DRAGON QUEST HEROES II – Recensione

La più classica delle saghe RPG incontra nuovamente l’azione made in Omega Force. Siete pronti ad avventurarvi nell’immenso DRAGON QUEST HEROES II?

DRAGON QUEST HEROES II - Recensione

DRAGON QUEST HEROES II - Recensione“Quando la guerra malvagia riprenderà… Un drago il sole intero divorerà… E gli spiriti gemelli ritorneranno. Ma finché la terra sarà di sangue intrisa… La sorte di questo mondo sarà decisa… E i Sovrani gemelli in pace mai regneranno.” — Antica profezia

Tanti anni fa, il mondo fu sconvolto da un orribile conflitto. Quando la guerra terminò, le nazioni giurarono che non avrebbero mai più combattuto tra loro. Il mondo fu diviso in sette Regni, che prosperarono in pace per mille anni. Lasaar è un giovane soldato che frequenta l’accademia militare di Kala, pur essendo originario di Dunisia. Con l’arrivo di sua cugina Theresa nel regno, i due si ritroveranno a dover difendere la terra che li ospita dall’attacco portato avanti proprio dal loro paese di origine. Perché Dunisia sta attaccando Kala, compromettendo irrimediabilmente la pace fra i sette regni? Per scoprirlo, dovranno provare a far ragionare Kisar, principe e loro amico d’infanzia.

DRAGON QUEST HEROES II, secondo episodio della saga spin-off commissionata al team Omega Force di KOEI TECMO GAMES, unisce ancora una volta il mondo della saga ruolistica di Yuji Horii alle meccaniche action sviluppatesi negli anni con gli innumerevoli titoli del franchise Warriors, un connubio già avvenuto col precedente, e per nulla pessimo, episodio della saga approdato su PlayStation 4 e PC. Con questo secondo tentativo i developer si pongono come obiettivo quello di rendere l’esperienza di gioco quanto più simile possibile a quella di un capitolo regolare della saga, migliorandone la narrazione e le meccaniche di esplorazione, pur mantenendo l’azione tipica che rappresenta il loro marchio di fabbrica. Saranno riusciti nel loro intento?

  • Titolo: DRAGON QUEST HEROES II
  • Piattaforma: PlayStation 4, PC / Steam
  • Genere: Action RPG, Hack and Slash
  • Giocatori: 1-4 (multiplayer online)
  • Software house: SQUARE ENIX
  • Sviluppatore: Omega Force, KOEI TECMO GAMES
  • Lingua: Italiano (testi), Inglese o Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 25/04/2017 (PC), 28/04/2017 (PS4)
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: costumi ed equipaggiamenti aggiuntivi; missioni, battaglie e personaggi gratuiti 
  • Note: In occidente perde il sottotitolo “Twin Kings and the Prophecy’s End”; disponibile nella Explorer’s Edition che contiene armi aggiuntive e copertina reversibile


DRAGON QUEST HEROES, per quanto ricordasse molto da vicino i vari cross-over che negli ultimi anni si sono avvicendati sulle console di questa e della generazione precedente, non appartiene al franchise dei Warriors. L’unione fra gli elementi action tipici di questa tipologia di giochi con le meccaniche RPG proprie di un classico come DRAGON QUEST ha dato vita a qualcosa di nuovo; nonostante ciò, il primo episodio, giunto in Europa nel 2015, non è riuscito a farsi ricordare come uno dei titoli più divertenti della saga di SQUARE ENIX. Questo sequel, che in Giappone porta il sottotitolo “I Re gemelli e la fine della profezia”, ha riscosso un notevole successo in patria; mettendoci sopra le mani ne ho immediatamente scoperto il motivo: è molto più simile al classico RPG di quanto il primo spin-off non fosse.

Mio cuggino, mio cuggino

Esattamente come nel primo capitolo, dopo un’accoglienza come solo la fanfara di Sugiyama è in grado di offrire, saremo chiamati a scegliere uno fra i due protagonisti originali messi a disposizione dal titolo: Lasaar, un giovane e impulsivo guerriero armato di spade gemelle, o sua cugina Theresa che, come accadeva anche nel primo capitolo, giocherà il ruolo di guerriera più calma e calcolatrice. A seconda del protagonista scelto assisteremo a una diversa cutscene introduttiva, che culminerà nel classico tutorial con il quale potremo imparare le basi del sistema combattimento, quasi del tutto identico a quanto sperimentato col primo HEROES, fatta naturalmente eccezione per una serie di nuove meccaniche che andrò a illustrarvi più in avanti.

La hub della nave volante viene sostituita dalla città di Acordia, la traverse town tramite la quale, una volta reso possibile, potremo accedere alle vaste aree che ci collegano ai regni vicini. La vera rivoluzione è data appunto dalle grandi mappe esplorabili che hanno lo scopo di trasmettere la sensazione di trovarci in un vero e proprio JRPG, più che in un hack and slash come sperimentato col gioco precedente. Queste Aree selvagge vedranno il nostro party di quattro guerrieri (più l’inutile Curaslime chiamato Koro) scorrazzare alla ricerca di classici oggetti consumabili da collezionare e soprattutto di mostri da sterminare, per portare a termine le quest secondarie ottenibili tramite l’apposito NPC in città o per soccorrere gli indifesi cittadini circondati da nutriti gruppi di innocui slime. Quando saremo impegnati ad esplorare (e finalmente a correre a una velocità maggiore di un Martellus zoppo), il nostro alter-ego e i suoi compagni avranno le armi infoderate, ma saranno pronti a tirarle fuori non appena ci ritroveremo nelle vicinanze di mostriciattoli più o meno pericolosi. All’interno delle Aree selvagge potremo trovare anche delle Pietre del viaggio che, una volta attivate, ci consentiranno di tornare in quel punto preciso grazie a Ruura, la magia di ritorno, adattata in italiano come Teletrasporto.

Le sezioni semi-open world non saranno le uniche porzioni di gioco nelle quali ci ritroveremo a giocare. Nei momenti salienti saremo chiamati ad affrontare le cosiddette Zone di guerra che, una volta imboccate, ci chiederanno di affrontare orde di nemici e mini-boss in sequenza, con la possibilità di interrompere ogni qual volta completeremo un livello, come in una sorta di tower defense. In questo intervallo potremo decidere di modificare abilità ed equipaggiamento dei personaggi, nonché tornare alla base operativa e decidere di intraprendere altre attività, con la possibilità di riprendere da dove avevamo lasciato lanciando semplicemente la magia di ritorno. Tra gli aspetti negativi, oltre a una difficoltà eccessivamente sbilanciata in talune di queste battaglie, segnalerei la pessima scelta di resettarci tensione, energie e medaglie mostro quando passeremo da un’area ad esplorazione libera a una confinata per le battaglie: capiterà spesso che, lo status di tensione faticosamente accumulato e risparmiato per un momento di necessità, svanisca nel nulla non appena giunti nei pressi di una boss battle. Piuttosto frustrante.

Dragon Warriors

Il sistema di combattimento di DRAGON QUEST HEROES II pesca a piene mani da quello del primo capitolo, a sua volta ereditato dal prolifico franchise dei Musou, con tutti i doverosi miglioramenti del caso: due tasti per gli attacchi da concatenare, uno per il salto e uno che ci servirà per attivare lo stato di Tensione: come da tradizione per DRAGON QUEST, una volta riempito l’apposito indicatore, verremo avvolti da una lucente aura rosea e potremo scatenare i nostri colpi migliori senza il consumo di Punti Magia, per poi culminare con un potentissimo Gigaslash o quant’altro il guerriero sotto il nostro controllo abbia a disposizione. I tasti dorsali ci serviranno, per l’appunto, a utilizzare gli incantesimi o le tecniche appresi e preimpostati (in combinazione coi pulsanti frontali), nonché curarci, effettuare le schivate e cambiare al volo il personaggio utilizzato. Come nel precedente titolo, infatti, potremo sfruttare il tasto L2 per passare da un guerriero all’altro del nostro party, approfittando così di tutte le forze a nostra disposizione e, virtualmente, dello status di tensione per ben quattro volte in una sola schermaglia (anche se ci sarà da lavorare parecchio di spada). Tra le novità, la possibilità di effettuare il Pluriattacco, un vero e proprio tag da wrestler per cambiare il personaggio e allo stesso tempo scatenare un potente attacco combinato, che consumerà sì una buona dose di MP, ma che risulterà piuttosto utile negli scontri più affollati.

Immancabile poi la presenza delle Medaglie dei Mostri, ottenibili con un pizzico di fortuna in seguito alla disfatta dei nemici sul campo e utilizzabili mediante la pulsantiera direzionale. Le creature collezionabili, come forse già saprete, saranno monoutilizzo e scomparirranno dopo l’evocazione a seconda della loro categoria di appartenenza. Ritroviamo gli Attivisti, che effettueranno il proprio attacco e leveranno le tende, le Sentinelle, che si piazzeranno nel punto dove li avremo lasciati fino a che non esauriranno l’energia, e la novità assoluta: i Sostituti. Questi ci permetteranno letteralmente di assumere le sembianze dei mostri stessi, consentendoci di girovagare per un breve tempo nei loro panni ed effettuare tutti i loro attacchi più letali oppure, ad esempio di renderci talmente minuscoli da evitare ogni colpo nemico o così grossi da ottenere la potenza devastante di un gigante.

Ultime, ma non meno importanti, la maestria che ci consente di apprendere nuove abilità grazie all’utilizzo prolungato di una stessa tipologia di arma e la possibilità per i nostri due eroi di cambiare la propria vocazione, passando dalla predefinita (Guerriero) ad altre come Lottatore, Sacerdote, Ladro e Mago. Purtroppo questa funzionalità è disponibile solo per Theresa e Lasaar; nemmeno Kisar e Desdemona, gli altri due guerrieri creati appositamente per questo gioco, saranno modificabili in tal senso. Dovremo accontentarci di raccogliere esperienza e accrescere il loro potenziale, nonché quello dei personaggi ospite, imparando tutte le tecniche a loro disposizione.

A hero is never alone

La storia, le missioni secondarie e i mostri speciali nei quali potremo imbatterci in tutto il corso della nostra avventura non saranno l’unica attività possibile per noi giocatori solitari. Disponendo di un abbonamento Plus, se utenti PlayStation 4, potremo decidere di affrontare le missioni di storia già completate da soli assieme ad altri tre amici, oppure decidere di farci aiutare da giocatori sparsi in giro per il mondo a portare a termine le battaglie più ardue, selezionando l’apposita voce di richiesta di aiuto. Oltre agli incarichi di storia, sarà possibile affrontare delle aree speciali stracolme di mostri dalla potenza sconfinata note come “Segrete dimensionali”. Per accedere a un party già formato, oppure formarne uno tutto nostro, dovremo recarci presso l’apposito NPC nella città di Acordia e impostare le condizioni di ricerca. Tuttavia, nel corso della mia prova, non sono stato in grado di trovare moltissimi giocatori con cui fare squadra; fortunatamente tali segrete possono essere affrontate anche in single player, ma il mio consiglio è quello di farlo da soli solo dopo aver raggiunto un livello piuttosto avanzato con il nostro gruppo di eroi.

Anche i Martellus seguono la nostra rubrica Giochi da Falegname.

È un po’ magia per Terry e Carver

La versione PlayStation 4 di DRAGON QUEST HEROES II, presa in esame per questa recensione è, anche dal punto di vista puramente visivo, un bel passo avanti rispetto al suo predecessore. Degna di nota l’estrema fluidità con la quale vengono riportate sullo schermo anche le scene di azione più concitate, in maniera diametralmente opposta a quanto visto nel primo HEROES, nel quale anche il libero girare per l’aeronave/hub di gioco ostentava pesanti cali di frame rate. Sebbene gli ambienti, in termini di dettagli, non fanno certo gridare al miracolo, svolgono ottimamente il proprio ruolo, adattandosi perfettamente al consueto character design di Akira Toriyama per personaggi e mostri, riproposti alla perfezione con modelli poligonali dettagliati ed espressivi. Inutile poi parlare dell’ottima colonna sonora di Koichi Sugiyama che fa provincia a sé, e che non mancherà di impreziosire ed esaltare ciascuna battaglia, cutscene o fase esplorativa. L’ottimo doppiaggio, disponibile in lingua inglese o nell’originale giapponese (che, sinceramente, preferisco), andrà un po’ a cozzare con le consuete scelte di adattamento che accompagnano ogni uscita italiana per questa saga: personaggi come Torneko (che mi rifiuterò di chiamare Baldo Baldini) che parla in toscano, Alena e Kiryl con una cadenza moscovita e Koro con un’incomprensibile slurplinguaggio da Slime a volte renderanno pesante la lettura dei sottotitoli, diventando un problema nel corso delle battaglie, quando le finestre di dialogo in alto a sinistra dovranno, per forza di cose, finire per essere del tutto ignorate in favore dei dialoghi parlati.

Scelte di adattamento che dividono gli appassionati.

A chi consigliamo DRAGON QUEST HEROES II?

Rispetto a serie come FINAL FANTASY, la saga di DRAGON QUEST non ha mai riscosso un grandissimo successo nel nostro paese. Tuttavia, come ribadisco per ogni recensione di un nuovo titolo del franchise, è riuscita a entrare subito nel mio cuore con l’ottavo capitolo arrivato su PS2 e ogni volta riascoltare le note della fanfara iniziale mi provoca le stesse emozioni. DRAGON QUEST è magico e per questo dovrebbe essere giocato da tutti gli appassionati del genere. Nell’attesa che l’undicesimo capitolo regolare venga confermato anche per il territorio europeo, il mio consiglio è di gettarvi a capofitto su questo nuovo HEROES, decisamente migliore del primo e più grande, più divertente e con tante cose da fare (nonché totalmente slegato da esso a livello di trama). Tuttavia, dovreste tenere bene a mente che si tratta di un titolo d’azione con combattimenti che ricordano molto da vicino i vari Warriors di KOEI TECMO, e che le scelte di SQUARE ENIX per l’adattamento italiano potrebbero farvi storcere il naso in numerose occasioni.

  • Un salto in avanti rispetto al predecessore
  • Trama più profonda e coinvolgente del primo
  • Aggiornamenti gratuiti previsti per tutto maggio
  • L’adattamento italiano

  • Ritmi di gioco lenti e tanto grinding all’orizzonte
  • Il sistema di vocazioni convince poco
  • A cosa serve un Curaslime che non cura?
  • L’adattamento italiano
DRAGON QUEST HEROES II
4.4

Più DRAGON QUEST, meno Musou

Se da un nuovo DRAGON QUEST vi aspettate un’atmosfera fantasy tipicamente giapponese, ambientazioni da fiaba e personaggi semplici ma ben caratterizzati, DRAGON QUEST HEROES II rispetta tutti questi canoni. Tuttavia, trattandosi di un gioco a sé stante, non rientrando quindi nella tipologia di JRPG duri e puri, potrebbe non convincere totalmente i detrattori dei Musou, che additeranno subito questo come uno di essi. Tuttavia, il lavoro di Omega Force è andato più a fondo, riuscendo a incorporare alla perfezione tanti degli elementi che hanno reso speciale questa saga col passare degli anni, condendo il tutto con una trama senza pretese ma che riesce a tenerci incollati allo schermo. Gli aggiornamenti gratuiti e il fatto che giocandovi per ciascun giorno della settimana si possano ottenere bonus differenti sono un ulteriore segno dell’impegno profuso dal team, che ha voluto rendere questo titolo non un semplice esperimento come il primo, o un more of the same come molti dei sequel in circolazione. Lo definirei più come il vero punto di incontro fra l’universo narrativo di DRAGON QUEST e l’azione tipica degli hack and slash. Chi ha apprezzato il gioco precedente non potrà che innamorarsene perdutamente, finendo per dedicarvi decine e decine di ore nell’attesa dell’undicesimo capitolo.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.