Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten – Recensione

Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten arriva su console anche in Occidente da questo 8 settembre su PlayStation 5 e PlayStation 4. Ecco la nostra recensione!

Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten – Recensione

Pubblicato originariamente solo in Giappone lo scorso 17 novembre, Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten è l’ultima fatica del team Aquaplus, ora pronto ad arrivare il vicino 8 settembre anche su PlayStation 5 e PlayStation 4, dopo una prima uscita su PC. Il titolo celebra il ventesimo anniversario della serie, ponendosi come prequel rispetto Utawarerumono: Mask of Deception, capitolo della serie Utawarerumono da cui il nuovo gioco cerca di prendere il più possibile le distanze.

Essendo un prequel infatti, troviamo numerose differenze con gli altri capitoli della serie, come il sistema di combattimento ora decisamente meno tattico, rispetto la vecchia griglia di combattimento presente nella trilogia principale della serie più incentrata sulla caratteristica visual novel. Aquaplus ha anche lavorato maggiormente sul design dei personaggi, in modo tale che fossero facilmente distinguibili dai giochi di Utawarerumono, così che potesse apparire quasi un capitolo distaccato. Non perdiamo però altro tempo e scopriamo assieme se l’ultimo titolo della serie è stato all’altezza delle aspettative!

Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten – Recensione

  • Titolo: Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten
  • Piattaforma: PlayStation 4, PlayStation 5, PC (Steam)
  • Versione analizzata: PlayStation 5 (EU)
  • Genere: RPG
  • Giocatori: 1
  • Publisher: NIS America
  • Sviluppatore: Aquaplus
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 8 settembre 2023
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: la Deluxe Edition della prima tiratura di copie include la colonna sonora digitale e un artbook

Abbiamo recensito Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten con un codice PlayStation 5 fornitoci gratuitamente da NIS America tramite PLAION.

Nella piccola provincia di Ennakamuy, alle frontiere del grande impero di Yamato, vive un giovane ragazzo di nome Oshtor, con sua madre e sua sorella. Un giorno, su ordine del signore locale, Oshtor si ritrova ad indagare su una forestiera proveniente da un altro mondo, ma con un messaggio ben chiaro: “Nostro padre ha bisogno del nostro aiuto”. Sono proprio quelle parole a dare inizio ad un’avventura inaspettata, costellata di comicità quanto di momenti toccanti per il giocatore e i personaggi. Vedendo in lei infatti una traccia di suo padre, Oshtor decide di scoprire la verità, partendo assieme verso la terra di Arva Shulan, un paese che si dice non appaia su nessuna mappa…

Il ritorno del figliol prodigo

Possiamo iniziare subito dicendo che Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten, come prequel della serie, permette un facile accesso a tutti i tipi di giocatori, compresi coloro che non hanno mai giocato prima un capitolo della saga, sfruttando questo nuovo titolo come primo approccio, grazie anche ad un trama non eccessivamente complicata e velocemente fruibile. Allo stesso modo anche i giocatori di lunga data potranno ritrovarsi tra le mani una storia avvincente, ricca di diversi richiami ad altri “futuri” capitoli. Gli eventi di gioco portano infatti direttamente a quelli di Utawarerumono: Mask of Deception e il suo seguito, Mask of Truth. La nuova storia segue come protagonista Oshtor, nientemeno che uno dei più noti personaggi secondari di Mask of Deception, dove lo seguiremo prima che inizi la sua carriera come generale imperiale di Yamato. Il giovane Oshtor, che crede che suo padre sia morto da tempo, incontra Shunya, una giovane ragazza vivace che afferma di essere stata allevata proprio da suo padre e di essere appena sfuggita a enigmatici inseguitori. Insieme intraprendono una ricerca per scoprire perché il padre di Oshtor ha abbandonato la sua famiglia e come si sia ritrovato nella misteriosa terra di Arva Shulan, casa di Shunya.

Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten – Recensione

Se il gioco resta fedele a quella che è la narrativa e la costruzione del mondo vissuta già in altri esponenti della saga, possiamo da subito notare come siano le meccaniche di gioco ad aver subito la principale rivoluzione. I precedenti titoli della serie Utawarerumono erano principalmente visual novel con un sistema di combattimento molto più strategico, volto a facilitare le battaglie. Monochrome Mobius si presenta quindi come il più classico degli RPG di stampo nipponico, mettendo a nostra disposizione un gruppo di quattro eroi, Oshtor, Munechika, Mikazuchi e Shunya, all’interno di macroaree, dove saranno sempre ben visibili sulla minimappa le missioni secondarie e principali (nonché il percorso da seguire), così come i numerosi nemici pronti ad attaccarci ogni volta che entreremo nel loro raggio d’azione.

Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten – Recensione

Non mancheranno anche numerosi agglomerati cittadini dove rifornirsi di medicinali, acquistare e vendere equipaggiamento, o controllare le missioni secondarie che possiamo accettare in zona. In Monochrome Mobius le missioni secondarie disporranno anche di una specifica tempistica d’urgenza, che ci mostrerà sempre se le missioni sono da affrontare subito, con calma o senza scadenza. Ogni qualvolta saliremo di livello otterremo anche dei speciali punti con cui potenziare parametri specifici a nostra scelta dei vari personaggi, come la difesa, l’attacco, la vitalità e i vari parametri magici. Il titolo premierà anche il nostro desiderio di esplorazione nascondendo forzieri e punti dove raccogliere risorse nei luoghi più remoti delle numerose aree, anche se l’esplorazione è spesso messa in secondo piano da un’elevata scarsità di punti di salvataggio manuale e dal fatto che il gioco salva automaticamente solo passando da un’area all’altra.

Future guardie imperiali

In Monochrome Mobius il combattimento a turni classico degli RPG giapponesi viene rivoluzionato con la cosiddetta funzione “Action Ring“, dove i membri del nostro party e nemici “corrono” attorno tre diversi anelli (ognuno con una differente circonferenza) per eseguire la propria azione. Attaccare i nemici o subire colpi respinge il bersaglio, mentre i giocatori possono accelerare la frequenza dei propri turni “ascendendo” in uno degli anelli d’azione interni. All’interno degli anelli sono poi presenti anche delle gemme che conferiranno buff e debuff ai personaggi. Anche alcuni incantesimi non lanciano i loro effetti su un bersaglio, ma su una porzione specifica dell’anello d’azione, il che significa che i personaggi ottengono i loro effetti solo quando la loro icona passa attraverso quella porzione. Non mancano anche colpi più potenti che sacrificano parte dei potenziamenti attivi per essere lanciati, come il Ring Inferno di Shunya.

Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten – Recensione

La strategia conta però molto poco, soprattutto nei combattimenti contro i boss, dove sarà sempre il livello e l’equipaggiamento a fare la differenza d’ogni scontro, trascurando fin troppo la priorità di “targeting” che il gioco incoraggia sin dall’inizio. A soffrire di ciò anche la mancata possibilità di vedere i PV di un nemico, lasciandoci capire che un nemico sta per morire solo con il suo cambio di animazione. Lo stesso problema lo abbiamo anche con l’assenza di un indicatore di livello nemico, dove risulta impossibile sapere se un nemico è o meno forte, a meno che non si rischi almeno un primo approccio. Ogni combattimento si riassume quindi in una sequenza infinita di turni in cui si cerca di fare il maggior numero di danni possibile e uccidere un nemico prima che possa arrivare il suo turno. Questa mancanza di previdenza nell’esperienza dell’utente scoraggia la sperimentazione e privilegia invece noiose tecniche di farming sicure, in modo da non essere spazzati via e perdere progressi in caso si incontrasse qualcosa ben oltre il proprio range di livello.

Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten – Recensione

A venire in soccorso dei giocatori troviamo però un’utilissima funzione di istant kill, dove, se saremo abbastanza forti, potremo uccidere il nemico (o gruppo di nemici) ancor prima di entrare in combattimento, così da semplificare esplorazione e accumulo di punti esperienza.

Una Yamato fin troppo spoglia

Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten presenta anche numerosi problemi sul fronte tecnico, inficiando non di poco l’esperienza complessiva. Se infatti vogliamo trascurare, almeno momentaneamente, l’assenza dell’italiano che in un gioco per metà visual novel fa sentire tutto il suo peso, è l’aspetto visivo ciò che lascia più a desiderare. Gli ambienti di gioco e i personaggi sembrano infatti usciti dall’era PS3, con gli NPC che circolano per le strade che sembrano ancor più datatati, avvicinandosi all’ancor più vecchia PS1. Questa limitazione tecnica la si avverte anche nelle numerose cutscene tra personaggi comprimari, dove la bocca verrà fatta aprire e chiudere a mo’ di marionetta per mettere sopra un discreto doppiaggio giapponese. Stessa sorte è toccata purtroppo agli ambienti di Yamato che, per quanto enormi e vasti, non risultano del tutto memorabili, risultando un gran insieme di dolci colline tutte uguali e profonde foreste ricoperte da così tanto fogliame che è difficile vedere i nemici in giro senza fissare la minimappa. A risollevare in parte la situazione troviamo le bellissime tracce create per l’occasione, più di cento ed ognuna a suo modo perfettamente in armonia con l’ambientazione o momento affrontato.

Avventurati nel nuovo capitolo della serie Utawarerumono, Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten! La vita tranquilla di Oshtor, un giovane che vive nella provincia di frontiera di Ennakamuy, viene bruscamente sconvolta dall’incontro con una misteriosa ragazza di nome Shunya. La ragazza informa Oshtor che suo padre, che lui credeva morto, è in realtà vivo e si trova nella terra di Arva Shulan, un paese misterioso che non compare su nessuna mappa. Guidato dalla sua morale, Oshtor si unisce a Shunya e intraprende un viaggio per scoprire la verità dietro la strana sparizione del padre. Esplora il mondo di Monochrome Mobius e immergiti in classico gioco di ruolo a turni con un tocco moderno! Esplora i dungeon e completa le missioni per ottenere EXP e oggetti, personalizza il tuo equipaggiamento e “investi” nei negozi per migliorare gli oggetti che vendono e quelli che puoi possedere. L’eredità di Monochrome Mobius prende vita grazie a una combinazione di illustrazioni in stile anime 2D e modelli 3D dettagliati con animazioni che vi faranno entrare più a fondo nella storia e nel mondo!

Acquista la deluxe edition di Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten per PlayStation 5 o PlayStation 4 seguendo questo link al prezzo speciale di 59,99 €. Sostieni Akiba Gamers acquistando il gioco su Amazon attraverso questo box!

A chi consigliamo Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten?

Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten è consigliato a tutti coloro che cercano un RPG leggero, facile da seguire, e con una profondità dei personaggi ben articolata. Il titolo è consigliato a tutti coloro che lo vogliono sfruttare come primo capitolo d’approccio alla serie Utawarerumono, ma anche tutti i più navigati della serie che vogliono scoprire qualche segreto in più sul passato dei personaggi che hanno tenuto loro compagnia nelle precedenti avventure.

  • Ottimo punto di partenza per approcciarsi la saga
  • Storia semplice da seguire e sistema di combattimento veloce da padroneggiare
  • Personaggi e background ben scritti…

  • …Ma il sistema di combattimento soffre di numerose lacune
  • L’assenza dell’italiano non lascia fruire pienamente l’esperienza
  • Tecnicamente arretrato
Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten
3.2

Un prequel riuscito a metà

Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten è un prequel riuscito a metà, con un aspetto narrativo decisamente molto più studiato e analizzato rispetto al puro aspetto ludico. Se la scrittura dei personaggi e la trama semplice risultano un ottimo espediente per avanzare nell’avventura, non si può dire lo stesso del sistema di combattimento e dell’aspetto tecnico, vero tallone d’Achille dell’intera esperienza. Il titolo è decisamente consigliato a chi è alla ricerca di un RPG nipponico dai toni più calmi e lenti, anche se caratterizzato da una trama forte e capace di appassionare, anche a costo di dover accettare diverse limitazioni come quella dell’assenza dell’italiano.

Amante dei videogiochi fin dalla tenera età, ama perdersi nella scrittura ascoltando le OST di FINAL FANTASY e KINGDOM HEARTS. Convinto fieramente che la bellezza di un equip sia più importante delle sue statistiche, è sempre alla ricerca di nuovi oggetti da aggiungere alla sua collezione videoludica.

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