GOD EATER 3 – Provato in anteprima

GOD EATER 3 si è mostrato in tutto il suo splendore in una action demo destinata alle PS4 giapponesi. Potevamo perderci l’occasione di darle di santa ragione a qualche grosso demone?

GOD EATER 3 Anteprima

Le Oracle Cell, creature abili nell’adattarsi e dall’appetito implacabile, si avventarono sul pianeta Terra improvvisamente, pronte a cibarsi di qualsiasi forma di vita. Gli umani diedero loro il nome di Aragami e, incapaci di difendersi, videro presto la propria civiltà, così come l’intera specie poco dopo, crollare nel baratro dell’estinzione. L’unico barlume di speranza risiede oggi nella armi viventi dette God Arc, realizzate con le stesse Oracle Cell, e il destino del pianeta è nelle mani dei God Eater, gli unici capaci di brandirle in combattimento. Riuscirai a sopravvivere ad una guerra disperata, attraverso un mondo distrutto da Dei che hanno perso la ragione?

BANDAI NAMCO Entertainment, come promesso durante il Tokyo Game Show 2018, ha rilasciato una demo per il suo atteso GOD EATER 3, ultimogenito della famosa serie in arrivo su PlayStation 4 e PC tramite Steam nei primi mesi del 2019. La versione di prova, che è stata disponibile sul PlayStation Store giapponese fino alla scorsa domenica, è stata interamente dedicata all’anima action del titolo, mostrando ai giocatori nipponici tutta la frenesia delle nuove funzionalità del gameplay: potevamo, noi di Akiba Gamers, lasciarci scappare l’occasione di imbracciare le nuove God Arc e folleggiare divorando demoni? Se siete arrivati a leggere fino a qui, sapete già la risposta.

Ashland: polvere, distruzione e…

Prima dell’inizio della nostra nuova avventure, eventi catastrofici (come se i golosi demoni non bastassero) hanno colpito il mondo intorno a noi: molte regioni sono state trasformate in lande inospitali, ora denominate Ashland, a causa di una potente calamità che le ha ricoperte di strane particelle simili alla cenere, in grado di distruggere tutto ciò che toccano. I pochi sopravvisuti sono stati costretti a creare basi sotterranee dopo il collasso della struttura gerarchica della Fenrir, incapace di penetrare nelle desolate terre colpite dalla catastrofe. In questi rifugi, chiamati porti, è stata data vita a nuovi soldati denominati Adaptive God Eater (AGE), combattenti molto simili agli Aragami e dalla grande resistenza, in grado di lottare contro la minaccia sulla superficie. E indovinate un po? Noi siamo chiamati ad impersonare proprio uno di loro.

Dopo aver creato il nostro soldato a immagine e somiglianza di chi preferiamo, grazie ad un editor ricco di dettagli, ci ritroviamo in quella che sembra essere a prima vista la base della nostra squadra. Tutto normale, se non fosse che sia il nostro alter ego, sia gli altri AGE in nostra compagnia, portano ai polsi un vistoso paio di manette e che il “rifugio” non si riveli essere altro che una prigione sorvegliata. Che sia un assaggio della nostra indomabile forza? Non ci vorrà molto per scoprire cosa siamo in grado di fare sul campo di battaglia: dopo aver dato un’occhiata al nostro moveset, al link con i nostri compagni di squadra e scelto la nostra arma di base, siamo infatti pronti a partire per la nostra prima missione grazie all’aiuto del nostro singolare “portiere”.

GOD EATER 3

…Le solite botte da orbi

Catapultati nella mappa contenente il nostro obiettivo, tiriamo un sospiro di sollievo. Le animazioni e i movimenti risultano subito fluidi, l’interfaccia minimale contiene perfettamente tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno senza infastidire e finalmente abbiamo una mappa completa da poter consultare durante i nostri spostamenti. Ci possiamo muovere liberamente per tutto il terreno di gioco, questa volta decisamente più interessante da esplorare grazie ai numerosi dettagli, e non manca la grande quantità di sceniche combo che possiamo sfoggiare dentro e fuori gli scontri. Durante il combattimento la nostra God Arc si trasforma freneticamente in tante armi differenti, possiamo eseguire mosse combinate con i nostri partner e attaccare da svariate distanze gli Aragami nemici, che sbucano un po’ da tutte le parti. La parola d’ordine è sempre la stessa: botte, tante botte. Fatto a fettine il nostro obiettivo, alter-ego e compagni guadagnano esperienza, così come le skill utilizzate, raccimoliamo qualche item e possiamo tornare nella nostra base-prigione pronti per la prossima caccia.

Le armi che avremo a disposizione in GOD EATER 3 sono numerose e tutte estremamente particolari: tornano la già conosciuta e letale Short Blade, l’evasiva Long Blade, la potente Buster Blade, il devastante Boost Hammer, la veloce Charge Spear, la Variant Scythe perfetta per tutte le occasioni, la rapida Assault Gun, la Snipe Gun perfetta per chi ama lo stealth, la rumorosa Shotgun e si aggiungono alla numerosa famigliola l’elegante Heavy Moon, arma a due mani dalla forma simile a quella della luna capace di trasformarsi in un’ascia e la Ray Gun che, sostituendo una parte delle abilità della vecchia Blast Gun, è capace di ingliggere ingenti danni a qualunque distanza. Fanno poi capolino nuovi potenti Aragami e la modalità Engage, che ci permette di creare una “connessione” con determinati compagni di squadra se combattiamo vicini a loro per un determinato lasso di tempo. Ci viene data infine la possibilità di provare le nuovissime Assault Mission, missioni da poter svolgere in cooperativa online fino a otto giocatori da completare in un tempo limite di soli cinque minuti. Le sfide proposte da questa modalità sono decisamente ardue e, proprio per questo, è possibile ricevere ricompense anche in caso di sconfitta.

Divorare sì, ma con stile

La serie dei “Divoratore di divinità” aveva bisogno di una bella rinfrescata, e sembrerebbe proprio averlo capito anche BANDAI NAMCO Entertainment: GOD EATER 3, in questo breve e intenso assaggio, ci è sembrato godere di una nuova luce grazie a una serie di piccoli quanto importanti accorgimenti. Prima fra tutti una grafica rinnovata e del tutto in linea con lo standard dell’ultima generazione di console casalinghe, una personalizzazione del proprio alter ego incredibilmente soddisfacente e un’interfaccia tanto minimale quanto funzionale, decisamente molto appagante da utilizzare (ammetto si aver passato più tempo a giocherellare tra i menu che ad ammazzare Aragami). L’introduzione di una modalità cooperativa era una scelta obbligata considerato il moderno trend ma, allo stato attuale, risulta particolarmente limitativa. Rimandando il nostro giudizio finale alla recensione, in alto le God Arc e incrociamo le dita.

Neolaureata alle prese con l’obbligo morale di intraprendere una vita da adulta, la sua vera casa è Eorzea (FFXIV) e spera di iniziare a lavorare nell’industria dei videogames prima dell’uscita di KINGDOM HEARTS III (quindi, forse, non ce la farà mai).

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