Blossom Tales: The Sleeping King – Recensione

Blossom Tales: The Sleeping King - Recensione

Dopo un esordio avvenuto su Steam lo scorso marzo, Blossom Tales: The Sleeping King si fa strada su console come esclusiva per Nintendo Switch!

“Nonno, mi racconti una storia? Una che non ci hai mai raccontato?” chiese la piccola Lily. “Va bene, ti narrerò la storia del regno del fiore, Kingdom of Blossom… dove viveva una vivace ragazza di nome Lily”.

Blossom Tales: The Sleeping King - RecensioneIl gioco si apre così, come un episodio di Papà Castoro. Impersoneremo Lily, una giovane guerriera che ha iniziato la sua carriera come apprendista per diventare cavaliere della rosa. Dopo essere giunti al castello, durante il discorso del re, farà la sua comparsa il malvagio mago Crocus che, tramite un incantesimo, addormenterà il sovrano in un sonno infinito. Alla piccola Lily verrà comunicato, dai saggi del castello, che saranno necessari quattro ingredienti per preparare una pozione in grado di risvegliarlo. Così, spinta dal suo coraggio e dalla fedeltà alla corona, la bambina si metterà in viaggio per salvare il re e il l’intero regno, nonché sconfiggere il malvagio ordine del Black Rose. Tutto in un fiabesco clima fantasy.

Questo è Blossom Tales: The Sleeping King, l’ultimo gioco firmato Castle Pixel, già autori di Rex Rocket. Si tratta di un action-adventure che si inserisce nella grande tradizione degli open world 2D fortemente ispirati a The Legend of Zelda. Dopo un esordio come esclusiva PC lo scorso marzo, Blossom Tales giunge sceglie Nintendo Switch come unica console su cui fare il proprio esordio questo dicembre.

  • Titolo: Blossom Tales: The Sleeping King
  • Piattaforma: PC / Steam, Nintendo Switch
  • Genere: Azione, Avventura
  • Giocatori: 1
  • Software House: FDG Entertainment
  • Sviluppatore: Castle Pixel, LLC.
  • Lingua: inglese, francese, tedesco, spagnolo (testi)
  • Data di uscita: 28 marzo 2017 (PC), 21 dicembre 2017 (Nintendo Switch)
  • Disponibilità: digital delivery
  • DLC: non disponibili

Ehi, Lily!

Prima di parlare delle meccaniche di gioco, vale sottolineare come il titolo, su PC, sia affrontabile tranquillamente sia attraverso l’utilizzo della tastiera che del joypad. Ho testato le prime cinque ore circa utilizzando la tastiera, dopodiché ho affrontato il resto dell’avventura con il controller. Blossom Tales offre al giocatore il tipico HUD visto e rivisto nei giochi della saga di Zelda: in alto a destra avremo a disposizione uno slot primario e uno slot secondario assegnati a un pulsante, nei quali potremo inserire le nostre armi e i vari oggetti come ad esempio bombe, boomerang, scudo e così via. Nella parte sinistra, invece, avremo i nostri HP segnati con cuori rossi e una barra di energia di colore verde, la quale si consumerà con l’utilizzo degli oggetti. HP ed energia massimi potranno essere incrementati durante l’avventura: la salute aumenterà di un cuore dopo averne raccolto i quattro frammenti (vi ricorda qualcosa?), mentre per aumentare l’energia sarà necessario trovare almeno quattro frammenti di fiore.

Tra un dungeon e l’altro avremo la possibilità di affrontare alcune brevi missioni secondarie, le quali consisteranno nello sconfiggere nemici, raccogliere del materiale e collezionare alcune tipologie di drop dei mostri. Affrontare queste missioni ci darà la possibilità di potenziare le armi. Potremo, quindi, ottenere bombe più potenti, un arco che spara tre frecce alla volta e tanti altri upgrade utili.

Tra gli altri oggetti che avremo a disposizione (la maggior parte copie degli stessi presenti in Zelda) non mancheranno poi le normali pozioni, sia per la vita che per l’energia, nuove scarpe che ci permetteranno di schivare più facilmente e coprire distanze maggiori in minor tempo e tanto altro ancora. Particolarmente interessante è un medaglione che permette di evocare delle api, le quali attaccheranno i nemici circostanti. Questo può risultare oltremodo potente, se ottenuto nelle fasi iniziali di gioco.

Ho visto cose che voi gamer… avete già visto

Ovviamente dovremo viaggiare parecchio per poter salvare il regno, e il gioco ci offrirà diversi ambienti attraverso cui potremo avventurarci, con praterie, boschi, paludi, montagne e fiumi. Gli avversari che incontreremo saranno variegati, partendo da umani e mostri per arrivare a zombie e alberi animati. Per recuperare tutti gli ingredienti e risvegliare il re dovremo affrontare cinque dungeon, tutti con una caratterizzazione unica sia a livello di struttura della mappa che di trappole e nemici. Al termine di ognuno di questi dovremo affrontare un boss. Parlando delle battaglie contro questi: Castle Pixel ha fatto un ottimo lavoro, offrendo un curva di difficoltà ben calibrata, appagante e mai frustrante.

Nei dungeon dovremo risolvere enigmi di diverso tipo: dai più cervellotici, come meccanismi con caselle da riempire con specifici colori, a quelli più mnemonici, in cui ad esempio dovremo riprodurre particolare melodie emanate da pietre incantate. I puzzle risulteranno a volte impegnativi e ingegnosi, altre volte più banali e di facile risoluzione. Le musiche che ci accompagneranno per la durata del nostro viaggio sono curate e orecchiabili ma, forse, un po’ troppo ripetitive, lasciando a desiderare qualche traccia in più. In ogni caso i riferimenti a Zelda non si risparmiano neanche nella colonna sonora, e vi invitiamo a scoprire da voi i vari rimandi presenti.

E il nonno?

Durante l’avventura nonno e nipote interverranno di tanto in tanto, regalandoci dei piccoli intermezzi divertenti. Lily ad esempio potrebbe lamentarsi della facilità con cui la protagonista sta affrontando il suo viaggio, e il nonno, messo in difficoltà, darci potere decisionale sulla storia e sul gioco, come il farci scegliere un nemico in una determinata situazione. Queste scelte possono portare anche a situazioni più comiche in cui il narratore si ritrova incapace di portare avanti la storia, per essere poi preso in giro da Lily. È curioso notare come questo elemento fosse molto più presente e significativo nelle prime versioni del gioco e sia stato pesantemente ridotto durante lo sviluppo.

A chi consigliamo Blossom Tales: The Sleeping King?

Ai nostalgici e a coloro che vogliono fare un bel tuffo nel passato riassaporando meccaniche di gioco di altri tempi. Il titolo può essere apprezzato anche dagli appassionati della saga di Zelda, che hanno voglia magari di sperimentare quel tipo di avventura da un punto di vista femminile. Consigliato anche ai giovani che hanno voglia di provare con mano modalità di gioco più datate con un pizzico di sana modernità. Va sconsigliato, invece, a chi non apprezza i giochi “derivati” senza elementi caratteristici significativi e preferisce buttarsi sul materiale di partenza. Inoltre, chi preferisce titoli in grafica 16 bit più impegnativi (come Salt & Sanctuary) potrebbe non apprezzare a pieno il titolo per la sua bassa difficoltà.

  • Ottimo rapporto qualità prezzo
  • Ottimizzato su PC anche su hardware più datati
  • Ottimo in modalità portatile su Switch

  • È sostanzialmente un clone di Zelda
  • Poche innovazioni per il genere di appartenenza
Nato nel 1993, è disperso dal 2006, l’anno in cui ha scoperto i manga. Ricompare durante il periodo del liceo quando scopre che la mano destra si può usare anche per disegnare. Dopo il liceo smette di dormire. Perché la giustizia non dorme mai.