a dovere nel caso ce ne sia bisogno. Oltre ai P.F. il nostro alter-ego avrà un determinato ammontare di resistenza, che varia di missione in missione e che indica il numero di volte che potremo essere aiutati prima di fallire. Nel caso infatti, dovessimo cedere ai colpi dei nostri avversari o uno dei nostri compagni dovesse soccombere, potremo condividere parte dei nostri punti vita con loro al fine di farli tornare immediatamente operativi, cosa che semplifica notevolmente il gioco.

Infine, per motivi puramente legati alla trama e che rendeva impossibile la loro inclusione, saranno assenti le Blood Art introdotte in GOD EATER 2, che consentivano di scatenare attacchi speciali dagli effetti devastanti. Al loro posto però saranno presenti gli esclusivi Stili Predatore. RESURRECTION infatti mantiene la sua interessante meccanica di rilasciare le Cellule Oracle contenute nella nostra God Arc per formare una bocca nera con cui potremo divorare gli Aragami nel corso dei combattimenti, cosa che porterà a numerosi bonus quali proiettili devastanti o potenza di attacco aumentata. Grazie a questa nuova e interessante aggiunta potremo controllare il processo di divorazione, scegliendo tra le diverse azioni disponibili per ogni circostanza e assegnando loro diversi effetti che si attiveranno automaticamente ogni volta che avremo eseguito tali morsi.

Adesso però vorrei parlarvi di quelli che secondo me sono i difetti del gioco. Innanzitutto, nonostante l’accessibilità sia un punto a favore per i novellini, dopo alcune sessioni di gameplay, in GOD EATER RESURRECTION diventerà estremamente facile abbattere i vari mostri e questo, spesso e volentieri, senza aver bisogno di alcun tipo di preparazione tattica. Ciò renderà tutto il processo un semplice colpire i mostri fino alla loro disfatta, almeno per le difficoltà più basse; ovviamente, salendo di difficoltà nelle fasi finali, ci verrà richiesta una maggiore preparazione. Un ulteriore problema è dato dalla presenza pochissime creature inedite, affrontabili unicamente nel post game: a causa di ciò, ci ritroveremo ad affrontare Vajra e Kongou come non ci fosse domani, rendendo il tutto estremamente ripetitivo.

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Gate of Babylon

GOD EATER RESURRECTION ci offre una vasta selezioni di armi tra cui scegliere, aggiungendo a quelle già presenti nella versione originale anche esponenti come la Lancia, il Martello e la Falce introdotte in GOD EATER 2 RAGE BURST. Ognuna di queste armi si distinguerà non solo per una differenza nel modo in cui vengono eseguiti i vari attacchi, ma anche per il tipo di danno inflitto ai mostri. Per esempio, il martello sarà più portato per attacchi Frantumazione, mentre la falce per attacchi Fendente e la lancia per gli attacchi Perforazione. Con i materiali raccolti nel corso delle nostre avventure potremo costruire nuove armi e potenziare quelle in nostro possesso, in modo tale da avere accesso a un utile arsenale tra cui poter scegliere prima di andare in missione. Potremo anche creare gli Scudi, che saranno presenti in tre diverse grandezze e che andranno non solo a definire il nostro parametro difensivo che ci indicherà la nostra capacità di ricevere colpi dai nemici, ma anche di pararci al momento più opportuno. Solitamente, più è grande lo scudo più tempo ci metteremo per prepararlo in combattimento, ma la nostra resistenza ai colpi sarà maggiore.

Anche per le armi a lunga distanza avremo un ricco arsenale tra cui poter scegliere, tra Cannoni e Fucili di ogni genere; per questa categoria, ogni arma sarà caratterizzata da un determinato tipo di proiettili che infliggeranno danni in maniera diversa ai nemici. Potremo inoltre scegliere accuratamente quali proiettili portare con noi, in base all’elemento loro assegnato e la loro utilità. Le armi inoltre avranno delle diverse abilità che si attiveranno quando le avremo equipaggiate e che andranno a costituire in utile offensiva contro i mostri.

A termine delle missioni, potrebbe capitarci di ricevere anche delle God Arc abbandonate che, seppur inutilizzabili, possono essere fuse tra di loro per creare delle abilità che potremo infine assegnare a un’arma a nostra scelta, consentendoci dunque di personalizzarle a nostro piacimento, un’aggiunta proveniente dal secondo capitolo che, personalmente, ho gradito. Potremo inoltre equipaggiare delle Unità di controllo per aumentare i nostri parametri e scegliere i vari Stili Predatore. Infine, con i materiali ottenuti potremo anche acquistare i vari capi di abbigliamento presenti all’interno del gioco, che non avranno alcuna funzione pratica, risultando semplicemente un qualcosa di legato al fattore estetico del nostro personaggio. Un’ulteriore aggiunta è quella di poter modificare anche le abilità dei nostri compagni d’avventura usando i Punti Abilità che otterranno nel corso delle missioni, per potenziare e ottenere nuove skill da usare in battaglia.

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Benvenuti alla Fenrir

Come per ogni gioco di questa tipologia, è arrivato il momento di spendere due paroline per la nostra base operativa nella quale ci ritroveremo a spendere la maggior parte del tempo, tra una missione e l’altra. La Divisione Estremo Oriente della Fenrir avrà effettivamente poche strutture vere e proprie alle quali potremo rivolgerci. Molte delle sue stanze, come l’Infermeria o la Sala Riunioni ad esempio, risultano essere lì puramente per finalità narrative. Le attività di cui ho avuto modo di parlarvi nel paragrafo precedente saranno tutte quante controllabili tramite dei monitor collocati nella sala principale e nella nostra stanza, e da lì potremo eseguire comodamente tutte le operazioni di preparazione. Utilizzando questi computer potremo inoltre leggere delle mail che ci verranno inviate dai personaggi nel corso della storia e che saranno utili per approfondire un po’ il loro carattere e conoscere l’opinione che si son fatti di noi.

Sarà presente anche un utile Database, dove potremo leggere e controllare i vari termini chiave del gioco, nonché leggere i profili dei vari God Eater che si aggiorneranno man mano con il proseguire della storia. Abbastanza utile sarà la possibilità di poter controllare le schede dei vari Aragami da noi affrontati, che contengono importanti informazioni come le loro debolezze, motivo per cui sarà utile consultarle nel caso in cui dovessimo dimenticare qualcosa. Il Mercante, infine, sarà utile per recuperare gli oggetti consumabili e di rado per acquistare qualche costume da indossare. Il gioco grazie alla sua modalità multiplayer, ci consentirà lo scambio di alcune particolari tessere che potremo consultare nel menu principale e che contengono alcune informazioni circa gli avatar degli altri giocatori con cui abbiamo collaborato.

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Over the Clouds

Dal punto di vista grafico, secondo i miei gusti, il gioco risulta ancora un po’ troppo legato alle sue origini su PlayStation Portable e la cosa è ancora più evidente quando si gioca alla versione per PlayStation 4. Il lavoro di rifacimento di alcune scene è stato svolto in maniere più che buona, ma alcune di esse sono rimaste invariate e mostrano dei movimenti molto più legnosi e meno fluidi rispetto a quelle inedite. La colonna sonora del gioco è qualcosa che, personalmente, apprezzo davvero molto, a partire dalla splendida opening, Over the Clouds, che ormai ascolto da anni senza mai annoiarmi. Anche molte altre musiche all’interno del gioco sono davvero molto orecchiabili e danno la giusta carica durante le missioni. Purtroppo il gioco presenta il solo doppiaggio in lingua inglese, cosa che darà fastidio a molti giocatori, anche perché, sinceramente, alcune come quella del Dottor Sakaki le ho trovate un po’ troppo snervanti. Mi è capitato inoltre di riscontrare che alcune scelte di localizzazione risultano un po’ strane, come ad esempio un “Let’s do this” tradotto con un “Facciamo questo”.

A chi consigliamo GOD EATER RESURRECTION?

Consiglierei GOD EATER RESURRECTION a tutti quelli che sono in cerca un buon hunting game per le loro console, sopratutto perché, secondo me, questo gioco è uno dei migliori esponenti del genere anche grazie alla sua interessantissima storia, che sarà in grado di regalarvi parecchie emozioni. Gli appassionati della serie animata potranno inoltre giocare e osservare direttamente gli eventi da cui è stato tratto questo racconto. Per coloro che hanno già avuto modo di giocare alla precedente versione, potrebbe risultare utile rivedere la storia prima di avventurarsi nel secondo episodio della serie. Chi invece è già pratico del genere ma non ha mai avuto modo di giocare a GOD EATER, magari non troverà lo stesso spessore in termini di gameplay di altri più famosi esponenti, ma potrà comunque divertirsi a dovere sopratutto con le missioni dalle difficoltà più elevate. La presenza di una modalità multiplayer, sia in locale che online, ci consentirà di prolungare di molto le nostre sessioni di gioco e di poterci divertire in compagnia dei nostri amici più fidati. Oltretutto il gioco è praticamente gratis, se acquistato il secondo: cosa chiedere di più?

  • Il nuovo sistema degli Stile Predatori
  • Storia e personaggi interessanti
  • Gameplay dinamico e divertente
  • Alcune novità provenienti dal secondo capitolo
  • È in regalo con GOD EATER 2 RAGE BURST

  • Parzialmente limitato dalla sua natura su PSP
  • Alla lunga la poca varietà di Aragami risulta ripetitiva
  • Mancanza del doppiaggio giapponese
  • Doppiaggio inglese un po’ scadente ed errori di localizzazione
GOD EATER RESURRECTION
3.8

Resurrezione avvenuta con successo

GOD EATER RESURRECTION, versione definitiva del primo episodio della serie, è un validissimo hunting game, che con il suo gameplay dinamico e divertente riesce a catturare facilmente l’attenzione di chi ci gioca. La storia e i personaggi risultano essere molto interessanti e invogliano il giocatore a continuare ad affrontare le numerose missioni. Pur essendo decisamente adatto sia per chi si avvicina per la prima volta a titoli di questo genere, che per chi invece ne è un veterano, quest’ultimi potrebbero provare ben annoiarsi perché, nelle fasi iniziali, manca una vera e propria fase di preparazione strategica per affrontare le missioni, in quanto basterà semplicemente colpire il mostro fino a mandarlo K.O. La poca varietà di Aragami disponibili, sopratutto nelle prime ore di gioco, contribuisce ulteriormente a rendere ripetitivo il tutto. L’aggiunta degli Stile Predatore e delle novità provenienti dal secondo episodio della serie sono delle novità ben accette e che portano un po’ di aria fresca in questo titolo del 2010, consentendo anche a coloro che lo hanno già spolpato di goderselo appieno. Purtroppo, a causa della sua natura di titolo per PSP, il gioco risente un po’ di alcune limitazioni tecniche legate alla sua precedente incarnazione, cosa che risulta più evidente sulla versione per PlayStation 4. Infine, l’assenza del doppiaggio giapponese è un qualcosa che mi è dispiaciuta abbastanza, vista anche la scarsa qualità di alcune voci proposte in quello anglofono. Inoltre, vi sono alcuni errori di traduzione nella versione italiana, che alle volte risulteranno ridicoli perché adattati con pressappochismo. Per chi acquista GOD EATER 2 RAGE BURST, nonostante ciò, questo remaster risulta un regalo decisamente gradevole.

Giocatore accanito di JRPG, Musou e quant'altro di tipicamente giapponese. Il suo sogno nel cassetto è quello di poter un giorno iniziare dei Social Link con le ragazze di SENRAN KAGURA.