ACCEL WORLD VS. SWORD ART ONLINE – Recensione

I mondi creati da Reki Kawahara si fondono grazie ad ACCEL WORLD VS. SWORD ART ONLINE per PS4 e PS Vita. Ha così inizio l’unione al sapore dell’etere di due realtà in contrapposizione

ACCEL WORLD VS. SWORD ART ONLINE - Recensione

ACCEL WORLD VS. SWORD ART ONLINE - RecensionePersona Vabel, l’autoproclamatasi “Strega del Tempo” e responsabile del rapimento di Yui, figlia virtuale di Kirito e Asuna. Alle soglie della gabbia in cui l’amorevole NPC è stata rinchiusa, i nostri eroi si troveranno a scontrarsi, poi a scendere a compromessi con una figura androide fuorviata dal bel visetto della presunta antagonista. Comparso un immenso guardiano, il gruppo decide di battere ritirata, in modo da riorganizzarsi e capire cosa sta succedendo. Lo spirito da eroe di Kirito trova immediatamente affinità col pacato ardore di Black Lotus, ragazza dietro la maschera da robot e principessa di gioco in realtà virtuale nato circa vent’anni dopo la creazione di SAO. Uniti dal comune obiettivo di salvaguardare le loro realtà e proteggere i propri amici, il gruppo parte alla volta di un’avventura che vedrà due mondi collidere e spesso scontrarsi, fra clangori e colpi a suon di bit. Inizia così ACCEL WORLD VS. SWORD ART ONLINE.

Per ovvi motivi, SWORD ART ONLINE è fra gli anime che meglio si presta a una trasposizione videoludica, eppure le precedenti incarnazioni hanno portato a risultati spesso mediocri. Arrivato oggi al terzo tentativo – quarto in Giappone –  l’idea di fondere i due universi partoriti dalla geniale mente di Reki Kawahara pare più la scelta definitiva di improntare la serie di titoli al soddisfacimento di quel fanservice immancabile nelle sue opere. ACCEL WORLD dispone di complessi personaggi e atmosfere cupe e malevole: l’integrazione fra i due mondi può dunque risultare la solita parata di volti indistinti, privi di un carattere definito e accomunati solo da un’effimera forma mentis derivante dal comune setting in grado di giustificare l’apparente compatibilità. Gli obiettivi posti dallo Studio ARTDINK paiono dunque ambiziosi, specie se si considera anche il doveroso lavoro di rifinitura di un gameplay raffazzonato che la serie si porta dietro da anni: saranno riusciti a migliorarlo?

  • Titolo: ACCEL WORLD VS. SWORD ART ONLINE
  • Piattaforma: PlayStation 4, PlayStation Vita
  • Genere: Action RPG
  • Giocatori: 1-26 (online)
  • Software house: BANDAI NAMCO Entertainment
  • Sviluppatore: Studio ARTDINK
  • Lingua: Italiano (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 7 luglio 2017
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: personaggi aggiuntivi, nuove missioni PvP e nuovi dungeon
  • Note: il pre-order della versione digitale includeva quattro costumi bonus e il personaggio aggiuntivo Sachi

Love, love, love

La storia di ACCEL WORLD VS. SWORD ART ONLINE si pone in diretta continuità con gli eventi narrati in Sword Art Online: Lost Song, ignorandone dunque il seguito ufficiale Hollow Realization. I nostri protagonisti Kirito e Asuna si stanno godendo un tranquillo pic-nic in compagnia di Yui. La loro quiete viene però disturbata da un allarme che segna la minaccia di una presenza esterna al mondo di ALFheim in cui i giocatori sono immersi. Un rapido susseguirsi di eventi porta la fatina, figlia adottiva dei due, a finire nella trappola organizzata da una nuova e aliena entità, la quale difende se stessa dalle lame nere del cavaliere sfruttando il candido disorientamento di Black Lotus, un avatar molto potente le cui sembianze paiono non appartenere a nessun anfratto del mondo fantasy di SAO. Dopo il più classico dei fraintendimenti risolto a colpi e fendenti, i giocatori si ritroveranno costretti a scappare e rintanarsi in città per riorganizzarsi, conoscersi ed elaborare una strategia.

Da qui in avanti, si dipanerà un insieme ben ramificato di trame e sottotrame, le quali si sforzeranno in ogni momento di approfondire l’alchimia e la personalità di (più o meno) tutti i quarantasei personaggi giocabili. Un lavoro certo impegnativo, inevitabilmente incapace di dare equo spazio a tutte le anime presenti in gioco, eppure parzialmente riuscito: le personalità cupe di ACCEL WORLD si amalgamano perfettamente agli spiriti ardenti di SWORD ART ONLINE, il cui contatto pare spesso interessante poiché mediato da esperienze comuni ma diverse, vicine ma lontane, scanzonate e disperate insieme. Al raggiungimento di tale scopo interviene il gran lavoro di localizzazione di testi e menu, tutti disponibili in italiano. Certo, non migliorano un comparto narrativo di per sé non eccezionale, ma lo rendono sicuramente accessibile a un più vasto pubblico.

Black Blades, Silver Fists

Il gameplay proposto verte sul solito e schematico Action RPG vecchio stile, alla cui esplorazione libera dello scenario si alternano combattimenti in tempo reale e missioni localizzate sulla mappa. Il tutto è scandito da un timido sistema di quest, i cui obiettivi risultano spesso poco chiari o ripetitivi: capiterà infatti di ritrovarsi a non capire che dover fare o frustrati dalle mediocri descrizioni dei compiti da completare e dal martellante ingabbiarsi in quest molto simili fra loro. Chiariamoci, il difetto non consiste nell’assenza di guide o facilitazioni volte al soddisfacimento degli obiettivi che risulta gradevole e in un certo senso “vecchio stile”, ma nel non capire proprio che fare. La reiterazione del trittico ricerca-caccia-raccolta che scimmiotta ogni MMO che si rispetti affossa ancor di più lo svolgersi del gameplay, incastrato in schemi di cui il giocatore si annoierà ben presto.

Il combattimento invece risulta vittima di alti e bassi: da un lato se ne deve considerare necessariamente la legnosità e lo scarso approfondimento degli stili unici dei personaggi – troppi e troppo simili ad altri ben più noti – dall’altro la profondità del sistema di personalizzazione degli stessi. Molte fra le abilità di ogni avatar si assomigliano fra loro, altre sono però dedicate; armi specifiche per classe e universo di appartenenza, abilità passive, accessori e costumi; Punti Battaglia (PB) dedicati all’acquisizione di level up e potenziamenti specifici di statistiche e abilità. È quando si tratta di menar botte che ACCEL WORLD VS. SWORD ART ONLINE cade nei difetti ereditati dai suoi precedenti capitoli: effettuare lock-on su un nemico manda in panne le battaglie aeree – la maggioranza di battaglie – specie se vi si sopraggiunge tramite il volo automatico, fissato sui nemici a prescindere dal movimento dell’alter ego e incapace spesso di agganciare il bersaglio anche solo più vicino.

La complessità del sistema di volo ereditata da Lost Song certo non salva il combattimento, poiché riproposto senza alcuna miglioria e dunque incapace di estraniarsi dal suo essere inutilmente complicato, ostico e poco chiaro. Un peccato, se si considera la bellezza dell’esplorazione negli scenari: volare fra le isole fluttuanti di ALFheim è davvero piacevole e dolce nel vagabondaggio, complice una mimesi perfetta dello stile ispirato di SWORD ART ONLINE. Il mondo racchiude nel suo ventre dungeon organizzati con sadico senso ludico, pieni di muri invisibili e imprigionati in un design complicato dall’impossibilità di procedere liberamente, seguendo binari talmente pieni di mostri da risultare noiosi.

We got company

Fiore all’occhiello è il comparto multiplayer, la cui componente PvP è la classica arena in cui i giocatori possono sfidarsi in battaglie uno contro uno. La parte PvE, invece è organizzata in varie missioni, simili a quelle della campagna a giocatore singolo, e raid contro boss secondo una formula simile a quanto già visto in Dragon Ball XenoVerse: arene chiuse ospitano mostri dalle modeste dimensioni, i cui pattern possono essere personalizzati e scelti dall’host in base al proprio livello o quello del party. Una modalità sì accessoria ma piacevole da giocare, complice anche un’utenza educata e boss fight divertenti anche se mediamente facili – se si è di basso livello, basta porsi agli angoli della mappa e aspettare indisturbati il risolversi della battaglia.

Dal punto di vista tecnico, il gioco risulta non aver compiuto un singolo passo in avanti rispetto a Lost Song, anzi. I piatti e poco dettagliati modelli dei personaggi si mescolano con stage spogli e desolati, abitati da agglomerati di mostri radunati in punti fissi e selezionati della mappa, eppure orchestrati da un level design godibile e fedele all’estetica dirompente dell’opera originale. Nemmeno doppiaggio e colonna sonora sono sgradevoli, realizzati con cura e fedeltà rispetto all’opera originaria, anche se alcuni effetti sonori tendono a non riprodursi durante cutscene o in fasi di gioco particolarmente concitate. Queste ultime sono predisposte anche a dei frequentissimi cali di frame rate, che accompagnano i passaggi fra un livello e l’altro e le fasi avanzate del combattimento contro i nemici, con bruschi picchi che mandano alla deriva l’ardua frenesia delle battaglie.

A chi consigliamo ACCEL WORLD VS. SWORD ART ONLINE?

Consigliamo ACCEL WORLD VS. SWORD ART ONLINE a tutti i fan dell’anime e in generale delle opere di Reki Kawahara. Lo consigliamo anche agli stimatori dei suoi tie-in, nel corso degli anni radunati in una fetta d’utenza ragguardevole. In particolare coloro che hanno apprezzato Lost Song, da cui il titolo eredita la stragrande maggioranza degli elementi di gameplay.

Un ultimo consiglio va a chi cerca un’esperienza leggera e spensierata, senza troppe pretese: di contro, consigliato l’astenersi di tutti i giocatori che cercano sistemi di combattimento adrenalinici e campagne ricche di intrecci articolati.

  • Storia originale
  • Fan service elaborato
  • Profonda personalizzazione dell’esperienza
  • Piacevole la modalità online

  • Sistema di controlli ostico
  • Tecnicamente arretrato
  • Combattimenti legnosi
  • Offerta poco varia
ACCEL WORLD VS. SWORD ART ONLINE
2.5

Due realtà alla deriva

ACCEL WORLD VS SWORD ART ONLINE proprio non ce la fa a togliersi di dosso il retaggio accumulato dai precedenti capitoli, proponendo un gameplay ancora lungi dall’essere solido e un sistema di controllo confusionario. Di contro, la storia originale, il gradito fanservice e il profondo lavoro di caratterizzazione di personaggi e abilità risolleva un minimo la produzione, che è riuscita dunque a forgiarsi un background davvero profondo. Peccato anche per una realizzazione tecnica pigra e per l’identità spesso anonima di alcune ambientazioni, incapaci di incanalare a dovere le potenzialità che il volo offre per l’esplorazione degli scenari. Eppure è una formula che ai fan continua a piacere, forse per questo incapace di proporsi come qualcosa di veramente innovativo: uno spreco, se si considera le peculiarità che proprio un anime come SWORD ART ONLINE avrebbe da offrire a questo genere di videogiochi.

Ha sconfitto Cortex prima ancora di cominciare a parlare. Ama i videogiochi a 360 gradi, ha un canale YouTube dove si diverte a mettersi in ridicolo e continua a farsi bullizzare dalla PC master race perché è nato e morirà console gamer.