Dynasty Warriors: GUNDAM Reborn – Recensione

Dynasty Warriors: GUNDAM Reborn è il quarto capitolo della saga che vede l'incontro fra la celebre epopea animata giapponese e la serie di Dynasty Warriors.

dynasty warriors gundam reborn recensione cover

dynasty-warriors-gundam-reborn-recensione-boxartSono trascorsi numerosi decenni da quando la popolazione terrestre, a causa del sovrappopolamento, ha in parte abbandonato il suo pianeta di origine per colonizzare lo spazio. Durante il corso della storia si sono susseguiti colpi di stato e guerre di indipendenza che hanno visto il confronto delle fazioni formate da terrestri e spazionoidi, gli abitanti delle colonie che orbitano nel sistema solare. Esiste un simbolo che trascende epoche e dimensioni, che in ogni luogo è sinomimo di speranza per alcuni, un temibile demone bianco per altri. In ogni era, in ciascun universo, il Mobile Suit chiamato Gundam è temuto, ma allo stesso tempo anelato da ciascun guerriero che lotta per i propri ideali e per la libertà del proprio popolo. Dynasty Warriors: GUNDAM Reborn è il titolo dell’edizione occidentale di Shin Gundam Musou, il più recente capitolo della saga videoludica che vede l’incontro fra il celeberrimo anime creato da Sunrise e il genere Musou riconducibile alla serie di Dynasty Warriors firmata TECMO KOEI. Per celebrare il trentacinquesimo anniversario della serie, il team di Omega Force riunisce ancora una volta gli universi di Gundam per il più grande capitolo della serie, uscito in Giappone su PlayStation 3 e PlayStation Vita, e disponibile qui in Europa solo sulla console casalinga marchiata Sony. Fortunatamente noi europei siamo stati graziati ancora una volta con un’edizione retail, a differenza dei nostri colleghi statunitensi che questa volta dovranno accontentarsi di una release esclusivamente in digitale.

In collaborazione con Gundam Core.

  • Titolo: Dynasty Warriors: GUNDAM Reborn
  • Piattaforma: PlayStation 3
  • Genere: Azione Strategica, Hack and Slash
  • Giocatori: 1-2 (online/offline)
  • Software house: TECMO KOEI, BANDAI NAMCO Games
  • Sviluppatore: Omega Force
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 27 giugno 2014
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • Reperibilità: comune
  • DLC: Mobile Suit aggiuntivi e set di missioni extra
  • Note: uscito in Giappone con il titolo di Shin Gundam Musou su PS3 e PS Vita

dynasty-warriors-gundam-reborn-recensione-schermata-07Dynasty Warriors: GUNDAM differisce da ogni altro titolo di Gundam per il semplice fatto che, per esigenze di gameplay, mette a disposizione del giocatore una mole sconfinata di nemici da abbattere sfruttando l’incredibile potenza dei mecha a nostra disposizione. Facendoci strada fra centinaia di nemici armati della nostra Beam Saber, dovremo portare a termine gli obiettivi richiesti conquistando settori e facendo attenzione a non lasciare che i nostri alleati soccombano sotto i colpi nemici, quando richiesto. Reborn celebra nel nostro paese i trentacinque anni della saga di Gundam unendo ancora una volta le meccaniche di Dynasty Warriors con personaggi e ambientazioni provenienti dagli universi di Gundam, aggiungendo al roster nuove serie come Mobile Suit Gundam SEED e riproponendo, in maniera ampliata, la storia di alcune altre già presenti, arrivando a offrire un roster di oltre centoventi Mobile Suit selezionabili.

Can you remain alive in spite of the WAR?

dynasty-warriors-gundam-reborn-recensione-schermata-10TECMO KOEI sceglie di ripartire da zero nella numerazione, ma a tutti gli effetti Dynasty Warriors: GUNDAM Reborn è considerabile il quarto capitolo della serie. Avviato il gioco noteremo subito dal menu principale che, come nel primo e nel secondo capitolo, saremo chiamati a scegliere fra due modalità di gioco: Official Mode e Ultimate Mode. La prima, come il nome stesso suggerisce, ripercorrerà le vicende di alcune delle produzioni animate di Gundam, nello specifico potremo affrontare le missioni della trilogia cinematografica di Mobile Suit Gundam, quella di Z Gundam: A New Translation, il lungometraggio di Gundam: Char’s Counterattack, la recente trasposizione animata di Gundam Unicorn e le uniche due serie alternative presenti, ovvero Mobile Suit Gundam SEED e SEED DESTINY. D’altro canto, la modalità Ultimate ci metterà di fronte al consueto crossover fra le restanti produzioni animate, ovvero Gundam 00, Gundam Wing, G Gundam, Gundam X e Turn A Gundam per gli universi alternativi, Gundam ZZ, Gundam 0083: STARDUST MEMORY, Gundam F91 e Victory Gundam per la timeline regolare, Universal Century. Coi DLC si aggiungeranno inoltre unità e piloti provenienti da Endless Waltz, A Wakening of the Trailblazer e Crossbone Gundam. dynasty-warriors-gundam-reborn-recensione-schermata-05La Official Mode di questo quarto capitolo viene caratterizzata da sequenze in stile visual novel che enfatizzano maggiormente rispetto al passato le scene salienti degli anime di Gundam coinvolti, alternando dialoghi con sprite bidimensionali dei personaggi, o con mappe che mostrano le operazioni militari sulla Terra e nello spazio, a vere e proprie illustrazioni statiche catturate dalle serie di appartenenza, completamente doppiate in lingua originale. Durante le battaglie, così come fra una missione e l’altra, saremo inoltre deliziati da stupendi filmati realizzati in CG che ricreano le scene più emozionanti delle serie animate, come ad esempio il combattimento tra l’RX-78-2 Gundam e le Black Tristar di Zeon, il primo incontro fra lo Unicorn e lo Kshatriya, o infine il feroce scontro fra Kira e Athrun sulla Terra. Una volta scelta la serie della quale vorremo rivivere le vicende, noteremo subito che le missioni sono state caratterizzate dal medesimo titolo degli episodi più importanti di ciascuna di esse. Chiamati a rivivere la Guerra di Un Anno, il Conflitto di Gryps o la Battaglia di Jachin Due, ci accorgeremo purtroppo di come ciascuna serie, seppur intervallata queste splendide sequenze non interattive, sarà ridotta all’osso, con pochissime missioni giocabili al seguito. Addirittura, la sezione relativa a Mobile Suit Gundam UC, non copre l’intera serie di sette OVA, terminando con il finale che nell’anime risale al quinto episodio: il motivo è imputabile al fatto che, ai tempi dell’uscita di Shin Gundam Musou in Giappone, la serie animata non era ancora stata terminata. Tra le novità rispetto al passato, possiamo notare come l’avvicendarsi degli eventi in battaglia porterà la CPU a decidere per noi quale unità e personaggio usare in un dato momento, pescando fra i protagonisti al centro dell’azione in quel preciso istante nella storia originale.

Educato, non c'è che dire.

Educato, non c’è che dire.

Nella modalità Ultimate saremo chiamati ancora una volta a sperimentare il crossover definitivo fra tutti gli universi di Gundam coinvolti nel gioco. Inizieremo la corposa lista di missioni partendo dall’allenamento, previa selezione del nostro pilota preferito e del relativo Mobile Suit. Le missioni di questa modalità sono raggruppate in Operazioni, a loro volta suddivise in aree; ciascuna di queste operazioni porterà avanti una mini-storia autonoma che, a seconda di biforcazioni in cui saremo chiamati a decidere quale strada intraprendere, subirà delle leggere variazioni. Nelle missioni, oltre al traguardo principale, potremo soddisfare condizioni per portare a termine obiettivi secondari, ad esempio abbattendo un certo numero di nemici o giocando a bordo di una determinata unità e così facendo potremo ottenere delle medaglie-Haro oro, argento o bronzo. Se ci troveremo in difficoltà durante una missione potremo scegliere di chiedere aiuto a un altro giocatore online tramite il comando SOS; chiaramente, anche noi potremo aiutare i nostri amici, a patto di aver già completato l’incarico in oggetto. Tuttavia, sebbene ciascuno dei personaggi coinvolti in questa modalità mantenga lo stesso profilo caratteriale che lo contraddistingue nella serie di appartenenza, il suo stesso ruolo all’interno delle sotto-trame, così come il rapporto con gli altri personaggi, saranno totalmente campati in aria, ancor più che nei tre precedenti Gundam Musou. Non potremo nascondere un certo imbarazzo nel vedere il glaciale Setsuna F Seiei dispensare consigli sul come comportarsi con le donne a un giovane Üso Ewin. Gli stessi protagonisti, a differenza dei giochi precedenti, non potranno contare su storie individuali: qualsiasi pilota decideremo di scegliere, dovremo affrontare sempre le medesime missioni. In entrambe le modalità, missione dopo missione verremo ricompensati con nuovi piani, nuovi oggetti per migliorare le prestazioni delle nostre unità e, naturalmente, nuovi piloti, partner e unità selezionabili e, soddisfacendo determinate condizioni, anche con carte da collezione visualizzabili nella sezione Database, ciascuna delle quale ci garantirà un ulteriore premio che può consistere in personaggi extra, denaro, upgrade per i nostri MS e molto altro ancora.

Non la volontà da sola, né la forza da sola

Purtroppo Kira dovrà rinunciare alla sua regola numero uno.

Purtroppo Kira dovrà rinunciare alla sua regola numero uno.

Come facilmente intuibile, il vero fulcro della saga di Dynasty Warriors e, nel nostro caso, di questi spin-off dedicati a Gundam, sono le battaglie combattute a bordo dei giganteschi mecha che prendono il nome di Mobile Suit. Affrontando ciascun incarico, il nostro pilota si ritroverà davanti orde di unità di produzione di massa facilmente abbattibili con una combinazione di colpi e non sarà raro riuscire a raggiungere il migliaio di nemici abbattuti in una sola battaglia. Per portare a casa la vittoria dovremo soddisfare le condizioni richieste o, generalmente, conquistare tutti i settori della mappa. In Reborn tali settori saranno divisi in svariate tipologie, come ad esempio quelli in grado di ripristinare energia del proprio comandante o di rigenerare le unità sconfitte. Per conquistare ciascuno dei settori presenti della mappa ci sarà spesso richiesto di abbattere dei comandanti o, nel caso la missione lo richieda, degli assi. Nel primo caso, si tratta semplicemente di unità più aggressive del normale, la cui sconfitta determinerà le sorti dell’area sotto la sua protezione. Nel secondo, invece, saremo coinvolti in veri e propri duelli contro altri protagonisti della saga di Gundam che, chiaramente, faranno di tutto per metterci in difficoltà. Come nei precedenti titoli, incrociare la spada con ciascuno di essi darà il via a una sorta di quick time event: se in precedenza ci era richiesto di inserire una sequenza di tasti più o meno complicata, in questo quarto capitolo dovremo prestare attenzione fino all’ultimo millesimo di secondo, premendo l’unico tasto indicato con il giusto tempismo; se saremo abbastanza abili, risulteremo avvantiaggiati e potremo godere di una maggiore potenza di attacco per una manciata di secondi, nonché di uno status di stordimento per il nemico. La sconfitta degli assi spesso e volentieri ci porterà a raggiungere un obiettivo, o determinerà le sorti della missione. Tra le novità di Reborn, potremo finalmente aggianciare il bersaglio desiderato mediante la pressione della leva analogica destra, in modo da mandare a segno tutti i nostri colpi, consentendo alla telecamera di ruotare attorno al nostro nemico prescelto; se tale funzione, dal secondo capitolo in poi, era riservata ai duelli contro i Mobile Armor giganti, in Dynasty Warriors: GUNDAM Reborn viene estesa a tutti i nemici di grado superiore al semplice MS da macello. Chiaramente, più nemici e più comandanti riusciremo a sconfiggere, maggiori saranno i benefici ottenuti in termini di punti esperienza, nonché materiali e piani per lo svilippo delle nostre macchine. Salendo di livello, inoltre, i nostri piloti saranno in grado di apprendere nuove skill, che potremo equipaggiare nel menu prima dell’inizio di ciascuna battaglia e che potranno essere migliorate attraverso i Team Point. Tra queste, un accorciamento dei tempi di ricarica dei thruster, un vantaggio contro i nemici giganti, un effetto maggiore per gli oggetti utilizzati in battaglia e molto altro.

Ash Like Snow

Ci sarà pure un motivo se si chiama Destroy Gundam...

Ci sarà pure un motivo se si chiama Destroy Gundam…

Gli scontri con i Mobile Armor giganti, introdotti nel secondo capitolo, vengono ancora una volta migliorati per risultare ancora più divertenti e appaganti da affrontare. Quando ci ritroveremo davanti a un nemico gigante, come ad esempio il nuovo Destroy Gundam, noteremo come esso sia circondato da barre di energia rappresentate da piccoli scudi: per poter intaccare l’energia vitale del Mobile Armor dovremo armarci di pazienza e distruggere ognuno di essi con tutte le risorse a nostra disposizione. Dimenticatevi i colpi caricati di DWG2 o gli ostici punti deboli di DWG3: potremo goderci questi duelli come mai prima d’ora e, per la prima volta in assoluto, potremo persino prendere il controllo dei Mobile Armor in apposite missioni, come ad esempio quella in cui Dozle Zabi a bordo del Big Zam dovrà affrontare l’RX-78-2 Gundam di Amuro nella Battaglia di Solomon. dynasty-warriors-gundam-reborn-recensione-schermata-08Oltre alla classica barra SP utile a scatenare i devastanti attacchi omonimi, in Dynasty Warriors: GUNDAM Reborn sarà presente anche una barra Burst: una volta riempita, premendo l’apposito tasto dorsale, potremo entrare nella modalità enrage propria dell’unità e del suo pilota (TRANS-AM, SEED Mode, scintilla Newtype, e così via), che andrà avanti fino a che la medesima barra non si esaurirà. Premendo il tasto relativo all’attacco speciale durante la trasformazione, saremo in grado di scatenare un attacco speciale assieme alla nostra unità di supporto, la cosiddetta Combo Burst. L’attacco combinato, a differenza dei precedenti giochi della serie, verrà innescato sfruttando il personaggio secondario che sceglieremo come Partner nella Lounge prima della missione, non più quando ci ritroveremo nei paraggi di un nostro alleato come in passato. Se decideremo di scegliere come partner comandanti di vascello come Bright Noa o Murrue Ramius, il nostro supporto arriverà direttamente dalla corazzata, che sovrasterà la mappa facendo strage di nemici. Attraverso il pulsante che attiva gli attacchi a distanza, potremo sfruttare anche il colpo caricato che, oltre a danneggiare i nemici a distanza, provocherà un’esplosione che metterà in guai seri tutti i nemici circostanti. Questi colpi caricati saranno particolarmente efficaci nel caso volessimo fare piazza pulita in un settore già conquistato, abbattendo con un solo colpo tutti i nemici rimasti storditi dalla sconfitta del comandante.

Mobile Suit Lab

dynasty-warriors-gundam-reborn-recensione-schermata-04In DWGR il laboratorio per lo sviluppo delle nostre unità viene semplificato, ma in qualche modo la sua comprensione viene resa un po’ più difficile nelle fasi iniziali. Per rendere più potenti i nostri Mobile Suit, saremo chiamati a collezionare i piani di sviluppo che ci verranno assegnati al termine di ogni missione assieme a materiali che utili al miglioramento delle nostre unità. Nella hub prima di ogni missione, oppure nella schermata prima dell’inizio della battaglia, potremo equipaggiare i nostri piani di sviluppo, oppure combinarli con gli altri in nostro possesso per ottenere componenti ancora più performanti. Ciascun piano determinerà l’aumento di determinate statistiche, potrà aggiungere una o due barre SP extra, sarà catterizzato da una classe (da D a S) e potrà essere combinato con altri piani della stessa unità, ma non sempre con risultati positivi. I piani, a loro volta, potranno essere migliorati con dei materiali che otterremo sconfiggendo nemici in battaglia, che potranno essere convertiti in materiali rari e abbinati ai suddetti blueprint. Una volta che avremo terminato lo sviluppo dei piani, potremo equipaggiarli, solo uno per volta, a bordo della nostra unità. I piani di sviluppo più rari e potenti, indicati dal livello S, verranno sbloccati al termine delle storyline di ciascuna serie o soddisfacendo determinate condizioni.

You will see the Tears of Time

dynasty-warriors-gundam-reborn-recensione-schermata-01In questa quarta installazione Dynasty Warriors: GUNDAM abbandona il cel shading introdotto nel terzo episodio a favore di una grafica più realistica che presenta modelli poligonali più sporchi e verosimili per i Mobile Suit, rispetto al finto 2D che avrebbe dovuto richiamare le serie animate e, personalmente, mi sento di appoggiare questa decisione. Spostandoci fra i menu noteremo come la grafica degli stessi sia stata completamente stravolta, in questo caso per richiamare le atmosfere di Gundam SEED, e lo noteremo in particolar modo nella schermata di caricamento delle missioni, che riporterà alla mente il sistema di puntamento automatico del Freedom Gundam. Ad accompagnare le sequenze di storia e i dialoghi in battaglia troveremo i medesimi sprite in 2D utilizzati fino a questo momento: alcuni riciclati dai precedenti tre giochi, altri realizzati ex novo per i nuovi personaggi. Nel complesso, il motore grafico di Reborn in versione PlayStation 3 è parecchio fluido e quasi mai subisce cali di frame rate: l’unico problema è riscontrabile in alcuni frangenti in cui, eseguendo la mossa speciale in uno spazio ristretto o a ridosso di una parete, il nostro Mobile Suit si piazzerà davanti alla telecamera coprendoci totalmente la visuale. dynasty-warriors-gundam-reborn-recensione-schermata-03Gli effetti sonori saranno praticamente gli stessi dei primi tre giochi, richiamando i rumori degli spari o delle Beam Saber direttamente dagli anime originali, mentre le BGM saranno ancora una volta realizzate appositamente per il gioco e, ancora una volta, nella versione occidentale non saranno presenti i riarrangiamenti dei temi musicali di ciascuna serie (presenti, in Giappone, brani celebri come Ai Senshi, BEYOND THE TIME e Anna ni Issho datta no ni). Questo problema sarà facilmente aggirabile grazie alla possibilità offerta dal gioco di personalizzare i brani di ciascun evento con i file MP3 presenti nell’hard disk della console, tra i quali potremo decidere di inserire proprio i pezzi esclusi dall’original soundtrack occidentale. TECMO KOEI e BANDAI NAMCO hanno deciso di includere nel supporto di gioco esclusivamente il doppiaggio originale giapponese, accompagnato da sottotitoli disponibili unicamente in lingua inglese che, per quanto siano meno pregni degli svarioni dei cari vecchi adattamenti italiani, non risparmieranno a volte errori di battitura, nonché i nomi (a volte stravolti) tratti dall’adattamento americano di ciascuna serie.

A chi consigliamo Dynasty Warriors: GUNDAM Reborn?

Come sempre, i giochi su licenza tratti da fumetti, film, o in questo caso, da un’ultra trentennale saga d’animazione giapponese, vengono esplicitamente consigliati ai fan del prodotto da cui il videogioco trae le sue origini. Tuttavia, nel caso di Gundam, esistono diverse fanbase: c’è chi apprezza il realismo della serie classica e i giochi dello stampo di Mobile Suit Gundam: Side Stories, c’è chi invece non disdegna il Gundam degli universi alternativi e trova un hack and slash come Dynasty Warriors: GUNDAM un ottimo passatempo. Reborn non sarà certo diverso dai precedenti tre Gundam Musou, ma in qualche modo riuscirà ad accontentare i puristi della saga con una componente narrativa che intervalla le missioni della Official Mode che gioca molto sull’effetto nostalgia. Chi non ha mai avuto modo di fare la conoscenza di Gundam potrà godersi i momenti salienti della saga e perché no: potrà magari decidere, dopo aver giocato, di approfondire le proprie conoscenze recuperando le produzioni animate.

  • Mancata localizzazione italiana
  • Oltre 120 Mobile Suit selezionabili
  • Il gradito ritorno delle battaglie nello spazio aperto
  • Possibilità di pilotare i Mobile Armor
  • Più rapido e fluido che mai

  • Mancata localizzazione italiana
  • Pochi elementi davvero innovativi
  • A volte può sembrare troppo facile
  • Official Mode troppo breve
  • Ma… la versione PS Vita?
Dynasty Warriors: GUNDAM Reborn
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Il demone bianco torna ad annientare nemici a colpi di spada

Chi ha già avuto modo di giocare i primi tre capitoli della serie di Gundam Musou sa già cosa aspettarsi, con qualche novità in più e con il solito, frenetico sistema di combattimento ereditato dalla saga di Dynasty Warriors. Questo Reborn pone particolare enfasi sulla modalità Official, assente dal precedente capitolo, che ritorna ora in pompa magna con degli spettacolari filmati in CG e un buon sistema di narrazione per gli avvenimenti degli anime da cui il gioco è tratto. Questo avverrà per la prima volta anche per Gundam SEED, tra le vere novità di rilievo in questo quarto gioco della saga. Tuttavia, la medesima modalità risulterà essere breve per ciascuna delle serie in oggetto, lasciando alla Ultimate Mode il ruolo di fulcro centrale nel gioco, che ospiterà personaggi e Mobile Suit da tutte le restanti produzioni gundamiche (anche se, ancora una volta, mancherà all’appello qualche serie). In conclusione, se siete fan di Gundam e non disdegnate DWG, apprezzerete anche questa nuova versione. Se amate alla follia le serie ambientate nella Cosmic Era, sarete felici di rivivere, per la prima volta in un Dynasty Warriors: GUNDAM, le vicende di Kira e soci.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.