Phantom Breaker: Battle Grounds Overdrive – Recensione

Le strade di Tokyo sono invase da mostri e individui poco amichevoli: nulla di più invitante per un gruppo di ragazzine ansiose di sfoderare i propri poteri nuovi di zecca! Questo è Phantom Breaker: Battle Grounds Overdrive

Phantom Breaker: Battle Grounds Overdrive - Recensione

Phantom Breaker: Battle Grounds Overdrive - RecensioneTokyo, capitale del Giappone. Un misterioso individuo di nome Phantom complotta nell’ombra per recuperare il suo immenso potere, sigillato da tempo immemore. Allo scopo di riuscire nel suo losco intento, fornisce le sue armi speciali F.A. (Fu-mantion Artifact) ad alcuni individui prescelti, invitandoli a duellare e promettendogli di esaudire un loro desiderio una volta che avranno conseguito la vittoria. Ma perché tanta premura? Beh, lo scontro fra diversi F.A. genererebbe una distorsione spaziotemporale che porterebbe alla creazione di un portale verso un mondo alternativo, una forza tale da liberare i suoi poteri sigillati. Waka —giovane rampollo della famiglia Kumon, clan di esorcisti che si ribellano a Phantom — ha già provato a fermarlo insieme a Mikoto, senza successo. A loro si aggiungeranno Itsuki, che mira a diventare eroina della giustizia, nonché Yuzuha, una ninja che ha resistito alla tentazione di cedere al potere di Phantom: tutte insieme cercheranno di portare in salvo Nagi, sorella di Waka rapita dal malvagio signore del male.

Tra i candidati al prestigioso titolo di gioco col nome più lungo degli ultimi dieci anni, Phantom Breaker: Battle Grounds Overdrive per Nintendo Switch è l’ultima versione del prodotto di 5pb. ad approdare su console nel 2017, dopo l’esordio su PlayStation 4 avvenuto nell’ormai lontano 2015. Si tratta dello spin-off di uno di quei fighting game bidimensionali tanto apprezzati da chi frequenta i game center in Giappone, sbarcato in patria anche su PlayStation 3 e Xbox 360 e mai giunto dalle nostre parti.

  • Titolo: Phantom Breaker: Battle Grounds Overdrive
  • Piattaforma: Nintendo Switch
  • Genere: Beat ‘em up
  • Giocatori: 1-4
  • Software house: 5pb.
  • Sviluppatore: 5pb., MAGES
  • Lingua: Italiano (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 7 dicembre 2017
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: include tutti i DLC del gioco originale
  • Note: disponibile anche su PlayStation 4 dal 2015

La versione Overdrive che mi ritrovo tra le mani, include tutti i DLC rilasciati per il gioco base, tra personaggi provenienti da STEINS;GATE e ROBOTIC;NOTES a nuovi costumi e BGM aggiuntive. Personalmente, non ho avuto modo di provare nessun’altra versione del titolo in esame, motivo per il quale mi lancerò alla conquista delle strade di Tokyo con la mente del tutto spoglia da qualsiasi pregiudizio, come se si trattasse di un gioco del tutto nuovo. Vediamo un po’ se ne sarà valsa la pena.

Schiaffi 2D

Phantom Breaker si presenta in maniera semplice, direi essenziale: il classico titolo dall’aspetto rétro che stringe l’occhietto ai giochi arcade degli anni ’90, i miei cari picchiaduro a scorrimento sui quali adoravo spendere decine di monetine ogni fine settimana. Scegliendo il nostro alter-ego fra una manciata di personaggi a disposizione, tutti rigorosamente appartenenti al gentil sesso, saremo chiamati ad affrontare una serie di stage ambientati nella metropoli giapponese, sbaragliando decine, forse centinaia di avversari dalla natura incerta, che richiamano i classici stereotipi di abitanti del paese del Sol Levante (tra bulli, gyaru e salaryman), demoni e mostri della mitologia locale e gli immancabili mecha, più o meno giganti.

Dopo un livello d’esordio nella quale ci sentiremo incredibilmente potenti, alla nostra eroina verranno sottratti tutti i poteri: saremo costretti a ripartire dal livello uno, raccogliere l’exp necessaria e aumentarne nuovamente le statistiche per rimpinguarne il moveset, scenario dopo scenario. Non sarà affatto facile portare a termine ciascuno di essi, specie se decideremo di giocare a livello normale: ciò che ho notato (in positivo o negativo, sta a voi deciderlo) è che il livello di sfida è alquanto tarato verso l’alto; la modalità facile sarà chiaramente quella più accessibile (e non eccessivamente semplice), ma già dal livello normale la sfida inizia a farsi tediosa, specie quando ripartirete ogni volta con un personaggio al livello uno — perché ciascuna delle guerriere avrà il proprio percorso di crescita e i punti esperienza non saranno condivisi. Provate un po’ a immaginare cosa vi aspetta al livello Nightmare+, quinto e più arduo stadio di difficoltà.

Una maid, una shinobi, una lolita e una sacerdotessa entrano in un caffè

Alla modalità Storia, che legherà i vari stage con sezioni di dialogo che dipaneranno le vicende accennate in apertura della recensione, si aggiunge la modalità Arcade, stessa minestra riscaldata ma senza “filmati”, volta al raggiungimento del miglior punteggio nel minor tempo possibile. Segue una modalità cooperativa in locale che coinvolge da due a quattro giocatori sulla medesima console, nonché l’ultima e più differenziata Battleground Mode. Quest’ultima è una sorta di omaggio al Phantom Breaker originale, in quanto ci mette di fronte al classico picchiaduro a incontri che coinvolgerà, anch’esso, da due a quattro giocatori. Purtroppo, come avrete intuito, non sarà possibile affrontare la modalità Storia se non da soli, relegando il multigiocatore unicamente alle due modalità indicate poc’anzi; inoltre, se messa a confronto con la versione PlayStation 4 uscita nel 2015, l’edizione per Nintendo Switch di Phantom Breaker: Battle Grounds Overdrive — al momento — pecca di un’importante assenza: la modalità online. Anche se non abbiamo alcuna conferma recente, 5pb. ha comunicato, tramite il sito ufficiale del gioco, che le funzioni di rete verranno implementate nel corso del 2018, in concomitanza con il lancio dei servizi online a pagamento di Nintendo Switch.

La potenza è nulla senza il controller

Tecnicamente parlando, Overdrive risulta appagante sia in modalità portatile che con la console inserita nella dock, ma in termini di esperienza ludica vera e propria, ho preferito di gran lunga giocarlo sullo schermo del televisore, utilizzando i due Joy-Con collegati al grip o il classico controller dotato di croce direzionale (nello specifico, quello col cavo prodotto da Hori). Purtroppo il gioco risulta un po’ scomodo in modalità portatile proprio per via dei controlli: l’esecuzione delle combo risulta un po’ difficoltosa in relazione all’impugnatura della console, come anche utilizzando un Joy-Con per ciascun giocatore. Per quanto concerne il comparto audio, è decisamente un punto di forza: i brani della colonna sonora, rigorosamente composti in chiptune, sono parecchio orecchiabili e ci fanno perdonare anche un doppiaggio che, seppur marginale nella sua presenza, lascia trasparire una recitazione non troppo convincente, quasi amatoriale se paragonata a quella di molti altri giochi a cui siamo abituati.

A chi consigliamo Phantom Breaker: Battle Grounds Overdrive?

Il picchiaduro a scorrimento che porta la firma di 5pb. e MAGES esalterà, almeno per le prime ore di gioco, tutti coloro che provano una profonda nostalgia per un genere di videogiochi sempre più rari di questi tempi, ma anche chi ama quelli dal sapore tipicamente giapponese caratterizzati da scenari che richiamano i paesaggi di Tokyo (quella reale e quella folkloristica) e dalla presenza femminile stereotipata, ma piuttosti riuscita. Un punto e mezzo in più se avete avuto modo di apprezzare il Phantom Breaker originale e conoscete già i personaggi che ne compongono il roster, o se siete fan sfegatati di serie “ospiti” come STEINS;GATE. Statene alla larga se cercate un’esperienza che sappia intrattenervi a lungo, perché Battle Grounds si rivelerà presto monotono, specie se non giocato in compagnia di uno o più amici.

  • Ottima realizzazione e prezzo contenuto
  • Il sistema di crescita dei personaggi
  • Localizzato in italiano…

  • …Non senza qualche errore
  • Stage eccessivamente lunghi e ripetitivi
  • Modalità online rimandata al prossimo futuro
Phantom Breaker: Battle Grounds Overdrive
3.3

Un beat ‘em up riuscito a metà

Perché riuscito a metà? Perché Phantom Breaker: Battle Grounds Overdrive centra il bersaglio essendo un beat ‘em up profondo e stratificato, con un buon numero di personaggi e combo eseguibili per un titolo venduto a poco meno di dieci euro; al contempo, è un picchiaduro che tende a frustrare un po’ il giocatore che predilige l’esperienza single player per via di scenari ripetitivi e spesso eccessivamente lunghi, che lo mettono di fronte a decine e decine di nemici tutti uguali che iniziano a stancare già dopo la terza schermata di fila, non invogliandolo di certo a goderselo tutto d’un fiato. Certamente più apprezzabile se riuscite a radunare uno o più amici per menare un po’ di mazzate in compagnia, sempre che riusciate a sopportare l’ovvia confusione che si crea con la presenza di tanti colorati personaggi sullo schermo contemporaneamente.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.