Death end re;Quest – Recensione

Un giovane programmatore deve aiutare la sua collega scomparsa intrappolata all’interno di un videogioco. Questo è Death end re;Quest, il più ambizioso progetto di Compile Heart

Death end re;Quest – Recensione

Death end re;Quest – RecensioneWorld’s Odyssey è il nome di un MMORPG che supporta la tecnologia VR di ultima generazione ed è considerata l’ultima, ma incompleta, fatica della software house Enigma, che ha speso tutte le sue risorse, umane ed economiche, nella realizzazione del titolo che avrebbe cambiato non solo le sorti del mercato, ma anche ridefinito l’idea stessa di videogioco, visto non solo come mezzo di intrattenimento, ma come proiezione autentica della coscienza umana. Tuttavia, l’innovativo MMORPG è stato definitivamente cancellato dopo la misteriosa scomparsa della game developer a capo del progetto. O almeno, così credevano gli addetti ai lavori, fino a quando World’s Odyssey non è diventato un’estensione della vita reale, esaltando i suoi aspetti più cupi…

Durante l’Anime Expo dello scorso anno, a Los Angeles, la software house Compile Heart, creatrice di titoli come Fairy Fencer FOmega Quintet, dichiara di voler portare fuori dai confini nipponici la sua ultima fatica, Death end re;Quest per PlayStation 4, uno dei primi titoli di Idea Factory International distribuiti nel nostro paese in edizione retail attraverso Koch Media. Scopriamolo insieme nella nostra recensione!

  • Titolo: Death end re;Quest
  • Piattaforma: PlayStation 4
  • Versione analizzata: PlayStation 4 (NTSC / NA)
  • Genere: JRPG
  • Giocatori: 1
  • Software house: Idea Factory International
  • Sviluppatore: Galapagos RPG, Compile Heart
  • Lingua: Inglese (testo), Giapponese e Inglese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 22 febbraio 2019
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: non ancora annunciati
  • Note: disponibile in digitale anche in versione Deluxe Bundle, che include anche il Season Pass

Risvegliarsi in un MMORPG… pieno di bug!

Risvegliarsi in un MMORPG pieno di bug e glitch sarebbe l’incubo di ogni programmatore. O forse no, come ci insegna Death end re;Quest! Il gioco si sviluppa dal punto di vista di due protagonisti principali: Arata Mizunashi e Shina Ninomiya, entrambi game developer e colleghi presso la stessa software house, la Enigma Inc. di stanza a Sagami, un quartiere fittizio poco lontano dal centro di Tokyo. Un giorno, in maniera del tutto improvvisa, Shina scompare, senza lasciare traccia di sé. Esattamente un anno dopo la sua scomparsa, il giovane Arata riceve una e-mail proprio dalla ragazza che gli chiede, disperatamente, di essere salvata. La ragazza è persa in un mondo virtuale da loro stessi creato l’anno precedente, il gioco VR e MMORPG World’s Odyssey, ritrovandosi nei panni del suo alter-ego virtuale, dal quale non riesce a fare “log out”. Ciò che disorienta Arata è che i server del MMORPG, che avevano cessato le attività l’anno prima proprio a causa della scomparsa di Shina, che stava lavorando al progetto, hanno ripreso a funzionare all’improvviso, con Shina all’attivo come unica giocatrice online. Come può Arata salvare la collega e amica in un mondo virtuale? Dove si trova il suo corpo adesso? A complicare maggiormente le cose, il mondo virtuale World’s Odyssey presenta ampie sezioni di bug e glitch che vanno non solo a modificare l’aspetto del mondo di gioco e del character design, ma anche ad ostacolare il percorso di Shina nella la sua avventura verso la liberazione.

D’altro canto, quando la giovane si risveglia nel mondo di gioco, i suoi ricordi sono frammentati e imprecisi, non sa dare una spiegazione al perché si trovi lì, e dove fosse nel momento in cui stava giocando, prima di perdere conoscenza ed essere risucchiata nel mondo virtuale da lei stessa creato. Ben presto si avventurerà nel mondo di gioco ed incontrerà degli NPC che hanno preso coscienza di sé. Alcuni di loro, come il mercante Rook, spiegheranno dettagliatamente a Shina la lore del gioco che, a causa della perdita di memoria, non riesce a ricordare. Lo scopo degli avventurieri che popolano il vasto mondo virtuale di World’s Odyssey è quello di arrivare a Odysseya, una città leggendaria situata nel cielo e, stando alla leggenda, raggiungibile solo ogni duemila anni. Di fatti, il gioco inizia dopo duemila anni ed ogni avventuriero che crede fermamente nella sua esistenza, è in cammino verso questa città leggendaria. Con l’arrivo dei Bugs, i nemici che popolano il mondo di gioco, e le Entoma Queen, esseri molto forti che a loro volta generano altri bugs (una sorta di api regina, dalle quali prendono in prestito il nome) la città di Odysseya è stata distrutta e nel cielo fluttuano i frammenti della sua civiltà.

Arata, dal canto suo, avrà diversi compiti: risolvere i bug presenti sulla piattaforma, garantire supporto in battaglia a Shina modificando ampie sezioni di gameplay e di “terreno di gioco” e, soprattutto, investigare sulla scomparsa della ragazza muovendosi tra varie zone di Tokyo. Come mai è importante anche l’investigazione nel mondo reale? Perché, in concomitanza con l’attivazione improvvisa dei server di World’s Odyssey, nel mondo reale si sviluppano dei fenomeni misteriosi ed occulti, come l’hacking delle principali attività finanziarie mondiali e il crollo del mercato, fino ad arrivare a situazioni molto più complesse e drammatiche. Arata, quindi, si trova in una situazione in cui non è possibile aiutare la sua amica e collega dietro ad una scrivania, ma diventando un membro attivo e fondamentale per il salvataggio di Shina e del mondo intorno a sé.

Oltre a loro due, all’avventura vanno ad aggiungersi altri personaggi, sia virtuali che reali, con caratteristiche del tutto personali e utili per entrambi i mondi. Adesso, diamo uno sguardo alla parte fondamentale: il gameplay!

Tra JRPG e Visual Novel

La particolarità di Death end re;Quest sta nel fatto che è un gioco di ruolo ibrido. Nelle fasi in World’s Odyssey, il gameplay si basa sul genere gioco di ruolo a turni. Ogni capitolo del gioco corrisponde a scenari diversi, in cui le nostre protagoniste, che caratterizzano un party al femminile, possono muoversi liberamente ed interagire con i vari ostacoli. Oltre a Shina, che presenta delle caratteristiche bilanciate tra attacco e difesa, abbiamo Claire e Lily, capaci di attaccare a distanza, Al, che presenta buone capacità di difesa e supporto, Celica, esperta sia nel combattimento a distanza sia in assalti ravvicinati. Ognuna di loro è affiancata da un glitch, rappresentato da piccole mascotte molto kawaii, che può dar loro poteri addizionali. Ad ogni turno, è possibile incatenare tre attacchi consecutivi (Tri-Act) che, a loro volta, possono generare delle combo. Il giocatore può limitarsi ad adottare un assetto offensivo, difensivo, oppure un mix di entrambi.

Death end re;Quest garantisce totale possibilità di scelta ed adattamento per ogni tipo di approccio in battaglia. Tale diversità può essere sfruttata anche dalla libertà di movimento sul terreno di gioco, in cui possiamo posizionarci dove vogliamo per sferrare l’attacco; è possibile, ad esempio, posizionarsi alle spalle o al lato del nemico. Il nemico stesso, una volta attaccato, può essere sballottato da una parte all’altra del “ring” e, se dovesse entrare nella stessa traiettoria di un altro membro del party, renderebbe possibile lo sviluppo di un attacco a catena chiamato “knockback”, capace di fare molto danno e ribaltare le sorti dell’incontro. Tuttavia, a causa della natura piena di bug di World’s Odyssey, anche il terreno di gioco non è esente da questi. Se si cammina su piccoli cerchi luminosi chiamati Bug Field è possibile ricevere dei bonus e malus di vario genere (aumento dell’attacco, oppure l’incremento di SP a discapito degli HP e così via), inoltre, può aumentare il “corruption level” (o tasso di corruzione) che, raggiunto l’80%, può portare il personaggio in Glitch Mode, una sorta di “god mode” capace di garantire poteri davvero invincibili. Se il livello va oltre tale soglia, però, si può rischiare un game over istantaneo, occorre quindi gestire con parsimonia e attenzione questa peculiare caratteristica.

Nelle fasi di gameplay nel mondo reale, si adotta uno stile “visual novel” con grandi porzioni di dialogo e risposte a scelta multipla. È possibile analizzare degli oggetti del mondo reale trovati su World’s Odyssey e, così facendo, portare avanti la nostra fase investigativa. Anche in questo caso i game over sono sempre in agguato se facciamo la scelta errata in un quesito a risposta multipla. Il contributo di Arata è presente anche nel MMORPG nel dare supporto “in remoto” al party, chiamato Battle Jack System. Arata, grazie al suo lavoro di programmatore infatti può modificare il numero dei Field Bug presenti in campo, “invocare” dei boss eliminati in precedenza e farli combattere al nostro fianco e, cosa innovativa, stravolgere completamente il gameplay degli scontri con il Genre Mode, opzione assai coinvolgente, con cui è possibile che lo scontro si trasformi in un picchiaduro, una slot machine oppure uno “sparatutto”. Death end re;Quest presenta davvero molte novità e la storia, ricca di colpi di scena, tiene incollati allo schermo senza mai rischiare di essere banale e scontata. Il passaggio tra gioco di ruolo classico e visual novel è implementato in maniera egregia proprio grazie alla mutua collaborazione tra Shina e Arata.

Tuttavia, la massiccia presenza di dialoghi può stancare un videogiocatore non familiare al genere visual novel, ed è consigliato salvare la partita anche durante i dialoghi proprio in virtù della costante presenza di eventuali “game over” improvvisi che faranno perdere tempo prezioso e obbligheranno il giocatore a dover rifare tutto daccapo. I combattimenti, infatti, rischiano di portare via molti minuti, soprattutto se si tratta di boss fight e se le nostre eroine non sono potenziate a dovere.

Hai solo l’1% di possibilità di riuscirci!

Death end re;Quest presenta una struttura tipica delle VN in cui è possibile sbloccare diversi finali, tra cui il True Ending. Tuttavia arrivarci non sarà affatto semplice: come accennato dagli sviluppatori, questo ha solo l’1% di probabilità di manifestarsi, secondo tante scelte che faremo in-game. Quello che chiede Compile Heart infatti è una sfida difficile, ma non impossibile, per portare a casa con successo la nostra Shina. All’attivo Death end re;Quest ha dalle trenta alle quaranta ore per essere completato e, grazie alla struttura con finali multipli e i futuri DLC che usciranno post-release, sicuramente avrà la possibilità di essere rigiocato più volte.

La grafica è apprezzabile e pulita ma non spinge ai limiti l’hardware PlayStation 4, bensì si posiziona tra questa generazione e quella precedente. I fondali sono estremamente colorati e ad alta definizione, molto belli gli effetti visivi nelle battaglie, soprattutto durante le mosse speciali o l’upgrade alla Glitch Mode in cui le ragazze sfoggeranno nuovi costumi che andranno a stuzzicare il fanservice; nei dungeon l’ambiente di gioco è quasi tutto uguale, con pochi elementi con cui interagire e soprattutto degli spazi non incredibilmente vasti. Particolare menzione va alla colonna sonora, che presenta dei brani azzeccati per qualsiasi evento che si manifesta in-game, con musiche che vanno a sublimare l’atmosfera cupa del titolo oppure che rendono più piacevole le fasi più spensierate e leggere.

Un programmatore di videogiochi riceve una notifica da un’e-mail inviata a lui da una sua collega scomparsa quasi un anno prima. Insieme, hanno lavorato per creare World’s Odyssey, VR MMORPG alimentato da una tecnologia mozzafiato. Shina è rimasta bloccata all’interno di “W.O.D.” e quando Arata scaverà nelle linee di codice del gioco si renderà conto che ora è devastato da un’infestazione di bug e che la ragazza è l’unica giocatrice attiva. Arata apprenderà presto che una forza nefasta gli impedisce di estrarre Shina dal gioco. La sua unica via d’uscita? Deve completare il gioco per sbloccare il finale perfetto, un risultato con un tasso di successo dell’1%.

Acquista Death end re;Quest per PlayStation 4 seguendo questo link al prezzo di 59,99 €. Uscita prevista per il 22 febbraio 2019. Sostieni Akiba Gamers acquistando il gioco su Amazon attraverso questo link!

A chi consigliamo Death end re;Quest?

È caldamente consigliato l’acquisto a chi è affine al genere ed è avvezzo ai videogiochi targati Idea Factory — che è anche publisher di questo titolo — come il celebre Hyperdimension Neptunia, con cui condivide parte delle caratteristiche del gameplay. L’implementazione di meccaniche VN faranno gola anche agli appassionati di quest’altro settore. Per il resto, anche chi è completamente estraneo al genere può avvicinarsi trovando una storia abbastanza dettagliata e piena zeppa di misteri ed eventi sovrannaturali che, continuando con l’avventura, non cadrà mai nel banale, così come il gameplay variegato e la possibilità di agire direttamente sull’ambiente di gioco renderanno l’esperienza molto più stimolante. Tuttavia, la massiccia presenza di dialoghi testuali e la carenza di cutscenes potrebbe allontanare i videogiocatori che sono più abituati ad un approccio dinamico. È presente l’opzione per saltare i dialoghi testuali ma, proprio in virtù della natura VN del titolo, si perderebbe quasi la metà dell’esperienza di gioco. Inoltre, la mancata localizzazione in italiano del titolo potrebbe allontanare quegli utenti che non masticano bene la lingua anglosassone, nonostante sia comunque un inglese di facile comprensione.

  • Storia emozionante, mai banale e ricca di colpi di scena
  • RPG e visual novel che si influenzano a vicenda in maniera egregia
  • Colonna sonora originale che esalta lo spirito del gioco
  • Battle System innovativo…

  • …Ma a volte tedioso e monotono
  • Dialoghi prolissi e spesso superflui
  • La grossa mole di testi necessiterebbe una localizzazione italiana
Death end re;Quest
4

Realtà o finzione? Entrambe le cose ci piacciono

Death end re;Quest ricalca il tema della realtà virtuale già introdotto dalla serie videoludica di successo .hack e la più attuale serie anime Sword Art Online, condividendo con loro la capacità di un personaggio di prendere coscienza in un mondo artificiale e parallelo al mondo reale, con il quale però si identifica e da cui è dipendente. Questo binomio mondo reale/virtuale è già un tema attuale nelle nostre vite, in cui è diventato fondamentale ottenere un’identità virtuale che va a sostegno, o addirittura arricchisce, la nostra reale persona. È un gioco di ruolo a turni divertente, con un sistema tripartito di attacchi e combo devastanti che, grazie alla trama sviluppata in un videogioco, prende in prestito, oltre al gergo tecnico, anche quelle caratteristiche uniche come glitch e bug e le sfrutta a proprio vantaggio rendendo il gameplay sempre innovativo e spettacolare. Il supporto di Arata e degli altri programmatori è ben studiato al fine di rendere molto più fluida l’azione di Shina nel mondo di gioco e il passaggio al dungeon successivo. Il gioco, inoltre, ci offre sia temi leggeri e spensierati, grazie anche al carisma delle protagoniste e all’ottimo supporto musicale, sia circostanze più violente e drammatiche, come si evince da alcuni bad ending. A parte queste piccole libertà, il gioco di Compile Heart è fedele alla sua struttura di JRPG che non si allontana molto dai titoli che fanno parte della stessa saga “Galapagos RPG” ed è un titolo che sento di consigliare caldamente.

Appassionata di videogiochi da quando, a cinque anni, ha messo le mani su un Amiga 500. Tra le cose che ama di più: il Giappone, le maratone di serie TV e FINAL FANTASY. Spera con tutta sé stessa in un remake di Xenogears.

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