Atelier Firis: The Alchemist of the Mysterious Journey – Anteprima

Atelier Firis: The Alchemist of the Mysterious Journey

Invitati da Koch Media, nell’attesa di poterlo recensire, abbiamo avuto modo di testare in anteprima Atelier Firis: The Alchemist of the Mysterious Journey

Un altro caloroso invito da parte di Koch Media ci ha permesso di mettere le mani con qualche giorno di anteprima rispetto all’arrivo della copia da recensione su Atelier Firis: The Alchemist of the Mysterious Journey. Già vi anticipo che, come ho saputo che cosa avremmo provato, mi sono sentita al settimo cielo: mi aspettavo molto da questo titolo, ed ecco quali sono le mie prime impressioni.

Già dall’inizio sono partita non sapendo dove si trovava la protagonista e cosa fare, anche se questo non è stato un problema. Forte della mia curiosità ho saputo armeggiare con un menu chiaro e ordinato che mi ha permesso di capire che cosa potevo effettivamente guardare tra gli oggetti in inventario e anche a che punto mi trovassi con il gioco. Così facendo mi è stato facilissimo capire che cosa dovevo fare.

La mappa della città era particolarmente intricata, al punto che mi sono persa più e più volte (anche guardando la mappa) senza capire dove mi stessi dirigendo e, soprattutto, se stavo andando nella direzione giusta. Alla fine, dopo l’ennesima volta a parlare con tutti e a scoprire quali incarichi avessi da fare, girare e rigirare la mappa mi ha aiutata a orientarmi.

Non è un contro, per certi aspetti, dato che la tridimensionalità del gioco, portando il personaggio a correre per la città alla ricerca dei materiali per le ricette, dava un che di realistico. Bisogna viaggiare e girare per prendere i materiali, e ci si ritrova attivamente coinvolti nella ricerca di essi, cosa che certamente mi ha stimolato a giocare.

Certo, il problema è che, anche se dal menu riuscivo a vedere quali oggetti sono in grado di trovare, l’aspetto più difficoltoso che mi sono ritrovata ad affrontare e che mi ha perfino portato a ricominciare la versione di prova è stato che non venisse specificato in maniera dettagliata dove avrei potuto trovare determinati materiali, motivo in più per cui ho dovuto girare l’intera città più volte per trovare ciò che mi serviva. La mia sfortuna nella ricerca dei materiali si è trasferita perfino su questo titolo, che gioia. Non disperate, però: una volta capito dove trovare cosa diventa tutto molto più facile.

Una piccola cosa che ho apprezzato sono le quest spezzettate in più parti. Perché l’ho apprezzato? Perché così posso svolgere le missioni po’ alla volta, cercando di scoprire nuovi elementi che possono anche sbloccare le ricette. Infatti è stato molto interessante vedere che le ricette arrivano semplicemente interagendo con personaggi specifici, che ti aiutano a trovare le ricette per determinati incarichi. Io ero abituata, avendo giocato ad uno dei capitoli più datati della saga, Atelier Annie, a comprare le ricette; così invece io posso tranquillamente prendere confidenza con l’ambientazione, conoscere eventualmente la storia della città in cui mi trovo. Apprezzato tantissimo. Mi spiace però di non aver potuto affrontare troppi combattimenti e analizzarne la struttura, ma il tempo a mia disposizione per la prova in anteprima era quello che era.

Ho trovato parecchio carini, nel complesso, i personaggi del gioco: dalla protagonista Firis, ai personaggi che l’accompagnano, come l’apprensiva sorella Liane, la saggia maestra Sophie e la apatica Plachta. Non mi hanno particolarmente convinta in termini di credibilità, perché spesso sembrava di trovarsi davanti a burattini inespressivi che gesticolavano. In determinati momenti e in alcune scene, infatti, l’espressività di Firis sembrava poco coerente con lo stato d’animo che doveva mostrare.

In attesa del giudizio finale

In conclusione, che dire di Atelier Firis: The Alchemist of the Mysterious Journey in seguito a questa primissima prova su strada? Mi è piaciuto, lasciandomi particolarmente soddisfatta su buona parte delle caratteristiche che ho potuto provare in questo frangente, ma non sono completamente soddisfatta. Ha i suoi pro e i suoi contro che, presi insieme, non mi porterebbero a dargli un giudizio negativo, ma nemmeno a tesserne troppo le lodi. Anche se non si conosce la serie Atelier non è un problema, il gioco in sé è molto semplice e intuitivo, e l’interfaccia permette tranquillamente di renderlo facilmente giocabile.

Appassionata di giochi di ruolo testuali, spera sempre di riuscire a dedicarsi alla sua passione principale: il doppiaggio. La speranza è l'ultima a morire.