Tales of Zestiria – Recensione

Tales of Zestiria

tales-of-zestiria-recensione-boxartNelle remote epoche del mito, ogni qualvolta l’oscurità minacciasse di avvolgere il mondo, i Redentori giungevano a reclamare una scintilla di luce dalla morsa del nulla. Più e più volte, mentre il pianeta sprofondava nel caos, la leggenda era rinata nei cuori, dando vita a nuove preghiere di salvezza. E ogni volta si era presentato un Redentore, l’unico in grado di annientare le tenebre. Tornata la pace, tuttavia, l’oblio aveva presto inghiottito quegli eroi. Dov’erano finiti? Nessuno in coscienza era in grado di dirlo, e oggi persino il loro ricordo è sfumato nella leggenda. Adesso, una volta ancora, il mondo è tornato a conoscere le spire dell’oscurità… E tra la gente si è ridestata la speranza nei Redentori. Purtroppo, però, nessun messia è giunto a condurre il popolo verso la pace… finora.

Tales of Zestiria è il quindicesimo titolo principale della famosa serie di RPG di BANDAI NAMCO Entertainment che, con questo episodio, celebra il suo ventesimo anniversario. Uscito originariamente in Giappone nella sola versione per PlayStation 3, il gioco approda in occidente anche in una rinnovata edizione per la console Sony di ultima generazione, oltre che su PC, tramite la piattaforma digitale STEAM. Zestiria introduce molte meccaniche inedite all’interno della serie, tra cui spiccano la possibilità di fondere tra loro due personaggi durante i combattimenti e le aree esplorabili rese ancora più ampie. Tales of Zestiria è stato inoltre soggetto a numerose critiche in Giappone per quanto riguarda la sua fase pubblicitaria e in particolare sulla gestione di un DLC relativo a un determinato personaggio. Riuscirà Hideo Baba a spingersi ancora una volta nei nostri cuori?

  • Titolo: Tales of Zestiria
  • Piattaforma: PlayStation 4, PlayStation 3
  • Genere: RPG of Passion Lighting the World (JRPG)
  • Giocatori: 1
  • Software house: BANDAI NAMCO Entertainment
  • Sviluppatore: BANDAI NAMCO Entertainment, tri-Crescendo
  • Lingua: Italiano (testi), Inglese e Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 16 ottobre 2015
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: costumi alternativi, oggetti ausiliari, Capitolo di Alisha
  • Note: disponibile in edizione limitata con tela, colonna sonora, steelbook, artbook, OVA in Blu-ray e miniature dei protagonisti

Sorey è un giovane umano vissuto per tutta la sua vita al fianco di esseri celestiali noti nelle leggende con il nome di Serafini, normalmente invisibili all’occhio umano e con il quale il nostro protagonista condivide un legame speciale. Il ragazzo ha sempre manifestato un enorme interesse per un antico libro, Le Cronache Celesti, racconti di storie di tempi passati dove di parla del Redentore e della sua lotta contro gli Avernali, e insieme al suo amico d’infanzia Mikleo, un Serafino, decide di porsi come obiettivo l’esplorazione di tutte le rovine del mondo. Durante una di queste esplorazioni, i due amici si imbattono in Alisha Diphda, una giovane ragazza umana con la quale Sorey stringerà amicizia. Dopo averla tratta in salvo dalla rovine e ospitata nel villaggio per un breve periodo, la ragazza è costretta a ripartire per raggiungere la città di Bel Lago, ma i nostri due eroi vengono a conoscenza che un temibile Avernale, che ricorda una volpe, si è messo sulle traccie di Alisha, e decidono dunque di abbandonare il villaggio dei Serafini per avvisarla.

Questi sono gli eventi che danno il via alla storia di Tales of Zestiria e che porteranno in seguito il buon Sorey a diventare il nuovo Redentore, affiancato dalla bella Lailah e da numerosi Serafini che si uniranno nell’impresa di scacciare e sconfiggere gli Avernali, malvagi esseri generati dalla Malevolenza dell’animo umano. La storia è a mio avviso interessante e ricca di buoni spunti, nonostante si mantenga abbastanza semplice e lineare, senza eccessivi colpi di scena; i personaggi, salvo che per la gestione di uno, in particolare, mi sono piaciuti. Anche in questo Tales of, fanno il loro ritorno le Skit, ovvero dialoghi opzionali che sono spesso utili per spiegare meglio gli avvenimenti della trama, introdurre alcuni luoghi o semplicemente assistere a delle simpatiche scenette tra i membri del party.

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Problemi di spazio

Tales of Zestiria introduce all’ interno della serie delle ampie zone totalmente esplorabili. Queste zone si configurano maggiormente come vaste pianure nel quale potremo trovare degli Avernali da affrontare in combattimento, aprire scrigni, o trovare le numerose Steli Votive disseminate un po’ ovunque, oltre che alcune zone particolari note come Luoghi d’interesse. Durante la storia Sorey acquisirà determinati poteri che ci consentiranno di esplorare al meglio i dungeon e risolvere alcuni puzzle. All’interno delle città potremo inoltre imbatterci in alcuni NPC che ci offriranno di tanto in tanto alcune quest opzionali a cui potremo dedicarci se vorremo prenderci una pausa dalla trama principale. Purtroppo la fase esplorativa non è esente da alcuni difetti, alcuni dei quali potrebbero essere considerati superficiali, ma che possono irritare alcuni giocatori. Prima fra tutti c’è l’impossibilità di cambiare, per tutta la durata del gioco, il personaggio che controlleremo durante le nostre esplorazioni, dovendo rimanere, per forza di cose, limitati a utilizzare unicamente Sorey; questo è giustificato in parte dalla trama, ma non vedo come sarebbe stato impossibile permetterci di utilizzare al suo posto un altro personaggio che si unirà alla squadra, che sa praticamente fare tutto ciò che fa Sorey. È un problema a cui molti magari non faranno nemmeno caso ma che, in qualche modo, ha parzialmente limitato la mia esperienza di gioco. Una seconda nota dolente è invece caratterizzata da una penuria di NPC all’interno delle città e dalla quasi totale mancanza della possibilità di entrare all’interno di appartamenti o strutture secondarie, elemento che fa risultare queste enormi zone esplorabili un po’ troppo vuote. Più avanti nel gioco sbloccheremo la funzione Dominus della terra, accessibile dai punti salvataggio delle aree in cui il dominus è stato sbloccato: combattendo in queste zone si ottiene un incremento del livello della benedizione in base ai gradi ricevuti. Tali gradi verranno conteggiati automaticamente per il livello di benedizione non appena ci avvicineremo a un punto salvataggio. Aumentando il livello di benedizione otterremo alcuni privilegi che ci garantiranno effetti bonus e, grazie a questo sistema, potremo inoltre teletrasportarci fra i vari punti salvataggio che abbiamo già visitato. All’interno delle varie zone potremo inoltre imbatterci nei Normin, delle versioni più deboli dei normali Serafini il cui aspetto è abbastanza simile a quello dei Cheagle di Tales of the Abyss. Questi simpatici esserini ci aiuteranno a potenziare le abilità dei nostri equipaggiamenti e una volta trovati, potranno essere gestiti utilizzando il menu Dominus della terra dai punti salvataggio.

A che servono i Potara se sei il Redentore?

Il sistema di combattimento di Tales of Zestiria ricorda vagamente quello presente in Tales of Graces, all’interno del quale le tecniche che potremo utilizzare saranno limitate unicamente dai CS, al posto dei più tradizionali TP. Tali CS si consumeranno eseguendo combo e utilizzando le arti volitive, ma fortunatamente sono facilmente ricaricabili semplicemente fermandosi per qualche secondo in posizione di guardia prima di tornare alla carica. Potremo utilizzare un massimo di quattro personaggi per combattimento, nello specifico due umani e due Serafini, e potremo scegliere di prendere il controllo di uno qualunque dei guerrieri presenti sul campo, cambiando quello che controlleremo durante il combattimento semplicemente accedendo al menu di pausa. I nostri eroi avranno a disposizione due diverse tipologie d’attacco: gli attacchi normali sono utilizzabili con il tasto cerchio e, a seconda del movimento che effettueremo con la levetta analogica sinistra, potremo variarne i colpi e utilizzare alcune speciali Artes che vengono eseguite nel corso della combo. Con il tasto X potremo utilizzare le arti volitive che saranno invece di natura magica e consumeranno più CS rispetto agli attacchi normali; purtroppo la transizione tra arti fisiche e magiche non sarà immediata come accadeva in Tales of Graces, dove concatenare numerosi attacchi risultava più semplice e immediato, ma ci si limiterà a combo molto più contenute il cui scopo finale è l’esecuzione delle Mystic Artes e degli Attacchi Estesi, usando la Barra Esplosiva che si caricherà effettuando o subendo attacchi. La levetta analogica destra sarà invece utilizzata per impartire ordini ai membri del party controllati dalla CPU, scegliendo il tipo di approccio da fargli intraprendere nei confronti dei nemici.

Una delle novità introdotte in questo capitolo è il passaggio immediato che c’è tra le fasi esplorative e i combattimenti: se nei capitoli precedenti ingaggiando in combattimento un nemico si veniva trasportati in un’arena apposita per lo scontro, in questo gioco si combatte avendo come fondale il mondo di gioco, il che rende praticamente nulle le transizioni fra esplorazione e combattimento. Questo è un effetto visivamente piacevole, ma può diventare fastidioso se finiremo a combattere in spazi abbastanza ristretti, con i conseguenti problemi di telecamera. Altro elemento esclusivo di questo episodio è la possibilità unire due personaggi in combattimento, seguendo un processo noto come Armatizzazione. Sorey, e un’altro personaggio che incontreremo più avanti nella storia potranno infatti unirsi con uno dei Serafini, trasformando non solo il proprio aspetto ma anche il moveset e le arti che potremo utilizzare. Per questo motivo il gioco ci obbligherà ad affiancare nel nostro party un umano e un Serafino; fortunatamente potremo scegliere in qualsiasi momento quali personaggi accoppiare, potendo scegliere anche di scambiare il nostro partner nel corso del combattimento tramite i tasti direzionali. Purtroppo, come vi ho accennato poc’anzi, il party dovrà essere obbligatoriamente composto da due umani e due Serafini, e SoreyRose o Alisha, saranno delle presenze obbligate che non potremo rimuovere in alcun modo. Questo in sé non sarà un grosso problema per via dell’opportunità di cambiare i Serafini in ogni momento durante le battaglie, ma ci impedisce di utilizzare delle formazioni basate sull’utilizzo di tre o addirittura quattro Serafini contemporaneamente, andando nuovamente a limitare l’esperienza di gioco. Al termine del combattimento otterremo punti esperienza, per aumentare il livello dei nostri personaggi, nonché i Gald, la valuta utilizzata nella serie e i gradi, punti che potremo spendere al termine del gioco per avere numerosi bonus nell’eventuale New Game+.

Tales of Equipment

Come in tutti i Tales of, anche in Zestiria avremo la possibilità di modificare l’equipaggiamento dei nostri personaggi e, di conseguenza, l’aspetto. In questo capitolo però, gli equipaggiamenti rivestono un ruolo decisamente più importante rispetto al solo aumento delle statistiche, infatti ciascun pezzo di arma e armatura ci assegnerà delle abilità che andranno a garantirci svariati effetti bonus nel corso dei combattimenti. Queste Skill sono organizzate secondo una griglia composta da dieci colonne e cinque righe. Le colonne indicano i bonus che otterremo in combattimento, come ad esempio l’incremento dei danni elementali o un maggior numero di danni inflitti ai nemici storditi, mentre alle righe corrisponderà uno dei cinque elementi, ciascuno dei quali offrirà un premio sulle nostre statistiche. Completare, ad esempio, una colonna, ci garantirà un effetto aggiuntivo, così come indossare equipaggiamenti che hanno tutti la medesima skill risulterà in un potenziamento della stessa. Questa però è l’unica vera possibilità che ci viene data per personalizzare le abilità dei nostri personaggi; potremo infatti decidere unicamente quale Artes potranno apprendere modificando i Titoli a loro assegnati, con il conseguente cambiamento delle statistiche. Dal menu potremo inoltre modificare il membri con cui andare in battaglia, utilizzare oggetti curativi o verificare i nostri record personali.

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White Light

Dal punto di vista grafico il gioco in esame non si discosta in maniera sostanziale da Tales of Xillia e, anche nella versione per PlayStation 4, non c’è chissà quale miglioria dovuta al salto generazionale, anzi, soprattutto per quanto riguarda gli ambienti, spesso ci imbatteremo in texture mal scalate o comunque abbastanza sgranate.  Niente di troppo grave, ma di certo siamo ben lontani dall’avere tra le mani un Tales of di nuova generazione, essendo, lo ricordiamo, uscito originariamente su PlayStation 3. La colonna sonora curata da Motoi Sakuraba e Go Shiina, storici compositori della serie, è orecchiabile, e il battle theme spicca tra tutti.  Purtroppo nelle versioni occidentali del gioco è stata esclusa la stupenda opening, White Light dei Superfly, sostituita da una versione strumentale della stessa. All’interno del gioco sono inoltre presenti sia il doppiaggio giapponese che quello anglofono, accontentando entrambe le tipologie di fan che prediligono una o l’altra scelta. Una menzione va fatta anche alle stupende cutscene animate create dal celeberrimo e ormai consolidato studio di animazione ufotable.

A chi consigliamo Tales of Zestiria?

Consiglio questo gioco a tutti gli amanti delle produzioni giapponesi e in particolare di questa serie, pur non essendo il miglior esponente della saga a causa di alcune scelte poco felici, risulta comunque un gioco divertente e con una storia che, seppur molto semplice, è in grado di intrattenere a dovere. I novellini non avranno alcun tipo di problema nel sentirsi a proprio agio con il gameplay, allo stesso tempo i veterani potranno divertirsi spolpandolo a dovere, facendo anche uso del Grade Shop per ottenere i bonus con il New Game+. Molti di voi avranno anche già sentito le numerose controversie riguardo un certo personaggio: per quanto possa condividere l’opinione secondo la quale l’individuo in questione poteva avere una gestione migliore o quantomeno non essere pubblicizzato per quanto non si è rivelato essere nel gioco, la cosa non arreca alcun fastidio particolare e, superate magari un paio di orette, non ci farete quasi più caso. Alcuni potranno trovare infelice la mancanza della possibilità di scattare delle istantanee della schermata con la versione per PlayStation 4 del gioco, ma personalmente la cosa non mi ha impensierito più di tanto.

  • Storia e personaggi abbastanza interessanti
  • Armatizzazione e il battle system
  • Le stupende cutscene in stile anime
  • Presenza dei doppiaggi inglese e giapponese
  • Localizzato in lingua italiano
  • Spazi enormi esplorabili…

  • … ma un po’ troppo vuoti
  • Graficamente non eccelso
  • Il sistema di gestione del party poteva essere migliore
  • Telecamera un po’ fastidiosa in alcuni frangenti
Tales of Zestiria
4

Avvincente e avventuroso, con qualche scelta discutibile

Tales of Zestiria è un buon esponente del genere dei giochi di ruolo giapponesi, che introduce alcune novità all’interno della serie. Prima fra tutte la presenza di enormi spazi che potranno essere esplorati liberamente, anche se sopratutto nel caso delle città si avvertirà spesso e volentieri una sensazione di vuoto, dovuta alla mancanza di NPC con cui interagire. La storia e i personaggi, nonostante alcune controversie per quanto riguarda uno di loro in particolare, sono in grado di intrattenere pur mantenendosi semplici. Il Battle System, che si rifà in parte a quello del frenetico Tales of Graces, introduce alcune novità come la possibilità di unire in battaglia due personaggi con il sistema di Armatizzazione, senza dubbio la funzionalità caratterizzante di questo capitolo. Purtroppo la decisione di limitare la possibilità di cambiare il nostro alter-ego durante l’esplorazione e di dover obbligatoriamente utilizzare una combinazione di due umani e due Serafini limita un po’ l’esperienza di gioco, soprattutto per chi era abituato ad agire diversamente nei capitoli precedenti. Anche la decisione di rendere immediata la transizione tra esplorazione e combattimenti, per quanto molto bella da vedere, ha il difetto di rendere un po’ problematica la gestione della telecamera in spazi abbastanza ristretti. Dal punto di vista grafico il gioco non eccelle particolarmente, ma le meravigliose scene anime realizzate dallo studio ufotable non possono non risultare appaganti. Peccato per l’esclusione della versione cantata della opening, sostituita dalla sola versione strumentale. Fortunatamente, per la gioia dei giocatori di vecchia data e degli appassionati della cultura giapponese, potremo scegliere quale dei due doppiaggi utilizzare fra quello inglese e quello giapponese, accompagnati anche questa volta da una localizzazione in lingua italiana che rende accessibile il gioco anche a chi non è avvezzo all’idioma straniero.

Giocatore accanito di JRPG, Musou e quant'altro di tipicamente giapponese. Il suo sogno nel cassetto è quello di poter un giorno iniziare dei Social Link con le ragazze di SENRAN KAGURA.