Gundam Breaker 3 – Recensione

Gundam Breaker 3

gundam-breaker-3-recensione-boxartPassato un anno dal completamento degli ascensori orbitali, ci ritroviamo all’interno di una particolare sala giochi dotata di Pod, nuovamente immersi nella realtà virtuale a bordo del nostro GUNPLA personalizzato. Data la nostra bravura, non ci vorrà molto prima che verremo notati dalla giovane Misa: “Voglio arruolarti nel mio GUNPLA team!

Dietro la richiesta della ragazza però, c’è tutt’altro che una semplice esperienza di puro divertimento e cela un nobile scopo: l’Ayato Shopping District, il quartiere commerciale dove vive ed è cresciuta Misa, si trova in una pessima situazione e, allo scopo di riportarlo agli antichi fasti, la ragazza ha pensato di avviare una propaganda attraverso le battaglie fra GUNPLA, con l’aiuto di un team da lei appositamente fondato. Insieme, dovremo farci strada attraverso tornei locali e nazionali, dando fondo a tutta la nostra forza e abilità affinché la propaganda abbia effetto. Ma non tutto è facile come sembra.

Dopo una “breve” pausa di oltre un anno, BANDAI NAMCO Entertainment torna a far sognare i fan della serie di Mobile Suit Gundam portando su PlayStation Vita e prima volta su PlayStation 4 il terzo e attesissimo capitolo della sua fortunata serie Gundam Breaker. Colta da un’improvvisa mania di localizzazione, assieme ad altri titoli, la compagnia ha rilasciato il gioco anche in versione asiatica, presentando per la prima volta i testi in lingua inglese e aprendo così le porte a un maggior numero di potenziali acquirenti. Mi sto dilungando troppo? Decisamente sì… per cui iniziamo subito la recensione!

  • Titolo: Gundam Breaker 3
  • Piattaforma: PlayStation 4, PlayStation Vita
  • Genere: Action
  • Giocatori: 1-4 (multiplayer online)
  • Software house: BANDAI NAMCO Entertainment
  • Sviluppatore: Crafts & Meister
  • Lingua: Giapponese (testi e doppiaggio), Inglese (testi della versione asiatica)
  • Data di uscita: 3 marzo 2016
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: unità aggiuntive disponibili gratuitamente
  • Note: Gundam Barbatos disponibile in early access per chi ha prenotato il gioco. Disponibile anche in versione asiatica con testi in inglese

Sin dall’uscita del secondo Gundam Breaker, ho sempre sperato che qualsiasi nuovo e misterioso annuncio o teaser site di BANDAI NAMCO Entertainment fosse legato a un ipotetico terzo titolo della serie, ma prima di vederlo effettivamente giungere sui nostri schermi c’è voluto un bel po’ di tempo. Ma meglio tardi che mai. Avendo visto il bel lavoro svolto con Gundam Breaker 2, le premesse per avere tra le mani un titolo totalmente valido e parecchio coinvolgente c’erano tutte. Sarà riuscita questa nuova fatica della compagnia a eguagliare o eclissare i suoi predecessori, o un’improvvisata sbronza collettiva del team di sviluppo avrà mandato tutto a donnine da marciapiede?

Hello Hangar, My Old Friend

Nonostante il cambio sostanziale apportato all’hangar di gioco tra il primo e il secondo capitolo della serie, già dal primo avvio di Gundam Breaker 3, ovviamente dopo il classico tutorial seguito dall’introduzione di storia, ci renderemo conto di quanto il luogo di ritrovo tra piloti e unità sia pressappoco identico al suo predecessore. Cambiano alcune cosette, seppur poche, come la zona adibita alla personalizzazione della propria unità e la nuova sezione dove potremo addentrarci nelle due ulteriori modalità di gioco che esulano dalla storia. Insomma, per dirlo in parole povere, uno scenario nostalgico rinnovato con un nuovo arredamento… e contornato da una piattaforma che si alza e si abbassa per motivi che ancora devo riuscire comprendere. E probabilmente mai ci riuscirò.

All’interno dell’hangar troveremo l’appena citata zona per personalizzare i nostri GUNPLA e, con il proseguimento del gioco, anche gli SD, nonché l’area in cui è possibile creare stanze multiplayer per divertirsi con amici o giocatori casuali, l’immancabile negozio, che offrirà una delle novità principali offerte dal gioco, le Builder Part, nonché le sfortunatamente poche tute da pilota per il nostro avatar, sia maschili che femminili. Troveremo inoltre le due piattaforme adibite all’azione vera e propria: quella relativa ai vari capitoli di storia e quella dove sarà possibile cimentarsi nelle modalità sfide e Bounty Hunter. Quest’ultima, in particolare, è stata spesso spacciata dalla compagnia durante i vari trailer come PvP, ma purtroppo non c’è niente di più sbagliato, dal momento che sì, le unità che selezioneremo e affronteremo saranno quelle create e caricate da giocatori realmente esistenti ma, purtroppo, si tratta di un multiplayer asincrono, dato che le stesse saranno controllate dalla CPU.

La zona relativa alla personalizzazione dei Mobile Suit, così come l’hangar di gioco, si presentano ai giocatori di vecchia data nel modo più familiare possibile, ma al loro interno troveremo alcune novità sostanziali come la possibilità di selezionare il nostro partner SD che ci affiancherà nelle varie missioni, il modulo in suo possesso e la possibilità di personalizzarlo tramite l’apposita modalità di colorazione. La feature di rafforzamento e sviluppo pezzi, per quanto ricca e più ampia rispetto al suo predecessore, si presenta al contrario meno intuitiva, ma la possibilità di colorare la nostra unità risulta più approfondita, offrendo anche set di colori predefiniti che agli occhi dei fan della serie animata risulteranno già noti: sarà estremamente facile colorare i nostri kit come le unità della Cometa Rossa, come il classico RX-78-2 o come i Mobile Suit protagonisti di SEED e Gundam 00.

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Please set your GUNPLA

A differenza del suo predecessore, la storia offerta dal gioco, se non il gioco stesso in generale, più che presentare una trama che ruota attorno a faide tra fazioni in modo più simile a una delle serie principali, prenderà svariati elementi dalla recente serie animata Gundam Build Fighters e il suo discutibile sequel Gundam Build Fighters Try, dove appunto il tema principale del gioco è affrontare GUNPLA Battle in appositi tornei regionali e nazionali in compagnia del proprio team. La narrazione della storia, invece, è affidata ad apprezzabili illustrazioni e dialoghi che scorreranno su schermo in puro stile visual novel, ma anche a degli appositi ed enfatizzanti filmati realizzati con il motore grafico del gioco. I vari capitoli che affronteremo, sia in singolo che in multiplayer, saranno decisamente lunghi, alcuni anche interminabili, dal momento che a fine missione potremo ammirare su schermo il tempo impiegato per completare la stessa, che può addirittura oltrepassare i cinquanta minuti.

Una delle novità principali offerte da questa modalità sta appunto in quello che troveremo al suo interno oltre alle orde di Mobile Suit casuali, vale a dire quando ci ritroveremo ad affrontare i boss che ci appariranno di fronte nel corso della nostra avventura. Questi, infatti, non saranno sempre unità provenienti dalle svariate serie che compongono l’universo di Mobile Suit Gundam, ma ci vengono segnalate come controllate da altri player, “giocatori” fittizi, in vere e proprie GUNPLA Battle, colorati e assemblati in modo originale. Ovviamente, oltre boss classici, non mancheranno i consueti Perfect Grade, anche questi personalizzati dai proprietari, nonché i potentissimi Mobile Armor, pronti a distruggerci in un colpo solo in qualsiasi momento senza farsi troppi problemi.

Nonostante i tantissimi lati positivi di cui gode, questo terzo capitolo però crolla totalmente su un punto fondamentale: i Master Grade. Nei titoli passati siamo stati abituati a un momento, un rito di passaggio, all’interno dello story mode dove, per forza di cose, restavamo quasi impotenti difronte ai nostri avversari, e il gioco ci sbloccava la possibilità di iniziare ad assemblare MG per tenergli testa. Sfortunatamente, questo non è il caso di Gundam Breaker 3. Qui, infatti, sebbene la storia di gioco sia bella e abbastanza longeva, la affronteremo nella sua totalità solo con gli HG, per poi assistere ai titoli di coda e solo dopo ricevere il messaggio che potremo iniziare a mettere insieme i pezzi per il nostro modellino in scala 1/100, sfortunatamente ripartendo da capo con la storia dal primo capitolo, con la sola difficoltà aumentata e i pezzi ricevuti come unica differenza. Sinceramente questo lato del gioco scoraggia un po’ gli utenti dal lato della rigiocabilità, dal momento che, terminando la storia, il gioco non è in grado di offrire nuovi capitoli che invoglino gli utenti a rimanere a lungo davanti allo schermo. Fortunatamente, a metterci una toppa, giunge BANDAI NAMCO, che con il rilascio di contenuti aggiuntivi gratuiti che porteranno una ventata d’aria fresca al titolo, con nuove sezioni di storia, nuove missioni, ulteriori unità e Builder Part.

Tre volte più feroce

Il vero punto di forza di Gundam Breaker 3, però, risiede nel gamplay vero e proprio: non solo i classici comandi per l’occasione sono stati migliorati, ma anche le combinazioni di mosse relative a ciascuna arma sono state ampliate, e troveremo anche alcune nuove funzioni come la possibilità di utilizzare effettivamente armi e quant’altro avremo assegnato come Builder Part che non siano esclusivamente estetiche. Tra questi spiccano il recupero automatico dei pezzi che la nostra unità perderà dopo aver subito svariati attacchi, lo scudo automatico (che, non so voi, ma trovo estremamente utile rispetto ai precedenti capitoli, dove mi sarò parato sì e no tre volte), la possibilità di apprendere le mosse speciali delle unità Super Deformed, le varie tipologie di GAIOS, attivabili sempre tramite la pressione di L3+R3, che oltre al cambiare colore durante l’attivazione offriranno svariati vantaggi a seconda di quale assegneremo, nonché tanto altro.

Oltre alle missioni decisamente più lunghe rispetto a quanto siamo stati abituati, anche i nemici casuali che incontreremo nei vari livelli di gioco, così come boss, PG e Mobile Armor, sono stati resi decisamente più potenti e in grado di mettere davvero in difficoltà i giocatori, richiedendo quindi una costante ricerca di pezzi migliori da equipaggiare alla nostra unità e di modificarli frequentemente. Per evitare l’eccessiva monotonia durante lo svolgimento dei vari capitoli, ciascuno degli stage presenti offrirà diversi obiettivi di gioco per il loro compimento: Battle Royale, dove dovremo semplicemente farci largo tra i nemici con l’unico obiettivo di annientare tutto e tutti, la Monolyth Destruction, dove dovremo distruggere appositi pilastri sparsi per gli scenari e portare a casa la vittoria, e la Core Destruction, nella quale dovremo difendere un apposito nucleo e, in seguito, distruggere quello dei nostri avversari.

EASTER EGG: Il Gundam Breaker che vorrei

Sinceramente, non mi dispiacerebbe se un futuro titolo della serie presentasse, tra le nuove meccaniche, anche la possibilità di danneggiamento permanente delle varie unità. Mi spiego meglio; invece di offrire il danneggiamento dei Mobile Suit tramite l’apposita modalità di colorazione, sarebbe immensamente figo se, al termine di ciascuna battaglia, la nostra unità riportasse seriamente dei danni, a causa dei quali i giocatori sarebbero chiamati a doverla riparare tramite utilizzo di monete di gioco, pena la rottura di uno dei pezzi offerti e la sua perdita definitiva. Una funzionalità con i controcazzi che renderebbe il tutto ancora più realistico, oltre che simile alla prima serie di Gundam Build Fighters, che sinceramente non mi dispiacerebbe vedere in uno dei futuri titoli della serie.

Inoltre, spesso e volentieri molti di noi rimangono delusi in seguito al cambio e all’utilizzo di nuovi pezzi, specialmente quando si arriva a modificare le armi equipaggiate al proprio Mobile Suit. Personalmente non vedrei male una sorta di modalità “allenamento” situata nella schermata di personalizzazione della propria unità dove, mediante la pressione di un apposito tasto, sarebbe possibile provare effettivamente l’arma che stiamo andando a equipaggiare, come attacca e spara, quanti danni arreca al nemico, in modo da rendere il tutto più semplice, piuttosto che andare entrare in missione allo sbaraglio dopo aver aggiornato il nostro Gundam e vedere che l’arma è troppo lenta, non fa abbastanza danni, o altre mille ragioni che potrebbero portarci ad annullare la missione o a finirla a fatica senza praticamente mai premere il tasto assegnato all’arma con cui non andiamo d’accordo.

Non c’è Breaker senza BACK-ON

Inutile dire che dal lato grafico Gundam Breaker 3 si presenta in maniera davvero impeccabile su PlayStation 4 e apprezzabile, anche se senza infamia e senza lode, su PlayStation Vita, offrendo parti narrative di storia con illustrazioni in stile visual novel miste a sezioni realizzate in computer grafica, che rendono l’esperienza offerta agli utenti variegata sotto ogni punto di vista.

Anche dal lato sonoro il titolo eccelle particolarmente, offrendo non solo una selezioni di ottimi brani in grado di calcare l’atmosfera su cui l’esperienza ludica si basa, ma anche di BGM provenienti dalle varie serie che compongono l’universo di Mobile Suit Gundam. Unica pecca che riesco a trovare da questo lato, ahimè, arriva da uno dei lati su cui personalmente contavo più di tutti: i BACK-ON. Se in Gundam Breaker 2 vi era possibile trovare come tema principale la bellissima ed enfatizzante Silent Trigger, Gundam Breaker 3 con Mirrors riesce sì a emozionare, ma non al livello della precedente.

A chi consigliamo Gundam Breaker 3?

In primis mi sento di consigliare il titolo a tutti i fan della serie che ancora non hanno ancora avuto la fortuna di cimentarsi in questa saga videoludica creata da BANDAI NAMCO Entertainment per via della barriera linguistica, dal momento che il titolo è il primo della serie tradotto in lingua inglese in occasione della sua release asiatica e dal fatto che nessuno di questi sia legato tra di loro in ordine cronologico. So che alcuni di voi preferirebbero giocarlo in italiano, ma questo per la serie è un grandissimo passo avanti, e c’è solamente da apprezzare lo sforzo compiuto. Ci si può avvicinare tranquillamente al titolo anche se non si conosce la saga da cui è tratto: nonostante si perda molta dell’enfasi offerta dalle atmosfere del gioco, ci si può comunque divertire come bestie grazie alla sua modalità multiplayer online, ma anche in single player, dove non sarà difficile spendere un’ora o più immersi in una delle tante missioni offerte senza problemi. Se invece conoscete la serie e vi aspettavate incredibili novità dal lato Mobile Suit offerti e una buona longevità per la storia, sia nella parte HG e MG, potreste rimanerne abbastanza delusi. In questo caso, vi consigliamo di ponderare bene il suo acquisto… almeno a prezzo pieno.

  • Grande esordio della serie su PS4
  • Storia meno improvvisata e più simile alla serie Build Fighters
  • Modalità di gioco secondarie
  • Difficoltà ben bilanciata
  • Tante opzioni per personalizzare ulteriormente la propria unità

  • La storia finisce in un punto chiave del gioco, vale a dire al passaggio da HG a MG, e impone di esser ricominciata da capo
  • Poche le unità aggiunte di base
  • Sistema di miglioramento e sviluppo pezzi non proprio intuitivo
  • Nessuna possibilità di registrare video
Gundam Breaker 3
4.2

Anche il miglior capitolo della serie non sfugge ai difetti

Sebbene la perfezione sia difficile da raggiungere, Gundam Breaker 3 è sicuramente il capitolo della fortunata serie targata BANDAI NAMCO Entertainment che più ci si avvicina. Se con i due predecessori ci sono stati dubbi su quale fosse il migliore, stavolta il quesito non si pone minimamente. È valsa la pena attendere? Indubbiamente, anche se si poteva fare qualcosina in più e offrire un gioco davvero impeccabile sotto ogni punto di vista, semplicemente ampliando ulteriormente la quantità di Mobile Suit offerti provenienti da serie recenti, specialmente Build Fighters e Build Fighters Try a cui il gioco attinge a piene mani, e gestendo un po’ meglio la modalità storia, che termina e necessita di esser ricominciata da capo non appena arriveremo ai Master Grade, annoiando troppo presto i giocatori e crollando proprio lì, dove in passato il gioco iniziava invece a entrare nel vivo. Traendo le somme, tuttavia, il debutto di questo terzo capitolo della serie su PlayStation 4 non poteva davvero essere migliore di così, dimostrandoci chiaramente che la compagnia ha ancora molto da offrire e, si spera, ci degni presto di nuove dimostrazioni di questo calibro o perché no, superandosi ulteriormente.

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.