The Silver Case – Recensione

The Silver Case, la prima avventura di SUDA51, torna su PC e PlayStation 4. RiuscirĂ  a mantenere il suo fascino dopo tutti questi anni?

The Silver Case - Recensione

The Silver Case - RecensioneLe remaster sono spesso attaccate da una parte di pubblico che non accetta le riproposizioni di titoli già visti negli anni precedenti. Nell’ultimo periodo, però, sempre più case di sviluppo stanno riportando in auge titoli quasi dimenticati dal pubblico o mai arrivati in occidente. Quest’ultimo è il caso di The Silver Case, primo titolo di Goichi Suda (in arte SUDA51) per la Grasshopper Manufacture uscito nella terra del Sol Levante nel 1999. The Silver Case è il primo di una trilogia, insieme a Flower, Sun, and Rain: Murder and Mystery in Paradise e Killer7, riconosciuta solo dai fan, denominata Kill the Past. Rilasciato su Steam lo scorso ottobre, The Silver Case fa il suo esordio anche su PlayStation 4 grazie a NIS America, che ne ha curato la distribuzione in occidente, inserendo anche, come bonus, due nuovi capitoli: Yami e Whiteout Prologue. Sarà riuscito il titolo di Goichi Suda a risultare ancora fresco e godibile oggi, dopo diciotto anni dall’uscita originale? Scopritelo con la nostra recensione.

  • Titolo: The Silver Case
  • Piattaforma: PlayStation 4, PC / Steam
  • Genere: Visual Novel
  • Giocatori: 1
  • Software house: NIS Europe
  • Sviluppatore: Grasshopper Manufacture
  • Lingua: Inglese (testi), Inglese o Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 21 aprile 2017
  • DisponibilitĂ : retail, digital delivery
  • DLC: non disponibili
  • Note: include i capitoli aggiuntivi “Yami” e “Whiteout Prologue”

Kamui Effect

The Silver Case è ambientato in una versione alternativa e futuristica della Tokyo del 1999. Il nuovo millennio si sta avvicinando a grandi passi e la città giapponese è divisa in 24 distretti, ognuno con la propria forza di polizia e i propri enti governativi. Un giorno la tranquillità della metropoli viene rotta dalla fuga di Kamui Uehara, un famoso serial killer, dall’ospedale psichiatrico in cui era rinchiuso. La ricomparsa di Kamui riaccende vecchie ferite nella Heinous Crimes Division del ventiquattresimo distretto, che si occuperà del suo caso, e nel nostro silente protagonista soprannominato simpaticamente Big Dick dai colleghi. Lui non sarà il solo a indagare sul noto serial killer, infatti in The Silver Case affronteremo i vari casi che compongono il gioco, utili a scoprire la verità sul caso Kamui, anche dalla prospettiva di Tokio Morishima, un reporter freelance ingaggiato per scoprire di più sulla misteriosa figura. Utilizzando Big Dick (a cui potrete dare il nome che vorrete, ma noi lo chiameremo Akira da ora in poi) affronteremo i casi di petto utilizzando i metodi della polizia, mentre nei panni di Tokio potremo analizzare l’intero caso da una prospettiva diversa aiutando o mettendo in difficoltà i giocatori. In questa remaster sono stati aggiunti i già citati nuovi capitoli, disponibili una volta terminato il gioco: Yami e Whiteout Prologue. Il primo è ambientato alcuni mesi dopo i titoli di coda e funge da vero e proprio epilogo mentre il secondo fa da preludio a The Silver Case: Ward 25.

Non sempre gallina vecchia fa buon brodo

The Silver Case non è un gioco dedicato a tutti gli amanti delle visual novel. Al contrario di molti esponenti del genere usciti nel corso negli ultimi anni, pensiamo a Danganronpa o alla serie ZERO ESCAPE, è un titolo complesso e necessita della massima attenzione durante la lettura. I dialoghi sono spesso enigmatici e pieni di mezze frasi lasciate alla libera interpretazione del giocatore, e l’assenza di un qualsiasi modo per rileggerli si fa sentire, sopratutto se per puro caso dovesse passare qualche giorno dall’ultimo avvio del gioco. Il lavoro svolto dal team di sviluppo è ottimo sulle immagini che compaiono a schermo, come location o personaggi, ma molto meno d’impatto sui filmati. Questi non sono stati rielaborati ma sono stati mantenuti in versione originale. Purtroppo questi, su televisioni in alta definizione, stonano parecchio e danno anche fastidio alla vista. Ad essere rimasti uguali sono anche i comandi da utilizzare durante le fasi esplorative. Per muoversi bisogna dapprima selezionare, in un menù, la voce apposita e poi solo poi ci verrà data la possibilità di premere i tasti del d-pad per spostarsi mentre, utilizzando i dorsali, potremo guardare in alto e in basso. La scomodità di questo sistema deriva dalla necessità di dover attivare la modalità spostamento, per farlo è necessario selezionare l’icona apposita e può capitare, soprattuto, all’inizio di avere difficoltà a far compiere al personaggio l’azione voluta. Durante i vari casi Transmitter, quelli che sono seguiti dalla prospettiva di Akira, avremo a che fare con vari enigmi non sempre intuivi. Quelli numerici, per grande fortuna, sono stati facilitati e per risolverli basta premere l’icona a forma di lente d’ingrandimento che compare a schermo. Nei panni di Tokio, invece, la narrazione incontrata è solo testuale e la nostra unica preoccupazione è quella di ispezionare una volta ogni tanto il PC o Red, l’amata tartaruga del giornalista.

Parlando del gioco non posso non citare uno dei più grandi problemi di questo remaster: la lingua. E no, non parliamo della localizzazione che, per completezza d’informazione, è disponibile in inglese e giapponese, ma di quella del sistema con cui giocate. Purtroppo giocando The Silver Case in lingua italiana rende impossibile il caricamento di vari asset e l’unica cosa che si può vedere, una volta terminati i filmati, è una schermata nera con l’impossibilità di andare avanti. Inizialmente ho provato a scaricare e ricominciare il gioco più volte, ma non sono riuscito a venirne a capo. Facendo un giro per forum o canali ufficiali di NIS America ho scoperto che questo è un problema noto agli sviluppatori che hanno promesso una patch pubblicata solamente a inizio giugno; consigliamo quindi di aggiornare il titolo prima di avviarlo la prima volta per evitare problemi.

A chi consigliamo The Silver Case?

Consigliamo l’acquisto di The Silver Case agli amanti di SUDA 51 e dei suoi precedenti lavori per vedere la nascita della saga Kill the Past e avere una panoramica anche sul primo dei suoi titoli per Grasshopper. Sconsigliamo l’acquisto ai fan delle visual novel moderne legati a certi meccanismi, come la possibilità di visualizzare dialoghi precedenti o l’avere un glossario, e a coloro che non conoscono perfettamente la lingua inglese.

  • Storia molto interessante
  • Personaggi scritti in maniera ottima
  • Finalmente in una lingua comprensibile il primo lavoro di Suda

  • Graficamente vetusto
  • Comandi macchinosi
  • Necessario un perfetto inglese
The Silver Case
3.3

Dicono che il tempo migliori tutto, ma non sempre è così

The Silver Case è una di quelle remaster dedicate principalmente ai fan di un autore o di una saga. La storia è certamente il suo punto forte e richiede una conoscenza pressoché perfetta della lingua inglese, pena l’impossibilità di proseguire in una delle trame più oscure e misteriose degli ultimi tempi. Questo però, seppur grosso punto forte del titolo, non riesce a bilanciare il lavoro (non) svolto dal punto di vista grafico e del gameplay, risultando macchinoso e in grado di far perdere la pazienza facilmente. Fino all’inizio di questo mese, inoltre, persisteva un bug che impediva l’avvio di una nuova partita correttamente a causa della lingua impostata dal sistema ma, fortunatamente, pare che tutti i problemi siano stati risolti con l’ultimo aggiornamento rilasciato.

Gamer di vecchia data che ha iniziato con Hercules sulla prima PlayStation ed è arrivato a fare milioni di ore sui più improbabili JRPG. Fan di Neptunia e del suo universo, Yakuza e appassionato di folle di One Piece. Ma anche dei difetti.