AKIRA 35th – Recensione

La nostra recensione di AKIRA, pellicola del 1988 firmata Katsuhiro Otomo tornata al cinema e in home video in occasione del 35° anniversario

AKIRA 35th – Recensione

A trent’anni dallo scoppio di una terribile bomba su Tokyo e della conseguente Terza Guerra Mondiale, un vento minaccioso soffia ancora sul Giappone, il vento di Akira. A bordo delle loro ruggenti motociclette, Kaneda, Tetsuo e i loro amici sfrecciano incuranti del pericolo sulle strade di Neo Tokyo, vivendo la vita di quattro ragazzi allo sbando, in una società disinteressata al loro futuro. Tra disordini e caos, il loro futuro è destinato a cambiare quando, nel corso di una protesta, un uomo viene ucciso, scatenando le laceranti grida di un anziano con i tratti da bambino. La situazione è così destinata a precipitare, con Tetsuo che finisce nelle mani dell’esercito, il quale ne fiuta le capacità mentali, includendolo nel Progetto Akira. Intanto Kaneda, desideroso di salvare il proprio amico, entra in contatto con la resistenza, la quale si oppone con fierezza all’attuale governo. E, sullo sfondo, il pericolo di una nuova grande esplosione appare sempre più concreto. Passano gli anni, ma AKIRA non sembra avere intenzione di invecchiare. Per celebrare il proprio trentacinquesimo anniversario, l’opera di Katsuhiro Otomo è tornata al cinema lo scorso 14 e 15 marzo con l’evento AKIRA 35th, offrendo al pubblico italiano la possibilità di scegliere tra doppiaggio in italiano e lingua originale.

Un evento imperdibile organizzato da Nexo Digital e Dinyt, che molto probabilmente verrà riproposto tra cinque anni, rispettando una tradizione oramai decennale. Per chi si fosse dunque perso un’occasione tanto ghiotta, o più semplicemente non sapesse resistere all’attesa di un rewatch, AKIRA è attualmente disponibile anche su Netflix e in home video su Amazon seguendo questo link.

AKIRA 35th

  • Titolo originale: アキラ (AKIRA)
  • Titolo italiano: AKIRA
  • Uscita giapponese: 24 aprile 2020
  • Uscita italiana: 14 e 15 marzo 2023 nei cinema, 4 gennaio in Blu-ray
  • Piattaforma: cinema, home video
  • Genere: azione, drammatico, psicologico, fantascienza
  • Durata: 124 minuti
  • Studio di animazione: Akira Commitee
  • Adattato da: manga di Katsuhiro Otomo
  • Lingua: italiano, giapponese

Abbiamo recensito AKIRA grazie all’invito alla proiezione stampa offertoci da Nexo Digital e Dynit.

Un racconto corale

Cuore pulsante delle vicende di AKIRA è l’intricato legame tra Kaneda e Tetsuo. Se da un lato a legare i due ragazzi vi è infatti un forte sentimento di amicizia, dall’altro emerge un’evidente rivalità. La forza e la sicurezza di Kaneda generano l’invidia di Tetsuo il quale, non appena acquisisce i propri poteri esper, non può che fare il possibile per mostrarsi più forte. Si inserisce qui il tema del potere, capace di muovere i fili dell’intero sistema di personaggi. Tanto l’esercito, con il suo Progetto Akira, quanto la resistenza inseguono infatti il potere, rivelandosi entrambi corrotti. Il gruppo di motociclisti guidato da Kaneda vive così, sin dai primi minuti, in un mondo senza regole e valori, capace di incarnare le contraddizioni di una città in equilibrio tra insegne colorate e oscuri misteri.

AKIRA 35th – Recensione

Unico attore capace di sfuggire al gioco del potere è, forse, proprio il protagonista Kaneda, spinto dal sincero desiderio di salvare Tetsuo, nonché dall’interesse che nutre per Kay, ragazza forte e determinata, membro della resistenza antigovernativa. Diametralmente opposto il ruolo di Nezu, parlamentare segretamente a capo della resistenza, non per ideali, bensì per denaro. La talpa del governo, le cui fattezze, a onor del vero, ricordano quelle di un ratto, si erge a esempio, certamente negativo, della deriva di un mondo fondato sull’interesse personale. Controtendenza sembrerebbe andare invece il Colonnello Shikishima, desideroso sì di risorse e potere, ma anche devoto alla propria causa, come testimoniano le azioni determinate e risolute che è disposto a compiere.

Come non citare infine gli esper, nonché gli anziani bambini sfruttati segretamente dal governo. A dispetto dell’età essi mantengono ancora un aspetto puerile, che non nasconde però volti raggrinziti e corpi fragili. Numero 25, Numero 26 e Numero 27, o meglio Kiyoko, Takashi e Masaru, sono un collegamento essenziale con Akira, entità la cui identità rimane per lungo tempo nascosta nell’ombra, rea di aver causato la distruzione di Tokyo e, dunque, lo scoppio della terza guerra mondiale. Tra tutti i personaggi appena citati, e non solo, si articola quindi una fitta tela di relazioni, capace di rendere AKIRA, soprattutto nella sua controparte animata, vittima di notevoli tagli e modifiche, un’opera enigmatica e complessa.

Nel Giappone degli anni ’80

AKIRA è un’opera legata visceralmente al contesto socioeconomico in cui è stata partorita. Il Giappone degli anni ’80 viveva una crescita economica esponenziale, unita, finalmente, a stabilità politica. Le contestazioni studentesche, contrarie all’avvicinamento del paese verso gli USA, potevano dirsi esperienza oramai conclusa e l’economia del Paese del Sol Levante appariva come la più dinamica del mondo. Certo non mancavano numerose contraddizioni, prime fra tutte il dilagante fenomeno bosozoku, una cattiva gestione della ricchezza da parte dei ceti dominanti e una bolla speculativa destinata ad esplodere. Magistralmente Katsuhiro Otomo, al contempo mangaka e regista delle avventure di Kaneda e Tetsuo, è riuscito a condensare lo spirito di un’epoca, portando agli occhi dello spettatore di oggi riflessioni rivelatesi profetiche. Ironico pensare infatti come proprio un anno dopo l’uscita di AKIRA in Giappone, nell’autunno del 1989, il secondo miracolo economico giapponese troverà tristemente fine: dopo anni di scommesse e azzardi era scoppiata la bolla speculativa.

AKIRA 35th – Recensione

Una trentina di anni prima però la coscienza nipponica era già stata duramente colpita da un esplosione molto più devastante e terribile, quella della bomba atomica. Alle ore 8:15 del 6 agosto 1945 Little Boy radeva al suolo Hiroshima; tre giorni più tardi sarebbe stata la volta di Nagasaki. L’utilizzo di armi nucleari concluse così l’esperienza più sanguinosa e brutale della storia umana, ma inaugurò anche un’epoca di forti tensioni e paure: la Guerra Fredda. Il timore di un nuovo conflitto mondiale attraverserà i decenni, trovando spazio anche nel manga, e dunque nel lungometraggio, di AKIRA. L’obiettivo di tutti i personaggi che operano a Neo Tokyo è quello di evitare l’avvento di Akira, impedire ad ogni costo una nuova esplosione ed un nuovo conflitto.

La prova del tempo

Sin da bambino Katuhiro Otomo sognava di diventare un regista. Non deve sorprendere allora che, non appena tale occasione si sia finalmente presentata, l’autore di AKIRA ha fatto il possibile per realizzare un kolossal senza tempo. Le animazioni non furono curate da un singolo studio di animazione, bensì da un’azienda appositamente fondata, l’Akira Commitee, sotto l’attento sguardo della quale cooperarono dieci delle maggiori compagnie cinematografiche del tempo, tra le quali Kodansha, Mainichi Hosho, Bandai, Toho, Laser Disc Corporation e Tokyo Movie Shinsha. Il budget, inizialmente fissato a cinquecento milioni di yen, superò così la quota di un miliardo di yen.

 

Ancora oggi, l’opera di Otomo dimostra di saper reggere perfettamente il peso degli anni, facendo invidia a numerosissime produzioni moderne. Il comparto tecnico risulta infatti curato alla perfezione, non mancando di dettagli né nei primi piani né nei fondali. Le luci e i colori di Neo Tokyo assumono caratteri ipnotici, presentando come affascinantissima una città simbolo della corruzione e delle differenze sociali. Per la prima volta nella storia dell’animazione nipponica si è fatto inoltre utilizzo della tecnologia CGI, perfettamente integrata e mai invasiva nella rappresentazione dei poteri esper di Tetsuo. Dulcis in fundo, la colonna sonora. Le eccellenti composizioni di Shoji Yamashiro infondono carattere e personalità alla pellicola, alternando sapientemente la musica al silenzio, mentre il doppiaggio in lingua originale esalta ogni personaggio, brillando inoltre per la perfetta sincronizzazione merito del pre-recording. Seguendo la medesima tecnica già utilizzata in casa Walt Disney, le tracce vocali vennero infatti registrate prima delle animazioni definitive, permettendo così agli animatori di sincronizzare comparto sonoro e visivo.

AKIRA 35th – Recensione

A chi consigliamo AKIRA?

La pellicola di Katshuhiro Otomo ha segnato un prima e un dopo nella storia dell’animazione giapponese. Grandi innovazioni tecniche e una perfettamente ricamata tela tematica hanno proiettato Kaneda e Tetsuo nell’Olimpo del cinema, aprendo la strada ad opere quali Ghost in the Shell e Neon Genesis Evangelion. Se anche voi amate la settima arte, che sia la prima o l’ennesima volta, è sempre un buon momento per guardare AKIRA.

  • Capolavoro e cult, capace di rivoluzionare la storia dell’animazione giapponese
  • Tecnicamente ipnotico con un eccellente comparto sonoro perfettamente integrato alle animazioni
  • Sceneggiatura molto articolata e ricca di spunti di riflessione
  • Personaggi vivi e credibili, calati in un mondo incredibilmente immersivo

  • Se avete letto il manga diversi tagli e modifiche della trama potrebbero deludervi
AKIRA
4.7

L'anniversario di un'opera colossale

Per l’animazione giapponese AKIRA è stato un viaggio di non ritorno, un’opera colossale entrata di diritto nella storia del cinema. Il rapporto tra Kaneda e Tetsuo è anzitutto una storia di amicizia, tra fratellanza e rivalità, inserita in una città luminosa, affascinante e corrotta. Innegabile il legame viscerale dell’opera con il suo tempo, gli anni della Guerra Fredda. La tensione della distruzione muove i fili dell’esercito quanto dei ribelli, insinuandosi pure negli scontri fra gang di giovani motociclisti. Katsuhiro Otomo guarda così al passato riscrivendo il futuro. Più di un dettaglio del manga viene modificato, destino toccato anche all’allora non ancora concluso finale, ma l’atmosfera di meraviglia e distruzione di Neo Tokyo rimane immutata. A venticinque anni di distanza il mondo è cambiato, ma non la qualità di questo complesso film di animazione, imperdibile per appassionati e non.

Solca i mari sul suo vascello verso lidi inesplorati, mirando sonnecchiante il cielo dalla mattina alla sera. È abbastanza socievole, ma qualsiasi cosa gli si chieda risponderà citando L’Attacco dei Giganti. Pare abbia sviluppato una forma di dipendenza da latte e biscotti.

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