ULTRA STREET FIGHTER II: The Final Challengers – Recensione

CAPCOM celebra i 30 del picchiaduro per eccellenza con la sua prima esclusiva per Switch. Come sarà questo ULTRA STREET FIGHTER II: The Final Challengers?

ULTRA STREET FIGHTER II: The Final Challengers - Recensione

ULTRA STREET FIGHTER II: The Final Challengers - RecensioneOttenuto un nuovo corpo grazie agli scienziati di Shadaloo, M. Bison lancerà il guanto di sfida con la seconda edizione del torneo di Street Fighter, allo scopo di attirare nella sua trappola i guerrieri più forti del mondo e soprattutto Ryu, vincitore della competizione originale. Ma non è il solo a puntare al giovane guerriero vagabondo: Sagat, dopo la bruciante sconfitta nella finale dell’ultimo match, aspira a battersi nuovamente con lui e persino Akuma gli ha puntato addosso il suo sguardo demoniaco: il Satsui no Hadō risvegliatosi nelle fasi finali dello scontro con l’imponente maestro di muay thai potrebbe aiutarlo a trovare il suo rivale definitivo.

Assieme a Ryu anche Ken e molti altri guerrieri provenienti dalle più disparate nazioni della Terra decideranno di partecipare, ognuno con un proprio fine: vendetta, gloria, denaro e prestigio. Riuscirà Bison ad ottenere il potere assoluto che gli consentirà di estendere il suo dominio sul mondo intero, o verrà fermato da uno dei numerosi guerrieri provenienti da ogni angolo del pianeta?

Credo che solo quelli cresciuti nei primi anni ’90 possano comprendere fino in fondo le sensazioni che si provano a doversi confrontare nuovamente con un titolo del calibro di Street Fighter II. Forse per tanti potrà essere un gioco come un altro, ma per me è stato il battesimo di fuoco, il titolo che ha segnato definitivamente il mio ingresso nel mondo dei videogiochi. Ritrovarmi finalmente a giocare una versione come dio comanda di Street Fighter II su una console che è anche portatile è un po’ un sogno che si avvera. La versione definitiva del picchiaduro di CAPCOM, con addirittura un paio di personaggi nuovi e quell’Akuma arrivato solo in tempi relativamente recenti rispetto a quando cominciai il mio percorso di giocatore. Ma questo ULTRA STREET FIGHTER II: The Final Challengers si sarà rivelato così memorabile e glorioso come mi aspettavo? Scopriamolo insieme.

  • Titolo: ULTRA STREET FIGHTER II: The Final Challengers
  • Piattaforma: Nintendo Switch
  • Genere: Fighting Game
  • Giocatori: 1-2
  • Software house: CAPCOM, Nintendo
  • Sviluppatore: CAPCOM
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 26 maggio 2017
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: non annunciati
  • Note: titolo commemorativo per i 30 anni della saga

Attack me if you dare, I will crush you!

Come ho già avuto modo di anticiparvi nella mia rapida anteprima, realizzata solo dopo una prova di una manciata di ore sul titolo, aspettavo con una certa ansia l’arrivo del mio videogioco su Nintendo Switch. Il titolo si presenta a noi nostalgici giocatori da sala con lo stesso tune del logo CAPCOM di allora, e con un filmato introduttivo che richiama quello del SUPER STREET FIGHTER II originale. Da buon smanettone, la prima cosa che faccio ogni qual volta mi ritrovo tra le mani un titolo nuovo di zecca è andarmi a spulciare le opzioni, ed è proprio qui che risiede parte della magia di The Final Challengers. Come pubblicizzato da Yoshinori Ono e dalla compagnia di cui fa parte, e come io stesso vi ho anticipato nell’articolo cui sopra, potremo decidere di affrontare ULTRA STREET FIGHTER II in due differenti edizioni: classica e moderna, sia per quanto concerne il comparto grafico che quello audio.

La versione classica è quasi esattamente come la ricordate: stessi sprite, stessi fondali, stessi rallentamenti (e a ‘sto punto credo che la cosa sia voluta); fatta eccezione per alcune cose, come le schermate di selezione e versus, i ritratti e alcune tracce vocali realizzate ex novo (come l’annunciatore), ci ritroviamo davanti al capolavoro dell’epoca, specie se decideremo di abbinargli anche l’audio originale. Passando invece alla versione moderna, noteremo subito una cosa di importanza vitale: il passaggio dai 4:3 della classica (caratterizzato dalla presenza di due vistose bande laterali) ai 16:9 dell’edizione HD. I più fedeli riconosceranno subito gli sprite, i fondali e persino gli epiloghi copiati quasi integralmente dal SUPER STREET FIGHTER II Turbo HD Remix rilasciato nel 2008; sotto questo punto di vista non posso far altro che criticare aspramente il pigrissimo lavoro di taglia e cuci svolto da un porting che, per quanto mi riguarda, sarebbe stato solo da dimenticare.

Saranno dolori.

Personalmente, e non ci tengo minimamente a nasconderlo, preferisco di gran lunga giocare alla versione classica e trovo davvero terribile da vedere e da giocare quella moderna: soprattutto su televisore sarà possibile notare alcune imperfezioni nei modelli bidimensionali dei personaggi, mentre alcuni saranno talmente brutti che vi faranno passare la voglia di giocare in questa modalità. Pur salvandone i fondali, sotto questo aspetto avrei di gran lunga preferito che il team nipponico di CAPCOM decidesse di rifare da zero gli sprite HD dell’intero cast, senza riciclare lo stile del fumetto di UDON utilizzato nel remake statunitense di quasi dieci anni fa. In un certo senso, chi si affaccia per la prima volta a questo titolo e non conosce la storia di Street Fighter II, intesa come susseguirsi di versioni differenti dello stesso gioco, potrebbe avere qualche dubbio circa la lieve differenza tra lo stile utilizzato per i ritratti del Player Select e quello effettivo dei personaggi presenti su schermo nella modalità HD; da un lato abbiamo primi piani che richiamano un po’ lo stile degli anime dell’epoca, dall’altra volti e ombreggiature tipiche di un fumetto di stampo americano, pur sotto l’influenza asiatica.

Handsome fighters never lose a battle!

Parliamo ora delle modalità contenute all’interno di questo costoso revival. Ovviamente, all’appello non può mancare la sezione Arcade, nella quale saremo chiamati ad effettuare la classica scalata di dodici guerrieri che ci porterà ad affrontare i tre mini-boss Balrog, Vega e Sagat per poi giungere all’epilogo con M. Bison (oppure Akuma, se sarete tanto abili da riuscire ad attirare la sua attenzione); tuttavia, per mio sommo dispiacere, essa manca totalmente dei tre bonus stage del coin-op originale, uno degli elementi che più prediligo di questo secondo capitolo della saga… mi auguro che ciò venga corretto con un eventuale aggiornamento futuro.

#einvece

Alla scalata si aggiunge la consueta modalità Versus offline (contro un secondo giocatore o la CPU) e l’immancabile opzione riservata all’Allenamento. Tra le novità assolute, invece, una particolare sezione che ci permetterà di mettere alla prova la nostra creatività e colorare (quasi) a piacimento gli sprite dei nostri personaggi preferiti, con ben dieci slot liberi disponibili per ciascuno di essi. Come mostrato durante la presentazione del titolo, invece, la modalità Co-Op ci consentirà di affrontare combattimenti due contro uno, con l’ausilio di un altro giocatore umano o della CPU, ma solo per un numero esiguo di battaglie, che si riducono unicamente a scontri all’ultimo sangue con (nell’ordine) Violent Ken, Evil Ryu, M. Bison e Akuma: in parole povere, un’idea potenzialmente vincente sfruttata davvero male, che offre come unico ostacolo il fatto che l’energia che i due sfidanti avranno in comune non verrà ripristinata alla fine dell’eventuale prima vittoria ottenuta nel combattimento, assieme all’assenza dell’opzione continua in caso di sconfitta. Un vero peccato, da come l’avevano presentata inizialmente poteva serbare delle grosse potenzialità; anche il solo utilizzarla per sbloccare il team di cattivi come personaggi segreti avrebbe offerto un minimo di soddisfazione, dato che non verremo premiati con un bel nulla in seguito al suo completamento.

Già che di difficoltà stiamo parlando, sia l’arcade che la modalità Co-Op mettono a disposizione ben otto differenti livelli di abilità per la CPU fra cui scegliere: Principiante, Molto facile, Facile, Medio, Difficile, Molto difficile, Maestro e Campione. Prima di lasciar scorrere le vostre lacrime di hardcore gamer, tuttavia, dovete sapere che sono riuscito tranquillamente a finire il gioco al massimo livello di difficoltà utilizzando il mio main character e solo un paio di gettoni per continuare; mastico Street Fighter II sin dagli esordi, ma non mi reputo di certo un professionista: sotto questo punto di vista avrei gradito una sfida un pelino più impegnativa verso gli ultimi gradini, a mio parere ben lontani dall’estrema frustrazione provata in occasione di boss finali come Seth nello Street Fighter IV originale e Gill con la sua irritante “Resurrection” nell’imbattibile terzo titolo numerato.

Go home and be a family man!

Credevate che me ne fossi dimenticato, vero? E invece no. Volevo lasciarla come ciliegina sulla torta: parlo proprio della modalità inedita che prende il nome di Via dell’Hadō, realizzata appositamente per impreziosire ULTRA STREET FIGHTER II: The Final Challengers con funzionalità studiate appositamente per sfruttare le caratteristiche che rendono unico Nintendo Switch. In particolare, si parla dell’utilizzo motion control dei due Joy-Con (dato che la vibrazione HD Rumble è ottimamente sfruttata anche dal resto del gioco) nell’ambito di un mini-game in prima persona nel quale impersoneremo il sempreverde e iconico Ryu.

Evil perché sa come e quando infierire.

Poteva certamente CAPCOM sforzarsi un minimo per creare qualcosa che fosse totalmente nuovo dal punto di vista grafico per questo primo gioco realizzato per la neonata piattaforma della casa di Kyoto? Ma ovviamente no! E infatti il modello poligonale di Ryu, che tra parentesi nemmeno vedremo per il 90% del giochino, è riciclato pari pari dal buon vecchio Street Fighter IV, anch’esso ormai datato 2008, fatta eccezione per uno shader leggermente diverso. Ok, va bene, posso sorvolare su questo fatto, ignorando che da un annetto a questa parte è uscito il mediocre Street Fighter V che, pur peccando dal punto di vista dei contenuti, è visivamente più d’impatto e possiede già una skin del Ryu “giovane” che, con i dovuti accorgimenti, poteva essere sfruttata in questo contesto. Fortunatamente i soldati di Shadaloo che ci ritroveremo ad affrontare un minimo di filo da torcere ai designer di CAPCOM lo han dato, così come l’unica arena a nostra disposizione. Ma passiamo al gameplay vero e proprio, che ne dite?

You made Blanka cry.

Dopo un esaustivo (?) tutorial nel quale ci verrà spiegato come effettuare Hadōken, Shōryūken, Tatsumaki Senpūkyaku e Parata, potremo decidere di cimentarci in due sotto-sezioni differenti: Battaglie, facendoci strada attraverso attraverso tre livelli di difficoltà crescente, e Sopravvivenza, nella quale dovremo affrontare nemici illimitati in successione. Il problema è che, tolto il fatto che avremo bisogno di una seduta di fisioterapia dopo soli dieci minuti di gioco (la fattura la faccio intestare a Ono-san?), il tutto è calibrato davvero, davvero male. Pur impostandone al massimo la sensibilità, i diversi movimenti richiesti per ciascuna delle tre varianti di attacco (quattro, se consideriamo lo Shinku Hadōken come una tecnica a sé) non verranno percepiti in maniera corretta dal gioco, senza contare che ci sarà un delay davvero troppo lungo fra il nostro movimento e il tempo di esecuzione di ciascuna tecnica, che renderà il tutto davvero più frustrante.

In definitiva, come nel caso della modalità Co-Op, si tratta di un’ottima idea che non è stata realizzata per niente come dovrebbe, che, contando gli elementi di crescita e perfezione delle abilità del nostro alter-ego già inserite, sarebbe potuta essere un perfetto mini-game venduto addirittura in versione stand-alone su Nintendo eShop ma che in realtà si riduce unicamente a un extra poco curato e dai contenuti davvero scarni. Ciò non può far altro che costringermi ad abbassare ulteriormente il punteggio finale.

Can’t you do better than that?

In quest’ultimo paragrafo che precede la resa dei conti avrei voluto parlarvi in maniera dettagliata di una delle maggiori attrattive di questa esperienza sull’acerbo Switch, tuttavia nel momento in cui scrivo questa recensione, la modalità online di ULTRA STREET FIGHTER II: The Final Challengers risulta ancora inaccessibile e quindi non ho davvero alcun modo di testarla. Nella speranza di non incappare in problemi legati alla connettività fra console e router, come nel caso di Mario Kart 8 Deluxe, vi rimando all’aggiornamento che mi impegnerò a fornire non appena potrò testare con mano match amichevoli e classificati di questa versione definitiva del mio fighting game preferito.

“HO VINTO QUALCHE COSA?”

A chi consigliamo ULTRA STREET FIGHTER II: The Final Challengers?

Il target principale del rinnovato titolo di casa CAPCOM è certamente indirizzato ai giocatori di vecchia data, come me nati e cresciuti in sala giochi negli anni ‘90. Ci ritroviamo davanti a un prodotto che ricostruisce in maniera piuttosto fedele l’esperienza del SUPER STREET FIGHTER II originale (pur senza bonus stage), proponendo in più uno stile grafico alternativo e un paio di evitabilissime e poco curate modalità esclusive descritte poco sopra. Chi si affaccia per la prima volta a questo storico picchiaduro potrebbe non comprendere a fondo il suo fascino, trovandolo magari datato e non all’altezza di esperienze 2D più recenti, ma consiglio ugualmente di dargli una possibilità, dato l’ottimo bilanciamento e la velocità di gioco adattata ai ritmi dei giorni nostri. Da fan sfegatato di Street Fighter, vi consiglierei di acquistarlo al lancio nonostante i difetti, ma se non lo avete mai giocato fino a questo momento vi direi di aspettare offerte o un price cut per non rischiare di rimanerne delusi. Ciò su cui non ho alcun dubbio è che chiunque dovrebbe giocarlo con le impostazioni su Classico per audio e grafica per la migliore esperienza possibile.

  • Divertente come lo ricordate
  • Veloce, pur senza il “Turbo” nel titolo
  • Poche novità rilevanti per il gioco base
  • Appetibile per vecchi e nuovi giocatori

  • Look “Moderno” non all’altezza
  • Co-Op e La Via dell’Hadō da dimenticare
  • Prezzo troppo alto per i contenuti offerti
  • Dove sono i bonus stage?
ULTRA STREET FIGHTER II: The Final Challengers
3.8

You must defeat my Shoryuken to stand a chance!

Giunti a questo punto della recensione, mi ritrovo combattuto fra l’entusiasmo di stringere tra le mani una nuova versione del mio picchiaduro preferito e la delusione per le novità davvero spicciole e poco curate. Se proprio vogliamo sorvolare sulla presenza di una così blanda Via dell’Hadō e una modalità Co-Op che pare una demo, il gioco in sé rappresenta il meglio che Street Fighter II possa offrire in questo 2017, con un bilanciamento pressoché perfetto e il giusto compromesso fra rapidità d’azione e giocabilità. Tuttavia, a fargli perdere punti troviamo uno stile Moderno che non riesce proprio a convincere, vuoi per gli asset riciclati, vuoi perché non ha lo stesso fascino pixellato dell’epoca d’oro, ma soprattutto una pochezza di contenuti offerti in rapporto al prezzo a cui il gioco viene venduto al lancio, circa quaranta euro. Avrei davvero gradito la presenza dei bonus stage, della possibilità di scegliere di vedere i finali originali al posto di quelli del 2008, di poter optare fra una selezione più vasta di tracce audio che includessero voci e musiche dello Street Fighter II originale oltre che del Super, come anche di dover sbloccare sudando sette camice personaggi come Akuma, Evil Ryu e Violent Ken, piuttosto che trovarmeli sotto al naso sin dall’inizio. Mi auguro solo che CAPCOM abbia in programma di coccolarci con una serie di aggiornamenti gratuiti che possano ampliare l’offerta sul piatto in un prossimo futuro.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.