SD Gundam G Generation Genesis – Recensione

La saga di G Generation sbarca su PS4 con un gioco dedicato unicamente alla timeline Universal Century. Sarà SD Gundam G Generation Genesis all’altezza delle aspettative?

SD Gundam G Generation Genesis – Recensione

SD Gundam G Generation Genesis – RecensioneSD Gundam, o Super Deformed Gundam, è originariamente nata sotto forma di illustrazioni, inserite per la prima volta all’interno di una rivista pubblicata da Bandai negli anni ’80. L’idea di base piacque talmente tanto che decisero di crearne un progetto cross-mediatico, che nel corso degli anni ha potuto contare su tantissime realizzazioni tra cui, per esempio, troviamo fumetti, serie animate e soprattutto videogames.

Dal lato videoludico la serie ha avuto vita lunga e può contare su saghe come Gachapon Senshi, Sengokuden, Gaiden, G Generation e tantissime altre. Ma è proprio su quest’ultima che vogliamo soffermarci oggi.

G Generation è una serie dal gusto tattico, che mira a racchiudere al suo interno quanti più contenuti provenienti dalle varie opere rilasciate nel corso del tempo. Di base, infatti, di volta in volta i titoli appartenenti a questa serie sono sempre stati considerati i più completi, ovviamente fino a quando Sunrise non se ne usciva fuori con una nuova serie animata di Mobile Suit Gundam. Addirittura, alcuni giochi di questa serie hanno talvolta offerto sottotrame originali, regalando ai giocatori anche unità, personaggi e tanto altro mai visto prima.

Mi trovo qui oggi per parlarvi proprio di SD Gundam G Generation Genesis, nuovo capitolo di questa particolare serie e ultima fatica di BANDAI NAMCO Entertainment. Oltre alla consueta release in patria, su PlayStation 4 e PS Vita, i Mobile Suit che compongono il titolo sono stati talmente abili da riuscire a sfondare in parte la terribile barriera nipponica, compito in cui tanti altri hanno fallito, per giungere nel resto dell’Asia nella sola versione PS4, dove può contare su una di quelle sempre più frequenti edizioni che presentano i graditissimi testi in lingua inglese. Proprio con queste premesse, andiamo oggi a recensirvi SD Gundam G Generation Genesis!

  • Titolo: SD Gundam G Generation Genesis
  • Piattaforma: PlayStation 4, PlayStation Vita
  • Genere: RPG Strategico
  • Giocatori: 1
  • Software house: BANDAI NAMCO Entertainment
  • Sviluppatore: Tom Create
  • Lingua: Inglese (testi) Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 22 novembre 2016
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: Mobile Suit provenienti da verie serie sono disponibili come DLC gratuiti e a pagamento, assieme a missioni extra
  • Note: disponibile anche su PlayStation Vita in Giappone (ma senza testi in inglese)

Universal Century War

Se avete seguito le notizie del gioco su Akiba Gamers, sin dal suo esordio, sicuramente sarete a conoscenza di uno dei lati più controversi presentati da questo titolo: SD Gundam G Generation Genesis è, infatti, incentrato interamente sullo Universal Century, linea temporale un po’ abbandonata nel corso del tempo in favore di altre serie alternative, ma ripresa in pompa magna nel corso degli ultimi anni grazie a opere del calibro di Unicorn, THE ORIGIN e Thunderbolt.

Attraverso 17 stage principali, BANDAI NAMCO Entertainment ci fa ripercorrere in questo gioco alcune delle celebri serie, affiancate dalle varie side story raccolte anche nel non più recentissimo Mobile Suit Gundam: Side Stories per PS3, tutte ovviamente legate allo Universal Century. Al loro interno vestiremo i panni di un plotone autonomo, schierati a fianco di una fazione ben precisa che può variare da missione a missione, che potremo comporre a piacimento con personaggi e Mobile Suit originali, o con unità e piloti noti delle varie saghe offerte al suo interno… a patto che si siano state sbloccate.

Certo, perché uno dei lati migliori della serie e di questo gioco, oltre a quell’intenso sapore tattico che riesce sempre a offrire egregiamente, consiste proprio nel reclutamento di piloti e Mobile Suit, del tutto lontano dall’essere immediato e semplice. Se nei passati titoli potevamo contare anche sulla possibilità di ricevere unità principale e relativo protagonista di quella precisa serie una volta completate le sue storie, le cose si fanno decisamente più ardue in G Generation Genesis, offrendo come metodo principale di reclutamento dei vari Gundam o altri mecha iconici il riempimento della barra Get. Situata nella piccola finestrella che riporta la quantità di vita ed energia in possesso dell’unità selezionata, la barra Get si riempirà ogni volta che quella precisa unità distruggerà un nemico, di una determinata quantità a seconda dell’avversario abbattuto: più sarà rilevante l’obiettivo distrutto, più la barra Get si riempirà.

Decisamente una funzione appropriata e divertente, atta a rendere alcune feature del titolo meno immediate e scontate, dal momento che per riuscire in questo compito, spesso e volentieri, sarà necessario tenere a bada i nostri infernali e potentissimi Mobile Suit per dare più spazio alla unità che vorremo conquistare, e perché no, anche ripetere più di una volta determinati stage.

War in the Pocket

I fan di questa particolare saga videoludica potranno percepire da subito una certa familiarità con quanto offerto all’interno del gioco, forse fin troppa, dal momento che la maggior parte delle meccaniche offerte sono le stesse dei passati titoli. In sintesi, squadra che vince non si cambia. O, in questo caso, cambia davvero poco. Questo ovviamente può non essere del tutto un male; meglio alcune piccole migliorie a un già consolidato sistema di gioco, che stravolgere completamente tutto perché “ormai i tempi sono cambiati” e creare un qualcosa di totalmente diverso, confusionario, capace di spaesare gli acquirenti sicuri con il solo scopo di destinarlo a chi, probabilmente, non sa neanche della sua esistenza.

Quindi tutto rimane com’è e come deve essere, con una suddivisione in cui si passa dalle parti narrate dei vari capitoli di storia, presentate in modo simile a una visual novel in cui dovremo leggere e basta, talvolta anche tanto, seguito da un gameplay tattico che ci farà immergere nei vari scenari delle opere originali presentate al suo interno, dove tramite apposite caselle potremo muoverci, attaccare, utilizzare skill e tanto altro ancora. Non possono di certo mancare anche le condizioni, ovvero le particolari richieste visualizzate a inizio missione che, se rispettate, ci offriranno la possibilità di veder arrivare sul campo Mobile Suit extra, non rilevanti con quel preciso capitolo di storia, che però potremo distruggere per riempire una discreta porzione della barra Get o, volendo, catturare una volta che si saranno arrese.

A pagare le spese di un titolo bello e divertente però, è la pessima scelta di BANDAI NAMCO Entertainment di averlo voluto basare esclusivamente sullo Universal Century. Diciamoci la verità; così facendo non solo si vanno a decimare i fan di Gundam che potrebbero essere interessati al gioco, ma l’aver reso disponibili Mobile Suit di varie serie come Advance of Zeta: The Flag of Titans, THE ORIGIN, Hathaway’s Flash e Thunderbolt come DLC a pagamento riduce anche i contenuti a tema UC offerti. Una discutibilissima mossa da parte della compagnia, che così facendo ha lasciato in mano agli utenti un titolo che, di per sé, presenta la metà dei contenuti proposti da uno dei suoi ultimi predecessori come G Generation World o G Generation Overworld per PSP.

Se poi consideriamo che per il gioco sono stati resi accessibili dei DLC con unità gratuite come Hot Scramble (Build Fighters Try) e Barbatos Lupus (IRON-BLOODED ORPHANS), a cui si affianca il G-Self che è stato prontamente inserito all’interno del gioco, tutte unità non-UC, vi arrenderete come me cercando di capire quali sono state le vere intenzioni della compagnia durante la realizzazione di un titolo a metà.

This is no Zaku, boy! No Zaku! Only Khlav Kalash.

Oltre al gameplay e gran parte delle meccaniche, rimane invariata anche la modalità di creazione, scouting e upgrade personaggi, così come lo sviluppo di Mobile Suit in nostro possesso: grazie ad alcune opzioni, questa funzione ci permetterà di ottenere unità più potenti tramite level up, di scambiarle con altre grazie alle monete di gioco, o fonderne due insieme (ben predefinite, non casuali) per ottenerne una nuova. In aiuto dei giocatori giunge la modalità galleria dove, attraverso le descrizioni dei vari Mobile Suit incontrati durante le varie missioni, ci sarà possibile avere alcuni piccoli suggerimenti su come poterle ricreare, quale unità sarà necessario far salire di livello per poterla ottenere, o cosa dovremo costruire o catturare in missione e fondere insieme. Una funzione davvero molto utile, che potrà tornare comoda a tutti coloro in cerca di un mecha ben preciso da aggiungere al proprio team, e che non vedono l’ora di poterlo utilizzare in ciascuna missione.

La versione da me recensita, come i più attenti di voi avranno già notato nella scheda del gioco e nel paragrafo prima di essa, è una delle classiche edizioni asiatiche di BANDAI NAMCO Entertainment, ovvero con testi in lingua inglese.

L’adattamento generale di per sé è buono e accettabile, specialmente se confrontato con la versione asiatica di Sword Art Online: Hollow Fragment per PS Vita che ho personalmente avuto modo di provare e recensire tre anni fa (per farvela breve, una traduzione da mettersi le mani nei capelli NdR). Certo, rimane qualche piccolo errore che fa storcere il naso, che per di più lo si riscontra nei nomi di vari personaggi come per esempio Luce Kassel, che in svariate missioni e schede personaggio diventa Luth una riga si e una no, e lo stesso accade per il compagno Ford Romfellow, chiamato di tanto in tanto Fold.

Broken Mirror

Una delle prime cose che ho piacevolmente constatato in questo nuovo capitolo della serie sono i modelli, decisamente migliorati rispetto le precedenti release (e vorrei pur vedere), sebbene ancora non raggiungano la perfezione in SD raggiunta da Super Robot Wars V… anche se ci avviciniamo davvero tanto!

Nel comparto sonoro del titolo ritroviamo le varie BGM o brani strumentali di ciascuna serie presente, anche se non proprio tutte tutte, ma quantomeno quelle più famose e significative. Anche in questo caso, unità come per esempio il mio caro Sisquiede, accessibile come DLC gratuito, non presenta affatto la sua classica theme, ma un brano di sottofondo originale e ben più generico.

A chi consigliamo SD Gundam G Generation Genesis?

Senza dubbio mi sento di consigliare questo gioco a tutti coloro che ovviamente adorano la saga videoludica, ma anche a tutti i fan della serie Mobile Suit Gundam che adorano Super Robot Wars e lo stile di gameplay offerto da quest’ultimo. Essendo una serie che va molto a rilento in quanto pubblicazioni rispetto SRW, magari qualcuno di voi può essersela lasciata sfuggire. In definitiva è un problema da poco, dal momento che i precedenti sono tutti in lingua giapponese, e solo Genesis possiede anche testi in inglese grazie alla versione asiatica. Se desiderate avvicinarvi a questa serie, questo è senza dubbio il momento migliore; al contrario, se siete appassionati ma vi aspettavate qualcosa di più grosso, di più completo, visto e considerato che comunque parliamo di PS4 e di un nuovo G Generation dopo una discreta attesa, potreste ricevere una dura botta di amara realtà già dal suo primo avvio. In questo caso, ponderate bene il da farsi.

  • Finalmente in inglese!
  • Una discreta miglioria nei modelli SD
  • Le nuove feature, seppur poche, riescono a rendere il gioco più competitivo e meno immediato/scontato

  • Offrendo per di più solo serie UC, la quantità di contenuti è dimezzata
  • Alcune serie UC ormai uscite da tempo sono presenti solo come DLC a pagamento, togliendo ulteriori contenuti al gioco base
SD Gundam G Generation Genesis
3.9

Non è solo UC, non è completo... Sa soltanto quello che non è

SD Gundam G Generation Genesis è senza dubbio un gioco divertente, bello e piacevolmente competitivo, ma poteva esserlo ancora di più. Tanto di più. L’averlo limitato al solo Universal Century fa sì che i contenuti offerti ai giocatori siano dimezzati, perlomeno rispetto a quanto offerto dai suoi ultimi due predecessori per console, e il fatto di aver reso disponibile alcune unità di altrettante serie assenti nel gioco solo come DLC a pagamento tende a limitare ancora di più i contenuti di base. No, inutile stare anche ad affrontare la questone G-Self, Hot Scramble e Barbatos, tre Mobile Suit presenti nel gioco (alcuni come DLC gratuiti) ma appartenenti a tutt’altre timeline. Senza tanti giri di parole, questo può rappresentare un piccolo colpo da incassare per tutti i fan e gli amanti di questa particolare serie strategica che, almeno fino ad oggi, erano stati presi per la gola dalla compagnia con tantissime serie e le unità più disparate provenienti da esse, insomma, un qualcosa in grado di accontentare davvero tutti. In cuor mio spero vivamente che la compagnia prenda tutto quello proposto in questo “antipasto”, sia le vecchie e già consolidate meccaniche che quelle poche feature nuove, e riesca a riproporle in futuro in forma decisamente più completa. Se non completa di tutto, compresi gli universi alternativi, quantomeno completa in quanto a UC… cosa che teoricamente aveva già promesso di avere.

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.