Persona 5 – Recensione del manga

I Fantomatici Ladri di cuori tornano in un’inedita versione cartacea grazie al manga di Persona 5, realizzato da Murasaki Hisato ed edito in Italia da J-POP Manga. La nostra recensione!

Persona 5 - Recensione del manga

Dopo ben quattro anni di attesa rispetto al lancio giapponese, finalmente anche in Italia arriva l’attesissimo manga dedicato a Persona 5. Illustrato da Murasaki Hisato, grazie a questa serie edita da J-POP Manga potremo rivivere in edizione cartacea le avventure dei Fantomatici Ladri di cuori narrate nel celebre titolo ATLUS.

Ma facciamo un passo indietro, era infatti il 2017 quando in Occidente arrivò per la prima volta Persona 5 su PlayStation 3 e PlayStation 4. Grazie ad uno stile di gioco classico unito ad una trama estremamente intrigante e ad una direzione artistica diventata immediatamente di culto, il titolo è riuscito a “rubare il cuore” di milioni di giocatori. Dato l’ampio successo acclamato sia dalla critica che dagli utenti, la software house ha deciso fin da subito di realizzare una trasposizione cartacea del titolo, scegliendo Murasaki Hisato come illustratore. La più grande differenza con la controparte videoludica sta nel carattere del suo protagonista principale: all’interno del gioco infatti le sue risposte vengono scelte dal giocatore che ne plasma così una personalità a suo piacimento, mentre nel manga riesce a spiccare grazie ad una caratterizzazione ben delineata.

Dopo aver ferito un uomo nel tentativo di difendere una donna in difficoltà, lo studente delle superiori Akira Kurusu si ritrova a dover scontare un anno di libertà vigilata. Questo evento è solo una piccola punta di un iceberg di giustizia distorta creata dagli adulti, che possono utilizzare la propria influenza o il proprio denaro per mettere a tacere le persone più deboli di loro e commettere crimini indisturbatamente. Dopo essere stato espulso dalla propria scuola, Akira si ritroverà a doversi trasferire a Tokyo da un amico dei suoi genitori per poter così frequentare la Shujin Academy. In città stanno avvenendo degli incidenti misteriosi, che si susseguono con una cadenza quasi quotidiana, nei quali il protagonista si ritroverà inavvertitamente coinvolto.

Akira arriva così nel quartiere Shibuya, dal quale rimarrà ammaliato per la quantità di persone in perpetuo movimento. Cercando la strada della sua nuova casa sul suo cellulare, si rende conto della presenza di un’applicazione a lui sconosciuta e, una volta cliccatoci sopra, tutte le persone attorno a lui si fermano immediatamente. Una strana voce inizia a rimbombare nella sua testa, e il protagonista non fa in tempo a capire di cosa si tratti che immediatamente tutto riprende a muoversi. Arrivato al Cafe Leblanc fa la conoscenza con Sojiro Sakura, proprietario del locale che lo ospiterà per tutto l’anno in cui deve scontare la sua pena. Nonostante le maniere un po’ brusche, Sojiro mostra ad Akira quella che diventerà la sua stanza e gli consiglia di andare a dormire presto se non vuole rischiare di arrivare in ritardo nel suo primo giorno nella nuova scuola.

Quella notte però Akira fa un sogno strano. Si trova in una cella e viene accolto da due giovani guardie carcerarie a da un misterioso uomo di nome Igor, che gli spiega come la stanza in cui si trova sia una manifestazione dei suoi pensieri e che se si trova lì è perché deve aver stretto un “patto”. Svegliatosi di soprassalto e non capendo cosa sia successo, il ragazzo si dirige verso la sua nuova scuola, ma per via di una forte pioggia è costretto a fermarsi sotto un riparo. Di fianco a lui c’è una bella studentessa che, con titubanza, accetta un passaggio da un uomo in macchina. Notando la scena, un altro studente della sua stessa scuola, Ryuji Sakamoto, gli spiega che quell’uomo non è altro che uno dei professori dell’istituto che, per via del suo passato da campione olimpionico, si permette di fare ciò che vuole a scuola considerandosi un vero e proprio re. In ritardo, Ryuji mostra ad Akira una scorciatoia per la scuola, ma i due ragazzi si trovano di fronte ad uno strano castello. Quello che li aspetta al suo interno cambierà per sempre la loro vita.

Come sempre J-POP Manga si rivela una vera e propria garanzia in quanto a qualità dei propri prodotti. Il manga di Persona 5 è infatti eccellente sotto ogni punto di vista, a partire dalla sovracopertina traslucida dal colore rosso acceso caratteristico del titolo ATLUS fino alla qualità della traduzione a cura di Valentina Vignola. La traduttrice è stata infatti capace di cogliere l’essenza dei personaggi, donando ad esempio a Morgana un tono quasi saccente quando cerca di spiegare ai personaggi la situazione surreale in cui si trovano. I primi due volumi (di sei ancora in corso in Giappone) sono già disponibili in tutte le fumetterie e librerie, sono editi nel classico formato 12 x 16,9 e sono composti da circa da 192 pagine per un prezzo di 5,90 €.

La giustizia è servita anche in forma cartacea

Persona 5 - Recensione del mangaAbbiamo dovuto attendere ben tre anni perché la trasposizione manga di Persona 5 arrivasse finalmente anche in Italia, ma devo ammettere che è valsa la pena attendere. Rituffarmi nelle avventure dei Ladri Fantasma a pochi mesi dall’arrivo su PlayStation 4 di Persona 5 Royal non ha fatto altro che alimentare nuovamente in me tutto l’hype dietro a quello che reputo uno dei JRPG migliori degli ultimi anni.

Durante la lettura sono rimasto estremamente colpito dall’estremo rispetto che sia Murasaki Hisato che la traduttrice Valentina Vignola hanno posto nella cura della trasposizione in manga dell’opera di ATLUS. Ed è per questo che sono rimasto estremamente soddisfatto e mi sento di consigliarlo a chi, come me, prova un forte senso di affetto verso l’opera originale.

Edito da J-POP Manga, il primo volume è stato rilasciato lo scorso ottobre per poi proseguire a cadenza bimestrale.

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Vi ruberà nuovamente il cuore

Raro esemplare di panda sardo cresciuto a bambù e JRPG. Soffre di sindrome di Stoccolma nei confronti di SQUARE ENIX, ed è disposto a privarsi del sonno pur di spulciare all’inverosimile ogni titolo gli capiti fra le mani.

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