System Shock – Recensione del remake

System Shock Remake approda anche su PlayStation ed Xbox da questo 21 maggio. Pronti ad affrontare nuovamente Shodan?

System Shock – Recensione del remake

Pubblicato nel lontano 1994, System Shock rivoluzionò il mondo dei videogiochi, tanto da essere considerato il miglior prototipo di immersive sim presente sul mercato, complice anche il suo motore 3D, la simulazione fisica e il gameplay particolarmente complesso. Il gioco è ambientato a bordo di una stazione spaziale, in piena versione cyberpunk, durante l’anno 2072. Impersonando un misterioso hacker, dovremo ostacolare i piani di SHODAN, un’intelligenza artificiale malevola decisa a prendere il controllo dell’umanità. A seguito del suo successo, nel 2015 (dopo una proficua campagna Kickstarter che ha raccolto più di 1 milione di dollari) il titolo inizia un travagliato ciclo di sviluppo, mirato a dar vita ad una sua versione decisamente più moderna.

Dopo circa otto anni il remake System Shock prende vita, approdando dapprima su PC, e ora anche sulle console di casa Sony e Microsoft. Abbiamo così intrapreso un viaggio nei ricordi, pronti ad analizzare il remake di uno dei capisaldi del genere immersive sim. Seguiteci in questa nostra ultima recensione!

System Shock – Recensione del remake

  • Titolo: System Shock
  • Piattaforma: PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox One, Xbox Series X|S, PC (Steam)
  • Versione analizzata: PlayStation 5 (EU)
  • Genere: Action 
  • Giocatori:
  • Publisher: Prime Matter
  • Sviluppatore: Night Dive Studios
  • Lingua: Italiano (testi), Inglese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 21 maggio 2024 (versione console), 30 maggio 2023 (versione PC)
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: non annunciati
  • Note: nessuna

Abbiamo recensito System Shock Remake con un codice PlayStation 5 fornitoci gratuitamente da Prime Matter tramite PLAION.

Ambientato nell’anno 2072, impersoneremo un hacker senza nome, catturato nel tentativo di accedere ai file riguardanti la Citadel Station, una stazione spaziale di proprietà della TriOptimum Corporation. L’hacker viene così portato al suo interno, al cospetto di Edward Diego, un dirigente della TriOptimum. Diego si offre di far cadere tutte le accuse contro l’hacker in cambio di un hacking confidenziale di SHODAN, l’ intelligenza artificiale che controlla la stazione e, per invogliarlo alla cooperazione, gli promette anche un prezioso impianto neurale di livello militare. Dopo aver hackerato SHODAN, rimosso i vincoli etici dell’IA e ceduto il controllo a Diego, il protagonista viene sottoposto a un intervento chirurgico per impiantare l’interfaccia neurale promessa, con un coma di guarigione di circa sei mesi. Il gioco inizia quando il protagonista si risveglia dal coma e scopre che SHODAN ha ormai requisito l’intera stazione.

System Shock – Recensione del remake

Ci rivediamo, Hacker

Con una trama che vi occuperà dalle quindici alle venti ore per essere apprezzata a pieno, il remake di System Shock decide di offrire al giocatore una storia ricca di colpi di scena e in cui sarà il giocatore a decidere come approcciarsi. Nel titolo infatti non avremo mai dei compiti ben precisi da seguire, ma bensì degli incipit, dove sarà poi nostro compito cercare di capire come proseguire e come sopravvivere. I pericoli infatti non mancheranno, e dovremo esplorare a lungo la Citadel Station per trovare armi, consumabili, munizioni e upgrade. Questo sarà possibile attraverso un menu articolato, ma di facile approccio per il giocatore. Qui troveremo la mappa, completamente oscurata e che potremo rivelare man mano che esploreremo. Potremo porre su di essa dei segnalini che ci indichino la posizione degli elementi più importanti, ma il gioco ci aiuterà comunque, segnando su di essa le stazioni energetiche, le telecamere di sicurezza, i pannelli di accesso e le macchine chirurgiche. Non mancheranno anche segnalini che indicheranno tastiere numeriche (dove la password dovrà sempre essere trovata dal giocatore nel mondo di gioco) e venditori di munizioni e consumabili.

L’inventario di gioco invece farà la felicità dei più appassionati alla saga di Resident Evil, con una griglia divisa in più quadranti e sarà nostro compito organizzarla mano man che raccoglieremo oggetti, così da ottimizzarne sempre più lo spazio. Nel caso non avessimo più spazio potremo sfruttare l’ascensore presente su ogni piano della stazione, ma sarà comunque molto piccolo e in più occasioni saremo chiamati a decidere cosa sacrificare del nostro inventario. All’interno di quest’ultimo potremo inoltre vaporizzare gli oggetti troppo ingombranti, trasformandoli in scarti e raccogliendone massimo un centinaio per gruppo. Questi scarti potranno poi essere portati alle cabine di riciclo ed essere convertiti in denaro per le varie stazioni di consumabili ed upgrade delle armi. Questo vale per quasi tutti gli oggetti presenti nella stazione e descritti alle volte dalla dicitura “inutile“, ad esclusione delle armi funzionanti, che potremo però svuotare dai proiettili e riabbandonarle nel mondo di gioco. L’inventario rapido del giocatore potrà essere gestito dalle freccette del controller e presenterà quattro slot rapidi per le armi, tre slot rapidi per gli esplosivi e tre slot rapidi per i consumabili.

System Shock – Recensione del remake

Il titolo offre diverse personalizzazioni della difficoltà, ma già nelle impostazioni di default esplorare la stazione si potrà rivelare fatale. I nemici infatti avranno un alto tasso di respawn e soprattutto nelle fasi più avanzate dell’avventura basterà poco per giungere al game over. Il titolo, dall’alta componente narrativa, mira però ad una totale libertà d’approccio con il giocatore che dovrà andare alla ricerca dei vari collezionabili e documenti per escogitare un modo per proseguire o per scegliere quale prossimo piano della stazione esplorare ed affrontare.

Shodan, madre dei sequel spirituali

System Shock, negli anni, ha fornito idee ed ispirazione per tantissimi videogiochi che ne replicavano lo stile, divenendo un titolo “madre” per tantissimi sequel spirituali come BioShock, Deus Ex, Prey, influenzati anche dal suo concept di shooter 3D. Il titolo infatti presenta sia un combattimento ravvicinato che dalla distanza, ma quest’ultimo, per quanto rinnovato, presenta ancora qualche piccola difficoltà. Tutte le armi ravvicinate disporranno di un attacco leggero ed uno caricato, con un ottimo feeling dei colpi che varierà persino di animazione e intensità in base a dove colpiremo il nostro nemico. Decisamente molto utili, ma ben più difficoltose da gestire nel momento in cui ci si ritrovi ad affrontare molteplici nemici contemporaneamente.

In questi casi vengono in nostro soccorso le armi dalla distanza, come pistole, armi energetiche, fucili d’assalto, shotgun e molte altre. Tutte le armi dalla distanza infliggeranno un elevato numero di danni, presentando in alcuni casi anche modalità di fuoco secondarie, cambiando ad esempio le munizioni a disposizione. Il problema però risiede nella funzione di mira, assente, e rappresenta solo da un leggero zoom nei confronti dell’arma. Questo porta spesso ad una grande difficoltà nei scontri caratterizzati da un’elevata distanza, con relativo consumo di munizioni nel caso in cui il nemico tendesse a spostarsi velocemente. Non mancheranno anche consumabili come granate, mine, e cerotti dermici che permettono, ad esempio, di infliggere maggiori danni per un determinato lasso di tempo.

System Shock – Recensione del remake

Il nostro protagonista disporrà di due differenti barre di stato, una per la salute ed una per l’energia. La prima rappresenterà i nostri HP e potrà essere ricaricata attraverso le stazioni chirurgiche, attraverso i kit di pronto soccorso, attraverso i cerotti dermici o attraverso cibi e bevande, anche se questi ultimi sono il metodo meno efficace. La barra dell’energia invece servirà ad alimentare le armi energetiche e i diversi potenziamenti del nostro protagonista, e potrà essere ricaricata attraverso delle apposite stazioni (che una volta utilizzate richiederanno un po’ di tempo per poter essere nuovamente cariche) e le batterie portatili, che potranno essere facilmente reperite nel mondo di gioco. Come citato pocanzi però, il nostro protagonista potrà fare affidamento su alcuni piccoli potenziamenti, di cui alcuni passivi e altri che dovranno essere attivati/disattivati manualmente. Tra i passivi possiamo trovare la bussola di gioco (che in modalità facile presenterà anche una freccia che consiglierà il percorso da seguire) oppure un comodo scanner per i vari oggetti che troveremo. Tra i bonus attivi spicca invece uno scudo energetico che aumenterà la nostra difesa dagli attacchi laser, ma che spenderà costantemente energia durante il periodo d’attivazione.

System Shock – Recensione del remake

Spesso verremo inoltre chiamati ad accedere a particolari terminali che consentono al giocatore di entrare temporaneamente nel Cyberspazio, all’interno del quale viaggeremo come sospesi attraverso un ambiente 3D wireframe, raccogliendo dati e combattendo i programmi di sicurezza di SHODAN. Le azioni compute nel Cyberspazio però saranno sempre votate a risolvere i vari eventi presenti nel mondo fisico, come porte bloccate o piccoli enigmi da risolvere. Rimanendo in tema di enigmi, non sarà raro imbattersi in porte e scorciatoie che potranno essere sbloccate solo attraverso la risoluzione di piccoli minigiochi dove dovremo indirizzare correttamente l’energia attraverso un percorso modificabile o la selezione dei corretti cavi d’alimentazione.

Un tuffo negli anni ’90

Partiamo subito col dire che il nuovissimo System Shock Remake presenta tante novità, sia ludiche che tecniche. Il titolo dei Night Dive Studios gira a 4K e 60 FPS su PS5 e Xbox Series X, presentando ambienti rinnovati e texture che si alternano (volontariamente) tra l’alto dettaglio e il pixel, creando un mix che accontenta senza troppi problemi l’ampio pubblico, soprattutto i più nostalgici. Non ci sarebbe dispiaciuto però se gli stessi ambienti avessero ricevuto uno “svecchiamento” sulle ambientazioni continuamente ripetute per le varie aree, anche se tratto distintivo dell’opera per alimentare la sensazione di dispersione. A differenza dell’opera originale il titolo presenterà inoltre la possibilità di giocare con un hacker di sesso femminile e la presenza di un finale inedito che darà maggiore risalto al confronto definitivo tra SHODAN e il nostro protagonista.

System Shock – Recensione del remake

A chi consigliamo System Shock Remake?

System Shock Remake è consigliato a tutti gli amanti della versione originale, così come a tutti coloro che non lo hanno mai giocato prima e sono incuriositi soprattutto dalla nuova veste grafica. Un titolo che non vi deluderà e nel quale potrete ritrovare tantissimi rimandi ad altri titoli usciti negli ultimi anni.

System Shock è un perfetto remake dell’innovativo titolo del 1994 e affianca il gameplay classico a una grafica HD rinnovata, un sistema di controllo aggiornato, un’interfaccia ristrutturata e una colonna sonora tutta nuova… anche SHODAN, uno dei nemici più iconici della storia del gaming, ritorna con la sua vice originale! Questa è la rinascita di un gioco leggendario, una vera e propria pietra miliare del settore.

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  • Gameplay profondo e intrigante
  • Libertà d’azione e d’approccio
  • Tecnicamente rinato…

  • …Ma alcune ambientazioni avrebbero necessitato di maggiore varietà
  • Può risultare disorientante per chi poco avvezzo al genere
  • Il combattimento dalla distanza è fin troppo legato ai vecchi canoni degli shooter 3D
System Shock Remake
4.2

Un remake indispensabile

L’originale System Shock è diventato negli anni una pietra miliare dell’universo videoludico e questa sua versione remake si pone l’obiettivo di riportare in auge una storia ricca di colpi di scena, ma soprattutto che ha accompagnato l’infanzia di tantissimi giocatori. Attraverso un gameplay profondo e votato all’esplorazione, il titolo sa bene come conquistare il giocatore per ore ed ore, complice anche la sua leggera vena horror e l’alta difficolta di gioco. La nuova veste grafica rende perfettamente giustizia all’opera, rendendola appetibile anche per tutti coloro che non ci si erano mi approcciati prima. Non ci sarebbe dispiaciuto vedere più varietà negli ambienti, così come un ritocco maggiore al combattimento dalla distanza. Il suo stile di gioco potrà sembrare per molti disorientate, ma per chi ha già apprezzato la Citadel Station in passato è come ritornare finalmente a casa. Un remake indispensabile e che ci permette di fare un salto nel tempo fino agli anni ’90, assolutamente da recuperare.

Amante dei videogiochi fin dalla tenera età, ama perdersi nella scrittura ascoltando le OST di FINAL FANTASY e KINGDOM HEARTS. Convinto fieramente che la bellezza di un equip sia più importante delle sue statistiche, è sempre alla ricerca di nuovi oggetti da aggiungere alla sua collezione videoludica.

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