DRAGON BALL: THE BREAKERS – La nostra prova

Abbiamo provato DRAGON BALL: THE BREAKERS, titolo multiplayer asimmetrico ambientato nell'universo di Dragon Ball, in uscita nel 2022

DRAGON BALL: THE BREAKERS

La notizia ci ha colpiti tutti di sorpresa: BANDAI NAMCO Entertainment ha annunciato così completamente dal nulla, il 16 novembre, DRAGON BALL: THE BREAKERS, un titolo multiplayer asimmetrico dove, sulla falsariga di titoli come Dead By Daylight, un gruppo di sette giocatori “normali” deve riuscire a sfuggire dalle grinfie di un singolo giocatore molto più forte (il Razziatore) che invece deve impedire la fuga dei sopravvissuti a tutti i costi. Pochi giorni dopo è inoltre stata annunciata una beta chiusa, disponibile tuttavia solo su PC. Il titolo uscirà nel 2022 su Xbox One, PlayStation 4, PC e Nintendo Switch: ancora tuttavia non sappiamo la data precisa. Abbiamo provato la beta chiusa di DRAGON BALL: THE BREAKERS su Steam, dunque, ma non ne siamo usciti particolarmente entusiasti: visto che la data di uscita non è stata ancora annunciata, speriamo che Dimps riesca a risolvere in fretta almeno alcuni dei problemi riscontrati in questo network test.

Il gioco si apre innanzitutto con la possibilità di creare il nostro personalissimo Survivor attraverso un editor, abbastanza scarno in realtà, ovvero il personaggio giocabile che potrà poi essere modificato esteticamente in qualsiasi momento attraverso un negozio presente nell’hub principale di gioco, anche acquistando vestiti e costumi aggiuntivi tramite i crediti ottenibili in-game dopo ogni match. Questo perché non andremo a calarci nei panni dei personaggi storici del franchise, ma solamente in persone normalissime, i classici passanti che vengono obliterati dalla energy wave di turno in una delle tante stragi di massa che i villain di Dragon Ball amano perpetrare: non di certo in grado di resistere a personaggi come Freezer, Cell o Majin Bu, ed ecco dunque che si spiega il meccanismo di gameplay primario di questo THE BREAKERS.

DRAGON BALL: THE BREAKERS

Piazzati nell’hub principale dopo aver creato e rinominato il nostro personaggio, sarà possibile esplorare un pochino i negozi presenti, oppure buttarsi subito nella mischia. Questi spaziano da semplici shop cosmetici, a negozi in cui acquistare Trasfere, ovvero degli artefatti che ci permetteranno di trasformarci per breve tempo nei Guerrieri Z, e sembra essere presente anche una certa componente gacha nelle Trasfere e nelle Skill che potremo ottenere casualmente. Purtroppo, i tutorial che spiegano le varie meccaniche di gioco nell’hub sono presenti solo in forma di tedioso menu a tendine, che spiegherà attraverso testi e immagini statiche: non certo la migliore delle esperienze e sicuramente uno dei motivi che ci porta a definire la learning curve del gioco ancora come davvero troppo confusionaria, anche se il testo è perlomeno completamente localizzato in italiano.

Entrati in una lobby da otto persone, sette diventeranno i sopravvissuti e uno solo sarà il Razziatore. In questo Network Test, è presente una sola mappa, ovvero un’area che comprende l’arena del Cell Game, e alcune alture e valli circostanti. Dunque, l’unico Razziatore disponibile è Cell. I sette sopravvissuti sono dei personaggi attirati loro malgrado in una frattura temporale, e il loro scopo principale sarà trovare sette chiavi sparse per la mappa e attivare la Super Macchina del Tempo, per sfuggire ad un inevitabile destino crudele. Queste chiavi sono sparse in varie zone di una mappa decisamente vasta e labirintica: i sopravvissuti devono dunque lavorare di squadra per trovarle rapidamente, mentre l’ulteriore esplorazione ci porterà comunque ad ottenere certi benefici, come salvare NPC nascosti nelle caverne o nelle cantine degli edifici per un punteggio bonus, oppure alcune armi per tenere a bada seppur per poco il Razziatore. Combattere con lui a viso aperto è praticamente impossibile, anche utilizzando una Trasfera per trasformarsi temporaneamente in Piccolo & compagni, perché il combat system ha evidenti limiti (di legnosità e di utilità) ed è stato dunque sicuramente inteso come ultima possibilità quando la fuga non è più possibile.

Sembra (come spesso accade in questi giochi) che a divertirsi di più, giocando a THE BREAKERS, sia il player nei panni del Razziatore: che in questo caso parte come Cell allo stadio larvale, che dovrà concentrarsi prima sui personaggi non giocabili divorando loro, per poi evolversi al primo stadio e iniziare a dare attivamente la caccia ai giocatori, con poteri di molto superiori ai loro. In questo caso, spesso non agire di squadra significa morte certa, come ho potuto constatare nei match che ho provato, dove sembravano tutti confusi almeno tanto quanto lo ero io su cosa effettivamente si dovesse fare per attivare la Super Macchina del Tempo. Il Razziatore inoltre può essere effettivamente sconfitto dai Guerrieri Z usciti dalle Trasfere, anche se è raro che questo accada, poiché richiede un buon gioco di squadra che purtroppo non siamo riusciti a trovare nei match provati in questa prova. La tensione si alza man mano che i poteri del Razziatore crescono, anche se le fasi finali del gioco quando tutto ruota intorno all’attivazione della macchina del tempo sembra forzare un po’ troppo i combattimenti davvero impari fra un razziatore ormai troppo potente per essere fermato.

Se il design di gioco ci ha convinto solo in parte, la parte che sembra al momento richiedere più lavoro extra in attesa dell’uscita risulta comunque quella tecnica: i modelli poligonali, le animazioni e le mappe, praticamente riciclate paro paro da Xenoverse 2, in qualche modo sembrano però più brutte a vedersi, con modelli plasticosi, un aliasing pazzesco e in generale l’impressione che il gioco stesse girando con una risoluzione di rendering scalata, inferiore al 100%. Non è andata meglio per quanto riguarda il comparto sonoro, con effetti audio mancanti o in bassissima qualità, quasi nessun tipo di musica in-game al di fuori dell’hub e in generale un’atmosfera ben poco tesa, visto che comunque (almeno per le mappe che abbiamo provato) l’azione si svolgeva in pieno giorno, con il nemico spesso ben visibile in lontananza o ancora più spesso segnalato dallo scouter di qualche sopravvissuto.

Insomma, al momento questo tie-in sembra un esperimento, una voglia di innovare un franchise con un progetto su scala più piccola, dedicato a intrattenersi in qualche partita con gli amici ma senza grossissime ambizioni; quasi una modalità aggiuntiva di Dragon Ball Xenoverse 2, elevata a titolo standalone. Qualche idea carina c’è, ma l’atmosfera di Dead by Daylight e anche titoli “minori” del passato come EVOLVE si perde quasi totalmente per strada vista la tanta, troppa confusione a schermo. Speriamo di sbagliarci, e che BANDAI NAMCO e lo sviluppatore Dimps riescano a migliorare questo prodotto il più possibile in vista del lancio.

Ossessionato da Le Bizzarre Avventure di JoJo e METAL GEAR, pensa che TRIGGER abbia salvato gli anime. Darebbe tutto pur di vedere un nuovo Trauma Center e il finale di Berserk; generalmente ti vuole bene, finché non gli parli di microtransazioni.

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