Odin Sphere: Leifthrasir – Recensione

Odin Sphere: Leifthrasir - Recensione

odin-sphere-leifthrasir-recensione-boxartQuando la stabilità di un intero continente si trova sul filo di un rasoio, si creano due schieramenti: chi lo supporta e chi lo assalta. Erion è in pericolo e la distruzione della città di Valentine non ha fatto altro che inasprire ancor di più i già tesi rapporti tra i vari regni della nazione. Vivremo in prima persona un’epica battaglia che vedrà protagonisti lo schieramento delle fate di Ringford e dei possenti uomini di Ragnanival. Tuttavia, nascosto dalla vista dei grandi signori, vi è qualcuno che tesse la rete di un piano molto più importante di quanto si possa pensare: un piano in grado di portare alla distruzione del mondo.

Odin Sphere: Leifthrasir ha finalmente raggiunto la fine del suo viaggio. Parliamo di un titolo uscito originariamente su PlayStation 2 e che ora, a distanza di ben otto anni dalla sua release europea, abbiamo modo di giocare anche su PlayStation 3, PlayStation 4 e PlayStation Vita. Odin Sphere: Leifthrasir è un Action RPG sviluppato da Vanillaware e pubblicato in Europa da NIS America. La prima cosa che ci ha colpiti? La possibilità di giocarlo interamente in lingua italiana, come nella sua release originale su PS2. Più volte si è discusso della localizzazione italiana nei confronti dei giochi pubblicati dal publisher statunitense e finalmente, dopo le varie richieste da parte dei fan, NIS America ha deciso di accontentarci, permettendoci di godere di un titolo longevo ed emozionante interamente nella nostra lingua. A quanto pare, il motto di Sony nei confronti delle sue console sembrerebbe essere veritiero: Power to the Players.

  • Titolo: Odin Sphere: Leifthrasir
  • Piattaforma: PlayStation 4, PlayStation 3, PlayStation Vita
  • Genere: Action RPG
  • Giocatori: 1
  • Software house: ATLUS, NIS America
  • Sviluppatore: Vanillaware
  • Lingua: Italiano (testi), Inglese o Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 24 giugno 2016
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: disponibile in versione Storybook Edition con artbook, T-Shirt, custodia in metallo e stampe da collezione

Fantasy War: East vs West

Se c’è una cosa che ci ha colpito sin da subito di questo titolo è la presenza di elementi appartenenti al genere fantasy tratti sia dalla cultura orientale che da quella occidentale. Per quanto riguarda quella orientale, ci troveremo molto spesso dinanzi a creature ispirate o tratte a piene mani dall’immaginario fantasy dell’Est. Per quanto riguarda, invece, quello occidentale, vedremo protagonisti dei vari scontri le diverse razze che hanno caratterizzato il fantasy classico sin dai tempi del celebre J.R.R. Tolkien. In particolare, mi riferisco agli elfi, nani, goblin, arpie e via dicendo, ognuno dei quali riesce ad unirsi tramite una perfetta simbiosi al meraviglioso mondo di gioco costruito dagli artisti di Vanillaware.

Odin Sphere è tratto da un’omonima serie di libri che segue i medesimi eventi presenti nel gioco: la trama ruota intorno alla guerra che vede protagonisti il regno del signore dei demoni Odino, chiamato Ragnanival, e il regno delle fate, denominato Ringford. La loro disputa è incentrata sul controllo del Calderone, uno strano oggetto mistico che diversi anni orsono fu la causa della distruzione del regno di Valentine. I protagonisti che faranno la loro comparsa nel corso della storia sono cinque e tramite il passaggio da protagonista a protagonista avremo modo di vedere lo stesso conflitto da punti di vista diversi, rendendoci conto che, in realtà, non ci sono dei veri e propri buoni e cattivi, bensì, attraverso le varie storie, si potrà notare come e quanto ogni regno sia caratterizzato da varie sfumature di grigi.

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Il primo personaggio che impersoneremo sarà Gwendolyn, la figlia del signore dei demoni Odino che combatte per ottenere l’affetto del padre. All’inizio della sua storia assisteremo alla morte della sorella, la quale le lascerà in eredità la sua preziosa arma e il comando della valchirie. Successivamente impersoneremo Cornelius, il principe del regno di Titania. Il suo amore nei confronti di una ragazza sfuggita a un’enorme catastrofe lo porterà a vivere avventure tanto pericolose quanto terrificanti. In seguito guideremo Mercedes, la principessa del regno di Ringford e diretta erede al trono in seguito alla morte della madre; nonostante la giovane età, si ritroverà ricoperta di nemici dentro e fuori dal regno, i quali cercheranno di spodestarla con tutte le loro forze. Il quarto sarà Oswald, un ragazzo abbandonato sia dai propri genitori che dalla famiglia adottiva; è conosciuto anche come cavaliere delle tenebre e si dice che abbia stretto un patto con la regina dei morti e, durante il suo viaggio, incontrerà una valchiria finendo per innamorarsene perdutamente. Infine, come ciliegina sulla torta, avremo modo di guidare la seducente Velvet, la principessa del regno di Valentine sfuggita insieme al fratello alla catastrofe che caratterizzò la distruzione del suo paese. Ognuno di questi personaggi avrà un libro a sé dedicato: in seguito all’avvio della nostra partita impersonificheremo una giovane bambina in procinto di iniziare a leggere un tomo. Inizialmente sarà disponibile esclusivamente il libro “Valchiria” e mano a mano che li completeremo riusciremo a sbloccare i personaggi che saranno protagonisti dei restanti racconti. Personalmente ho davvero parecchio apprezzato lo stile di narrazione del gioco. Può sembrare una minuzia ma l’idea di star leggendo una storia mi ha davvero toccato nel profondo, tanto da creare in me un conflitto interiore: mi sto immedesimando nella bambina che legge una storia o nei reali protagonisti delle battaglie di Erion? A prescindere dalla risposta, vi posso assicurare che la trama ruotante intorno a questo Odin Sphere: Leifthrasir è molto più matura di quanto si possa immaginare: intrighi, tradimenti, amori e passioni saranno all’ordine del giorno e non ci sarà nemmeno un momento di pausa prima di assistere al successivo colpo di scena. E da amante delle belle storie qual sono, non ho potuto che amare questo Odin Sphere. Il titolo meriterebbe un voto eccellente se non fosse che col passare del tempo arriva…

Il sopraggiungimento della monotonia

Il gameplay di Odin Sphere può essere tanto semplice quanto minuzioso. Innanzitutto, se pensate di star giocando ad un titolo scandito da livelli ottenibili collezionando punti esperienza dai mostri, sappiate che vi state sbagliando. La cosa che permetterà ai vostri personaggi di aumentare la propria potenza sono gli alimenti. Durante le nostre esplorazioni avremo modo di raccogliere semi, frutti e ingredienti in grado di permetterci di creare delle pietanze per aumentare il nostro livello. I semi potranno essere coltivati mediante l’utilizzo dei Fozoni, delle entità magiche che potranno essere sfruttate sia per la crescita dei frutti che per il potenziamento delle varie skill. Tramite i frutti potremo acquisire punti esperienza, i quali verranno accumulati nella barra apposita di progresso del livello. Una volta che la barra sarà completata, otterremo nuovi potenziamenti e nuova forza. Oltre a ciò, avremo modo di gustarci cibi più prelibati (che ci daranno maggiore esperienza) sia tramite il cuoco itinerante, il quale avrà bisogno degli ingredienti e delle ricette per creare i nostri cibi preferiti, sia tramite le cucine del villaggio Puka, ove spendendo delle particolari monete avremo modo di acquistarli evitando di usufruire delle nostre risorse. Per quanto riguarda il sistema di combattimento, parliamo sostanzialmente di un action nel quale, ad ogni combinazione di tasti (quadrato, freccia su + quadrato, freccia giù + quadrato, etc.) corrisponde un particolare attacco. Inoltre, avremo modo di assegnare le nostre skill preferite a diverse combinazioni che vedono protagonista il tasto cerchio, le quali ruoteranno intorno all’utilizzo della levetta analogica L oppure a una combinazione più complessa dei testi relativi alla croce direzionale (in stile picchiaduro, per intenderci).

Ogni dungeon che esploreremo sarà suddiviso in zone, ognuna delle quali è caratterizzata da particolari “modus” che possono andare a inficiare sulla difficoltà relativa a quel determinato stage. Ci saranno: zone franche, dove potremo acquistare oggetti dal mercante e cucinare i nostri pasti tramite il cuoco itinerante; zone di battaglia, ove dovremo combattere contro orde di nemici al termine delle quali otterremo un ranking e vari premi; zone del tesoro, caratterizzate da tesori che saranno accessibili mediante l’utilizzo di chiavi o banalmente colpendoli; zone con i boss di metà schema, nelle quali combatteremo contro un miniboss molto più complesso da fronteggiare rispetto ai nemici comuni che infestano le varie zone di battaglia; e, infine, la boss fight finale, prima della quale ci sarà sempre una piccola cutscene che ci permetterà di progredire all’interno della storia di quel determinato personaggio. Posso assicurarvi che il gioco è parecchio divertente e ricco di cose da fare. I problemi incominciano a insorgere quando arriviamo nelle fasi più avanzate, ove i dungeon smetteranno di essere di nostro interesse e la trama incomincerà a pesare più prepotentemente. C’è da dire che ogni singolo personaggio ha skill differenti, il che porta a una variazione del gameplay non trascurabile nell’utilizzo di un protagonista piuttosto che di un altro. Tuttavia, sono rimasto parecchio deluso nel vedere che molti boss e miniboss ruotano in continuazione, facendo perdere quella voglia nel giocatore di esplorare al meglio il dungeon nel tentativo di vedere quale sia il boss finale. Tutto ciò porta a una monotonia non indifferente, specie contando il fatto che ogni storia ci porterà via all’incirca sei o sette ore, per un totale di oltre quaranta ore di gioco (incluse le storie post introduzione ai personaggi e alle loro trame). Ma se dal punto di vista della varietà il gioco non eccelle, lo stesso non può essere detto sotto il profilo artistico: vediamo il perché.

Un ricordo nella mente, un sentimento nel cuore

Sotto il punto di vista tecnico il gioco è davvero ottimo, specie su PlayStation Vita ove raramente mi son capitati cali di frame rate. Personalmente ritengo Odin Sphere: Leifthrasir un gioco perfetto per la console portatile di Sony, specie perché arricchisce in maniera non indifferente il parco titoli della console che forse in troppi iniziano a considerare “morta”. Per quanto riguarda la soundtrack e gli effetti visivi, devo dire che il titolo è ineccepibile ed è in grado di comunicare una semplice emozione anche con il comune battito di ciglia dei protagonisti. L’effetto di tridimensionalità degli sfondi è stato davvero reso bene e nonostante il gioco sia bidimensionale, non ho provato l’effetto “soffocamento” che molti titoli del genere portano con sé. Come se non bastasse, Vanillaware ha deciso di donarci un ulteriore regalo: infatti, dal menu principale del gioco, avremo modo di scegliere se giocare alla versione Leifthrasir o a quella originale del 2008, la quale si differenzia dalla prima per varie modifiche di gameplay, di animazioni e di tutorial vari. In particolare, gli attacchi dei personaggi usufruiranno di una particolare barra della stamina la quale, una volta svuotata, lascerà il nostro personaggio scoperto per qualche tempo. Una vera sfida per chi non si accontentasse della nuova versione del titolo.

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A chi consigliamo Odin Sphere Leifthrasir?

Personalmente credo che, dopo Persona 4 Golden, sia il titolo migliore presente nella libreria che può vantare la console portatile di Sony. I giochi di questo tipo, specie se bidimensionali, riesco a godermeli meglio se non sono su una periferica fissa, poiché sono caratterizzati da un elemento abbastanza incidente per quanto concerne il semplice significato di console portatile: la portatilità. Infatti in Odin Sphere: Leifthrasir potremo salvare in ogni momento tramite il menu apposito, il che, a parer mio, è una funzione più che importante per un titolo che pretende di essere pubblicato anche su console portatile. Purtroppo sempre più prepotentemente si annidano titoli sempre meno portatili tra le librerie delle console che non hanno necessità di perenne alimentazione, il che sta snaturando sempre maggiormente il mercato di questo particolare tipo di console. In conclusione, ritengo che il titolo debba far parte di ogni libreria degli utenti PS Vita e, nel caso in cui non ne foste provvisti, sappiate che stiamo parlando comunque di un titolo dalla qualità ineccepibile e che sarà capace di tenervi attaccati allo schermo delle vostre console casalinghe per parecchie ore.

  • Artisticamente ispirato
  • Soundtrack perfettamente adattate al contesto
  • Trama e sotto trame parecchio avvincenti
  • Doppiaggio disponibile in lingua inglese e giapponese
  • Testi localizzati in lingua italiana
  • Gameplay frenetico e divertente…

  • …Ma che, a lungo andare, può tediare
  • Alcuni problemi nella localizzazione dei testi
  • Frame rate ballerino nelle scene più concitate
Odin Sphere Leifthrasir
4.3

Cinque storie commoventi per un’emozione unica

Ho amato con tutto me stesso questo titolo di Vanillaware e prima ancora di lui ho apprezzato anche Dragon’s Crown, creato dagli stessi produttori ma che, a differenza di Odin Sphere, non è riuscito a catturarmi totalmente. Personalmente non posso fare altro che consigliarlo a tutto il pubblico amante degli RPG giapponesi. Nonostante lo stile grafico semplice ma minuzioso, Leifthrasir è ricco di momenti in cui rimarrete a bocca aperta, sia per avvenimenti che vi faranno rodere il fegato dalla rabbia e sia per quelli in cui rimarrete sinceramente emozionati. Se siete degli amanti delle belle storie, è un must.

Videogiocatore da molto, forse troppo tempo. Amante di tutto ciò che è giapponese, compresi i JRPG e il sushi... Soprattutto il sushi.