Le Bizzarre Avventure di JoJo: Stone Ocean – Recensione della seconda parte

Abbiamo recensito il secondo blocco di episodi di Le Bizzarre Avventure di JoJo: Stone Ocean, usciti su Netflix l'1 settembre 2022

Le Bizzarre Avventure di JoJo: Stone Ocean - Recensione della seconda parte

Sono nella minoranza a esprimere questa opinione, ma sono una delle (poche) persone a cui la sesta parte de Le Bizzarre Avventure di JoJo, ovvero Stone Ocean, è sempre piaciuta, anche più di altre parti spesso molto più apprezzate. Era per questo che, come sempre, quando si annuncia un nuovo adattamento animato, dopo l’eccellente Vento Aureo avevo grandi speranze. Grandi speranze che, con i primi 12 episodi rilasciati a dicembre 2021, erano state più o meno rispettate. Grazie a una decisione francamente incomprensibile di Netflix, abbiamo dovuto attendere praticamente nove mesi per vedere la seconda parte di Stone Ocean, che copre una sostanziosa fetta della storia; il prossimo gruppo di episodi, infatti, che usciranno non si sa ancora quando, saranno quelli conclusivi.

Purtroppo, al di là della scelta scellerata di Netflix di uccidere completamente i JoJo Friday, e con essi anche l’hype che forniva grossa spinta a ogni adattamento animato, anche il lavoro fatto da David Production in questo caso è decisamente sotto la media; tutto un altro mondo rispetto a quanto eravamo stati abituati. La seconda parte de Le Bizzarre Avventure di JoJo: Stone Ocean, composta da 12 episodi, è uscita su Netflix il 1 settembre 2022. Ma andiamo a vedere perché questa parte non regge il confronto con le altre.

Le Bizzarre Avventure di JoJo: Stone Ocean - Recensione della seconda parte

  • Titolo originale: ジョジョの奇妙な冒険 – ストーンオーシャン
  • Titolo italiano: Le Bizzarre Avventure di JoJo: Stone Ocean
  • Uscita giapponese: 1 settembre 2022
  • Uscita italiana: 1 settembre 2022
  • Piattaforma: Netflix
  • Genere: Avventura, azione, shonen
  • Numero di episodi: 24
  • Durata: 23 minuti ca.
  • Studio di animazione: David Production
  • Adattato da: Manga di Hirohiko Araki
  • Lingua: Italiano (sottotitoli), Inglese, Giapponese (doppiaggio)

Abbiamo recensito Le Bizzarre Avventure di JoJo: Stone Ocean tramite piattaforma streaming Netflix.

Le Bizzarre Avventure di JoJo: Stone Ocean - Recensione della seconda parte

Kiss of Love and Revenge

Dove eravamo rimasti? Questa seconda parte, che non viene categorizzata da Netflix come seconda stagione, ma solo come prosecuzione dei dodici episodi usciti l’anno scorso, riprende esattamente dalle conseguenze della “Strategia Savage Garden”, il piano elaborato dalla Speedwagon Foundation per recuperare il disco contenente i dischi della memoria e dello stand Star Platinum di Jotaro Kujo, rubato inizialmente da Enrico Pucci, il cappellano della prigione. Jolyne è riuscita a metà nel suo intento anche grazie all’aiuto di Weather Report, ma è stata ferita. Il tredicesimo episodio si apre quindi con l’arco narrativo soprannominato dai fan “Kiss of Love and Revenge“, approssimativamente intorno al capitolo 50 del manga. La storia ricomincia con alcune differenze: come prima cosa, ci viene mostrata Jolyne che viene portata nel reparto di massima sicurezza in isolamento, preludio al prossimo arco narrativo: per poi concentrarci su un flashback dedicato a Ermes, vera protagonista di questi primi episodi del secondo blocco.

L’ordine degli eventi, rispetto al manga, è stato alterato leggermente ma solamente per creare un po’ più di suspense; non sono state fatte aggiunte di rilievo che possano andare a modificare la storia in generale, e anzi si è forse voluto scherzare un pochino con i fan; nelle poche sezioni “anime-only” di questo secondo blocco di episodi, per esempio, possiamo vedere che le due guardie che portano Jolyne nella sezione di massima sicurezza non sono più comparse senza nome, bensì sono Viviano Westwood (con cui il nostro cast farà conoscenza più avanti) e una specie di macchietta con lo stesso taglio di capelli di Giorno Giovanna ma leggermente più invecchiato. In generale, la storia è la stessa raccontata da Araki e già qui nasce il problema: questa parte centrale di Stone Ocean, già ai tempi venne fortemente criticata per la lentezza generale, la poca chiarezza dei combattimenti mostrati e i pochi eventi pregni di significato. Questa è una critica con cui mi trovo d’accordo. Giusto negli episodi finali la storia riprende a carburare, mentre per una buona metà di questi nuovi 13 episodi la storia rimane ferma in una specie di “battle royale” che si svolge all’interno del reparto di massima sicurezza, con poteri stand abbastanza mediocri e risoluzioni dei combattimenti abbastanza “asspull” ovvero tirati così fuori dal cappello richiedendo davvero tanta sospensione dell’incredulità per poter essere anche solo vagamente plausibili. Si tratta di un arco narrativo in cui Araki ha voluto sperimentare, distaccandosi definitivamente dal concetto di Stand come “fantasma che ti prende a pugni fortissimo” andando a inventarsi abilità incredibilmente specifiche e cervellotiche, caratteristica che praticamente tutti gli stand avranno da qui in avanti.

In ogni caso, in questa seconda parte, sono comunque presenti dei momenti epici e molto impattanti dal punto di vista emotivo: il problema è che laddove i punti alti si avvicinano alle vette di pathos delle parti precedenti, i punti bassi sono molto più bassi. Una vera e propria montagna russa di emozioni, che tuttavia era presente anche nel manga originale: vi chiedo solo di tenere duro, perché da qui in poi la storia si riprende parecchio.

Le Bizzarre Avventure di JoJo: Stone Ocean - Recensione della seconda parte

Stardust Jailbreakers

Il cast di Stone Ocean è abbastanza limitato, e in questi tredici episodi hanno iniziato ad avere un ruolo più rilevante alcuni dei comprimari che nella prima parte si erano visti “poco”, come Narciso Anasui, o F. F. che si evolve da semplice macchietta comica a combattente di tutto rispetto e membro importante del gruppo. Ermes e F. F. sono i personaggi che ricevono tuttavia il maggior character development attraverso il combattimento con Sports Maxx per la prima, dietro al quale si cela il motivo per cui Ermes è stata rinchiusa in prigione, le sue vere motivazioni, e il suo vero carattere, per poi venire invece lasciata un po’ troppo nel dimenticatoio; e contro Kenzo per quanto riguarda F.F., pinnacolo inarrivabile del “ma che diavolo sta succedendo?” in JoJo. In questi episodi, viene anche approfondito il rapporto fra DIO ed Enrico Pucci, con le vere motivazioni e macchinazioni di quest’ultimo che finalmente si palesano.

Rimangono confermate, ovviamente, le voci dei doppiatori della parte precedente, con una sempre in formissima Ai Fairouz che rende molto bene la voce di una Jolyne sempre più ribelle. Questa volta, il doppiaggio italiano è presente fin dall’inizio, ma con grossi errori di accenti, probabilmente per facilitare la pronuncia italiana (ma questo non vuol dire che non siano errori!) come Jotaro spesso pronunciato “giotàro”. Inoltre, bocciata in toto la scelta di far doppiare Jolyne da Maddalena Vadacca; non tanto per demeriti della doppiatrice, oltremodo abile, quanto piuttosto perché Jolyne è una diciannovenne e dovrebbe avere una voce decisamente più squillante. Gli “ora ora” sono rimasti invece invariati dal giapponese e non doppiati, mentre una piccola critica va alla scelta di edulcorare il linguaggio, togliendo spesso parolacce ed epiteti più espliciti che invece in giapponese rimangono. Ovviamente, anche in questo caso nel doppiaggio italiano, probabilmente per problemi di copyright, abbiamo i nomi di stand e personaggi “rimaneggiati” per rendere un po’ più vaghi i riferimenti. È stata fatta solamente una modifica: lo stand Limp Bizkit è stato rinominato in Limp Viscuit, facendoci dimenticare per fortuna che nelle prime traduzioni arrivate in Occidente, era stato rinominato “Flaccid Pancake“.

Un lavoro sotto la media

Dal lato tecnico, purtroppo stavolta David Production non eccelle, e anzi forse si fa un passo indietro in alcuni punti rispetto alla prima tranche di episodi. Questo considerato che, a quanto si dice, la serie è stata realizzata con un budget più basso del solito per una serie anime di punta come questa. I momenti in cui l’animazione è fluida e dettagliata sono pochi, si fa uso troppo spesso di frame semplicemente ripetuti o di inquadrature “neutre” dove praticamente è tutto fermo, a parte la bocca dei personaggi. Un plauso però agli animatori e ai registi che in qualche modo sono riusciti a rendere più “leggibili” delle fight dove la coreografia, nel manga originale, era così astrusa e tirata per i capelli che tante volte si faceva fatica a capire che cosa fosse rappresentato effettivamente nella vignetta disegnata da Araki. Anche il rituale cambio di opening, che avveniva in concomitanza o a seguito di eventi particolarmente significativi, ve li ricordate? Ecco, scordateveli. Qui si è “riciclata” la opening del primo blocco, andando tuttavia a modificare alcuni elementi per riflettere meglio l’andamento degli eventi.

Le Bizzarre Avventure di JoJo: Stone Ocean - Recensione della seconda parte

Spesso, nel rendere iconiche alcune serie anime, il prodotto audiovisivo ha un certo ruolo, e uno altrettanto importante ce l’hanno i fan. Vento Aureo, qui in Italia, è diventata un’icona non solo per il setting (evviva il campanilismo!) ma anche per la presenza di scene indimenticabili come la torture dance o le miriadi di meme che sono scaturiti da alcuni frame, frasi famose o espressioni dei personaggi. Il JoJo friday, ovvero il giorno in cui gli episodi venivano rilasciati settimanalmente su Crunchyroll, era praticamente un rituale, un appuntamento imperdibile per gli appassionati.

E invece, qui in Stone Ocean, cos’è rimasto? Netflix ha completamente stravolto questa routine. Avevamo mosso una critica a Netflix proprio per questo motivo; glorificare solamente il binge watching, distruggendo qualsiasi possibilità di mantenere hype duraturo nel tempo. In questo caso, l’attesa è stata quasi comica: 9 mesi tra il rilascio della prima e della seconda parte di episodi; presumibilmente, lo stesso destino toccherà anche alla terza e ultima parte, ultimo blocco di 13 episodi che a questo punto potremo vedere nell’autunno 2023. Blocchi di episodi, fra l’altro, buttati fuori tutti insieme come per levarseli di torno e senza particolare marketing dietro, senza campagne pubblicitarie di alcun tipo. Rilasciare un episodio a settimana avrebbe quantomeno addolcito la pillola dell’attesa.

Non sono mai stato d’accordo con chi suggerisce di “saltare certe parti” se sulla carta non sembrano interessanti, o se sono più criticate di altre: la saga di JoJo andrebbe sperimentata nella sua interezza; però questo adattamento finora è davvero sottotono rispetto alle parti che lo hanno preceduto. Questi ulteriori tredici episodi adattano la parte più “noiosa” e confusa di Stone Ocean e lo fanno in modo neppur troppo ispirato, senza infamia e senza lode. Se vi è piaciuta la prima parte, continuate a guardare anche questi episodi e di sicuro ci troverete del buono; se di contro non avete ancora iniziato a guardare l’adattamento animato, vi consiglio di aspettare ancora un po’ e guardarlo nella sua interezza quando sarà uscita anche la terza parte.

  • Buon character development dei personaggi secondari
  • Alcuni momenti di epicità, seppur rari, ci sono
  • Doppiaggio giapponese di ottima fattura
  • Alcuni combattimenti ora sono più chiari da seguire

  • Limiti evidenti nella qualità dell’animazione
  • La politica di distribuzione di Netflix, che ha distrutto l’hype
  • Adattamento in blocco di una delle parti più noiose di tutto JoJo
Ossessionato da Le Bizzarre Avventure di JoJo e METAL GEAR, pensa che TRIGGER abbia salvato gli anime. Darebbe tutto pur di vedere un nuovo Trauma Center e il finale di Berserk; generalmente ti vuole bene, finché non gli parli di microtransazioni.

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